Esteri
Navalny morto, poche proteste in Russia: scontri e arresti
In manette anche una giovane donna che era scesa in piazza da sola con un cartello in ricordo del dissidente a Mosca
Sporadiche proteste e veglie funebri per la morte di Aleksei Navalny, malgrado l'apparato repressivo di cui ormai dispone il regime. Secondo quanto rende noto Ovd-Info, organizzazione indipendente che segue le repressioni politiche e presta assistenza a chi ne è vittima, nella città di Kazan, nel Tatarstan, la polizia è intervenuta per disperdere le persone che si erano date appuntamento di fronte a un memoriale per le vittime di repressioni politiche nel cimitero di Arkhangelskoye.
La polizia russa ha arrestato alcune persone venute a rendere omaggio a Alexei Navalny ed alcuni giornalisti in occasione di raduni spontanei per il dissidente. A San Pietroburgo RusNews ha filmato le persone che venivano caricate dagli agenti sui cellulari, tra questi la loro reporter, Elina Kozich. Novaya Gazeta ha reso noto che il loro fotografo Alexei Dushutin è stato arrestato nella stessa città presso il Monumento alla memoria delle vittime della repressione politica.
A Mosca è stata arrestata una giovane donna, Kristina Ilyina, che protestava da sola con in mano il cartello: "Oggi Aleksei Navalny è morto". Le autorità russe, riporta la Bbc, hanno messo in guardia oggi dall'organizzare manifestazioni pubbliche nella Capitale.
Alla stazione della metropolitana della Lubyanka, sempre a Mosca, è comparso un piccolo memoriale in onore del dissidente con fiori e biglietti. Qualche persona si è messa timidamente in fila a Mosca per deporre un fiore alla Pietra delle Solovsky, memoriale per le tutte le vittime delle repressioni politiche. Secondo quanto scrive Mediazona, ha deposto un fiore anche l'ambasciatore Ue a Mosca, Roland Galharague.
Esteri
Chico Forti non è più in carcere a Miami, in Italia nelle...
Siglato l'accordo con il giudice federale per scontare il resto della pena nel nostro Paese
Chico Forti non è più detenuto in carcere a Miami e nelle prossime settimane è atteso il rientro in Italia del 65enne trentino, condannato all'ergastolo in Florida per l'omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio del 1998. L'autorizzazione al trasferimento era stata annunciata dalla premier Giorgia Meloni durante la sua visita a Washington il primo marzo scorso. Nella scheda di Forti del Florida Department of Correction, alla data di inizio custodia, il 7 luglio 2000, è stata aggiunta quella di ieri, indicata come data del rilascio.
Nelle ultime ore, infatti, a Miami si è tenuta l'udienza in cui Forti ha siglato l'accordo con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia, dove la corte d'Appello di Trento ha già convertito nelle scorse settimane la sentenza statunitense. È l'ultimo passaggio prima del rientro. Nel frattempo Forti è trattenuto dall'Immigration and Customs Enforcement. Secondo fonti a lui vicine, nel giro di due o tre settimane dovrebbe riuscire a essere trasferito in Italia.
Lo zio: "Forse l'incubo finisce davvero"
"Dopo quasi 25 anni passati sulla porta dell'abisso e dell'inferno, forse stavolta l'incubo finisce davvero", dice all'Adnkronos Gianni Forti, zio di Chico, commentando il trasferimento del nipote dal carcere statale di Miami dove è detenuto per omicidio.
"La situazione al momento è questa, Chico ha lasciato il carcere statale e adesso è in una struttura federale per l'immigrazione, sotto custodia e sempre a Miami. Adesso avrà corso la convenzione di Strasburgo e dovrà rientrare a quelle condizioni".
Esteri
Europee, Ilaria Salis spera in Strasburgo – Ascolta
Le elezioni europee dell’8-9 giugno potrebbero essere decisive non solo per il futuro dell’Ue, ma anche per quello di Ilaria Salis, l’insegnante originaria di Monza che è in carcere da un oltre un anno in Ungheria, accusata di avere aggredito degli estremisti di destra in occasione del Tag der Ehre, il Giorno dell’Onore.
Esteri
L’Egitto accusa Israele, a rischio il trattato –...
Mentre Israele attende l'approvazione del governo israeliano all'ampliamento dell'offensiva su Rafah, le sirene di allarme anti razzi da Gaza hanno risuonando a Kerem Shalom, nel sud di Israele dove si trova l'omonimo valico da cui passano, per le ispezioni, i camion di aiuti umanitari per i civili che devono poi entrare nella Striscia. In merito allo stallo della trattativa su pace e ostaggi, l'Egitto afferma che Israele sta mettendo a rischio il trattato di pace e distorce i fatti riguardo alle responsabilità dei mancati aiuti a Gaza e l'apertura dei valichi.