Sostenibilità
Economia circolare, l’allarme in un report: “Tutti ne...
Economia circolare, l’allarme in un report: “Tutti ne parlano, pochi la applicano”
Le proposte di soluzioni dal Circle Economy Foundation nel Circularity gap report
L’economia circolare è uno dei pilastri della sostenibilità, ma a che punto siamo con le nostre abitudini di consumo? L’ultimo ‘Circularity gap report’, pubblicato a gennaio dalla Circle Economy Foundation, in collaborazione con Deloitte, ha rivelato che il volume di discussione sul tema è aumentato esponenzialmente.
Sono triplicati dibattiti e articoli sull’economia circolare, soprattutto negli ultimi anni, gli stessi durante i quali, però, il tasso di circolarità è sceso di oltre 2 punti percentuali dal 2018 (9,1%) al 2023 (7,2%). In questo periodo, si stima che la popolazione mondiale abbia consumato 500 miliardi di tonnellate di materiali, mezzo milione pari al totale del XX secolo.
“Tutti parlano di economia circolare, ma pochi la mettono in pratica”, denuncia l’Alleanza nazionale per lo sviluppo sostenibile. E il report conferma che i sistemi alimentare, manifatturiero e delle costruzioni sono quelli che maggiormente esercitano una pressione sui sistemi terrestri.
“Il nostro Circularity Gap Report 2023 ha rilevato che l’adozione di soluzioni di economia circolare potrebbe non solo invertire il superamento della soglia dei confini e dei limiti di inquinamento, ma anche ridurre di un terzo la necessità globale di estrazione di materiali. Questa riduzione è radicata nei principi dell’economia circolare che prevedono utilizzo ridotto, ma per un periodo più lungo, di materiali rigenerativi e il riciclaggio dei materiali a fine vita. In questo momento non abbiamo mai avuto tanto bisogno di un’economia circolare quanto oggi”, si legge nel report.
Le soluzioni
Le principali soluzioni individuate dalla Circle Economy Foundation si basano sui tre macrosistemi che impattano maggiormente lo sviluppo di questo tipo di economia: alimentare, manifatturiero e delle costruzioni.
Sistema alimentare
Le proposte per il sistema alimentare si basano su quattro azioni programmatiche che hanno al centro del loro asset il concetto di “riuso”.
- Dare priorità a cibi sazianti e salutari con un minore impatto ambientale, sostituendo idealmente le calorie da carne, pesce e latticini verso cereali, frutta, verdura e noci.
- Dare priorità alla produzione e al consumo di prodotti locali, stagionali e biologici (a volte in combinazione con OGM). In questo modo è possibile contribuire ad una riduzione di prodotti chimici per una produzione extrastagionale e che spesso è la principale causa di danneggiamento delle colture.
- Aumentare le pratiche agricole che rigenerano gli ecosistemi, ricircolano i nutrienti e riducono il carbonio in base alla progettazione.
- Ridurre gli sprechi alimentari seguendo la gerarchia dei rifiuti lungo la catena di approvvigionamento e a livello del consumatore attraverso una migliore gestione del trasporto e dello stoccaggio, una maggiore refrigerazione e pianificazione intelligente della dieta con particolare attenzione alla filiera della ristorazione.
Sistema manifatturiero
Il sistema manifatturiero è il secondo macro ambito sul quale la Fondazione si è concentrata, rintracciando le seguenti soluzioni:
- Ottieni miglioramenti dei processi, diversione degli scarti e riduzione delle perdite di rendimento attraverso una maggiore simbiosi ed efficienza industriale. Promuovere una collaborazione più stretta all’interno e tra i settori per ottenere notevoli risparmi sui materiali e sulle emissioni.
- Acquista quello che serve: Ridurre a livelli di sufficienza gli acquisti di beni elettronici comuni, elettrodomestici e altre apparecchiature.
- Massimizzare la durata di macchinari, attrezzature e merce.
- Evitare il fast fashion e promuovere tessuti sostenibili la cui durata nel tempo può favorire una maggiore possibilità di riutilizzo.
Costruzioni e edilizia
Ultimo sistema di analisi è quello relativo all’edilizia, per il quale si propone:
- Laddove siano necessarie nuove costruzioni, utilizzare materiali secondari ed essere il più efficienti possibile con soluzioni di pianificazione urbana che seguano principi di progettazione circolare in modo che gli edifici possano essere riutilizzati, riproposti e facilmente smontati in futuro.
- Massimizzare, ove possibile, il riutilizzo di edifici ad alto valore. Idealmente, consentire l'utilizzo di costruzioni e prodotti della demolizione e garantire che la maggior parte venga riciclata per evitare la necessità di materiali vergini, come sabbia e ghiaia.
- Dalla fase di progettazione, utilizzare strategie circolari per creare edifici efficienti in termini di materiali ed energia. Abbinare questi progetti all’implementazione di soluzioni di energia pulita e dare priorità agli elettrodomestici efficienti dal punto di vista energetico e al retrofitting.
- Legno al posto di acciaio e cemento, usare cioè materiali localmente disponibili, utilizzando un approccio che abbia strutture leggere e tetti "verdi".
Politica, finanza e persone: tre pilastri “circolari”
Tre pilastri ulteriori sono quelli sui quali si basa la circolarità dell’economia: politica, finanza e persone.
La politica comprende regolamenti, linee guida e leggi stabilite dai governi che hanno il potere di modellare le azioni dei cittadini, delle imprese e di intere economie. Le politiche e i quadri giuridici “stabiliscono le regole del gioco” e possono incentivare le pratiche sostenibili e circolari penalizzando al tempo stesso quelle dannose, modellando così la natura e la portata delle attività economiche tra settori e nazioni.
La finanza è linfa vitale dell'economia. I flussi finanziari determinano soluzioni pratiche e attività che determinano impatti positivi o negativi. I tagli all'uso di materiali "vergini" e la fornitura di un lavoro considerabile dignitoso è l'approccio che deve comprendere una riforma fiscale ambientale, contabilità con costi reali, considerando il peso del debito e la trasformazione delle istituzioni finanziarie multilaterali
Le persone sono agenti chiave e beneficiari del cambiamento. Le loro competenze, posti di lavoro, consapevolezza e scelte personali aiutano il cambiamento. Istruzione, migrazione, sussistenza e mercato del lavoro sono fattori che influiscono su reddito e opportunità, distribuiti all'interno delle società.
Sostenibilità
Sostenibilità, Mondo (Bper): “Siamo partner delle pmi...
"Creato prodotti di finanziamento che vogliono supportare imprese e aiutarle a progredire"
"Bper Banca vuole essere un partner delle piccole e medie imprese per accompagnarle nel percorso verso la transizione e la sostenibilità. Per questo abbiamo creato una serie di prodotti di finanziamento che, conoscendo le imprese, vogliono supportarle e aiutarle a progredire”. Così Adelaide Mondo, responsabile Corporate Lending della direzione imprese di Bper Banca, in occasione dell'incontro “Cultura Finanziaria e Sostenibilità: le sfide per banche e pmi”, organizzato a Modena da Assonebb, Bper, Cna, Confcommercio, Confesercenti Modena, Lapam Confartigianato e dedicato al tema della cultura finanziaria e del rapporto fra istituti di credito e piccole e medie imprese.
“Il ruolo di una banca è quello di accompagnare le piccole e medie imprese - ha proseguito Mondo - perché ci sono degli obblighi di rendicontare il proprio percorso verso la sostenibilità e chi vuole intraprenderlo deve essere consapevole di quelli che sono i requisiti fondamentali in ottica di ambiente e sociale. La nostra banca è in condizioni di esprimerlo in maniera chiara nei prodotti e nei servizi che proponiamo sul mercato, aiutando così gli imprenditori che si rivolgono a noi".
"Le imprese, soprattutto le pmi, sono ancora molto ingenue da questo punto di vista e quindi il compito che dobbiamo - e vogliamo - svolgere è quello di dare consapevolezza e divulgare conoscenza. Per la prima volta, la banca si trova a essere un vero e proprio partner di sviluppo, concedendo risorse per far sì che le pmi possano crescere sotto questo aspetto", ha concluso Mondo.
Sostenibilità
Sostenibilità, Previati (Assonebb): “Migliorare...
Il presidente Assonebb: "Esiste relazione positiva tra livello di educazione finanziaria e sensibilità ai temi sostenibilità"
"Aumentare il livello di educazione finanziaria sia degli individui sia delle organizzazioni è una delle sfide del futuro di questo Paese". Sono le parole Daniele Previati, presidente dell’ Associazione nazionale enciclopedia della banca e della borsa (Assonebb) in occasione dell'incontro 'Cultura Finanziaria e Sostenibilità: le sfide per banche e pmi', organizzato a Modena da Assonebb, Bper, Cna, Confcommercio, Confesercenti Modena, Lapam Confartigianato e dedicato al tema della cultura finanziaria e del rapporto fra istituti di credito e piccole e medie imprese.
"L'Italia è in generale un Paese a basso livello di educazione finanziaria e questo si ripercuote ovviamente sul livello di educazione finanziaria dei nostri imprenditori, in particolare dei microimprenditori e dei piccoli imprenditori", ha proseguito Previati che ha aggiunto: “Esistono delle iniziative organizzate insieme alle associazioni di categoria per aumentare la formazione dei nostri imprenditori e aumentare il livello di educazione finanziaria porta anche ad avere una maggiore attenzione e consapevolezza ai temi di sostenibilità".
"Abbiamo verificato attraverso vari studi che esiste una relazione positiva tra il livello di educazione finanziaria e la sensibilità ai temi della sostenibilità ambientale, sociale e anche di quella legata ai modelli di governance – ha osservato Previati –. Come vediamo oggi in questa iniziativa, è un tema che interessa tutti: il mondo delle imprese, delle banche e delle università", ha concluso il presidente Assonebb.
Sostenibilità
Rendicontazione ESG, Consob sostiene le PMI
Un template per raccogliere informazioni sulla sostenibilità
Dal Gruppo di lavoro 3 attivato all'interno del Tavolo per la Finanza Sostenibile e coordinato da Consob, è nato un progetto per la creazione di un template per la rendicontazione ESG dedicato alle PMI. Il progetto intende sostenere le PMI non soggette ad attività di reporting ESG, supportandole nella ricerca e raccolta di informazioni sulla sostenibilità ambientale, sociale e di governance, da poter fornire a diversi operatori del sistema economico, quali banche e partner finanziari.
Il progetto è focalizzato sulla messa a punto di un template con le informazioni ESG ritenute più rilevanti per le PMI. Il documento sarà sottoposto a consultazione pubblica nel corso del 2024 e in ogni caso non rappresenta uno standard di rendicontazione ESG, né costituisce un'alternativa all'utilizzo di standard riconosciuti, adottati o in corso di adozione a livello nazionale ed internazionale, pur contibuendo ad aumentare la consapevolezza delle imprese circa le questioni di sostenibilità che interessano maggiormente l'esercizio delle loro attività.
Contenuti ed obiettivi del progetto
Il template per le PMI proposto dal Tavolo per la Finanza Sostenibile rappresenta uno schema per la raccolta dei dati nell'ambito dei rapporti tra piccole e medie aziende da una parte e banche dall'altra. Si tratta del primo step di un più ampio progetto che comprenderà anche l'individuazione delle informazioni ESG da fornire ad altri operatori del sistema economico come imprese non finanziarie e partner commerciali. Parallelamente alla proposizione del template alle PMI, sono previste attività di educazione finanziaria e sensibilizzazione verso i temi ESG, anche in considerazione della crescente importanza della rendicontazione delle aziende, anche se su base volontaria come ad oggi avviene per le PMI non quotate.
Alla base del progetto del template PMI, il Gruppo di Lavoro 3 coordinato da Consob ha svolto diverse attività. Prima di tutto, la mappatura degli obblighi normativi di reportistica ESG, attuali e prospettici, delle imprese finanziarie e non, che ha permesso di identificare tutte le possibili esigenze di informazione delle imprese finanziarie e non finanziarie e di mapparle in maniera dettagliata. In secondo luogo, è stata effettuata un'attività di mappatura delle informazioni di sostenibilità relative alle PMI non quotate che le imprese finanziarie e non finanziarie ritengono rilevanti. Un terzo step ha riguardato la preparazione di schemi per la raccolta dei dati delle PMI non quotate, messi a punto anche grazie al confronto con gli stakeholder, necessari per assolvere alle esigenze informative precedentemente citate. In definitiva, il template ha l'obiettivo centrale di facilitare la trasmissione di informazioni di sostenibilità nell'ambito del rapporto bilaterale tra PMI e banche.