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Juve-Udinese 0-1, Allegri in crisi e Inter scappa
Un gol di Giannetti dà la vittoria ai friulani
La Juventus viene sconfitta in casa dall'Udinese che vince 1-0 a Torino nel match in calendario oggi per la 24esima giornata della Serie A. I friulani passano con il gol di Giannetti, a segno al 25'. La formazione di Allegri rimane a 53 punti, a -7 dall'Inter capolista che deve anche recuperare una partita, e ora ha una sola lunghezza di vantaggio sul Milan. L'Udinese sale a 22 punti e si sgancia dalla zona retrocessione.
La partita
La Juve parte col piede sull'acceleratore e si rende subito pericolosa: al 7' Cambiaso tocca da distanza ravvicinata, Okoye se la cava. L'avvio vivace è un'illusione, il ritmo cala e la qualità dello spettacolo diminuisce. La formazione di Allegri mostra le consuete difficoltà nella costruzione e l'Udinese può controllare la situazione senza rischiare nulla. I friulani possono anche affacciarsi in avanti e, grazie ad un orrore di Alex Sandro, trovano il gol al 25'.
Il brasiliano sbaglia nel tentativo di liberare l'area, il suo tocco diventa un assist d'oro per Giannetti che deve solo appoggiare in rete: 0-1. La reazione dei padroni di casa è tutta di nervi. Al 28' Cambiaso costruisce e offre un ottimo pallone a Milik, il polacco spreca malamente. L'attaccante potrebbe riscattarsi al 42' sul cross di Alex Sandro ma la conclusione è centrale.
La Juve rumina calcio in avvio di ripresa in attesa di un episodio favorevole. Al 56' Milik devia su cross basso, il rasoterra viene 'parato' in scivolata da Perez: per l'arbitro Abisso e per il Var è tutto regolare. Il direttore di gara interviene invece al 59' per annullare il gol realizzato dal centravanti con un colpo di testa: sul corner di Chiesa, il pallone varca la linea di fondo. Nella ripresa, la Juve non tira mai in porta. Okoye rischia solo all'82', quando Yildiz - uno dei cambi decisi da Allegri, non riesce a gestire un pallone invitante servito da Cambiaso. Il forcing finale dei padroni di casa non c'è: l'Udinese sbanca Torino e conquista la terza vittoria del suo campionato.
Cronaca
Anziana cade per marciapiede dissestato, Comune di Palermo...
Dovrà versare alla donna 40mila euro. L'incidente nel 2019 le causò una frattura al polso
Il marciapiede è dissestato, un’anziana cade e si frattura il polso procurandosi anche un grave ematoma facciale e il Comune di Palermo viene condannato al pagamento di 40mila euro come risarcimento. La vicenda ha inizio nel 2019, quando una donna di 70 anni inciampò mentre camminava lungo il marciapiede di via Terrasanta, all’altezza del civico 36. Una caduta che è costata lunghe sofferenze all’anziana signora, arrivata in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia e dimessa con una prognosi di 30 giorni. Da allora, la pensionata ha dovuto affrontare un duro percorso medico – diagnostico anche per problemi all’occhio destro legati al trauma cranico e una lunga fisioterapia per la frattura del polso e per costanti dolori al ginocchio destro.
La settantenne si è rivolta allo studio legale Palmigiano e Associati e, con l’assistenza degli avvocati Alessandro Palmigiano ed Elisabetta Violante, ha chiesto al Comune di Palermo l’integrale risarcimento dei danni. Il Comune non ha aderito al tentativo di definizione stragiudiziale della vicenda e si è aperta così una causa davanti al tribunale. La tesi di Palmigiano e Violante era che il Comune, quale ente proprietario della strada aperta al pubblico transito, fosse responsabile dell’incidente e, dunque, dovesse farsi carico dei danni. "Ad avvalorare la tesi della signora, c’era anche un verbale della Polizia municipale, in cui si evidenziava che il marciapiede era dissestato", spiegano dallo studio legale.
Il Comune di Palermo si è difeso in giudizio, chiamando in causa la Rap, con la quale aveva un contratto per la manutenzione stradale ma il giudice Davide Romeo, della III sezione civile del Tribunale di Palermo, si è pronunciato escludendone la responsabilità. Il tribunale ha disposto così una condanna di 40mila euro come risarcimento e spese legali per la signora. "Le condizioni delle strade in città sono veramente inaccettabili – spiega Alessandro Palmigiano – pertanto riteniamo che sia importante continuare a tenere i riflettori accessi per stimolare l’amministrazione comunale".
Cronaca
Omicidio Sacchi, Cassazione: definitiva condanna per Del...
Appello bis anche per Pirino e De Propris per aumentare pena
Diventa definitiva la condanna a 27 anni per Valerio Del Grosso, autore materiale dell’omicidio di Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa nella notte tra il 23 e 24 ottobre 2019 davanti a un pub nella zona di Colli Albani a Roma. I giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno invece disposto un appello bis, per aumentare la pena, come chiesto dalla procura generale, per gli altri imputati, Paolo Pirino, presente sul luogo del delitto con Del Grosso, e Marcello De Propris, accusato di aver fornito l’arma con cui è stato ucciso Sacchi, le cui condanne in secondo grado erano scese da 25 anni a 14 anni e 8 mesi.
La Suprema Corte ha disposto un nuovo processo di Appello anche per la fidanzata di Sacchi, Anastasiya Kylemnyk, condannata a 3 anni per violazione della legge sugli stupefacenti. La sentenza della Cassazione è arrivata dopo circa due ore e mezzo di camera di consiglio. Il personal trainer venne ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani, mentre era in compagnia della fidanzata Anastasiya e di alcuni amici. A sparare fu Valerio Del Grosso, che insieme con l’amico Paolo Pirino, aveva deciso di rapinare la ragazza di Sacchi prendendole i soldi, 70mila euro secondo l’accusa, che aveva nello zaino e che secondo le indagini sarebbero serviti per acquistare 15 chili di marijuana.
"Valerio Del Grosso ha sparato a Luca Sacchi, mirando con braccio teso alla testa, è evidente la volontà di provocare la morte della vittima” aveva detto questa mattina nella sua requisitoria il sostituto procuratore generale della Cassazione Giuseppina Casella. “De Propris ha fornito l’arma, Pirino sin dall’inizio sapeva che Del Grosso aveva con sé la pistola ed è rimasto indifferente alla morte della vittima. C’è stata un’azione coordinata, collettiva, con un obiettivo comune” ha sottolineato il pg di Cassazione.
Cronaca
Fisher (Aiic): “Garantire efficienza dispositivi...
Al congresso degli ingegneri clinici, ‘in supporto ospedali da campo’
“Il ruolo dell'ingegnere clinico in contesti difficili, militari e in teatri di guerra è quello di poter gestire e garantire la sicurezza e l'efficienza dei dispositivi medici in qualunque momento e situazione. È necessario quindi che, in affiancamento alle forze militari, possa garantire che in situazioni di emergenza, quali il recupero di feriti, sotto attacco o nella gestione dell'ospedale militare da campo - quindi anche in supporto ai civili locali - che il dispositivo medico sia sempre efficiente, pronto all'uso e disponibile”. Lo ha detto Andrea Fisher, del direttivo dell’Associazione italiana ingegneri clinici (Aiic), intervenendo oggi al simposio dedicato alla gestione delle tecnologie biomediche in contesti difficili, all’interno del Convegno nazionale Aiic in corso a Roma fino al 18 maggio.
Nello specifico questo esperto si occupa di garantire “l'efficienza, ad esempio, di batterie o di determinati accessori magari esclusivi propri del teatro di guerra. La gestione e l'arrivo di tecnologie in queste realtà - spiega Fisher - è decisamente complessa in quanto i vettori militari sono spesso già occupati da altre forniture quali medicinali, munizioni. Avere quindi una buona dotazione o eventuali scorte di dispositivi già presenti nelle varie sedi militari è fondamentale come anche la manutenzione per garantire che non sia necessario, in urgenza, provvedere ad nuovi approvvigionamenti o sostituzioni”.
Andare a fare manutenzione di “apparecchiature e dispositivi in situazioni quali ad esempio Afghanistan o il teatro di guerra adesso della striscia di Gaza - sottolinea l’ingegnere Aiic - è decisamente difficile perché manca anche la possibilità di avere ricambi, accessori”. Queste tecnologie utilizzate in realtà difficili come la guerra sono “adattate a esigenze particolari quali veicoli militari, su ruote o a pala mobile, tipo un elicottero”. In questi casi devono sopportare bene “vibrazioni, polvere, temperature estreme, pressioni diverse, oppure - conclude - la presenza di acqua”.