Esteri
Iraq, milizie filo iraniane: “Attaccata base Usa a...
Iraq, milizie filo iraniane: “Attaccata base Usa a Erbil”
La riunione alle Nazioni Unite chiesta dalla Russia. Milizie filo Iran annunciano attacco a base Usa in Iraq. Baghdad convoca ambasciatore Usa, Hamas: "America getta benzina sul fuoco"
E' salito a 39 il numero delle vittime nei raid condotti venerdì sera dagli Stati Uniti su postazioni delle milizie filoiraniane in Iraq e Siria, considerate responsabili della morte di tre soldati americani in un attacco una settimana fa contro una base in Giordania. Secondo il direttore dell'Osservatore siriano per i diritti umani, Rami Abdulrahman, 23 persone sono rimaste uccise in Siria, mentre le Forze di mobilitazione popolare iraniana hanno denunciato la morte di 16 persone, tra medici e combattenti.
Anche la Giordania parteciperebbe ai raid americani contro le postazioni delle milizie filoiraniane in Siria e in Iraq, secondo la Cnn, che cita un'alta fonte statunitense, precisando tuttavia che l'Aeronautica di Amman ha smentito ogni coinvolgimento, mentre il governo non ha rilasciato alcun commento.
Joe Biden aveva dato il via libera ai raid già il giorno dopo l'attacco alla base Usa, lunedì scorso, in una riunione nella Situation Room dei vertici della sicurezza nazionale, rivela la Cnn, che cita fonti a conoscenza del dossier, secondo cui nel corso della stessa riunione Biden è stato informato della responsabilità delle milizie filoiraniane nell'attacco con un drone.
Lunedì riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza Onu
Intanto la Russia ha richiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell'Onu dopo i raid americani in Iraq e Siria "in relazione alle minacce alla pace e alla sicurezza create dagli attacchi statunitensi in Iraq e Siria". La riunione, dicono all'Adnkronos fonti del Palazzo di Vetro, si terrà lunedì alle 16 ora di New York.
Milizie filo iraniane: "Attaccata base Usa a Erbil"
E oggi le milizie filo-iraniane della Resistenza Islamica in Iraq hanno annunciato un attacco contro le forze americane schierate nella base irachena di Harir, nella provincia di Erbil, nel nord del paese, in risposta all'ondata di bombardamenti dell'esercito americano contro postazioni di gruppi legati all’Iran in Siria e in Iraq.
"Portando avanti il nostro cammino di resistenza alle forze di occupazione americane in Iraq, e in risposta ai massacri dell'entità sionista contro il nostro popolo a Gaza, i combattenti della Resistenza islamica in Iraq hanno attaccato la base di occupazione statunitense di Harir a Erbil, oggi, con droni", riporta l'agenzia curdoirachena Rudaw.
Due fonti "di alto rango" citate dalla stessa agenzia hanno però assicurato che al momento non è stato segnalato alcun attacco e che la situazione nella base è tranquilla. Le autorità del Kurdistan iracheno, dove si trova la provincia, rilasceranno un comunicato sulla situazione nella zona nelle prossime ore.
Baghdad convoca l'ambasciatore Usa: "Aggressione"
Il ministero degli Esteri iracheno ha intanto convocato l'incaricato d'affari Usa a Baghdad, David Burger, per presentare una nota di protesta contro i raid condotti dagli Stati Uniti contro obiettivi di gruppi filoiraniani in territorio iracheno. Un attacco che viene definito "un'aggressione americana", in una dichiarazione del ministero, secondo quanto riferisce al Jazeera.
Raid Usa in Iraq e Siria, Iran: "Nuovo errore strategico"
Il governo iraniano ha intanto descritto l'attacco lanciato venerdì notte dagli Stati Uniti contro molteplici postazioni di milizie legate a Teheran in Siria e Iraq come un nuovo "errore" strategico di Washington. In una conferenza stampa, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Naser Kanani ha descritto gli attacchi statunitensi come una "violazione della sovranità e dell'integrità territoriale di Iraq e Siria, del diritto internazionale e una chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite", prima di ricordare "il pieno sostegno degli Stati Uniti a quattro mesi di attacchi brutali e implacabili" da parte di Israele "contro i residenti di Gaza e della Cisgiordania".
"L'attacco di ieri sera contro la Siria e l'Iraq è un'azione avventurosa e un altro errore strategico del governo degli Stati Uniti, che non avrà altro risultato che l'escalation della tensione e dell'instabilità nella regione", ha denunciato il portavoce nei commenti raccolti dall' Isna.
Nel suo intervento, il portavoce ha detto che "tali attacchi" sono progettati solo per "soddisfare gli obiettivi del regime sionista", riferendosi a Israele, per "coinvolgere ulteriormente il governo americano nella regione e anche" per mettere in ombra i crimini del regime Sionista a Gaza". "Il proseguimento di tali avventure costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza regionale e internazionale", ha concluso.
Hamas: "Usa hanno gettato benzina sul fuoco"
Con gli attacchi in Iraq e Siria, Washington ha versato "benzina sul fuoco" in Medio Oriente. Così, in una dichiarazione, Hamas ha condannato i raid statunitensi. Gli Stati Uniti "hanno la piena responsabilità per le ripercussioni di questo attacco", hanno affermato.
"A coloro che versano benzina sul fuoco, assicuriamo che la regione non troverà stabilità, né pace fino a quando non cesserà l'aggressione sionista, i crimini di genocidio e la pulizia etnica del popolo palestinese nella Striscia di Gaza", afferma Hamas. A riferirne è il Times of Israel.
Esteri
Ucraina, Lavrov: “Conflitto tra Occidente e Russia al...
Secondo il ministro degli Esteri russo l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione"
Il conflitto tra l'Occidente e la Russia per la guerra in Ucraina è ora "al suo apice" e l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione". A dichiararlo è stato oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, assicurando che a pensarla in questo modo non sono solo molti russi ma che lo stesso Cremlino "considera questa valutazione corretta".
"Dopo il fallimento della controffensiva ucraina, i Paesi occidentali hanno iniziato a diffondere la tesi, apertamente falsa, che non ci fermeremo in Ucraina", ha dichiarato Lavrov durante la 32esima Assemblea del Consiglio per la politica estera e di difesa.
Lavrov ha quindi criticato la retorica dei Paesi occidentali, per i quali Putin vincerà la guerra in Ucraina "e poi attaccherà la Nato, quindi tutti devono urgentemente armarsi fino ai denti". Il ministro russo ha criticato "questa retorica" come parte di un discorso sempre più duro contro la Russia.
Presidente Duma: "Ue viola libertà di stampa ed espressione"
Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha accusato l'Unione Europea di censura e di violare la libertà di stampa e di espressione all'indomani della decisione del Consiglio Ue di sospendere le attività radiotelevisive di quattro media che "diffondono e sostengono la propaganda russa e la guerra di aggressione contro l'Ucraina" ovvero Voice of Europe, Ria Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta.
In un post su Telegram, Volodin - stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin - ha accusato l'Occidente di doppi standard, sostenendo che l'Unione Europea abbia bloccato media che diffondono quelli che ha definito "punti di vista alternativi". In Russia, molti media dell'opposizione e che criticano le politiche di Putin sono bloccati.
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Georgia, presidente ha posto il veto su legge agenti...
La legge era stata approvata nei giorni scorsi in via definitiva dal Parlamento di Tblisi
Come atteso, la presidente della Georgia Salome Zurabishvili ha posto il veto sulla legge sugli agenti stranieri, approvata nei giorni scorsi in via definitiva dal Parlamento di Tblisi. "Ho posto il veto sulla legge 'russa'", ha dichiarato Zurabishvili.
“Oggi ho posto il veto alla ‘legge russa’, una legge che, in sostanza, contraddice la nostra Costituzione e tutte le norme europee e rappresenta un ostacolo al cammino europeo”, ha detto la presidente georgiana in un discorso al Paese e pubblicato sul sito ufficiale, sottolineando come il veto sia "legalmente giustificato".
La legge sulla trasparenza dell'influenza straniera, voluta con forza dal partito di governo Sogno georgiano e contestata dall'opposizione, che ha portato in piazza migliaia di persone, obbliga le organizzazioni, i media ed entità simili che ricevano almeno il 20% di finanziamenti dall'estero a registrarsi come "agenti che difendono gli interessi di forze straniere". Sul modello di quanto fatto dalla Russia, che ha così giustificato la repressione e la chiusura di ong e mezzi di comunicazione dell'opposizione.
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Eye, Molinari: “Forlì scelta simbolica ad un anno...
“L’European Youth Event è un brand del Parlamento Europeo che di solito si svolge a Strasburgo, ma che in vista delle elezioni europee si è spostato anche negli Stati membri: in Germania, Lituania, Slovenia e ora in Italia, per discutere di Unione Europea, visto che l’8 e il 9 giugno siamo tutti chiamati a votare. C’è una campagna che si chiama ‘Usa il tuo voto’ che vuole invitare tutti i cittadini dell’Unione, in particolare i giovani, ad andare a votare. In questi tre giorni ci sarà da divertirsi, da stare insieme e da discutere”, ha sottolineato Maurizio Molinari, parlamentare europeo capo dell’Ufficio di Milano, durante l’inaugurazione di EYE Forlì.
“Andare in una città come Forlì, piuttosto che in un grande centro come Milano, soprattutto ad un anno di distanza dall’alluvione che ha colpito la Romagna, è da un lato molto forte simbolicamente e, dall’altro, vuole avvicinare i cittadini all’istituzione. Per questo l’Unione Europea ha scelto questa città”, conclude Molinari.