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Mar Rosso, la minaccia degli Houthi: “Attacchi Usa e...
Mar Rosso, la minaccia degli Houthi: “Attacchi Usa e Gb non saranno senza risposta”
Nelle ultime ore "18 attacchi aerei" hanno colpito il territorio yemenita, Sana'a e l'area intorno alla capitale
Gli Houthi dello Yemen accusano Stati Uniti e Regno Unito di aver lanciato nelle ultime ore "18 attacchi aerei" contro il territorio yemenita, 12 dei quali hanno colpito Sana'a e l'area intorno alla capitale finita nel 2014 sotto il controllo del movimento. Stamani su X il portavoce, Yahya Sare'e, riferisce inoltre di tre raid contro la provincia di Hodeidah (sul Mar Rosso), due contro quella di Taiz (nel centro dello Yemen) e uno contro la provincia di Bayda (nell'est).
"Questi attacchi non passeranno senza risposta, né impuniti", ha minacciato. Nel post il portavoce non fa riferimento a vittime o danni a seguito dei raid.
Nelle scorse ore la tv degli Houthi, Al Masirah, aveva riferito di raid contro la zona del campo di al-Hafa, a sud di Sana'a, contro l'area di Bani al-Harith, nel nord, la base aerea di al-Dailami, la zona di Saraf, quella di al-Janad nella provincia di Taiz e quella di Mawza, l'area di Radaa nella provincia di Bayda, tra Sana'a e Taiz.
Le forze anglo-americane, ha reso noto il Dipartimento della Difesa, hanno effettuato - con "il supporto di Australia, Bahrein, Canada e Olanda" - un "ulteriore round di raid proporzionati e necessari contro otto obiettivi degli Houthi in Yemen in risposta ai continui attacchi degli Houthi contro la navigazione internazionale e commerciale e le navi in transito nel Mar Rosso". L'obiettivo è "distruggere e ridurre le capacità che gli Houthi usano per minacciare il commercio globale e le vite di marittimi innocenti". La nota congiunta parla di "risposta a una serie di azioni illegali, pericolose e destabilizzanti da parte degli Houthi" dai raid dell'11 gennaio.
Le operazioni delle ultime ore, si precisa, hanno colpito "siti sotterranei di stoccaggio e siti associati con le capacità missilistiche e di sorveglianza aerea degli Houthi", che sono accusati di aver sferrato da metà novembre più di 30 attacchi contro navi, azioni che vengono considerate una "sfida internazionale". "Il nostro obiettivo - afferma la nota - resta ridurre le tensioni e ripristinare la stabilità nel Mar Rosso". Viene infine rinnovato il monito per gli Houthi: "Di fronte alle continue minacce non esiteremo a difendere vite e il flusso del commercio in una delle vie navigabili più importanti".
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Muro contro muro fra Turchia e Israele – Ascolta
Mentre la protesta contro la guerra a Gaza sta incendiando le università americane, con occupazioni e arresti e si sta allargando a macchia di leopardo in altre università dall' Europa all'Asia, dall' Oceania al Medio Oriente, le trattative su tregua e ostaggi vanno avanti. Non si ferma intanto il muro contro muro tra la Turchia e Israele. Ankara ha interrotto tutte le esportazioni e importazioni da e verso lo stato ebraico.
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Turchia: “Stop commercio con Israele”. Ira Tel...
Erdogan: "Non potevamo restare a guardare". Israele replica: "Decisione delirante". E si rivolge all'Ocse
"La Turchia ha interrotto tutti gli scambi commerciali con Israele". Lo ha confermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in dichiarazioni dopo la preghiera del venerdì a Istanbul. E' "impensabile per la Turchia rimanere in silenzio di fronte all'aggressione israeliana", ha detto Erdogan. Il presidente turco ha indicato una cifra che ammonta a "9,5 miliardi di dollari".
"Tra Israele e Palestina gli sviluppi sono inaccettabili", ha incalzato nelle dichiarazioni diffuse dalla Trt, citando il bilancio - che arriva dalla Striscia di Gaza - delle persone rimaste uccise dall'avvio delle operazioni militari israeliane scattate dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre in Israele. "Non potevamo restare a guardare", ha scandito il leader turco.
"Il nostro unico obiettivo è costringere Netanyahu, che sta andando fuori controllo con il sostegno occidentale, a un cessate il fuoco. La decisione della Turchia servirà da esempio ad altri Paesi che non sono soddisfatti della situazione attuale (a Gaza, ndr)", ha aggiunto Erdogan, citato dall'agenzia Anadolu. Il leader turco ha quindi precisato: "Non cerchiamo conflitti o controversie con i Paesi della nostra regione".
Israele si rivolge all'Ocse
Israele si è rivolto all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Su X il ministro israeliano dell'Economia, Nir Barkat, ha annunciato di aver presentato una "denuncia" al segretario generale dell'Ocse, Mathias Cormann, contro "la decisione unilaterale" e "delirante" adottata da Erdogan, un "dittatore antisemita" secondo Barkat.
"L'interruzione del commercio marittimo tra i Paesi colpisce soprattutto le aziende europee che non potranno inviare merci dalle fabbriche in Turchia a Israele - ha affermato il ministro nel suo post - Speriamo che l'Ocse adotti misure contro la Turchia per questa decisione delirante di Erdogan, che danneggia tutta l'economia europea. L'Europa deve porre dei limiti a questo dittatore".
Hamas: "Da Turchia decisione coraggiosa"
Per Hamas quella della Turchia è "una decisione coraggiosa". Si tratta di un "riflesso della posizione reale del popolo turco" a sostegno del popolo palestinese per la "libertà e l'autodeterminazione". In un comunicato rilanciato dal giornale 'Filastin', Hamas ha chiesto "a tutti i Paesi, soprattutto ai Paesi arabi e islamici, di rompere ogni legame" con Israele, di "isolarlo a livello internazionale", e ha denunciato "crimini sistematici contro i nostri bambini e civili indifesi nella Striscia di Gaza".
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L’assalto alla città-fortezza strategica per il...
Impossessarsi delle alture ad ovest di Bakhmut porterebbe ad un vantaggio strategico importante per il dominio del Donetsk: i russi premono sul villaggio di Chasiv Yar.