Connect with us

Esteri

Israele-Hamas, Hassan (O-Cr): “Soluzione dei 2 Stati...

Published

on

Israele-Hamas, Hassan (O-Cr): “Soluzione dei 2 Stati irrealizzabile, politici e diplomatici innovino”

"Meglio uno stato binazionale o una confederazione", spiega all'Adnkronos la giurista franco-palestinese e presidente dell'Osservatorio dei campi di rifugiati. "C'è attesa per la decisione della Corte internazionale di giustizia su accuse genocidio Sudafrica a Israele. E' una svolta", spiega la nipote di palestinesi rifugiati in Siria

Rima Hassan, fondatrice e presidente dell'Observatoire des camps de réfugiés (O-Cr)

"Non ci credo più" alla soluzione dei due Stati, uno ebraico e uno arabo per risolvere il conflitto israelo-palestinese. "E’ irrealizzabile. E’ una soluzione ingannevole e ipocrita e chi la difende non fa nulla per renderla concreta". Ad affermarlo all’Adnkronos è la giurista franco-palestinese Rima Hassan, presidente dell’Osservatorio dei campi di rifugiati (O-Cr), l’ong di cui è la fondatrice. "Per me la soluzione sarebbe quella di uno Stato binazionale in cui vengono riconosciute le specificità di ognuno (lingua, cultura, rappresentazione politica…) oppure una logica di Confederazione un po’ sull’esempio di quella elvetica. Poi chiaramente tocca ai politici, ai giuristi e ai diplomatici innovare" e trovare una soluzione sostenibile. Hassan, 31 anni è nipote di palestinesi rifugiati in Siria dopo la Nakba ( la ‘catastrofe’ in arabo), l’esodo forzato nel 1948 della popolazione palestinese .

"Più che una soluzione a due Stati per me - spiega Rima Hassan - si tratta di un problema a due Stati. Ho molto disprezzo per chi ci mente. Considero che chi ci vende ancora questa idea sia di una viltà mostruosa e storica: hanno 30 anni di ritardo sulla realtà e non sono in linea con le rivendicazioni delle nuove generazioni. Non si rendono conto di questa sofferenza che viene inflitta al popolo palestinese da 75 anni: i miei nonni sono morti in esilio con la loro disperazione e so che mio padre morirà nel suo campo di rifugiati in Siria. Per me questa situazione rappresenta un’urgenza molto concreta: sto crescendo con l’idea che la mia famiglia che è nata rifugiata morirà rifugiata", osserva Hassan i cui nonni paterni provengono dal villaggio di al Birwa, situato a est di Acri (Akka), lo stesso villaggio del poeta palestinese Mahmoud Darwish, che oggi è in territorio israeliano mentre suo nonno materno proviene da Salfit, una città palestinese situata nel centro della Cisgiordania e vicina a Nablus ("mia nonna materna è siriana e la sua famiglia discende da uno dei grandi leader dell’indipendenza Ibrahim Hananu. E’ stata diseredata e rinnegata per aver sposato un rifugiato palestinese e ha finito la sua vita in un campo con il mio nonno").

"Quello che non sopporto - racconta Hassan - è quella retorica che consiste nel dire che bisogna essere pazienti perché avremo uno Stato diviso in due senza spiegarci come questi due Stati potranno coesistere. Ci sono 800mila coloni israeliani nei territori occupati in Cisgiordania. Concretamente come pensano di mandarli via? Dicono che la colonizzazione non va bene ma poi non viene fatto nulla politicamente, diplomaticamente, economicamente per costringere Israele a smettere". Per la giurista palestinese nata in Siria "la proposta di due Stati non funziona neanche se prendiamo in considerazione il diritto internazionale: unità di un popolo, continuità territoriale, un’Autorità unica che esercita. E questa Autorità unica non è possibile proprio perché c’è una discontinuità territoriale e perché il popolo è frammentato. Non si può fare uno Stato con così tante enclave: la Striscia di Gaza, la Cisgiordania, Gerusalemme Est, i campi profughi nei paesi limitrofi. Se oggi ci sono conflitti tra i palestinesi è proprio perché i palestinesi sono frammentati".

Oggi, spiega Rima Hassan, "quello che potrebbe permettere a Israele di prevedere un futuro in sicurezza nella regione è l’uscita dalla sua logica demografica e di sicurezza di cui è ossessionata. Israele rifiuta il diritto al ritorno dei palestinesi a causa della sua logica demografica. Sanno perfettamente che se milioni di rifugiati tornassero diventerebbero più numerosi degli israeliani: basta pensare che già oggi in Israele il 20% dei cittadini è palestinese. Israele stabilisce questa logica di separazione in nome di questa logica. La logica di apartheid adottata da Israele, che non fa più dibattito in quanto la documentano rapporti dell’Onu, di Amnesty International, dell’ong israeliana B’Tselem, è suicida. E osserviamo che più i diritti fondamentali dei palestinesi vengono violati più la resistenza si radicalizza", rileva Hassan sottolineando la necessità di "capire la continuità storica tra quello che è successo nel 1948 con la Nakba e il 2024 e lo sviluppo di gruppi come Hamas e sul loro modo in cui pretendono lottare per la causa palestinese".

Proprio per questo, aggiunge, "la soluzione a uno Stato – con uno Stato binazionale in cui vengono riconosciuti ai due popoli le proprie specificità e parità dei diritti o con una Confederazione- può essere una soluzione. Perché non avrei il diritto di tornare nel villaggio dei miei nonni? Se per me ha un senso tornare nel villaggio al Birwa e mettere su famiglia lì voglio poterlo fare e questo non vuol dire cacciare l’altro o vendicarmi. Dobbiamo poter circolare liberamente".

Attualmente, spiega Hassan, "c’è una coabitazione che non si svolge bene: siamo in una logica di oppressione, di dominio e di razzismo che è l'apartheid. Per arrivare a una vera e propria coabitazione serve la parità dei diritti. L’unica conclusione sostenibile per me è che ognuno abbia la libertà di sistemarsi dove vuole, di lavorare dove gli pare: serve una doppia cittadinanza che riconosca le specificità degli uni e degli altri inserita in una configurazione politica. Ai politici, ai giuristi e ai diplomatici tocca innovare. E sarà sicuramente oggetto di una lunga negoziazione". Attualmente, osserva, "i palestinesi sono stati espulsi, espropriati senza ricevere alcuna indennità e non possono esercitare il loro diritto al ritorno quando qualsiasi ebreo nel mondo può decidere di fare il loro Aliyah e migrare in Israele".

Israele oggi, spiega la presidente dell’Osservatorio dei campi di rifugiati, "è in una impasse. Israele viene considerato uno Stato ebraico e democratico ma se prosegue con la sua logica di colonizzazione, di annessione e senza riconoscere una parità dei diritti ai palestinesi – come avviene tra l’altro a quelli che vengono chiamati arabi israeliani ma che sono israelo-palestinesi - resterà uno Stato ebraico ma rinuncerà al suo carattere democratico perché resterebbe in vigore la dicotomia ebrei - non ebrei. Se integra i palestinesi, con parità di diritti, non sarebbe più uno Stato ebraico. Ci sono solo due strade percorribili per uscire da questa impasse: quella che prevede uno Stato democratico con i palestinesi con parità di diritti oppure uno Stato ebraico che continua ad ancorarsi alla sua identità nazionalista".

Rima Hassan, che sostiene che "la Nakba non è un fatto storico isolato ma una dinamica che viviamo ancora", guarda comunque al futuro con ottimismo: "Non sono pessimista. Attualmente c’è questa impasse e un problema che è anche generazionale. Tra 20-30 anni le cose evolveranno con le nuove generazioni. In Israele ci sono già in questo momento voci progressiste, voci che chiedono parità dei diritti ai palestinesi. Nella diaspora ebraica, per esempio negli Stati Uniti, c’è anche chi è a favore della causa palestinese. A differenza delle persone più grandi che non riescono a pronunciare la parola apartheid, se guardo alle persone della mia età osservo che non distolgono più la loro attenzione ai problemi principali. Lo vediamo con le numerose manifestazioni a difesa dei diritti dei palestinesi. C’è una gioventù che ha coraggio a differenza dei nostri politici".

Il caso presentato dal Sudafrica alla Corte internazionale di giustizia (Cig) in cui Israele è accusato di genocidio a Gaza "è molto importante" e "ha un grande valore simbolico perché proviene da un paese del Sud che si è liberato da un meccanismo di oppressione che era l’apartheid e cha fa da specchio alla narrazione palestinese", spiega Hassan. "Chi può contestare nel mondo al Sudafrica la sua capacità a riconoscere un regime di apartheid? Lo possono contestare a Amnesty International o a Human Rights Watch ma se lo dice Pretoria è nell’ordine dell’incontestabile". Questa causa, rileva la presidente dell’Osservatorio dei campi di rifugiati, "ha un peso simbolico estremamente forte. Sta cambiando il rapporto di forza tra il Sud globale e un occidente raggrinzito la cui visione del mondo sta invecchiando. Qui si parla di un paese del Sud che si rivolge a una delle istanze internazionali più importanti per salvare un altro paese del Sud del mondo".

La Cig, ricorda Rima Hassan, "si è già pronunciata sulla questione palestinese con un parere molto importante nel 2004 in cui aveva già definito la Striscia di Gaza come un territorio occupato. Lo sostengono anche persone del calibro dell’ex presidente di Msf, Rony Brauman che tra l’altro è nato a Gerusalemme, e di Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. E’ un aspetto importante perché secondo il diritto internazionale quando si è in una situazione di occupazione la lotta armata viene riconosciuta e giustificata. Poi chiaramente bisogna distinguere quello che rileva della lotta armata e quello della legalità con la quale la si esercita. Il diritto internazionale riconosce che in una situazione di occupazione si può lottare per liberarsi anche con le armi ma nello stesso tempo condanna chi non rispetta le leggi internazionali al riguardo. E Hamas non ha per niente rispettato le leggi internazionali compiendo degli omicidi e prendendo in ostaggio dei civili. E' stato condannato ed è considerato opportunamente come un crimine di guerra".

La questione del genocidio, osserva, "è più difficile da dimostrare perché bisogna dimostrare il carattere intenzionale. Già da ottobre ho avuto modo di allertare su questo punto mettendo in evidenza le dichiarazioni di molti dirigenti israeliani dagli anni ’60 fino ai giorni nostri in cui vengono paragonati i palestinesi ad animali. Sono dichiarazioni che non sono innocenti e che preparano l’opinione pubblica a giustificare l’uccisione di civili palestinesi partendo dal presupposto che non sono esseri umani ma animali. Questo tipo di dichiarazioni come quelle recenti sul trasferimento di palestinesi in Africa secondo me dimostrano il carattere intenzionale delle politiche israeliane. Penso, ma forse sbaglio, che la Cig andrà nella direzione di riconoscere che è in atto un genocidio obbligando Israele a prendere delle decisioni per stopparlo e obbligando i paesi che riconoscono la Cig a prendere delle sanzioni economiche, diplomatiche nei confronti di Tel Aviv. Potrebbe rappresentare una svolta".

E’ la storia personale di Rima Hassan - che attualmente vive tra la Siria, la Giordania e il Libano dopo essere andata via dalla Francia dopo aver ricevuto "minacce di morte e di stupro" per le sue dichiarazioni sul conflitto in Medio Oriente ("il clima era diventato soffocante e non mi sentivo più protetta") - ad averla portata ad interessarsi ai campi di rifugiati e a creare l’Osservatorio. Nata 31 anni fa nel campo di rifugiati palestinesi di Nayrab, nei presi di Aleppo, Hassan all’età di 10 anni è riuscita a uscirne "un po’ per caso" ("è stato il destino").

"Mi madre - spiega - è partita quando avevo circa 3 anni dopo aver ottenuto un visto per la Francia e poi dopo tanto tempo è stata regolarizzata. Sono passati 7 anni dal momento in cui ci ha lasciati, io e miei 5 fratelli e sorelle, e il momento in cui ci è stato permesso di raggiungerla grazie al ricongiungimento famigliare. L’esilio è una ferita, uno strappo e una rinuncia. Si perde l’attaccamento a un luogo, si perdono punti di riferimento, a volte si perde una lingua, una famiglia dei legami. L’esilio di mia madre mi ha privato di lei per diversi anni e poi l’esilio con lei mi ha privato di mio padre con cui era divorziato per oltre 20 anni. L’ho ritrovato a maggio scorso quando sono tornata nel campo in Siria in cui sono nata", racconta osservando che nonostante avesse una nonna siriana non ha mai potuto ottenere la cittadinanza "perché le donne in Siria non trasmettono la nazionalità secondo leggi dell’epoca ottomana". Ora "ho lo status di rifugiato palestinese che è riconosciuto dalla risoluzione 194 delle Nazioni Unite e ho ottenuto anche la nazionalità francesi ai miei 18 anni", spiega Hassan che lasciando la Francia ha rinunciato a un’offerta di lavoro di Amnesty International per dedicarsi al suo Osservatorio e a un libro che sta scrivendo.

"Lavorando alla mia tesi – spiega Rima Hassan che ha un master in diritto internazionale all’Università Paris I Panthéon Sorbonne – mi sono interessata ai diritti che si applicano ai campi, non solo palestinesi (all’inizio del 2022 i rifugiati palestinesi secondo i dati dell’Unrwa erano 5,9 milioni, "il 35% di loro vivono in 58 campi di rifugiati") ma in tutto il mondo (secondo l’Unhcr il numero di persone in fuga da guerre, persecuzioni, violenze e violazioni di diritti umani nel mondo ha superato i 114 mln), la cui durata media è di 11,7 anni. Non sono più spazi umanitari temporanei. Ci sono persone che vivono tutta loro vita in un campo di rifugiati".

L’obiettivo dell’Osservatorio è rispondere alle carenze che ho osservato nel corso delle mie analisi, spiega: "Produrre un database pubblico per una buona comprensione della gestione e dell’amministrazione dei campi; documentare la gestione e l’amministrazione dei campi profughi in tutto il mondo; aiutare a sensibilizzare sia l’opinione pubblica che gli attori che operano nei campi sulle violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali dei rifugiati e sostenere soluzioni di accoglienza alternative per le persone in esilio".

Per quanto riguarda i campi, la loro modalità di installazione, sulla gestione e sulla loro durata, "non c’è alcuna convenzione regionale o internazionale. C’è un vuoto giuridico. Un rifugiato su tre vive e uno sfollato interno su 2 vive in un campo. Per il 30% dei rifugiati e per il 50% degli sfollati interni quindi ci troviamo in una situazione che non viene inquadrata da nessun testo che tratta della migrazione", sottolinea.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Ucraina, Lavrov: “Conflitto tra Occidente e Russia al...

Published

on

Secondo il ministro degli Esteri russo l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione"

Sergei Lavrov (Afp)

Il conflitto tra l'Occidente e la Russia per la guerra in Ucraina è ora "al suo apice" e l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione". A dichiararlo è stato oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, assicurando che a pensarla in questo modo non sono solo molti russi ma che lo stesso Cremlino "considera questa valutazione corretta".

"Dopo il fallimento della controffensiva ucraina, i Paesi occidentali hanno iniziato a diffondere la tesi, apertamente falsa, che non ci fermeremo in Ucraina", ha dichiarato Lavrov durante la 32esima Assemblea del Consiglio per la politica estera e di difesa.

Lavrov ha quindi criticato la retorica dei Paesi occidentali, per i quali Putin vincerà la guerra in Ucraina "e poi attaccherà la Nato, quindi tutti devono urgentemente armarsi fino ai denti". Il ministro russo ha criticato "questa retorica" come parte di un discorso sempre più duro contro la Russia.

Presidente Duma: "Ue viola libertà di stampa ed espressione"

Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha accusato l'Unione Europea di censura e di violare la libertà di stampa e di espressione all'indomani della decisione del Consiglio Ue di sospendere le attività radiotelevisive di quattro media che "diffondono e sostengono la propaganda russa e la guerra di aggressione contro l'Ucraina" ovvero Voice of Europe, Ria Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta.

In un post su Telegram, Volodin - stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin - ha accusato l'Occidente di doppi standard, sostenendo che l'Unione Europea abbia bloccato media che diffondono quelli che ha definito "punti di vista alternativi". In Russia, molti media dell'opposizione e che criticano le politiche di Putin sono bloccati.

Continue Reading

Esteri

Georgia, presidente ha posto il veto su legge agenti...

Published

on

La legge era stata approvata nei giorni scorsi in via definitiva dal Parlamento di Tblisi

Salome Zurabishvili (Afp)

Come atteso, la presidente della Georgia Salome Zurabishvili ha posto il veto sulla legge sugli agenti stranieri, approvata nei giorni scorsi in via definitiva dal Parlamento di Tblisi. "Ho posto il veto sulla legge 'russa'", ha dichiarato Zurabishvili.

“Oggi ho posto il veto alla ‘legge russa’, una legge che, in sostanza, contraddice la nostra Costituzione e tutte le norme europee e rappresenta un ostacolo al cammino europeo”, ha detto la presidente georgiana in un discorso al Paese e pubblicato sul sito ufficiale, sottolineando come il veto sia "legalmente giustificato".

La legge sulla trasparenza dell'influenza straniera, voluta con forza dal partito di governo Sogno georgiano e contestata dall'opposizione, che ha portato in piazza migliaia di persone, obbliga le organizzazioni, i media ed entità simili che ricevano almeno il 20% di finanziamenti dall'estero a registrarsi come "agenti che difendono gli interessi di forze straniere". Sul modello di quanto fatto dalla Russia, che ha così giustificato la repressione e la chiusura di ong e mezzi di comunicazione dell'opposizione.

Continue Reading

Esteri

Eye, Molinari: “Forlì scelta simbolica ad un anno...

Published

on

Eye, Molinari:

“L’European Youth Event è un brand del Parlamento Europeo che di solito si svolge a Strasburgo, ma che in vista delle elezioni europee si è spostato anche negli Stati membri: in Germania, Lituania, Slovenia e ora in Italia, per discutere di Unione Europea, visto che l’8 e il 9 giugno siamo tutti chiamati a votare. C’è una campagna che si chiama ‘Usa il tuo voto’ che vuole invitare tutti i cittadini dell’Unione, in particolare i giovani, ad andare a votare. In questi tre giorni ci sarà da divertirsi, da stare insieme e da discutere”, ha sottolineato Maurizio Molinari, parlamentare europeo capo dell’Ufficio di Milano, durante l’inaugurazione di EYE Forlì.

“Andare in una città come Forlì, piuttosto che in un grande centro come Milano, soprattutto ad un anno di distanza dall’alluvione che ha colpito la Romagna, è da un lato molto forte simbolicamente e, dall’altro, vuole avvicinare i cittadini all’istituzione. Per questo l’Unione Europea ha scelto questa città”, conclude Molinari.

Continue Reading

Ultime notizie

Cronaca2 ore ago

Bari, colpito da fulmine: muore 17enne nei campi

E' accaduto a Santeramo in Colle Un giovane di 17 anni è morto questo pomeriggio nelle campagne di Santeramo in...

Spettacolo2 ore ago

Amici 2023-2024, la finale: primi due eliminati

Lo show incorona il vincitore Primo eliminato nella finale di Amici 2023 - 2024 in onda stasera 18 maggio 2024...

Cronaca3 ore ago

Auto giù da cavalcavia su Catania-Messina: 2 feriti, uno...

Intubato un 21enne, ricoverato nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Cannizzaro Incidente stradale lungo l'autostrada Catania-Messina, all'altezza di Mascali, nella provincia...

Cronaca4 ore ago

SuperEnalotto, numeri combinazione vincente oggi 18 maggio

Realizzati tre '5' che vincono 65.544 euro ciascuno Nessun '6' né '5+1' all'estrazione del Superenalotto di oggi. Realizzati tre '5'...

Sport4 ore ago

Lecce-Atalanta 0-2, gol di De Ketelaere e Scamacca

I nerazzurri blindano il quinto posto L'Atalanta vince 2-0 sul campo del Lecce nel match della 37esima e penultima giornata...

Cronaca4 ore ago

Chico Forti è tornato in Italia: “Ho sognato ogni...

L'intervista esclusiva al Tg1 "Ho sognato ogni giorno questo momento". Lo ha detto Chico Forti, il 65enne trentino rilasciato nei...

Sport4 ore ago

De Zerbi lascia il Brighton: “Due anni stupendi, ora...

Il tecnico italiano lascia il club dopo 2 stagioni Roberto De Zerbi a sorpresa lascia il Brighton dopo 2 stagioni....

Lavoro5 ore ago

Festival lavoro: oltre 21mila euro donati per famiglie...

26.350,23 per le donne e minori vittime di violenza e maltrattamento Un totale di 21.651,75 euro donati per le famiglie...

Immediapress5 ore ago

Festival Regionale dell’Economia Civile, conclusi i lavori...

Roma, 18 maggio - Si è conclusa, dopo tre giorni di lavoro a Rieti, la prima edizione del Festival Regionale...

Cronaca5 ore ago

Pitbull pericolosi? Veterinari: “Serve obbligo...

Melosi (Anmvi): "Non chiamiamola black list, ma individuiamo criteri che possano identificare le tipologie più a rischio" Un bambino di...

Esteri6 ore ago

Ucraina, Lavrov: “Conflitto tra Occidente e Russia al...

Secondo il ministro degli Esteri russo l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione" Il...

Cronaca6 ore ago

Omofobia, Italia non firma dichiarazione Ue

La posizione del governo L'Italia firma la dichiarazione Ue sull'omofobia insieme ad altri nove Paesi. Ecco perché e qual è...

Spettacolo6 ore ago

Fedez non parteciperà alla prima puntata dello show...

Avrebbe dovuto essere presente alla puntata d'esordio di 'Da vicino nessuno è normale" su Rai2 Fedez non parteciperà alla prima...

Cronaca6 ore ago

Chico Forti, madre Falcinelli: “Contenta, ora...

Il figlio è stato arrestato lo scorso febbraio in modo violento dalla polizia "Io e Matteo siamo molto felici del...

Cronaca6 ore ago

In autostrada a 255 km orari, Polizia gli ritira la patente

Il limite era di 130 km orari In autostrada a 255 km orari, la Polizia gli ritira la patente. E'...

Sport6 ore ago

Motonautica, presentata la 71ma edizione del Raid...

Presentata nella sede dell’Associazione Motonautica di Pavia – alla presenza di Enrico Beltramelli (da poco riconfermato come Presidente della Motonautica...

Ultima ora7 ore ago

Bernini contestata a Pisa: “Ci hanno impedito di...

La ministra dell'Università contestata dai collettivi universitari pro Palestina Alcune decine di studenti dei collettivi universitari e giovani dei centri...

Sport7 ore ago

Giro d’Italia, Ganna vince 14esima tappa e Pogacar...

Domani arriva l'alta montagna con i 222 km dal Garda a Livigno e 5400 metri di dislivello Filippo Ganna vince...

Sport7 ore ago

Giro d’Italia, rivincita di Ganna a Desenzano....

Domani arriva l'alta montagna con i 222 km dal Garda a Livigno e 5400 metri di dislivello Filippo Ganna vince...

Ultima ora7 ore ago

Pisa, turista irlandese denuncia: “Stuprata dentro un...

La violenza sarebbe avvenuta nella zona della stazione, indagini in corso dei carabinieri Una turista irlandese di 39 anni ha...