Economia
Case green, via libera del Parlamento Europeo
Approvato il provvedimento, ora si passa alla Plenaria per l'ok definitivo
La celebre e non meno discussa direttiva sulle Case Green, che indica i termini per un percorso di efficientamento energetico degli edifici dei Paesi membri dell'UE, è stata approvata dalla Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo (Itre). 38 i voti a favore, 20 quelli contrari e 6 i deputati astenuti. Alla sua entrata in vigore manca solo uno step: l'approvazione finale della Plenaria, prevista per la fine di febbraio 2024. Dunque, avanza in maniera decisa la direttiva inizialmente proposta a dicembre 2021 e successivamente modificata a dicembre 2023, elaborata dalle istituzioni europee per cercare di porre un freno alle emissioni e ai consumi energetici del parco immobiliare del Vecchio Continente, che contribuisce per il 36% alle emissioni complessive di CO2 e per il 40% al consumo energetico. L'accordo siglato, per altro, ammorbidisce, almeno in parte, la prima bozza della direttiva UE per cercare di andare incontro alle esigenze dei singoli Paesi, specie l'Italia, dove la prima proposta sollevò un diffuso malcontento con riferimento agli standard minimi di prestazione energetica.
Gli obiettivi della direttiva
Se l'obiettivo finale della direttiva Case Green è avere, a partire dal 2030, solo nuovi edifici a emissioni zero, dal 2028 per gli edifici pubblici, sono previsti step intermedi: riduzione dei consumi medi del 16% entro il 2030, del 20-22% entro il 2035. L'anno 2050, secondo quanto previsto dalla normativa comunitaria, sarà l'”anno zero” per il patrimonio edilizio europeo che dovrà essere completamente a emissioni zero. Intanto prendiamo nota di alcune novità introdotte nell'ultima revisione della direttiva, tra cui una maggiore indipendenza per i singoli Stati membri nello stabilire piani specifici per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei consumi degli edifici, fermo restando un miglioramento progressivo concreto e quantificabile. La direttiva inoltre indica che la maggior parte degli interventi di ristrutturazione a fini di efficientamento energetico degli edifici dovrà riguardare almeno il 43% del patrimonio edilizio meno performante, ovvero degli immobili inseriti nelle classi energetiche meno performanti. Si tratta di un indicatore importante per includere negli obiettivi non solo gli edifici di nuova costruzione, ma anche quelli meno performanti, che, specie nel nostro Paese rappresentano un numero davvero importante, circa il 60% degli oltre 13,5 milioni di edifici presenti sul nostro territorio, dei quali circa 12 milioni sono residenziali. La Direttiva Case Green prevede anche un altro fondamentale obiettivo ovvero l'abbandono dei combustibili fossili negli impianti di riscaldamento degli edifici. In questo senso, ad esempio, è stata fissato il 2040 come anno entro cui saranno bandite le caldaie a gas metano nelle abitazioni. Uno spostamento di cinque anni rispetto alla precedente scadenza. Inoltre, per accelerare la transizione green, gli incentivi fiscali per abbandonare tale tipologia di impianto e passare a impianti ibridi, come quelli che combinano caldaia e pompa di calore, saranno validi solo fino al 2025.
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