Sostenibilità
Inquinamento? A Milano è peggiore in casa che fuori
L’85% dei paesi ha riscontrato una qualità dell’aria interna peggiore di quella esterna
Respirare aria pulita potrebbe diventare un lusso anche in casa propria. A confermarlo è il Global Air Quality Connected Data di Dyson, il report che ha esaminato i dati sulla qualità dell’aria interna provenienti da oltre 2,5milioni di purificatori collegati.
L’85% dei paesi ha riscontrato una qualità dell’aria interna peggiore di quella esterna per oltre sei mesi nel 2022. Nello stesso anno, infatti, due terzi dei paesi hanno registrato livelli medi annuali di PM2,5 interni più elevati rispetto a quelli esterni. Nel Regno Unito i livelli medi annuali di PM2,5 interni sono superiori del 23% rispetto a quelli esterni. Ma anche l’Italia non scherza. Scopriamo insieme cosa è emerso.
Il report
Dyson ha svelato i risultati del suo primo progetto Global Connected Air Quality Data, il più grande studio sulla qualità dell’aria interna a livello globale. Il progetto studia le informazioni sulla qualità dell’aria interna raccolte da oltre 2,5 milioni di purificatori Dyson dal 2022 al 2023, analizzando la qualità dell’aria ambientale nelle case di tutto il mondo. Sebbene i dati si basino su case dotate di purificatori Dyson e come tali non siano rappresentativi a livello nazionale, il volume dei dati raggiunge decine di miliardi di punti e fotografa la qualità dell'aria interna nelle città e nei paesi di tutto il mondo.
L'inverno è stata la stagione più inquinata nella maggior parte delle aree geografiche, ad eccezione di Londra che ha visto la stagione più inquinata in primavera. Solo l’8% dei proprietari di purificatori Dyson a livello globale utilizza le proprie macchine in modalità Auto, per rispondere al meglio a queste sfide relative alla qualità dell’aria.
Qualità dell’aria interna peggiore di quella esterna
Tutti i paesi studiati tranne quattro hanno superato i livelli esterni di PM2,5 per sei mesi o più, tra cui Regno Unito e Germania, dove i livelli interni hanno superato le medie mensili di PM2,5 esterno per undici mesi del 2022, e Cina, Australia, Francia, Austria, Canada e Spagna le cui case hanno superato la qualità dell’aria esterna ogni mese nel 2022.
Solo le case in India, Norvegia, Polonia e Finlandia hanno registrato livelli di PM2,5 costantemente al di sotto dei livelli esterni (meno di sei mesi nel 2022). A febbraio, sette paesi hanno rilevato il livello più alto di PM2,5 indoor rispetto a quello esterno; in Germania, l’inquinamento indoor da PM2,5 è stato più che doppio rispetto a quello esterno, mentre in Austria nello stesso periodo l’inquinamento da PM2,5 indoor è stato superiore del 95%. 20 dei 31 paesi studiati hanno registrato una qualità media annuale dell’aria interna che supera la qualità dell’aria esterna, se si considera il PM2,5; Austria, Spagna, Australia, Canada, Regno Unito, Danimarca e Paesi Bassi sono alcune inclusioni degne di nota.
A livello cittadino, la media annuale di PM2,5 indoor nelle case di Milano era più di 2,5 volte il livello di PM2,5 esterno – una discrepanza superiore a quella di qualsiasi altra città studiata.
Dopo Milano seguono Shenzhen (97% in più indoor), Amsterdam (76%), Seul (53%), Madrid (50%), Melbourne (40%), Vienna (37%), Singapore (36%), New York ( 35%) e Tokyo (24%). 21 città su 35 studiate hanno registrato livelli medi annuali di PM2,5 più alti all’interno che all’esterno. Guardando al mese, otto città studiate hanno registrato livelli di PM2,5 interni più elevati rispetto a quelli esterni per ogni mese dell’anno: Shenzhen, New York, Melbourne, Milano, Roma, Seul, Vienna e Amsterdam.
Media annua di composti organici volatili: l'Europa è ai primi posti
A differenza del PM2,5, secondo Dyson Purifiers sono i paesi europei a registrare i livelli annuali più elevati di composti organici volatili (Cov). In cima alla lista c’è l’Austria, seguita da Romania, Germania, Svizzera, Polonia e Turchia. L'Italia appare all'ottavo posto e l'Irlanda al decimo.
Allo stesso modo, anche le città europee hanno registrato livelli elevati di Cov negli ambienti chiusi rispetto ad altre regioni. Monaco è la città con la classifica più alta, seguita da Pechino, Colonia, Berlino e Vienna. Solo Pechino è tra le prime cinque città sia per PM2,5 annuali che per Cov, mentre Delhi, Istanbul, Shanghai e Città del Messico figurano tra le prime dieci per livello medio di entrambi i tipi di inquinanti.
quelle che si classificano ai primi posti in termini di livelli di inquinamento su base giornaliera, mensile e media – in particolare PM2,5 – tra cui Shenzhen (2,2%), Città del Messico (2,4%) e Shanghai (3%) che rilevano le tre percentuali più basse di purificatori in modalità Auto.
Sostenibilità
Agricoltura, Gadda: “Numeri parlano su stato salute...
La Vice Presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati all'evento ‘Open Science – L’Agricoltura Rigenerativa nasce dal suolo’
“E’ il mio terzo appuntamento al Food&Science e lo colgo sempre con grande attenzione perché quando si parla di agricoltura pare scontato parlare di suolo, in realtà non è così e se osserviamo i numeri anche rispetto allo stato di salute e allo stato di benessere del suolo nel nostro Paese, sicuramente i numeri ci dicono che dobbiamo aprire un dibattito pubblico con la comunità scientifica, con il mondo delle imprese e con le istituzioni locali, oltre che con il legislatore nazionale, europeo e regionale, perché il suolo vive fenomeni di erosione e di dissesto e se pensiamo al suolo agricolo che è circa il 23-24% del territorio nazionale, vive non soltanto gli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche la perdita del carbonio naturale presente nel suolo. In alcune regioni del Paese il suolo sta vivendo fenomeni anche di salinizzazione maggiore rispetto a quelli che si avevano in passato, come l'area della Pianura Padana nel Nord-Est”. Così, la vice presidente Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, Maria Chiara Gadda, direttamente dal palco dell’Open Science – L’Agricoltura Rigenerativa nasce dal suolo’, svoltosi a Mantova, presso il Palazzo della Ragione, curato da Syngenta e all’interno dell’ottava edizione del Food & Science 2024.
“Da parte della politica servono investimenti infrastrutturali per prevenire alcune tipologie di fenomeni e serve anche sostenere il lavoro che le imprese stanno facendo rispetto alle migliori pratiche colturali. Il tema della CO2 fino a pochi anni fa vedeva nell'agricoltura un soggetto che incideva in termini negativi, in termini di emissione - spiega Gadda - Invece oggi dobbiamo provare a invertire la tendenza, mostrando quanto l'agricoltura possa essere un attore positivo da ogni punto di vista sul fronte degli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche della captazione della CO2 e utilizzare delle pratiche che consentano di non arare eccessivamente in profondità, assorbendo maggiormente la CO2: può essere una prospettiva interessante, sia a livello nazionale sia a livello comunitario, perché c'è la leva ambientale, ma poi ci sono anche aspetti come quelli della sostenibilità economica, sociale e ambientale. La politica deve accompagnare il mondo agricolo verso tutti gli investimenti e le pratiche che consentono di andare in quella direzione”. Gadda, durante il suo intervento, si è soffermata anche sulle questioni dell'agricoltura, della tutela del suolo e dell'adesione all’agenda europea del Green Deal: “Io non penso che gli obiettivi di sostenibilità possano essere messi in discussione, perché questo è nel nostro interesse. I primi custodi del territorio sono gli agricoltori e io in questo ci credo fermamente. Il punto è capire come si guida la transizione e a spese di chi, ma non solo: dobbiamo farlo senza perdere le imprese agricole, perché perderle significherebbe abbandono dei territori. Quindi, il dibattito europeo è tutto qui: spetta anche a noi fare sistema e credo moltissimo nella sinergia tra livelli istituzionali”.
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Agricoltura, ass. lombardo Beduschi: “Politica deve...
L’assessore all’evento ‘Open Science – L’Agricoltura Rigenerativa nasce dal suolo’
“La politica deve fare molto per l’agricoltura e per il suolo, ma soprattutto deve riannodare un nodo che si è sciolto negli ultimi anni che è il patto tra la politica e la scienza. Le ultime commissioni europee, soprattutto, hanno relegato l'agricoltura a un ruolo di super indagata verso problemi che riguardano la sostenibilità ambientale e il rispetto degli animali e del suolo. Questo è assolutamente un paradigma da rovesciare, perché l'agricoltore da sempre mangia con la natura e mangia per la natura e quindi è il primo custode ed è il primo che ha l'interesse a rispettarla”. A dichiararlo Alessandro Beduschi, assessore all'Agricoltura, Sovranità alimentare e foreste di regione Lombardia, a margine dell’evento ‘Open Science – L’Agricoltura Rigenerativa nasce dal suolo’, svoltosi a Mantova, presso il Palazzo della Ragione, curato da Syngenta e alll’interno dell’ottava edizione del Food & Science 2024. L’incontro, dedicato all'Agricoltura Rigenerativa per esplorare le esperienze pratiche di alcune aziende, mette in luce non solo i successi, ma anche le sfide affrontate, al fine di favorire un apprendimento condiviso e la diffusione delle best practices.
“In questi anni la scienza ha fatto passi da gigante: stiamo parlando di agricoltura rigenerativa e di Tea - tecniche di evoluzione assistita. Quindi, se si dà all'uomo il primato che gli spetta, che è quello di governare la natura con intelligenza, a volte anticipando i meccanismi naturali che avvengono magari millenni, noi salveremo l'agricoltura, salveremo il pianeta e salveremo le persone in modo corretto con la salute e la salubrità che i prodotti italiani da sempre garantiscono”, conclude Beduschi.
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Agricoltura, Scaglia (Syngenta): “L’agricoltore...
L’amministratore delegato all’evento ‘Open Science L’Agricoltura Rigenerativa nasce dal suolo’
“Noi ci occupiamo di innovazione che si basa sulla scienza e sulla tecnica. Il nostro problema è comunicare questo in modo ottimale alle persone. Mantova è una di queste importanti occasioni che abbiamo, in quanto eventi come questo avvicinano l’industria e chi fa innovazione in agricoltura alle persone. Il clima che si respira aiuta in questo confronto. Quindi per noi, per l'ottavo anno consecutivo, promuovere un'iniziativa come questa è importante perché rappresenta un’ opportunità per avvicinare i nostri temi alle persone”. Sono le parole di Massimo Scaglia, amministratore delegato di Syngenta, durante l’evento ‘Open Science – L’Agricoltura Rigenerativa nasce dal suolo’, all’interno dell’ottava edizione del Food & Science Festival tenutosi presso il Palazzo della Ragione in Piazza Erbe a Mantova, che si inserisce nel programma di un filone di confronti su temi scientifici, e dedicato all'Agricoltura Rigenerativa per esplorare le esperienze pratiche di alcune aziende, mettendo in luce non solo i successi, ma anche le sfide affrontate, al fine di favorire un apprendimento condiviso e la diffusione delle best practices.
“Il suolo sta alla base della produzione agricola - continua l’ad di Syngenta - e ci siamo resi conto nel corso degli anni che il depauperamento di questo può essere irreversibile e di conseguenza per mantenere alto il livello produttivo e di sostenibilità, economica e ambientale, occorre fissare degli obiettivi e preservare il suolo e la salute dei terreni, affinché questi possano continuare a produrre la stessa qualità e la stessa quantità. Ciò avviene il più possibile nel rispetto dell'ambiente, ma anche nel rispetto della profittabilità del nostro patrimonio più importante, che è l'agricoltore, al quale spesso viene chiesto molto, ma altrettanto spesso non viene sufficientemente remunerato ed è un altro dei temi che a noi sta particolarmente a cuore”.
“Quello che vorremmo fare è proprio entrare nel merito di alcuni aspetti dell'agricoltura rigenerativa per fare il passo successivo, che Syngenta si propone - continua - di realizzare in modo pragmatico quello che secondo noi va fatto per raggiungere gli obiettivi che abbiamo di mantenere o di creare una salute del suolo. È un percorso molto lungo perché per agire sui suoi terreni è necessario lavorare con costanza e approvvigionando il terreno di elementi che lo aiutino a rigenerarsi, nonostante la produzione assorba elementi”.
“Questo è un lavoro che noi possiamo fare solo insieme e Syngenta si pone di farlo agendo su alcuni parametri, come quelli dei prodotti di origine naturale sui quali siamo fortemente impegnati. Ciò mi rimanda al tema del Festival di Mantova di quest'anno: gli intrecci, che possono essere visti sotto diversi aspetti, in quanto l'intreccio si crea fra l'agricoltura tradizionale e un'agricoltura più moderna. Noi possiamo preservare quello che l'agricoltura tradizionale ci ha tramandato nel tempo per farla diventare più moderna e più utilizzabile e fruibile. Ma gli intrecci sono anche fra tutti quelli che operano nel nostro settore. Da soli non riusciamo a fare niente, ma è mettendo insieme energie e pensieri che noi possiamo effettivamente realizzare questi obiettivi”, conclude.