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Giornalista di the Nation, Charles Glass, intervista...

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Giornalista di the Nation, Charles Glass, intervista Assange nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra

Il manifesto pubblica oggi il documento, tradotto da Patrick Boylan; eccone alcuni stralci

Assange è imprigionato da oltre 4 anni nel carcere londinese di Belmarsh.

"A Belmarsh, prigione di Sua Maestà - Sono le 14.30 di mercoledì 13 dicembre quando Julian Assange entra nell’area visitatori. Nel gruppo di 23 detenuti, Julian si distingue per la sua altezza - 188 centimetri - e per i lunghi capelli bianchi e la barba curata. Stringe gli occhi, cercando un volto familiare nella folla di mogli, sorelle, figli e padri degli altri detenuti. Lo sto aspettando, secondo quanto mi era stato detto, alla zona D-3 della sala, che sembra un campo da basket. È una delle circa 40 zone, tutte consistenti in un tavolino circondato da tre sedie imbottite, due blu e una rossa, avvitate al pavimento". E' l'incipit dell'articolo del dicembre scorso, scritto per The Nation dal giornalista Charles Glass, in occasione della sua visita a Julian Assange nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh. Un documento straordinario, tradotto in italiano da Patrick Boylan per il manifesto, che lo pubblica oggi. Ne riportiamo alcuni stralci di seguito.

"Ci scorgiamo, ci avviciniamo e ci abbracciamo. È la prima volta da sei anni che me lo rivedo davanti. Mi scappa detto: 'Sei pallido'. Con quel suo sorriso malizioso che ho visto in tanti incontri nel passato, Julian mi dice scherzando: 'Già. Lo chiamano pallore da galeotto'. Non ha praticamente più conosciuto l’aria aperta da quando si è rifugiato nell’angusta ambasciata ecuadoriana di Londra, nel giugno 2012 – salvo per quel minuto mentre la polizia lo trascinava in un furgone penitenziario. Prima del 2019, le porte-finestre dell’ambasciata almeno lasciavano intravedere il cielo. Invece nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel sud-est di Londra, sua dimora dall’11 aprile 2019, Julian non vede mai il sole. I secondini lo tengono confinato in una cella per 23 ore su 24. La sua unica 'ora di ricreazione' si svolge tra quattro mura, sotto sorveglianza. Si capisce dunque il perché di quel pallore, da moribondo".

"Julian e io ci sediamo, faccia a faccia, io sulla sedia rossa, lui su una di quelle blu. Sopra di noi, globi di vetro nascondono le telecamere che registrano le interazioni tra i detenuti e i loro ospiti. (segue)

La prigione ha dato a Julian un radiolina che ora è rotta

"Non sapendo come iniziare la conversazione, gli chiedo se vuole qualcosa dal bar. Chiede due cioccolate calde, un panino al formaggio e sottaceti e una barretta Snickers. Lo invito a venire con me e a fare le sue scelte. 'Non è permesso', dice. Vado da solo a mettermi in fila allo stand gestito dai volontari dei Samaritani di Bexley e Dartford. Quando arriva il mio turno, faccio l’ordinazione. I panini sono finiti, dice l’omino. Ma il resto del cibo è spazzatura: patatine, barrette di cioccolato, cole, muffin dolci. Torno da Julian, che ha cambiato posto. La sedia rossa è per i detenuti, quella blu per i visitatori e una guardia gli aveva ordinato di prendere il posto giusto. Metto sul tavolo il vassoio con le cioccolate calde, le Snickers, alcuni muffin e il mio caffè solubile".

"Chiedo perché fosse disponibile solo cibo poco salutare. Sorride e mi dice che dovrei vedere cosa mangiano lì dentro con un budget di €2.30 per detenuto al giorno. Al giorno? Già: una farinata [porridge] per colazione, zuppa leggera per pranzo e poco altro per cena. (...) Poi mi scuso per non aver potuto dargli dei libri, spiegando che mi avevano detto che aveva superato il limite. Sorride di nuovo. Nei primi mesi gli hanno permesso una dozzina di libri. In seguito, fino a 15. Lui ha insistito per averne di più. 'Quanti ne hai adesso?'. 'Duecentotrentadue', dice maliziosamente. È il mio turno di sorridere".

"Gli chiedo se ha ancora la radiolina che aveva faticato a ottenere il primo anno. Ce l’ha, ma non funziona più a causa di una spina difettosa. Il regolamento consente ad ogni detenuto di avere una radiolina acquistata nei negozi del carcere. Ma poi le autorità hanno sostenuto che non c’era più disponibilità di apparecchi radio per lui. Quando l’ho saputo, gli ho mandato una radiolina. Mi è stata restituita. Poi gli ho inviato un libro su come costruire una radio. Anche quello mi è stato restituito. Sono passati mesi. Ho contattato uno dei più noti ex ostaggi britannici di Hezbollah per chiedergli un consiglio. Infatti, l’ascolto del Bbc World Service sulla radiolina che i suoi rapitori gli avevano dato, gli aveva permesso di non impazzire. E allora, dietro mia sollecitazione, Julian ha scritto al governatore della prigione, dicendo che sarebbe stata una cattiva pubblicità se fosse uscita la notizia che Belmarsh negava ad Assange un privilegio che Hezbollah concedeva ai suoi ostaggi. La prigione ha dato a Julian la sua radio. (segue)

Assange, WikiLeaks non è più in grado di denunciare i crimini guerra

Ma come fa a tenersi completamente aggiornato, lui che è così appassionato delle notizie del mondo? "Il carcere gli permette di leggere le rassegne stampa; inoltre, gli amici gli scrivono. Con l’invasione dell’Ucraina e di Gaza, dico, ci dovrebbero essere tante occasioni, per gli informatori (whistleblower) del mondo, di inviare documenti a WikiLeaks - no? Julian esprime il suo rammarico per il fatto che WikiLeaks non è più in grado di denunciare i crimini di guerra e la corruzione come in passato. La sua incarcerazione, la persecuzione del governo statunitense e le restrizioni poste ai finanziamenti di WikiLeaks non hanno fatto altro che allontanare i potenziali informatori. Esprime la paura che gli altri media non riescano a colmare il vuoto".

(...) "Il regime è punitivo, anche se i circa 700 abitanti di Belmarsh sono lì soltanto in custodia cautelare, cioè in attesa di giudizio o di appello. Ma si tratta di detenuti di categoria A, quelli che 'rappresentano la minaccia più grave per il pubblico, la polizia o la sicurezza nazionale': persone accusate di terrorismo, omicidio o violenza sessuale".

"Parliamo di Natale, che è un giorno come un altro a Belmarsh: niente tacchino, niente canti, niente regali. La prigione è chiusa ai visitatori il giorno di Natale e quello successivo; infatti, il carcere ha informato la moglie, Stella Moris, che lei e i loro due figli piccoli, Gabriel e Max, non possono vedere Julian la vigilia di Natale. Invece, lui può partecipare alla Messa cattolica celebrata dal cappellano polacco, che è diventato un amico. L’ora di visita sta per finire. Ci alziamo e ci abbracciamo. Lo guardo, incapace di dirgli addio. Ci abbracciamo di nuovo, senza parole".

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Esteri

Blinken a sorpresa in Ucraina, vede Zelensky. Mosca:...

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Il segretario di Stato Usa: "Momento difficile ma stanno arrivando aiuti". Mosca: "Intercettati 25 missili Kiev su Belgorod". Treno merci deragliato colpito da drone

Stretta di mano tra Blinken e Zelensky - (Afp)

Il segretario di Stato americano Antony Blinken a sorpresa oggi a Kiev, dove ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel pieno dell'offensiva che la Russia ha lanciato contro Kharkiv.

"E' un momento difficile" per l'Ucraina, ma gli aiuti degli Stati Uniti "stanno arrivando", ha assicurato Blinken prima di iniziare l'incontro con Zelensky il quale ha parlato parlato dal canto suo di un "periodo duro" per i "combattenti" ucraini, specialmente nell'est del Paese. Il presidente ucraino ha poi ringraziato il segretario di Stato Usa per il "pacchetto cruciale" di aiuti che il Congresso americano ha approvato il mese scorso dopo tanti rinvii.

Putin in Cina giovedì e venerdì

Dal canto suo il presidente russo Vladimir Putin visiterà la Cina su invito del presidente cinese Xi Jinping giovedì e venerdì prossimi. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino, citato dalle agenzie russe, secondo cui, "su invito di Xi, Putin effettuerà una visita di stato nella Repubblica popolare cinese il 16 e 17 maggio come suo primo viaggio all'estero dopo il suo insediamento" avvenuto martedì scorso.

Anche la portavoce della diplomazia cinese, Hua Chunying, ha confermato che la "visita di Stato" è prevista per giovedì e venerdì prossimi. Putin era stato l'ultima volta in Cina nell'ottobre dello scorso anno.

Secondo il Cremlino, riportano i media russi, dopo i colloqui Putin e Xi dovrebbero firmare una dichiarazione congiunta e una serie di documenti bilaterali.

Russia, media: treno merci deragliato colpito da un drone

Intanto il ministero della Difesa russo ha annunciato oggi di aver abbattuto 25 missili ucraini sulla regione di confine di Belgorod. Lo riferisce la Tass. Domenica, 19 persone erano rimaste uccise in un attacco attribuito da Mosca a Kiev contro un edificio residenziale di Belgorod.

Sarebbe invece stato colpito da un drone il treno merci russo deragliato la notte scorsa alla stazione di Kotluban, nella regione di Volograd. Secondo il canale Telegram Baza, citato da Ukrainska Pravda, dopo l'attacco due vagoni cisterna hanno preso fuoco e uno è esploso. In totale nove vagoni sono deragliati. Nel dare notizia dell'incidente questa mattina, la Tass aveva parlato dell'intervento di "persone non autorizzate" che avevano causato il deragliamento.

"Oggi, a causa dell'interferenza di persone non autorizzate" a gestire "il funzionamento del trasporto ferroviario", presso la stazione di Kotluban della Ferrovia del Volga, i vagoni di un treno merci sono deragliati. "Secondo le prime informazioni, non ci sono stati feriti. Attualmente il traffico ferroviario nell'area della stazione è sospeso e si prevede un ritardo dei treni passeggeri", si leggeva nel comunicato.

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Esteri

Rafah, fonti Usa: “Israele ha ammassato abbastanza...

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Anche se non è chiaro se in effetti l'operazione ci sarà. Idf: "Veicolo Onu colpito era in una zona di combattimenti attivi". Wsj: Egitto valuta riduzione rapporti diplomatici con Israele

Tank israeliano - (Afp)

 Israele ha ammassato alla periferia di Rafah un numero sufficiente di soldati per lanciare nei prossimi giorni un'invasione su larga scala della città del sud della Striscia di Gaza, anche se non è chiaro se in effetti l'operazione ci sarà. Lo hanno detto alla Cnn due fonti dell'amministrazione americana, una delle quali ha sottolineato che Israele non ha ancora fatto i preparativi adeguati necessari in vista di una possibile evacuazione di oltre un milione di persone da Rafah.

Onu: "450mila persone fuggite da Rafah, cessate fuoco unica speranza"

Sarebbero ormai circa 450.000 le persone fuggite da inizio mese da Rafah. "Le famiglie continuano a fuggire in cerca di sicurezza", si legge in un post su X dell'Unrwa che ripete: "Nessun posto è sicuro. L'unica speranza è un cessate il fuoco immediato".

Premier Qatar: "Colloqui per cessate fuoco in stallo, ha inciso Rafah"

"Purtroppo le cose non sono andate nella giusta direzione e al momento siamo sostanzialmente in una fase quasi di stallo. Certamente, quanto è accaduto con Rafah ci ha riportato indietro". Si è espresso così il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, intervenuto al Qatar Economic Forum che si è aperto stamani a Doha.

In dichiarazioni rilanciate dalla tv satellitare al-Jazeera, Al Thani ha assicurato che il suo Paese non ha smesso di fare da mediatore tra Israele e Hamas e che nonostante le difficoltà proseguirà nel suo impegno.

Premier Qatar: "Colloqui per cessate fuoco in stallo, ha inciso Rafah"

"Purtroppo le cose non sono andate nella giusta direzione e al momento siamo sostanzialmente in una fase quasi di stallo. Certamente, quanto è accaduto con Rafah ci ha riportato indietro". Si è espresso così il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, intervenuto al Qatar Economic Forum che si è aperto stamani a Doha.

In dichiarazioni rilanciate dalla tv satellitare al-Jazeera, Al Thani ha assicurato che il suo Paese non ha smesso di fare da mediatore tra Israele e Hamas e che nonostante le difficoltà proseguirà nel suo impegno.

"Quando ci sono due parti che vogliono mettersi d'accordo su qualcosa, è necessario accordarsi prima di tutto sulle linee di fondo. Credo che quello a cui stiamo assistendo sia una differenza sostanziale tra le due parti", ha detto ancora il premier del Qatar.

"C'è una parte che vuole la fine della guerra per poi parlare degli ostaggi - ha detto Al Thani in dichiarazioni riportate dalla tv satellitare al-Jazeera - C'è un'altra parte che vuole riportare a casa gli ostaggi e che vuole continuare la guerra. E fin quando non ci sarà comunanza, non si arriverà a un risultato".

Usa: "Vittoria totale Israele su Hamas improbabile"

L'amministrazione Biden non crede che l'attuale strategia di Israele contro Hamas possa portare a una "vittoria totale", uno sviluppo che non viene ritenuto "probabile o possibile". E' in questi termini che si è espresso il vice segretario di Stato Usa, Kurt Campbell, intervenuto nelle scorse ore al Nato Youth Summit a Miami.

"A volte, ascoltando con attenzione i leader israeliani parlano per lo più dell'idea di una sorta di vittoria schiacciante sul campo, di una vittoria totale - ha affermato Campbell in dichiarazioni rilanciate dai media americani - Non penso che noi crediamo questo sia probabile o possibile". Mentre da mesi, dall'attacco in Israele del 7 ottobre dello scorso anno, il premier israeliano Benjamin Netanyahu insiste nel voler arrivare a una "vittoria totale" su Hamas, che nel 2007 prese il controllo della Striscia di Gaza.

In questo contesto, ha detto Campbell, "molti Paesi" vogliono vedere "una soluzione politica in cui ci sia più rispetto per i diritti dei palestinesi", ma "non penso sia mai stato così difficile come in questo momento, anche se credo ancora che l'impegno ci sia".

Wsj: Egitto valuta riduzione rapporti diplomatici con Israele

L'Egitto dal canto suo starebbe valutando la possibilità di ridurre - ma non di interrompere - le relazioni diplomatiche con Israele. A riferirlo all Wall Street Journal sono stati funzionari del Cairo. Tra le possibili mosse prese in esame, il ritiro dell'ambasciatore egiziano da Tel Aviv.

"Allo stato attuale, non ci sono piani per sospendere le relazioni" o sconfessare Camp David, ha dichiarato al giornale un funzionario egiziano, riferendosi agli accordi che hanno portato al trattato di pace del 1979 tra i due Paesi. "Ma finché le forze israeliane rimarranno al valico di Rafah, l'Egitto non invierà un solo camion".

Domenica, l'Egitto ha dichiarato che sosterrà la causa in corso del Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia che accusa Israele di genocidio a Gaza, un giorno dopo aver detto che si rifiuterà di coordinare gli aiuti che entrano a Gaza attraverso Rafah finché le truppe dell'IDF rimarranno lì.

Per Mohammed Anwar Sadat, nipote del presidente egiziano che negoziò il trattato di pace Egitto-Israele del 1979, l'attuale disputa rappresenta la peggiore crisi bilaterale tra i due Paesi da allora. "C'è una mancanza di fiducia - ha dichiarato al quotidiano l'ex membro del Parlamento egiziano - E ora c'è una sorta di sospetto da entrambe le parti".

A determinare l'attuale situazione di stallo sarebbero state - secondo funzionari egiziani - le poche ore di preavviso concesse da Israele all'Egitto prima di lanciare l'operazione militare della scorsa settimana, durante la quale l'esercito israeliano ha preso il controllo del valico di frontiera di Rafah con l'Egitto dalla parte di Gaza.

Il brusco messaggio, trasmesso inaspettatamente ai funzionari dei servizi segreti egiziani il 6 maggio, ha fatto seguito a mesi di attente trattative tra rappresentanti militari e dei servizi segreti israeliani ed egiziani sulla minaccia di attacco a Rafah.

Israele aveva precedentemente informato l'Egitto sui suoi piani per Rafah, assicurando al Cairo che il valico non sarebbe stato colpito e che ai palestinesi presenti sarebbero state concesse settimane per evacuare l'area in modo sicuro. "Nessuna di queste assicurazioni si è concretizzata, e Israele ci ha dato un preavviso molto breve per l'ingresso al valico", ha dichiarato un funzionario egiziano.

Caccia israeliano intercetta drone proveniente da est

Un caccia dell'Idf ha intercettato un drone diretto verso Israele proveniente da est. A darne notizia sono state le forze armate israeliane, precisando che il drone non è entrato nello spazio aereo del paese.

Due droni e un missile antinave lanciati dagli Houthi dello Yemen sul Mar Rosso sono invece stati abbattuti dalle forze americane, ha riferito il Centcom, secondo cui non si registrano né danni né feriti tra le forze degli Stati Uniti, della coalizione e sulle navi mercantili in navigazione nell'area. Il Comando centrale americano, su X, ribadisce che l'intervento si è reso necessario a causa della "minaccia imminente" rappresentata dall'attacco degli Houthi.

Idf: "Veicolo Onu colpito era in una zona di combattimenti attivi"

I due dipendenti delle Nazioni Unite colpiti ieri a Rafah si trovavano in una zona di "combattimenti attivi". A dichiararlo è stato l'esercito israeliano, precisando che l'episodio è ancora oggetto di indagine. Rispondendo ad una domanda, l'Idf ha detto di aver ricevuto indicazioni secondo cui due membri del Dipartimento di sicurezza delle Nazioni Unite sono stati colpiti mentre si trovavano in un veicolo nell'area di Rafah.

In base a una prima revisione dei fatti - rendono noto le forze armate citate dal Times of Israel - il mezzo è stato colpito "durante i combattimenti in un'area definita come zona di combattimento attivo". Le forze armate israeliane hanno precisato inoltre che il percorso del veicolo era sconosciuto ai militari. L'Idf non ha confermato che le sue forze abbiano sparato al veicolo. "Tutti i dettagli dell'incidente sono in fase di revisione".

Secondo le Nazioni Unite l'auto in cui i dipendenti si stavano recando in ospedale era chiaramente contrassegnata come veicolo delle Nazioni Unite, ha detto il portavoce. In totale, dall'inizio della guerra di Gaza sono stati uccisi quasi 200 dipendenti delle Nazioni Unite, finora tutti palestinesi.

Hamas ha accusato Israele per l'attacco: "Israele ha ucciso due cittadini stranieri (un uomo e una donna) che viaggiavano in un veicolo delle Nazioni Unite con una bandiera e segni di identificazione dell'Onu", ha dichiarato Hamas in una nota nella quale ha indicato che Israele e Stati Uniti "hanno la piena responsabilità" per i danni riportati dai "team stranieri" di soccorso a Gaza e per i "crimini di guerra" commessi nell'enclave.

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Eurovision 2024 e bandiera Ue vietata, Commissione chiede...

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Schinas: questa decisione ha "gettato un’ombra su quella che dovrebbe essere un’occasione gioiosa per i popoli in tutta Europa e nel mondo per riunirsi"

Eurovision 2024 e bandiera Ue vietata, Commissione chiede spiegazioni

Il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas ha inviato ai vertici della European Broadcasting Union, che organizza il concorso canoro Eurovision, una lettera in cui chiede spiegazioni per la decisione di vietare l'esposizione della bandiera Ue nella Malmoe Arena, la struttura che ha ospitato la gara, in Svezia.

La lettera di Bruxelles

"In qualità di vicepresidente della Commissione Europea responsabile, tra le altre cose, della cultura politica - scrive Schinas - ho appreso con rammarico della politica applicata dall’Ebu quest’anno vietare ai partecipanti di sventolare la bandiera dell'Ue durante la finale dell'Eurovision Song Contest". Questa decisione, prosegue Schinas, ha "gettato un’ombra su quella che dovrebbe essere un’occasione gioiosa per i popoli in tutta Europa e nel mondo per riunirsi, per festeggiare. A meno di un mese dalle elezioni europee e in tempi di turbolenza geopolitica, mentre l’Ue viene presa di mira da attori malvagi e autoritari, la decisione dell’Ebu ha contribuito a screditare un simbolo che unisce tutti gli europei. Ciò è tanto più vero se confrontato con i Giochi Olimpici di Parigi 2024, dove l’Ioc ha consentito l’esposizione delle bandiere dell’Ue in tutte le sedi e nelle cerimonie di premiazione".

"L'incoerenza nella posizione dell'Ebu ha portato me e molti milioni di telespettatori a chiederci cosa e chi rappresenta l'Eurovision Song Contest. Vi chiedo di spiegare le ragioni di questa decisione e di chiarirne la responsabilità. Per parte mia, mi aspetto di vedere i valori di pace, tolleranza e inclusività ricevere maggiore deferenza in futuro", conclude.

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