Economia
Regioni e città, quanto spendono per personale tempo...
Regioni e città, quanto spendono per personale tempo determinato
A rivelarlo un report realizzato per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa
Quanto costa a Regioni e città italiane il personale a tempo determinato? Quanto spendono per le voci stipendiali ad esso corrisposte? A rivelarlo un report realizzato per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana, che, nell’ambito del progetto ‘Pitagora’, ha stilato una classifica dei costi sostenuti nel 2022 da Regioni e capoluoghi di Provincia per il mantenimento dei loro uffici e delle loro strutture, con tanto di assegnazione di rating (TABELLA 1, TABELLA 2).
Il Centro Ricerche della Fondazione, infatti, analizza tutti i dati finanziari ufficiali dell'ente pubblico in questione e attraverso algoritmi di ricerca scientifica individua potenziali sprechi, ovvero spese critiche nei conti pubblici. Le spese dell'ente in relazione alle singole voci vengono confrontate con il benchmark di riferimento e, a seconda dei livelli di scostamento di spesa individuati, si parla di ‘performance positiva’ (quando la spesa è inferiore o uguale alla media), ‘scostamento lieve’ (quando la spesa è compresa tra la spesa media e il 30% in più), ‘scostamento considerevole’ (quando la spesa è compresa tra lo scostamento lieve e il 100% in più), ‘spesa fuori controllo’ (quando la spesa supera di oltre il 100% la spesa media). Il rating - che si basa esclusivamente su dati contabili oggettivi scevri da qualsiasi valutazione discrezionale - assegna alla migliore performance la tripla 'A', mentre alla peggiore viene attribuita la lettera 'C'. Questa puntata, dedicata alle spese per gli stipendi del personale a tempo determinato, sarà pubblicata oggi, domenica 17 dicembre. Sul sito www.adnkronos.com tutte le tabelle e le cifre del report.
A Lazio Campania Calabria AAA in spesa personale tempo determinato
Lazio, Campania e Calabria sono le Regioni italiane più ‘virtuose’ nella spesa per gli stipendi del personale a tempo determinato. Tre Regioni che si aggiudicano il rating complessivo AAA nella speciale classifica elaborata per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana. In particolare, per questa voce di costo, nel 2022, il Lazio ha speso 830.641,47 euro, la Campania 62.451,97 e la Calabria 221.303,81.
Ad essere ‘promosse’ per questa voce di spesa, con un rating complessivo da A a AA, sono anche la Puglia e il Veneto che, con un importo rispettivamente di 903.134,42 e 2.084.610,59 euro, si aggiudicano la doppia AA, e poi, con la A singola Sicilia (2.818.840,66 euro) e Lombardia (6.380.359,39).
Tra le Regioni con performance ‘intermedie’ figurano, invece: con BBB Liguria (2.185.575,66), Toscana (4.814.065,27), Piemonte (6.172.918,52); con BB Abruzzo (3.154.917,81) ed Emilia-Romagna (8.161.173,14; con B Umbria (2.399.166,26) e Marche (4.542.942,01). Mentre risultano non comparabili per questa voce i dati di Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Valle d’Aosta.
A Basilicata e Molise C in spesa personale tempo determinato
Basilicata e Molise sono le Regioni meno efficienti nelle spese sostenute per gli stipendi del personale a tempo determinato. Sono le uniche due a ricevere la ‘C’, il rating peggiore assegnato.
Nello specifico, per questa voce, nel 2022, la Basilicata ha speso 2.129.127,72 euro. Un importo aumentato rispetto al 2021, quando era pari a 1.987.346,56 euro, e soprattutto rispetto ai due anni precedenti (nel 2019 1.813.238,21 e nel 2020 1.356.843,25).
Quanto al Molise, nel 2022 ha speso 2.136.200,55 euro. Cifra anche in questo caso in crescita rispetto a 1.525.954,26 del 2021 e soprattutto rispetto a 1.393.250,11 del 2020 e 1.469.179,69 del 2019.
A Valle d'Aosta record spesa personale tempo determinato
La Valle d’Aosta è la Regione italiana che, in valore assoluto, detiene il record per le spese sostenute per gli stipendi del personale a tempo determinato: 24.899.345,61 euro nel 2022 (ma il dato risulta non comparabile).
Subito dopo la Valle d’Aosta, fra le Regioni con gli importi più elevati di uscite per questa voce, superiori ai 5 milioni di euro, spiccano, nell’ordine: Emilia-Romagna (8.161.173,14), Lombardia (6.380.359,39), Piemonte (6.172.918,52), Sardegna (5.870.716,64). Poi, con valori fra i 3 e i 5 milioni: Toscana (4.814.065,27), Marche (4.542.942,01), Friuli Venezia Giulia (3.157.667,30), Abruzzo (3.154.917,81).
In Campania spesa personale tempo determinato più bassa
La Campania è la Regione italiana che, in valori assoluti, ha la minore spesa sostenuta per gli stipendi del personale a tempo determinato: 62.451,97 euro nel 2022. Tanto da ottenere la tripla AAA, il rating migliore nella speciale classifica elaborata per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana.
Fra le Regioni che spendono meno per questa voce, sempre in valori assoluti, con un importo inferiore a 2 milioni di euro, troviamo: Calabria (221.303,81), Lazio (830.641,47), Puglia (903.134,42), Trentino Alto Adige (1.240.197,60). Seguono, con valori fra i 2 e i 3 milioni: Veneto (2.084.610,59), Basilicata (2.129.127,72), Molise (2.136.200,55), Liguria (2.185.575,66), Umbria (2.399.166,26), Sicilia (2.818.840,66).
16 promossi con AAA per spesa personale tempo determinato
Sedici i capoluoghi di provincia italiani ‘promossi’ con la tripla AAA nella gestione della spesa per gli stipendi del personale a tempo determinato.
A risultare più ‘virtuosi’ per questa voce di costi dell’ente, ottenendo così il massimo rating, sono: Palermo (1.377.595,73 euro), Roma (867.280,47), Salerno (220.000,00), Trapani (90.386,15), Alessandria (86.625,13), Caserta (85.197,31), Massa (79.319,83), Benevento (73.233,48), Rovigo (56.857,72), Imperia (46.888,12), Vibo Valentia (41.555,00), Como (33.809,33), Nuoro (29.366,95), Avellino (25.041,15), Isernia (9.107,30), Vercelli (1.584,24).
Folto anche il gruppo di città che risultano fra le più virtuose per questa voce di spesa, ottenendo la doppia AA: Terni, Savona, Viterbo, Rieti, Frosinone, Pavia, Latina, Messina, Novara, Livorno, Bari, Andria, Brindisi, Vicenza, Biella. Ma anche il gruppo che si è aggiudicato la A: Campobasso, Verbania, Cuneo, Taranto, Lecco, Treviso, Udine, Foggia, Monza, Reggio Calabria, Prato, Pordenone, Asti, La Spezia, Verona, Sassari, Crotone.
A 8 capoluoghi C in spesa personale tempo determinato
Trieste, Pescara, Macerata, Cesena, Siena, Enna, Trento, Agrigento sono gli otto capoluoghi di provincia meno ‘efficienti’ nelle spese per gli stipendi del personale a tempo determinato. Tanto da meritare il rating C, il più basso.
Ma a quanto ammontano le spese sostenute per questa voce in questi enti nel 2022? Analizzando la classifica, si scopre che Trieste ha speso 5.277.508,26 euro, seguita da Agrigento con 3.002.009,06, Trento con 2.549.351,99, Pescara con 2.124.795,56, Cesena con 1.891.735,42, Siena con 1.065.203,50, Macerata con 863.893,30, Enna con 431.679,50.
Ottengono un rating intermedio nella classifica: Ravenna, Pesaro, Gorizia, Ferrara, Chieti, Parma, Sondrio, Fermo, Venezia, Matera, Forlì, L'Aquila, Ascoli Piceno, Bolzano, Lecce, Oristano, Modena, Cremona, Bologna , a cui va la B; Bergamo, Pisa, Barletta, Ragusa, Torino, Piacenza, Trani, Ancona, Reggio Emilia, Firenze, Pistoia, Padova, Varese, Potenza, Teramo, con la BB; Siracusa, Catanzaro, Aosta, Urbino, Cagliari, Mantova, Catania, Perugia, Belluno, Napoli, Milano, Genova, Rimini, Brescia, Arezzo, che ricevono la BBB.
A Milano record spesa personale tempo determinato
E’ Milano il capoluogo di provincia che, in valori assoluti, ha la maggiore uscita di spesa per gli stipendi del personale a tempo determinato, raggiungendo nel 2022 la cifra record di 14.541.148,53 euro.
Dopo Milano, fra le città con le più elevate spese per questa voce, superiori a 3 milioni di euro, seguono in classifica: Torino (10.464.946,26), Napoli (10.025.240,84), Bologna (9.470.084,19), Genova (6.311.889,60), Trieste (5.277.508,26), Firenze (4.785.601,19), Venezia (4.585.908,66), Modena (4.259.973,38), Catania (3.068.544,14), Parma (3.063.122,09), Agrigento (3.002.009,06).
A Vercelli spesa personale tempo determinato più bassa
E’ Vercelli il capoluogo di provincia più ‘parsimonioso’ in fatto di spesa per gli stipendi del personale a tempo determinato, voce cui ha destinato nel 2022 solo 1.584,24 euro (escludendo i dati che risultano non comparabili di Caltanissetta, Carbonia, Cosenza, Grosseto, Lodi, Lucca).
A mantenere la spesa bassa per questa voce, al di sotto dei 50mila di euro, dopo Vercelli, troviamo, nell’ordine: Isernia (9.107,30), Avellino (25.041,15), Nuoro (29.366,95), Como (33.809,33), Vibo Valentia (41.555,00), Imperia (46.888,12).
Economia
Agricoltura rigenerativa, Scaglia (Syngenta): “Suolo...
"Il suolo sta alla base della produzione agricola e ci siamo resi conto nel corso degli anni, che il depauperamento del suolo può essere irreversibile. Di conseguenza, poter mantenere il livello produttivo in termini sia di qualità che di sostenibilità ambientale ed economica, è fondamentale per il futuro dell'agricoltura”. Sono le parole di Massimo Scaglia, amministratore delegato di Syngenta, durante l’evento ‘Open Science – L’Agricoltura Rigenerativa nasce dal suolo’, che si inserisce nel programma ideato dall’azienda, Open Science, filone di incontri di confronto su temi scientifici, tenutosi presso Palazzo della Ragione in Piazza Erbe a Mantova, dedicato all'Agricoltura Rigenerativa per esplorare le esperienze pratiche di alcune aziende, mettendo in luce non solo i successi, ma anche le sfide affrontate, al fine di favorire un apprendimento condiviso e la diffusione delle best practices, in occasione dell’ottava edizione del Food&Science.
Economia
Russia, banche europee nel mirino: chiesti sequestri per...
La Bce invita ad accelerare le exit strategy dal mercato. Lunedì 'tavolo Russia' alla Farnesina
Un tribunale di San Pietroburgo ha ordinato il sequestro di beni in Russia per un valore di oltre 700 milioni di euro appartenenti a tre banche europee, UniCredit, Deutsche Bank e Commerzbank.
Il congelamento - sottolinea il Financial Times - "segna una delle più grandi mosse" contro i gruppi stranieri, dopo che la maggior parte delle banche internazionali ha ritirato o liquidato le proprie attività in Russia a seguito dell'invasione dell'Ucraina ordinata dal presidente Vladimir Putin nel febbraio 2022.
Alla base del maxi sequestro le contestazioni di Ruskhimalliance, una filiale di Gazprom, per la mancata realizzazione di un impianto di trattamento del gas e di impianti di produzione di gas naturale liquefatto a Ust-Luga vicino a San Pietroburgo.
Un contratto in proposito era stato firmato a luglio 2021, ma sospeso dalla società di ingegneria tedesca Linde, dopo il varo delle sanzioni dell'Ue. Ruskhimalliance si è così rivolta alle banche garanti, che si sono rifiutate di adempiere ai loro obblighi perché "il pagamento alla società russa potrebbe violare le sanzioni europee".
Il caso Unicredit
In dettaglio il tribunale ha sequestrato beni di UniCredit per un valore di 463 milioni di euro, pari a circa il 4,5% dei suoi asset nel paese, mentre il congelamento dei beni di Deutsche Bank è pari a 238,6 milioni di euro.
Il Financial Times spiega che la corte ha, inoltre, stabilito che la banca tedesca non può vendere le proprie attività in Russia senza l'approvazione di Putin. Ancora ignoti i dettagli dell'azione nei confronti di Commerzbank, per i quali Ruskhimalliance ha chiesto un congelamento fino a 94,9 milioni di euro. Nell'elenco dei garanti, peraltro, figurano anche la Bayerische Landesbank e la Landesbank Baden-Württemberg: anche contro di loro la società russa ha intentato una causa presso il tribunale di San Pietroburgo.
Ad aprile un tribunale russo aveva ordinato il sequestro di fondi per oltre 400 milioni di dollari da parte di JPMorgan Chase a seguito di un ricorso legale da parte della banca statale russa VTB, ma una successiva sentenza avrebbe annullato parte del sequestro.
La vicenda sarà al centro del 'tavolo Russia', convocato per lunedì mattina dal ministro degli Esteri Antonio Tajani alla Farnesina, con aziende e istituzioni impegnate nel mercato russo.
Economia
Agricoltura rigenerativa, ass. Beduschi: “Se uomo...
"Se si dà all'uomo il primato che gli spetta, che è quello di governare la natura con intelligenza, a volte anticipando i meccanismi naturali che avvengono magari millenni, noi salveremo l'agricoltura, salveremo il pianeta e salveremo le persone in modo corretto con la salute e la salubrità che i prodotti italiani da sempre garantiscono”. Lo ha detto Alessandro Beduschi, assessore di regione Lombardia all'Agricoltura, Sovranità alimentare e foreste, a margine dell’evento ‘Open Science – L’Agricoltura Rigenerativa nasce dal suolo’, che si inserisce nel programma ideato dall’azienda, Open Science, filone di incontri di confronto su temi scientifici, tenutosi presso Palazzo della Ragione in Piazza Erbe a Mantova, dedicato all'Agricoltura Rigenerativa per esplorare le esperienze pratiche di alcune aziende, mettendo in luce non solo i successi, ma anche le sfide affrontate, al fine di favorire un apprendimento condiviso e la diffusione delle best practices, in occasione dell’ottava edizione del Food&Science Festival.