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Tre ostaggi uccisi da Israele per errore: “Avevano...

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Tre ostaggi uccisi da Israele per errore: “Avevano bandiera bianca”

Il premier in conferenza stampa: "Sacrificio non sarà vano. Dopo l'eliminazione di Hamas, la Striscia sarà sotto il controllo di Israele". Il Capo di Stato Maggiore Idf conferma che le tre vittime avevano fatto di tutto per far capire chi fossero: "La responsabilità è nostra". Morto altro ostaggio: 27enne rapita al rave. Ucciso in un raid a Gaza diplomatico francese

Benjamin Netanyahu - Afp

"La tragica morte dei tre ostaggi mi spezza il cuore, spezza il cuore della nazione... impareremo la lezione". Così il premier israeliano Benjamin Netanyahu parla in conferenza stampa dell'uccisione, venerdì mattina a Gaza, di tre ostaggi da parte dei militari israeliani nonostante sventolassero la bandiera bianca.

Nuovi dettagli infatti emergono su quanto avvenuto nel quartiere di Shejaiya, a Gaza City, in quello che è stato descritto come un "tragico incidente". Il Times of Israel scrive dei tre ostaggi che erano riusciti a liberarsi da Hamas, dopo essere stati rapiti il 7 ottobre scorso, e precisa che secondo un ufficiale del Comando sud, che fa riferimento alle fasi iniziali di un'inchiesta interna, tutto sarebbe iniziato quando un soldato ha individuato tre persone che uscivano da un edificio a decine di metri di distanza, dirigendosi verso di lui, tutte a torso nudo, una con una bandiera bianca, un bastone con stoffa bianca.

Il soldato, ritenendo si trattasse di una trappola di Hamas, ha aperto il fuoco e urlato "terroristi" per allertare gli altri militari, si legge. Secondo quanto emerge dell'inchiesta del Comando Sud delle Idf, il soldato ha così ucciso due persone, mentre la terza è stata ferita ed è rientrata nell'edificio da cui era uscita. E' quindi arrivato l'ordine di fermare il fuoco. I soldati nell'area avrebbero nel frattempo sentito chiedere "aiuto" nella loro stessa lingua, in ebraico, e poco dopo l'uomo è nuovamente uscito dall'edificio, ma un altro soldato ha sparato, uccidendolo. Tutti e tre i corpi sono stati portati in Israele, precisa il giornale. Secondo l'ufficiale, entrambi i soldati hanno agito senza rispettare i protocolli.

Netanyahu: "Eravamo vicini a riabbracciarli, invece il disastro"

"Avevano toccato la salvezza e invece è successo il disastro", ha detto Netanyahu, ammettendo di essersi chiesto, come tutti gli israeliani, "cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente... eravamo vicini a riabbracciarli". "Ma non possiamo riportare indietro l'orologio", ha continuato il primo ministro, "impareremo la lezione" e Israele continuerà "ogni sforzo diplomatico e militare" per riportare a casa tutti gli ostaggi.

"Continueremo a combattere fino alla vittoria. Il sacrificio dei nostri eroi non è stato vano", ha assicurato il premier che ha espresso le sue condoglianze ai famigliari degli ostaggi.

"La pressione militare è necessaria per il ritorno degli ostaggi e per la vittoria. Senza la pressione militare non avremmo nulla", ha detto ancora Netanyahu ribadendo il suo no alla Striscia di Gaza governata dall'Anp dopo la guerra. "Dobbiamo dire la verità e non coltivare illusioni. Dopo l'eliminazione di Hamas, la Striscia sarà smilitarizzata e sarà sotto il controllo della sicurezza di Israele. Nonostante il dolore, nonostante le pressioni internazionali, continuiamo fino alla fine, nulla ci fermerà".

Hamas: nessun altro accordo su ostaggi se Israele non si ferma

Ma Hamas avverte: "Non ci sarà nessun altro accordo sugli ostaggi fino a quando Israele non fermerà l'aggressione a Gaza e rispetterà le condizioni per un accordo", afferma Osama Hamdan, membro dell'ufficio politico di Hamas. "Se gli israeliani vogliono che gli ostaggi e i prigionieri tornino vivi, questo non accadrà a meno che non vi sia una completa cessazione dell’aggressione israeliana e dopo un accordo sullo scambio degli ostaggi in base alle condizioni dei combattenti palestinesi”, ha affermato Hamdan.

Capo di Stato maggiore israeliano: "Responsabilità nostra"

Il capo di Stato maggiore israeliano, il generale Herzi Halevi, si è assunto la responsabilità della morte di tre ostaggi a Gaza a causa del 'fuoco amico'. "Le Idf e io come comandante siamo responsabili per quello che è successo e faremo di tutto per impedire che si ripetano simili incidenti mentre continuano i combattimenti", ha detto. In un video messaggio, Halevi ha parlato dell'uccisione per errore da parte delle Forze di difesa israeliane di Yotam Haim, Alon Shamriz and Samar Talalka come di "un evento difficili e doloroso: i tre ostaggi, sopravvissuti a settanta giorni infernali, si sono mossi verso i soldati dell’Idf e sono stati uccisi dal fuoco delle nostre forze". "Non c’è nulla che i soldati dell’Idf e i loro comandanti nella Striscia di Gaza vogliano più che salvare gli ostaggi”, ha detto il capo di Stato maggiore, lamentando che "questa volta non ci siamo riusciti: esprimiamo profondo dolore alle famiglie per la morte" dei loro cari. Poi, Halevi ha detto di "aver cercato di mettersi nella testa del soldato a Shejaiya, dopo giorni di duri combattimenti, scontri ravvicinati, incontri con terroristi in abiti civili, che arrivano in vari modi ingannevoli. Deve essere vigile e pronto per qualsiasi minaccia. Una decisione in una frazione di secondo può risultare nella vita o nella morte”.

Il capo di Stato maggiore ha riconosciuto che "i tre ostaggi hanno fatto di tutto per fare in modo che noi capissimo, sono usciti senza maglietta in modo che non sospettassimo che avessero addosso delle bombe e avevano qualcosa di bianco per farci capire". L'aver sparato agli ostaggi "è contrario alle regole: è vietato sparare - ha ricordato il generale - a chi alza bandiera bianca e dice di arrendersi. Ma questa sparatoria è avvenuta durante i combattimenti e sotto pressione".

In un video messaggio, Halevi ha parlato dell'uccisione per errore da parte delle Forze di difesa israeliane di Yotam Haim, Alon Shamriz and Samar Talalka come di "un evento difficili e doloroso: i tre ostaggi, sopravvissuti a settanta giorni infernali, si sono mossi verso i soldati dell'Idf e sono stati uccisi dal fuoco delle nostre forze". "Non c’è nulla che i soldati dell'Idf e i loro comandanti nella Striscia di Gaza vogliano più che salvare gli ostaggi", ha detto il capo di Stato maggiore, lamentando che "questa volta non ci siamo riusciti: esprimiamo profondo dolore alle famiglie per la morte" dei loro cari.

Poi, Halevi ha detto di "aver cercato di mettersi nella testa del soldato a Shejaiya, dopo giorni di duri combattimenti, scontri ravvicinati, incontri con terroristi in abiti civili, che arrivano in vari modi ingannevoli. Deve essere vigile e pronto per qualsiasi minaccia. Una decisione in una frazione di secondo può risultare nella vita o nella morte".

Le regole d'ingaggio

Israele "agirà" sulle regole di ingaggio, se c'è stata una violazione da parte dei militari. Lo ha assicurato il consigliere del premier israeliano, Mark Regev, dopo le rivelazioni sull'uccisione per errore di tre ostaggi da parte dell'Idf. Alla domanda su quali siano le regole di ingaggio dell'Idf, Regev ha risposto che alcuni dettagli devono essere tenuti riservati perché "Hamas ascolta le nostre conversazioni". "Ma è chiaro che non vogliamo uccidere innocenti o i nostri ostaggi", ha detto Regev, citato dalla Bbc, sottolineando che "un problema che dobbiamo affrontare è che Hamas non indossa le uniformi, indossa abiti civili, sono terroristi. Ci sono stati incidenti in passato in cui si sono arresi e poi hanno attaccato le nostre forze. Improvvisamente pensi che un'area sia pulita e qualcuno esce da una porta o da un tunnel sotterraneo e ci spara addosso".

Morto altro ostaggio: 27enne rapita da Hamas al rave

Un altro ostaggio israeliano è morto nella Striscia di Gaza. Secondo il forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, si tratta della 27enne Inbar Haiman, che sarebbe stata uccisa da Hamas. Studentessa di arte e artista di strada, Inbar era stata rapita durante il rave del 7 ottobre scorso. La ragazza è stata vista l'ultima volta in vita qualche giorno dopo in un video circolato sui social con il viso insanguinato.

Le proteste a Tel Aviv

Cresce, intanto, la rabbia dei parenti degli ostaggi tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza dopo la notizia della morte di tre persone rapite, uccise in un "tragico incidente" dai soldati israeliani. "Nonostante il grande disastro, nessuno del gabinetto di guerra ha parlato con le famiglie, nessuno ha spiegato come evitare il prossimo disastro, nessuno - ha denunciato Haim Rubinstein, un portavoce dei familiari degli ostaggi citato dal Times of Israel - Perché le famiglie devono pietire qualcosa che dovrebbe essere scontato". In centinaia sono scesi in piazza a Tel Aviv per una protesta dopo la notizia della morte nel nord della Striscia di Gaza dei tre ostaggi. Immagini diffuse dalla tv israeliana hanno mostrato una folla radunata nel centro della città con strade bloccate e la richiesta al governo di intervenire per il rilascio immediato di tutte le persone ancora tenute prigioniere nell'enclave palestinese dall'attacco del 7 ottobre in Israele.

La folla portava cartelloni e striscioni con foto e nomi degli ostaggi e ha sfilato in corteo dirigendosi verso il quartier generale dell'esercito. I manifestanti hanno gettato vernice rossa lungo la strada, ha riferito il sito israeliano di notizie Ynet. "Per loro il tempo sta finendo, riportateli a casa adesso", ha intonato la folla, senza risparmiare critiche al governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu, accusato di non fare abbastanza per ottenere la liberazione degli ostaggi nella convinzione che un accordo come quello di fine novembre avrebbe evitato "incidenti" come quello delle scorse ore.

Alle truppe israeliane, intanto, è stata chiesta "ulteriore attenzione", dopo la notizia della morte dei tre ostaggi. Lo ha detto alla Cnn il portavoce delle forze israeliane (Idf), Jonathan Conricus, precisando che si sta ancora indagando sull'incidente e osservando al contempo come i combattenti di Hamas tendano a indossare abiti civili, un fatto che, ha affermato, "crea un contesto di combattimento molto impegnativo". "Quello che abbiamo detto alle nostre truppe è di esercitare maggiore cautela di fronte a persone in abiti civili" ha detto alla Cnn il portavoce delle forze israeliane (Idf), Jonathan Conricus, spiegando che si sta ancora indagando sull'incidente. "I combattenti di Hamas tendono a indossare abiti civili e questo crea un contesto di combattimento molto impegnativo. Ma anche un episodio triste come questo non intaccherà la nostra determinazione e non ci distoglierà dall'obiettivo, che è chiaro, smantellare Hamas".

Usa

"Questa è una terribile tragedia". Così il portavoce del consiglio di Sicurezza della Casa Bianca, John Kirby, commenta l'uccisione da parte delle forze israeliane dei tre ostaggi. Per Kirby non c'è "nessuna connessione tra gli eventi tragici di oggi e l'impatto sulla specifica sicurezza e salvezza degli altri ostaggi ancora detenuti". "Ovviamente vogliamo che siano tutti rilasciati - ha aggiunto -. Hamas potrebbe farlo, se solo volesse fare la cosa giusta, cosa che, ovviamente, ha dimostrato di non essere disposta a fare".

Agente diplomatico francese ucciso in bombardamento a Gaza

Ucciso sotto i bombardamenti israeliani anche un agente diplomatico francese. L'uomo è morto in seguito alle ferite riportate durante un bombardamento a Rafah, nella striscia di Gaza, riferisce il ministero degli Eteri francese. L'uomo si era rifugiato nella casa di un collega del Consolato di Francia, che è stata colpita "da un bombardamento israeliano". Il ministero degli Esteri francese riferisce di ''una decina di vittime'' del bombardamento. Il Ministero "è in contatto con la famiglia del nostro collega in Francia. Gli porge le sue condoglianze. Questa sera lo piangiamo tutti e abbiamo un pensiero speciale per i suoi colleghi del Consolato Generale di Francia a Gerusalemme". "La Francia - prosegue la nota- condanna il bombardamento di un edificio residenziale che ha causato la morte di numerosi altri civili. Chiediamo che venga fatta luce il più presto possibile dalle autorità israeliane sulle circostanze di questo bombardamento".

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Svezia, media: “Sparatoria vicino...

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Area transennata, la polizia ha sentito forti colpi. Arresti e perquisizioni in corso

Polzia svedese - Fotogramma /Ipa

L'ambasciata israeliana a Stoccolma è stata isolata dopo una sparatoria avvenuta questa mattina. L'addetto stampa della polizia, Per Fahlström, ha riferito al quotidiano Expressen che una pattuglia della polizia ha sentito forti colpi, che si sospetta provenissero da un'arma da fuoco. L'area è stata transennata poco dopo le 2 del mattino e alle 6,30 la polizia ha scritto che le loro indagini indicavano che c'era stata una sparatoria nella zona. La pattuglia ha visto inoltre una persona fuggire dalla scena. Un paio di minuti dopo, un sospettato di 14 anni è stato arrestato, apprende ancora l'Expressen, aggiungendo che sulla scena del crimine è stata trovata un'arma affilata.

La polizia è di stanza presso l'ambasciata israeliana, dove sta cercando tracce di spari. Nessun commento riguardo l'ipotesi che l'ambasciata fosse l'obiettivo della sospetta sparatoria. Gli agenti stanno intanto conducendo un'importante operazione a Östermalm, nel centro della città: effettuate perquisizioni domiciliari e diversi arresti, scrive ancora l'Expressen citando il portavoce della polizia, e aggiungendo che è ancora presto per capire il movente della sparatoria. 

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Gaza, Israele all’Onu: “Non avete fatto nulla...

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Le parole dell'ambasciatore alle Nazioni Unite, Gilad Erdan: "Come potete chiedere un cessate il fuoco prima di fare tutto il possibile per riportarli a casa?"

Gilad Erdan all'Onu - Afp

"Fino ad oggi non avete fatto nulla per il rilascio degli ostaggi! Come potete chiedere un cessate il fuoco prima di fare tutto il possibile per riportare a casa gli ostaggi?". Lo ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu, Gilad Erdan, intervendo al dibattito del Consiglio di sicurezza sulla situazione degli ostaggi di Gaza.

"Se il Consiglio vuole davvero che la guerra finisca - ha aggiunto - dovrebbe mettere la questione della liberazione degli ostaggi in cima all'ordine del giorno".

Droni dal Libano contro la Galilea

Diversi droni sono stati lanciati dal Libano verso la Galilea occidentale, facendo scattare le sirene in numerose comunità. Secondo l'Idf, almeno uno dei droni è stato abbattuto dalle difese aeree sul mare e un secondo drone si è schiantato vicino alla comunità settentrionale di Ga'aton. Nell’Alta Galilea sono suonate nuove sirene per sospetta incursione di droni.

Spagna rifiuta scalo a nave con armi per Israele

La Spagna ha rifiutato il permesso ad una nave che trasporta armi diretta in Israele di fare scalo nel porto sud-orientale di Cartagena. Lo ha reso noto su X il ministro dei Trasporti spagnolo Oscar Puente, aggiungendo che la Marianne Danica ha chiesto il permesso di fare scalo a Cartagena il 21 maggio.

Secondo El Pais, la nave trasporta quasi 27 tonnellate di materiale esplosivo proveniente da Madras, in India.

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