Cronaca
Milano, auguri natalizi di Baci Perugina illuminano Piazza...
Milano, auguri natalizi di Baci Perugina illuminano Piazza dei Mercanti
L’installazione “È giunto il tempo di riaccendere le stelle” è parte dell’iniziativa del Comune di Milano “Il Natale degli Alberi”
Un cielo luminoso, costellato di frasi e biglietti, sovrasta gli archi di Piazza dei Mercanti a Milano, che quest’anno fa da cornice all’installazione di Baci Perugina “È giunto il tempo di riaccendere le stelle”, che porta un caloroso augurio alla città di Milano e a chi la visita in occasione delle festività.
L’installazione di 100 metri quadrati, ideata e progettata da Dentsu Creative, è composta da un grande albero centrale, di oltre 6 metri, sopra cui si staglia un cielo costellato di luci e di frasi di augurio tratte dai cartigli natalizi di Baci.
All’accensione dell’albero, hanno preso parte Florence Audoyer-Missakian, Managing Director Confectionery di Nestlé, Chiara Paratico, responsabile Corporate Partnership di Fondazione L'Albero della Vita Onlus, e Martina Riva, assessora allo Sport, al Turismo e alle Politiche Giovanili del Comune di Milano.
“Per Baci Perugina è un grande orgoglio e una grande felicità aver realizzato uno dei 22 alberi, parte della bellissima iniziativa del Comune di Milano, che questo Natale illuminano la città - ha affermato Florence Audoyer-Missakian a margine dell’evento - Il titolo dell’installazione non è solo un nome, racchiude infatti il nostro sincero augurio, a tutti milanese e a tutti gli italiani, di buone feste con Baci Perugina”.
Il progetto creativo fa parte dell’iniziativa del Comune di Milano “Il Natale degli Alberi”, come spiega Martina Riva, assessora allo Sport, al Turismo e alle Politiche Giovanili: “Si tratta di un progetto che ha riscosso grandissimo interesse da parte delle aziende, che quest’anno, per gli oltre venti alberi di Natale realizzati e le luminarie, hanno investito più di sei milioni di euro”.
“L’albero di Baci Perugina è un’installazione emozionale - ha continuato l’assessora - Sono due le frasi che mi sono rimaste impresse: ‘Ti auguro di fare ciò che ti rende felice’ e ‘Ti auguro di essere a casa anche quando non lo sei’. Queste frasi rappresentano ciò che Milano vuole essere, una città che le persone scelgono, per vivere o per visitarla. La città dell’inclusione, dove tutti possono sentirsi a casa. Baci Perugina oggi ci aiuta ad urlarlo al mondo”.
Quest’anno, Baci Perugina ha voluto sostenere la Fondazione L’Albero della Vita, che ha lanciato la raccolta fondi "Sotto una buona stella. Accendiamo un futuro di emozioni", per contrastare la povertà educativa dei bambini in condizioni di disagio e difficoltà e che hanno bisogno di una “buona stella” che li guidi.
Grazie a questa raccolta fondi, infatti, la Fondazione sarà in grado di assicurare percorsi educativi di potenziamento didattico, alfabetizzazione digitale, educazione STEM e corsi di lingua a tutti i bambini in condizione di povertà assoluta in Italia, dando loro accesso a possibilità di apprendimento da cui solitamente vengono esclusi.
“Vogliamo dare un messaggio di speranza e impegno per un Natale speciale, soprattutto per i bambini, che sono il cuore pulsante del nostro futuro - ha dichiarato Florence Audoyer-Missakian, Managing Director Confectionery di Nestlé - In questo periodo magico dell'anno, Baci Perugina ha deciso di andare oltre il semplice scambio di auguri, di regali e creare un impatto significativo nella vita dei più piccoli, offrendo il meglio per il loro percorso futuro”.
“È molto importante per noi essere qui stasera con Baci Perugina - ha affermato Chiara Paratico, responsabile Corporate Partnership di Fondazione L'Albero della Vita, a margine dell’accensione dell’installazione - Sotto un albero così bello, che porta luce, è altrettanto importante puntare i riflettori sulla difficoltà che vivono alcune famiglie, nella nostra città e in tante altre città d’Italia. Tutti i bambini devono avere la possibilità di avere opportunità educative significative. Con la campagna "Sotto una buona stella. Accendiamo un futuro di emozioni" chiediamo a tutti quanti di non dimenticarci di dare futuro, sogni e possibilità ai bambini e alle famiglie che non li hanno”.
Cronaca
Obesità, per gli over 40 bisogna cambiare criteri: studio
Il valore di indice di massa corporea (Bmi) non sarebbe appropriato per le modifiche della composizione corporea con l'invecchiamento
Il valore di indice di massa corporea (Bmi) che definisce l'obesità, riconosciuto a livello internazionale, non sarebbe adeguato a stabilire la presenza della malattia negli adulti sopra i 40 anni, per i quali servirebbe stabilire un nuovo limite: 27 kg/m² sarebbe più appropriato rispetto all'attuale soglia Bmi prevista dall'Organizzazione mondiale della sanità, di 30 kg/m². La proposta arriva da uno studio presentato al Congresso europeo sull'obesità (Eco 2024) di Venezia, da ricercatori dell'Università di Roma Tor Vergata, dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dell'Università Araba di Beirut in Libano.
L'identificazione dell'obesità in base alla quantità di grasso corporeo è un metodo considerato accurato, ma l'Oms - ricordano i ricercatori - ricorre a un Bmi di 30 kg/m² come indicatore universale di obesità in uomini e donne bianchi di tutte le età. Tuttavia questo valore potrebbe non essere appropriato con l'avanzare dell'età, tenendo conto dei cambiamenti che si verificano nella composizione corporea con l'invecchiamento, come un aumento del grasso corporeo (con la quantità massima osservata tra i 50 e i 60 anni) e una diminuzione della massa magra (muscoli, che diminuisce di quasi il 5% ogni decennio dopo i 30 anni).
Lo studio
Per testare la validità di questo indice di classificazione dell'obesità negli italiani di mezza età e negli anziani, i ricercatori hanno realizzato uno studio trasversale che ha coinvolto 4.800 adulti (61,5% donne; di età compresa tra 40 e 80 anni) afferenti alla Divisione di Nutrizione clinica del Dipartimento di Biomedicina e prevenzione dell'Università Tor Vergata, escludendo donne incinte, chi assumeva farmaci che influiscono sul peso o sulla composizione corporea, o chi presentava condizioni mediche di base associate alla perdita di peso o gravi disturbi psichiatrici.
I partecipanti sono stati classificati in base agli attuali valori limite del Bmi dell'Oms: 1.087 individui di peso normale (Bmi 18,5-24,99 kg/m²), 1.826 in sovrappeso (25 kg/m²-29,9 kg/m²) e 1.887 con obesità (30 kg/m² e oltre). Sono stati quindi riclassificati in base allo stato di adiposità, in base alla percentuale di grasso corporeo totale misurata utilizzando scansioni di assorbimetria a raggi X, e in base ai punti limite di obesità specifici per età e sesso. I ricercatori hanno quindi valutato la prestazione diagnostica del Bmi nel rilevare l'obesità definita dalla percentuale di grasso corporeo per tutti i partecipanti per età e sesso per trovare la migliore sensibilità e specificità per prevedere l'obesità negli adulti di mezza età e negli anziani. In questo modo, molti partecipanti con un Bmi indicativo di un peso sano sono stati classificati come obesi considerando la percentuale di grasso corporeo.
In definitiva, secondo i criteri dell'Oms, circa il 38% degli uomini e il 41% delle donne avevano un Bmi pari o superiore a 30 kg/m², indicante l'obesità. Tuttavia, se valutati in base alla percentuale di grasso corporeo, circa due terzi degli uomini (71%) e delle donne (64%) sono stati considerati obesi. I ricercatori hanno scoperto che il valore limite del Bmi più appropriato per identificare l'obesità negli adulti di mezza età e negli anziani in base alla percentuale di grasso corporeo era di 27,08 kg/m² nelle donne e di 27,36 kg/m² nei maschi, con un alto grado di precisione (un quasi il 90% di probabilità di rilevare l'obesità). Sorprendentemente, solo il 57% delle donne considerate obese secondo il nuovo limite Bmi (27 kg/m²) è stato classificato correttamente secondo lo standard dell'Oms, quindi circa il 40% delle donne affette da obesità non è stato classificato com tale. Allo stesso modo, circa la metà degli uomini obesi non è stata raggiunta in base all'attuale soglia dell'Oms.
"Se continuiamo a utilizzare lo standard dell'Oms per lo screening dell'obesità - avverte Antonino De Lorenzo, docente di Tor Vergata e coautore dello studio - perderemo molti adulti di mezza età e anziani a rischio di obesità. Stabilire questo nuovo punto limite del Bmi negli ambienti clinici e nelle linee guida sull'obesità sarà vantaggioso per la salute potenziale di milioni di anziani".
Cronaca
Arresto Miami, madre di Falcinelli: “Revocato il suo...
Il giovane era stato fermato in maniera violenta dalla polizia americana lo scorso febbraio
Gli Stati Uniti hanno revocato il visto a Matteo Falcinelli, il 25enne italiano arrestato in modo violento dalla polizia di Miami nello scorso febbraio. A darne notizia è stata la mamma, la signora Vlasta. "Matteo è stato contattato dall’Ambasciata americana a Roma per comunicargli che il Dipartimento di Stato Americano gli ha revocato il visto e, pertanto, se lui dovesse uscire dagli Stati Uniti non potrebbe più rientrare". Matteo e la madre stavano per imbarcarsi in aereo per rientrare in Italia quando hanno appreso la notizia.
La polizia di Miami: "Legato a quel modo per la sua sicurezza"
"La decisione di legarlo è stata presa per la sua sicurezza" si sono giustificati dalla City of North Miami Beach. In una dichiarazione, ripresa dai media americani, sostiene che Matteo Falcinelli è stato 'incaprettato' con il metodo, vietato da decine di dipartimenti di polizia americani, del cosiddetto 'hogtie', dichiarato potenzialmente letale dal dipartimento di Giustizia dagli anni '90, perché il giovane continuava a battere la testa contro la porta della cella.
"La North Miami Beach Police ha agito in accordo con gli standard dello Stato e le regole del dipartimento", prosegue la dichiarazione della città della Florida, che afferma che i video delle bodycam mostrano che Falcinelli si sarebbe "comportato in modo aggressivo" durante l'arresto e mentre veniva trasportato in cella. Nel comunicato si sottolinea che l'arrestato è stato tenuto legato per 13 minuti e che durante questo tempo è stato sempre monitorato. E, infine, si afferma che gli agenti hanno tentato di fargli prestare cure mediche per il taglio al volto che si sarebbe provocato colpendo con la testa le sbarre all'interno dell'auto della polizia dopo l'arresto.
Procura di Roma apre inchiesta
La procura di Roma ha aperto un'inchiesta in relazione al caso. Il fascicolo, al momento senza indagati né ipotesi di reato, è stato avviato in seguito alla segnalazione del Consolato. I pubblici ministeri capitolini, coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi, in attesa di ricevere la denuncia da parte del giovane, in cui si potrebbero ipotizzare i reati di lesioni o tortura, dovranno valutare anche le questioni in merito alla competenza e alla giurisdizione.
La protesta ufficiale del console italiano
Sulla vicenda del nostro connazionale, "il console generale ha presentato una nota di protesta ufficiale", ha annunciato nei giorni scorsi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "La nota - indirizzata al Dipartimento di Stato e al capo della polizia di Miami - ha evidenziato l'inaccettabilità di quanto accaduto".
Cronaca
Rissa Fedez-Iovino, cosa rischia il rapper indagato: parla...
"Si tratta di un reato che per quanto grave non può andare a inficiare la capacità genitoriale" dice all'Adnkronos il matrimonialista Gassani
''Un eventuale rinvio a giudizio e condanna in primo grado potrebbero scalfire l'immagine di Fedez ma dubito possano avere un'incidenza fondamentale sul piano delle capacità genitoriali e, dunque, comportare conseguenze sull'affidamento dei figli". Così, interpellato dall'Adnkronos, l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell'Ami, Associazione Matrimonialisti italiani, commenta l'inchiesta della procura di Milano che vede indagato il rapper per rissa e lesioni in concorso in relazione all'aggressione, subita dal personal trainer Cristiano Iovino.
"Premettendo che non sappiamo se Fedez sia o no colpevole, stiamo parlando comunque di un reato che non è avvenuto in un contesto intra familiare, cioè contro familiari – sottolinea Gassani –. Si tratta di un reato che per quanto grave non può andare a inficiare la capacità genitoriale, salvo che la perizia del giudice civile non sancisca un grado di aggressività".
"In caso di condanna, l'immagine e la credibilità di Fedez ne risentirebbero, ma non si può considerare automaticamente una condanna per rissa rispetto alla capacità genitoriale – spiega il matrimonialista – che andrebbe comunque verificata in sede civile con una consulenza tecnica d'ufficio".