Salute e Benessere
Tumori, l’Ia potrà migliorare diagnosi e cure delle...
Tumori, l’Ia potrà migliorare diagnosi e cure delle neoplasie cerebrali: lo studio italiano
Ricerca di Neuromed, Clinica Mediterranea, Università dell'Insubria e Fondazione Veronesi
Valutare con precisione la tipologia di un tumore, a cominciare dal suo essere benigno o maligno fino alla sua minore o maggiore aggressività, è un passo fondamentale per guidare l'urgenza e la tipologia delle scelte terapeutiche da mettere in campo. Nel caso dei tumori cerebrali, molte informazioni non possono essere disponibili prima dell'intervento chirurgico, ma le nuove applicazioni dell'intelligenza artificiale possono essere messe in campo per avere in anticipo un quadro più chiaro della situazione. E' questo l'obiettivo di una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica 'Frontiers in Oncology' e condotta dall'Unità di Neurochirurgia e dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia), in collaborazione con la Clinica Mediterranea di Napoli, l'Università dell'Insubria di Varese-Como e Fondazione Umberto Veronesi Ets.
I ricercatori - si legge in una nota - studiando 90 pazienti con sospetto tumore del sistema nervoso centrale, hanno esplorato la possibilità di individuare precocemente la malignità del tumore stesso utilizzando esclusivamente le informazioni già disponibili. Per raggiungere questo risultato è stata impiegata una tecnica di machine learning (una branca dell'Ia) chiamata clustering. "Abbiamo raccolto - spiega Alessandro Gialluisi, ricercatore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed e della Libera Università Mediterranea (Lum) 'Giuseppe Degennaro' di Casamassima (Bari) - una serie di dati che erano facilmente disponibili prima dell'intervento chirurgico grazie ad una semplice anamnesi. Ad esempio: la storia familiare e quella clinica del paziente, l'ambiente in cui vive, il suo stile di vita, il livello di istruzione, la situazione psicologica e lo status socioeconomico. Successivamente, tutte queste informazioni sono state elaborate da un algoritmo che ha creato dei cluster (gruppi di pazienti con caratteristiche simili, ndr), che infine sono stati messi a confronto con i risultati reali delle indagini effettuate successivamente all'intervento".
L'Ia ha consentito di individuare quali elementi della vita di tutti i giorni possano essere messi in correlazione con la presenza di un tumore maligno anziché benigno, ed eventualmente con la sua aggressività.
"Naturalmente si tratta di uno studio preliminare - commenta Vincenzo Esposito, responsabile dell'Unità di Neurochirurgia II e direttore del Dipartimento di Neurochirurgia del Neuromed - che avrà bisogno di conferme e di ulteriori ricerche su un numero maggiore di pazienti. I nostri risultati indicano comunque che gli algoritmi di apprendimento automatico, basati su una combinazione di caratteristiche cliniche e biologiche, potrebbero essere utili nell'aiutare i medici nel decidere per il singolo paziente le priorità per la chirurgia o altri trattamenti".
"Grazie a questo approccio di medicina personalizzata - aggiunge lo specialista - si potrebbe sopperire alla carenza di quelle informazioni, sia istopatologiche che molecolari, non disponibili finché il paziente non venga sottoposto a intervento chirurgico".
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Aumentano disturbi neurosviluppo in bimbi, decalogo...
In aumento nel nostro Paese i disturbi del neurosviluppo nei bambini. Qualche esempio: un bambino su 77, secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, soffre di un disturbo dello spettro autistico; molto frequenti nella popolazione in età scolare (5%) sono i disturbi dell’apprendimento o i disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività (3.5-5% dei bambini in età scolare). Lo ricorda la Società Italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, SInpIa, che pochi giorni fa - l’11 maggio - ha promosso la terza Giornata nazionale per la promozione del neurosviluppo, e che ha messo a punto un decalogo per la buona salute mentale dei più piccoli.
"I disturbi del neurosviluppo - spiega Elisa Fazzi, presidente Sinpia - presentano manifestazioni molto diverse tra loro per tipologia, decorso e prognosi: dai disturbi dello spettro autistico, che colpiscono la comunicazione e l’interazione sociale, ai disturbi del linguaggio e dell'apprendimento o dell’attenzione, ai disturbi psichiatrici, ai disturbi neuromotori come il disturbo della coordinazione motoria fino ad arrivare alle paralisi cerebrali infantili che pure possono essere considerate disturbi del neurosviluppo.
La prevenzione è possibile, spiegano gli esperti Sinpia, elencando i punti del decalogo con principali raccomandazioni rivolte ai genitori per garantire una buona salute mentale e fisica a partire dalle prime fasi della vita: 1) Corrette abitudini di vita prima del concepimento (per esempio no fumo, no alcol, no inquinanti ambientali, riduzione stress, attività fisica); 2) Promozione dell’allattamento al seno; 3) Cura e igiene del sonno; È ancora: 4) Promozione di tutte le esperienze sensoriali/multisensoriali (tattili, uditive-musica-visive) e motorie per favorire la curiosità per l’esplorazione dell’ambiente; 5) Promozione dello sguardo mutuale tra madre/padre e neonato/lattante ; 6) Promozione dell’interazione comunicativa tramite gioco (imitazione, attività simbolica, attenzione congiunta); 7) Promozione della lettura in famiglia (Nati per leggere); 8) Creare regole di vita e abitudini sane di relazione (porre limiti costruttivi per esempio):9) Prevenzione dell’eccesso, ma soprattutto uso consapevole e adeguato all’età dell’uso di strumenti informatici (cellulari, tablet, internet), 10) Promozione delle interazioni sociali e della vita di relazione in tutti i contesti di vita.
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Settimana mondiale riduzione sale, in Italia ancora...
Italiani rimandati nel consumo di sale, ancora oltre i limiti raccomandati dall'Oms. La Settimana mondiale per la riduzione del consumo del sale, fino al 19 maggio, promossa dal 'World Action on Salt, Sugar and Health' (Wassh), associazione con partner in 100 Paesi dei diversi continenti costituita nel 2005, punta a sensibilizzare la popolazione sui limiti di consumo giornaliero del sale. L'obiettivo della campagna è la graduale riduzione dell’introito di sale fino a meno di 5 grammi al giorno (corrispondenti a circa 2 grammi di sodio), il target raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). A livello globale - ricorda il ministero della Salute sul proprio sito - è stato stimato un consumo medio giornaliero di sale nel 2019 di 10.78 grammi al giorno (circa il doppio della quantità raccomandata dall’Oms) e che se fosse ridotto a 5 g al giorno si potrebbero prevenire 1,65 milioni di morti ogni anno per malattie cardiovascolari.
"In Italia nel periodo 2018-2019 è stato riscontrato, attraverso la raccolta delle urine delle 24 ore in campioni di popolazione di età 35-74 anni residenti in 10 Regioni, un consumo medio giornaliero di sale pari a 9,5 grammi negli uomini e 7,2 grammi nelle donne, risultando inferiore a 5 grammi al dì soltanto nel 9% degli uomini e nel 23% delle donne - sottolinea il ministero della Salute Questi valori risultano in miglioramento rispetto a quelli riscontrati nel periodo 2008-2012 (10,8 g negli uomini e 8,3 g nelle donne, con un consumo inferiore a 5 grammi al dì nel 4% degli uomini e nel 15% delle donne), sebbene restino ancora ben al di sopra di quello raccomandato dall’Oms".
'Tutti possono trarre beneficio dalla sua riduzione meglio se a partire dall’età evolutiva'
Un consumo eccessivo di sale favorisce, infatti, un aumento della pressione arteriosa, con conseguente incremento del rischio di insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all’ipertensione arteriosa, come l'infarto del miocardio e l'ictus, ed è stato associato ad altre malattie croniche, come tumori, in particolare dello stomaco, osteoporosi e malattie renali. Dal 2020 Wassh include anche un focus su zucchero e calorie in eccesso, che mira a ridurre l’introito dello zucchero aggiunto ampliando, così, l’impegno per promuovere nei Paesi di tutto il mondo un’alimentazione più sana.
Il tema del 2024, 'It’s time to shine the spotlight on Salt' (Ѐ tempo di puntare i riflettori sul sale), mira a ricordare a tutti l’importanza di utilizzare meno sale in cucina e a tavola, prestando particolare attenzione anche al sale già presente negli alimenti di tutti i giorni, e a sensibilizzare i governi sulla necessità di mettere in atto o rafforzare politiche finalizzate a diminuire la quantità di sale nel cibo e di incoraggiare l’industria alimentare a ridurre il contenuto di sale nei propri prodotti, considerato che circa tre quarti del sale consumato è già presente in cibi processati e confezionati e in molti Paesi, raggiunge l'80%.
Wassh sottolinea, inoltre, "che l’eccessivo consumo di sale non è un problema solo delle generazioni più anziane; infatti, indipendentemente dall’età, genere o etnia, tutti possono trarre beneficio dalla sua riduzione e prima ci si adatta a una dieta a basso contenuto di sale, meglio se a partire dall’età evolutiva, meno danni si arrecano al cuore e ad altri organi".È possibile scegliere prodotti confezionati con un minore contenuto di sale e ridurre il consumo di prodotti alimentari che possono contenere molto sale (salse di soia, ketchup, condimenti per insalata, salumi, sughi pronti, cibi in scatola o precotti). Si possono inoltre affinare le ricette preferite, o crearne di nuove ugualmente saporite, utilizzando spezie ed erbe aromatiche al posto del sale.
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Obesità, TikTok e whatsapp ‘alleati’ del medico...
Dal body shaming alle fake news sulle cure. Sui social network viaggiano spesso i peggiori incubi e pericoli per le persone obese. Eppure TikTok e Whatsapp possono essere una vera e propria risorsa nel contrasto a questa malattia. Lo ha scoperto, attraverso due studi, Antonella Franceschelli, internista, nutrizionista e docente dell’Università Unicamillus di Roma, che ha constatato come da un lato i giovani con problemi di obesità usano per informarsi sulla malattia soprattutto il social cinese, analizzandone di conseguenza le potenzialità, e dall’altro come i pazienti, nello scegliere la loro foto profilo per la app di messaggistica, rivelino i loro disagio rispetto all’aspetto fisico e come questo debba indirizzare il medico nella presa in carico. I due studi sono stati presentati al Casinò del Lido di Venezia, che in questi giorni accoglie il 31esimo Congresso europeo sull'obesità dell'European Association for the Study of obesity (Easo).
Franceschelli ha presentato le sue ricerche, al congresso europeo sull’obesità, in corso a Venezia. “Oltre il 90% degli adolescenti - ha ricordato - ha almeno un account sui social media. Questi spazi possono rappresentare un modo coinvolgente per supportare adolescenti e giovani adulti nel mantenere una dieta sana e nell’apprendere informazioni inerenti la nutrizione in generale e la cura dell’obesità”. Dopo aver studiato le modalità con le quali i ragazzi cercano informazioni sull’obesità, la ricercatrice ha aperto un profilo di divulgazione su TikTok e valutato i dati di 108 video TikTok pubblicati dal sei settembre 2021 al 17 febbraio di quest’anno. Il video più visto era dedicato alla semaglutide, farmaco anti diabete studiato per l’obesità, è stato visionato quasi un milione (959.536) volte, con un pubblico composto per il 57% da donne e per il 4% (circa 38.000) da giovani di età compresa tra 18 e 24 anni.
"I risultati dimostrano che i social network sono uno strumento che il medico deve imparare a usare nell’ambito della sua attività”, spiega all’Adnkronos Salute la ricercatrice. Per quanto riguarda la messaggistica “abbiamo analizzato le immagini Whatsapp di 59 pazienti affetti da obesità afferenti alla nostra clinica (49 donne, 10 uomini, età media 53 anni, Indice di massa corporea (Bmi) medio 32 kg/m2). L’analisi è stata orientata a individuare la presenza di comportamenti da dismorfismo corporeo, ad esempio la scelta di mostrare il volto ma non il corpo o un'immagine di qualcos'altro. Immagini di oggetti, reali e non, paesaggi, animali e/o altre persone/personaggi. “Questo studio - sottolinea Franceschelli - evidenzia la presenza di dismorfismo corporeo a partire dalle immagini del profilo Whatsapp di pazienti con obesità, suggerendo un'interessante discrepanza tra la percezione personale dell'immagine corporea e la realtà fisica. L’identificazione di questi modelli potrebbe avere implicazioni rilevanti per la gestione clinica dei pazienti con obesità, aprendo nuove strade di intervento e supporto psicologico”.