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Berlusconi, al Senato il libro-nostalgia sulla stagione di...

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Berlusconi, al Senato il libro-nostalgia sulla stagione di via del Plebiscito

Presentato volume dei giornalisti Amato e Lamberti, in una raccolta di aneddoti un ritratto inedito del Cav

Berlusconi, al Senato il libro-nostalgia sulla stagione di via del Plebiscito

Torna con "una battuta" Silvio Berlusconi in Sala Nassiriya, al Senato. Il libro dei cronisti d'agenzia ('Una battuta, presidente - i ragazzi di via del Plebiscito: quella volta che il cavaliere....' edizioni Marlin) Vittorio Amato dell'AdnKronos e Giovanni Lamberti dell'Agi, a sei mesi dall'addio del fondatore di Forza Italia, riunisce in Sala Nassirya "i ragazzi delle fioriere", i cronisti che si appostavano di fronte a Palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi e tanti politici di quella stagione. Molti i parlamentari ed ex presenti, alcuni ora in altri gruppi, come Michaela Biancofiore o Lucio Malan, attuale capogruppo di Fdi a Palazzo Madama, che conversano assieme agli autori.

Arriva in sala anche Ignazio La Russa, presidente del Senato. "Aneddoti ce ne sono tanti su Berlusconi", dice la seconda carica dello Stato. "Ci ritrovammo a casa di Berlusconi -racconta senza farsi pregare- per uno dei vertici che duravano fino all'una di notte, che poi arrivava Letta diceva la sua e quello era quanto si decideva... Quella volta c'era una partita dell'Inter e io chiesi a Berlusconi, 'presidente, facciamo parlare subito Letta'". La Russa rimpiange pure l'ironia, che oggi sembra un po' perduta: "La barzelletta su Putin gliela raccontai io a Berlusconi, poi lui la usava in tutte le cene", dice citando una storiella su Putin e Sarkozy che si ruba le posate pregiate al Cremlino, di cui il Cavaliere si impossessò.

Del libro, scritto in stile agenzia, come ricorda Adalberto Signore, presidente della stampa parlamentare, e moderatore dell'incontro parlano così gli autori. "Noi eravamo lì h 24 -dice Amato ('Vam', questa la sua sigla nell'agenzia)- siamo stati lì con la lente del cronista da marciapiede, un mestiere in via di estinzione". "Sempre nascosti dietro queste fioriere -dice il giornalista parlamentare- per avere una mezza notizia siamo pure arrivati quasi alle mani tra di noi". 'Gil' (Giovanni Lamberti) aggiunge come "quelle raccontate sono pillole di storia". Lamberti racconta ad esempio come la rottura tra Berlusconi e Fini loro, i cronisti di strada, la 'registrarono' prima degli altri: "Tutti ricordano il 'che fai mi cacci' detto in pubblico da Fini a Berlusconi, noi avevamo saputo che erano prima volati i piatti".

Santanchè, 'Berlusconi amava le donne, ma io non ero il suo genere'

Nel libro si ricorda pure quando Berlusconi pensò di dimettersi, "perché si sentiva in colpa per aver tradito Gheddafi". "Berlusconi ha rivoluzionato la comunicazione -dice Amato- . Noi ci siamo potuti avvicinare a lui, lui parlava tantissimo, sapeva che faceva i titoli dei giornali, sapeva che poteva in qualche modo indirizzare la comunicazione".

La Russa si fa serio: "Io non ho mai visto una persona così generosa", dice ancora raccontando altri episodi. Il ministro Paolo Zangrillo si unisce al tavolo degli interventi. Anche lui racconta di una cena con Berlusconi "con mia moglie incinta, con 70 invitati, Berlusconi mi dedicò due ore del suo tempo in esclusiva, facendo visitare tutta la tenuta". Altra ministra che arriva è Daniela Santanchè. Che dice come Berlusconi amasse le donne: "Ma io non ero il suo genere, certo qualche battuta la fece anche con me, era galante, faceva sentire le donne tutte importanti". Il suo racconto: "Lui a palazzo Grazioli faceva sedere le donne di fronte a sè, a me però mi faceva sedere dalla sua parte. Di me diceva che non ero una donna", dice ancora chiedendo conferma a La Russa che sorride e annuisce. "Come tutti gli uomini grandi ha fatto grandi cose e errori, oggi ne sentiamo la mancanza, la sentono gli italiani", conclude la ministra per il turismo.

Per la Biancofiore "il berlusconismo è stata una religione italiana, del coraggio e della rivoluzione, della voglia di cambiamento del paese". Poi la politica bolzanina ricorda la comune passione per gli animali, per i cani, per Dudù, il piccolo cagnolino di Berlusconi, anche lui finito in prima pagina più volte. La vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, anche lei nel tempo vicinissima al Cavaliere, trova il tempo di due critiche benevole: "La foto di copertina del presidente che avete scelto per il libro non gli sarebbe piaciuta, troppe rughe e il titolo doveva essere proprio 'i ragazzi delle fioriere'. In sala il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, che vuole aggiungere un suo aneddoto ("che userete magari per il sequel del volume"), tra i presenti anche il sottosegretario per l'editoria di Palazzo Chigi, l'azzurro Alberto Barachini, in prima fila pure l'ex sindaco di Roma, Franco Carraro, il patron della Lazio, Claudio Lotito, oggi senatore di Fi, l'attuale ministro Luca Ciriani.

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Politica

Santanchè, la linea rossa del governo resta il rinvio a...

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Situazione in stand-by fino alla decisione del Gip. Ma spunta già l'ipotesi interim per la premier

Daniela Santanchè - Fotogramma

La linea rossa resta il rinvio a giudizio, che molti vedono ormai dietro l'angolo. Nel giorno in cui cade una nuova tegola, per quanto attesa, sul governo Meloni, fonti di primo piano confermano all'Adnkronos che per il momento l''affaire' Santanchè rimane in stand-by, nonostante la richiesta di rinvio a giudizio per la ministra del Turismo e il compagno Dimitri Kunz nell'inchiesta sulla presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps nella gestione della cassa integrazione durante la pandemia Covid. A stretto giro dalla notizia arrivata dalla Procura di Milano, la segreteria dem Elly Schlein chiede alla premier di esigere un passo indietro dall'imprenditrice, mentre il leader del M5S Giuseppe Conte graffia, richiamando la recente candidatura di Vittorio Sgarbi alle elezioni europee: "Peccato che le liste siano ormai chiuse".

Per il governo, ci pensa il vicepremier Antonio Tajani a mettere un argine: ''Le opposizioni le chiedono ogni due minuti le dimissioni -dice a margine della presentazione alla Camera de libro di Paolo Del Debbio su Silvio Berlusconi-. C'è una richiesta e quando ci sarà la decisione ne parleremo". Il caso, assicura, "non crea nessun imbarazzo al governo, è una questione di sensibilità personale, spetterà alla ministra Santanchè decidere. Io sono un garantista, lo sono con tutti e lo sono stato anche quando c'è stata la vicenda Decaro. Non vado mai ad accanirmi contro le persone. Credo che i cittadini oggi vogliano le soluzioni, non liti personali e strumentalizzazioni''.

Tutto rinviato a dopo le Europee

Gli affondi delle opposizioni non sembrerebbero comunque colpire la presidente del Consiglio, decisa a lasciare la situazione in stand by. Almeno per ora, in attesa che venga nominato il Gup e si arrivi ad udienza. Dopodiché, la sabbia inizierà a scorrere nella clessidra. Se un giudice terzo rispetto ai pm titolari dell'indagine dovesse ritenere che esistono i presupposti per procedere, allora la premier valuterà con Santanchè il da farsi, mettendo sul tavolo anche l'ipotesi di un passo indietro.

Ipotesi interim e successore di Fdi

La decisione, calendario alla mano, dovrebbe arrivare comunque dopo le elezioni europee - l'udienza preliminare sarà in estate - ma getta ombre e interrogativi sul G7 del turismo, che si terrà dal 13 al 15 novembre in Toscana. Meloni per ora non chiederà a Santanchè di farsi da parte, ma, nel caso il gip dovesse chiedere il processo, la premier potrebbe vedersi costretta a farlo. Assumendo ad interim la carica -questa al momento l'ipotesi più avvalorata - e affidando poi il ruolo, considerato un asset fondamentale in Fdi, a un altro esponente di peso del partito di via della Scrofa. Tra i nomi in pole, sicuramente spicca quello del deputato Gianluca Caramanna, 'regista' del piano turismo di Fratelli d'Italia.

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Politica

Santanchè, opposizioni in pressing su Meloni per farla...

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Schlein: "Premier abbia rispetto delle istituzioni", sarcasmo di Conte: "Pecccato le liste siano già chiuse sennò poteva candidarsi con Sgarbi"

Daniela Santanchè

Antonio Tajani assicura che la vicenda "non crea nessun imbarazzo nel governo". Ma le opposizioni sono sul piede di guerra e dopo la richiesta di rinvio a giudizio per Daniela Santanchè (per la presunta truffa ai danni dell'Inps nella gestione della cassa integrazione durante il periodo del Covid) si rivolgono alla premier Giorgia Meloni perché chieda le dimissioni della ministra.

Pd: "Governo la sfiduci e smetta di proteggerla"

Ne va del "rispetto delle istituzioni", rimarca Elly Schlein. Per la segretaria del Pd "Fratelli d’Italia è quel partito che esprime una ministra con una richiesta di rinvio a giudizio per truffa all’Inps sui fondi Covid, e contemporaneamente candida un no-vax appena sotto Giorgia Meloni. Ci aspettiamo che la Presidente del Consiglio abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Daniela Santanché". A stretto giro arriva una replica dal portavoce della ministra: "La segretaria del Pd Elly Schlein non ne azzecca una" sottolineando che si tratta di richiesta di rinvio a giudizio "scontata" e "chiede rispetto per le istituzioni quando è la prima a tacere e non esprimere solidarietà di fronte alle offese sessiste rivolte al presidente Meloni".

Controreplica della dem Chiara Gribaudo: "L’unica che non ne azzecca una è la Santanchè: in un Paese normale ci si dimetterebbe dopo un minuto. Lei invece resta ancora lì, protetta dalla destra che se ne frega dei diritti di chi lavora. Il Governo sfiduci Santanchè e smetta di proteggerla".

"Con accusa di truffa allo Stato non si può fare il ministro"

Sarcastico Giuseppe Conte: "Peccato che le liste europee siano ormai chiuse. Ora che per la ministra Santanchè è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per truffa sui fondi Covid che servivano a imprese e lavoratori, Meloni non farà più in tempo a farla dimettere e a candidarla per le Europee in compagnia di Sgarbi".

A chiedere le dimissioni anche Verdi e Sinistra. "Può una persona che va a processo accusata di aver truffato lo Stato continuare ad essere ministra della Repubblica?" si chiede Nicola Fratoianni. La risposta è netta: "No, nella maniera più assoluta". Per Angelo Bonelli "la permanenza di Santanchè nel suo ruolo sarebbe uno schiaffo agli italiani e alla trasparenza che ogni governo dovrebbe garantire. Giorgia Meloni non può rimanere in silenzio o rinviare questa decisione, poiché è in gioco la credibilità della sua maggioranza".

La reazione del governo

Il vicepremier Antonio Tajani getta acqua sul fuoco. ''Le opposizioni le chiedono ogni due minuti le dimissioni. C'è una richiesta e quando ci sarà la decisione ne parleremo. Non crea nessun imbarazzo al governo, è una questione di sensibilità personale, spetterà alla ministra Santanchè decidere". E aggiunge: "Io sono un garantista, lo sono con tutti e lo sono stato anche quando c'è stata la vicenda Decaro".

Anche il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, si richiama al garantismo: "Non cambia nulla sono garantista, sempre". Idem Roberto Vannacci, neo candidato con la Lega alle europee, che commenta con l'Adnkronos: "Io sono sempre stato garantista, dico che sono questioni personali, per cui non voglio entrare nel merito della cosa".

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Europee, la simulazione: boom Fratelli d’Italia, Pd...

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La distribuzione dei seggi se si votasse oggi, i dati sulla base dei sondaggi

Giorgia Meloni

Boom Fratelli d'Italia, Pd stabile, Lega giù. Se si votasse oggi per le elezioni europee 2024, Fratelli d'Italia aumenterebbe notevolmente il numero di eletti nel Parlamento Europeo. L'esito è ancora molto incerto ma, secondo una simulazione di YouTrend elaborata sui dati degli ultimi sondaggi disponibili al 2 maggio 2024, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni potrebbe ottenere fra 20 e 27 europarlamentari, molti più dei 6 del 2019. Crollerebbe invece la Lega, che da 29 passerebbe a un numero compreso fra 5 e 8, di cui 2-3 nel Nord Ovest e 1-2 nel Nord Est.

Più stabili le altre formazioni politiche. Il Pd eleggerebbe fra i 14 e i 19 eurodeputati (furono 19 nel 2019), il Movimento 5 Stelle fra 11 e 16 (furono 14 cinque anni fa) e Forza Italia fra 4 e 8 (7 nel 2019). Molto dipenderà anche dalle liste minori e da quante di loro supereranno la soglia di sbarramento.

Se superasse la soglia, Stati Uniti d’Europa potrebbe arrivare a eleggere fra 3 e 6 eurodeputati, Alleanza Verdi Sinistra fra 3 e 5, Azione 3 o 4, ma per tutti c’è la possibilità di non eleggerne nessuno, se non raggiungeranno il 4% dei voti. Un seggio potrebbe essere ottenuto anche dalla Südtiroler Volkspartei, che come nel 2019 è apparentata con Forza Italia.

Dove sfonda la Meloni

Secondo le rilevazioni Fratelli d’Italia sarebbe particolarmente forte nelle circoscrizioni settentrionali: nel Nord-Ovest eleggerebbe 6-8 eurodeputati, mentre nel Nord-Est 4-6. Nel Centro il Pd eleggerebbe fra i 3 e i 5 europarlamentari, avvicinandosi al risultato ipotizzato per il partito di Giorgia Meloni (4-6). Nel Sud e nelle Isole, invece, otterrebbe i risultati migliori il Movimento 5 Stelle: fra 5 e 7 eletti nella circoscrizione meridionale e fra 2 e 3 in quella insulare.

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