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Salute e Benessere

Da smog a social i nuovi nemici del cuore, 10 regole di...

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Da smog a social i nuovi nemici del cuore, 10 regole di prevenzione 3.0

Da smog a social i nuovi nemici del cuore, 10 regole di prevenzione 3.0

Se lo conosci, lo eviti. Sapere chi è il nemico, impararlo in ogni sua faccia, è la prima regola per poterlo combattere e vincerlo. Vale sempre, ma ancora di più contro le malattie cardiovascolari che restano il primo killer degli italiani: ogni anno causano fino a un decesso su 3. "La 'madre' di ogni progetto di prevenzione è la conoscenza, la consapevolezza di quanto cattive abitudini e fattori di rischio siano impattanti e dannosi per il cuore e le arterie, ma anche del fatto che la salute cardiovascolare si costruisce giorno dopo giorno, a partire da giovanissimi", spiegano gli esperti della Siprec (Società italiana per la prevenzione cardiovascolare), in vista della Giornata italiana per la prevenzione cardiovascolare che si celebra il 13 maggio. Oltre alle minacce più note per la salute di cuore e vasi, gli specialisti ne aggiungono altri: lo smog e altre forme di inquinamento, i problemi di sonno, lo stress, le diete sbagliate imposte dalla moda e i social, troppo spesso cattivi maestri e pessimi consiglieri. La Siprec insegna a difendersi con il decalogo della prevenzione cardiovascolare 3.0.

Nata per iniziativa della Siprec, la giornata che nel 2024 ricorre lunedì prossimo è giunta alla quarta edizione e ha ricevuto ogni anno la Medaglia d'Oro del presidente della Repubblica. Primo comandamento, awareness. "Se le persone non sanno che la maggior parte delle malattie cardiovascolari potrebbero essere prevenute, perché dovrebbero fare prevenzione?", chiede il presidente Siprec, Massimo Volpe. "La conoscenza - insiste - è un'arma formidabile di prevenzione". Ecco perché, "proprio per contribuire alla conoscenza dei fattori di rischio e di come combatterli, in occasione della Giornata italiana della prevenzione cardiovascolare inauguriamo sul portale della Siprec (www.siprec.it) la Casa della prevenzione cardiovascolare: una sezione che ospita podcast, video e testi dedicati a questo argomento, che verrà aggiornata continuamente. Perché anche la prevenzione evolve: non solo nei contenuti, cioè nella lotta ai fattori di rischio cardiovascolari emergenti, ma anche nel linguaggio".

Cominciamo dai contenuti. "I principali fattori di rischio per la salute di cuore e arterie - ricorda Volpe - sono il colesterolo alto, l'ipertensione, il fumo di sigaretta, il diabete, sovrappeso/obesità, sedentarietà. Ma accanto a questi ne stanno emergendo anche di nuovi, come l'inquinamento, un sonno disturbato o insufficiente, lo stress e anche le mode alimentari e i cattivi consigli dei social". Da qui i 10 comandamenti dei cardiologi per difendersi dalle malattie cardiovascolari adottando uno stile di vita salutare. "In molti casi - precisano - può essere sufficiente da solo a correggere i fattori di rischio e a evitare o posticipare il ricorso alle terapie farmacologiche".

1. La matematica della salute. Il punto di partenza per conoscere il rischio cardiovascolare è 'misurare' e farlo regolarmente. "I valori della pressione - illustra Volpe - si possono controllare facilmente a casa con un apparecchio elettronico, appuntandoli magari su un quadernetto o sul cellulare per comunicarli poi al medico". Un'altra fondamentale misurazione casalinga è quella del peso: la bilancia va 'frequentata' anche ogni mattina, mentre una volta ogni 2-3 settimane andrà misurato il girovita con un metro da sarta, perché i depositi di grasso più nocivi sono quelli che si annidano tra i visceri addominali, sulla pancia (i numeri ideali da non superare sono 94 centimetri per gli uomini e 80 per le donne). "Colesterolo" cattivo "Ldl, trigliceridi e glicemia - raccomanda Volpe - vanno invece controllati periodicamente con un esame del sangue a cominciare dai 20 anni, o anche prima se c'è una familiarità importante; andranno poi ricontrollati a scadenze diverse a seconda del livello di rischio".

2. La dieta 'one-health'. "Quello che fa bene all'ambiente - rimarca Volpe - giova anche alla salute di cuore e arterie. La dieta mediterranea, per esempio, oltre ad essere di gran lunga la migliore per la nostra salute, è anche una delle più eco-sostenibili". Semaforo verde dunque per frutta, verdure e legumi, semi e frutta a guscio, cereali integrali, latticini magri, uova, pesce (soprattutto grasso come pesce azzurro o salmone), carni bianche. Semaforo giallo tendente al rosso, invece, per dolci, carni rosse e processate, che sono tra le più nemiche anche della salute del pianeta e andrebbero consumate saltuariamente e con moderazione (carni rosse massimo 350-500 grammi a settimana). "Alla larga dai consigli dei cosiddetti 'meatfluencer' - ammonisce la Siprec - i nuovi (pericolosi) idoli dei social che propugnano la moda della dieta carnivora". Anche sale (soglia 5 grammi al giorno) e zucchero vanno consumati con moderazione.

3. Attenzione alle bollicine. Se quelle dello spumante o dello champagne, sinonimo di festa, sono le benvenute ("ma anche in questo caso, trattandosi di alcol, la moderazione è d'obbligo e non andrebbero superati i 100 grammi di alcol a settimana", suggeriscono gli esperti), invece "andrebbero decisamente evitate quelle dei soft drink e delle bibite zuccherate. Un bicchiere ogni tanto è accettabile, ma non deve diventare un’abitudine. Sono 'calorie liquide', insidiose, inutili da un punto di vista nutrizionale e dannose per il metabolismo".

4. Sigaretta? No grazie. "Il fumo di tabacco è un pericolo per la salute di tutto l'organismo (è responsabile della metà delle morti evitabili nei fumatori) e va evitato - prosegue la Siprec - Attenzione anche a chi vi fuma vicino, perché anche il fumo passivo mette a rischio cuore e arterie". E per chi non riesce a liberarsi da solo dalle 'bionde', oggi "sono a disposizione tanti metodi, farmacologici (cerotti o gomme alla nicotina, bupropione, vareniclina) e non (psicoterapie) - puntualizza Volpe - proposti dai medici dei centri anti-fumo. Un altro aiuto per smettere di fumare può venire dal passaggio temporaneo alle e-cig o al tabacco riscaldato. Ma deve essere solo per un breve periodo perché neppure questi metodi sono privi di rischi, soprattutto per i polmoni".

5. Più sneakers e meno tacchi. La lotta alla sedentarietà parte anche dalle scarpe. "E' importante muoversi almeno 5 minuti ogni ora, facendo il giro del palazzo, una rampa di scale, un corridoio. E questo è più facile - osservono i cardiologi - se si indossano un paio di scarpe comode". Per quanto riguarda invece l'attività fisica, al movimento andrebbero dedicati "150-300 minuti a settimana di attività aerobica (camminare, correre, bicicletta, nuovo, ballo, eccetera), alternata ad esercizi di resistenza (con pesetti, bande elastiche, ecc.) 2 volte a settimana".

6. Proteggi il tuo sonno. Non è solo l'inquinamento atmosferico a danneggiare cuore e arterie, ma anche quello sonoro e luminoso. "Un eccesso di rumore o di luminosità, non solo quella che viene dall'esterno, ma anche dallo schermo di tablet e cellulari - indicano gli specialisti - può danneggiare l'architettura e la durata del sonno. E un sonno poco ristoratore alla lunga presenta il conto all'apparato cardiovascolare. Dormire male contribuisce all'aumento di peso, che a sua volta può portare ad un aumento di pressione e aumentare il rischio di diabete e di colesterolo alto". Anche tappi per le orecchie e mascherina per gli occhi, favorendo un buon riposo notturno, aiutano quindi a proteggere la salute del cuore. Un altro importante nemico del cuore sono le Osa (sindrome delle apnee notturne): ne soffre quasi una persona su 10 e aumenta il rischio di tutte le malattie cardiovascolari. Se il partner russa o smette di respirare per vari secondi nel sonno, meglio fare un controllo.

7. Cancella lo stress dalla tua vita. Lo stress fa male al cuore e alle arterie, continuano gli esperti. Per rilassarsi è di grande aiuto fare sport o semplicemente andare a camminare, soprattutto immersi nella natura, tra gli alberi o in riva al mare. In alternativa, specie nelle giornate di pioggia, yoga, pilates e tecniche di meditazione aiuteranno a completare la 'cura relax'.

8. Semplificare e organizzare. A volte per correggere i fattori di rischio sono necessari i farmaci, ad esempio contro l'ipertensione, il colesterolo o il diabete, e questo può creare un problema di aderenza alle terapie. "Soprattutto quando sono tante le pillole da assumere - consiglia Volpe - possono venire in aiuto le combinazioni di più principi attivi nella stessa compressa. Portapillole, con divisori per giorno e orario o sveglie sul cellulare, aiutano invece a ricordare quando assumere le compresse nei diversi orari della giornata".

9. Non bucare l'appuntamento con le vaccinazioni. "Le vaccinazioni contro l'influenza, ma anche contro lo pneumococco, Covid-19 e il virus respiratorio sinciziale" Rsv, "nella popolazione anziana e nelle persone fragili aiutano a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari", assicura il presidente Siprec.

10. Naviga in acque sicure: Dottor Google impazza ovunque, ma non sempre i suoi consigli sono corretti. "Per la vostra navigazione attraverso i flutti dei fattori di rischio cardiovascolari e per scoprire come contrastarli - chiosa Volpe - nuotate dunque acque sicure, cioè in siti certificati come quello della Siprec. Alla sezione Casa della prevenzione troverete tanti consigli qualificati che vi aiuteranno a sciogliere dubbi e a imparare come voler bene al cuore. Ve lo ricorda anche il nostro testimonial il nuotatore e campione olimpico Gregorio (Greg) Paltrinieri".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Riparte bollettino caldo ministero Salute, la circolare

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Caldo termometro - Canva

Ripartono i bollettini caldo del ministero della Salute. E' quanto dispone una circolare firmata dal direttore generale Prevenzione Francesco Vaia e indirizzata Comuni, Regioni e Protezione civile. Il Sistema operativo nazionale di previsione e prevenzione degli effetti del caldo sulla salute, sotto la guida del ministero e del Centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie (con la collaborazione tecnica del Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio - Asl Roma 1), consente il coordinamento centrale delle attività locali di prevenzione e l'attivazione del Sistema nazionale di previsione/allerta per le ondate di calore, denominato Heat Health Watch Warning System. Quest'ultimo strumento che consente di modulare gli interventi di prevenzione in base ai livelli di rischio climatico sarà attivo da oggi, lunedì 20 maggio, fino al 20 settembre (e qualora persistano condizioni di rischio, livello 2 e 3, il bollettino di allerta sarà inviato anche durante il periodo dal 21 al 30 settembre) nei capoluoghi di Regione e nei Comuni con oltre 200.000 abitanti.

Le città incluse nel Sistema sono 27: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo. I bollettini sono consultabili sul portale ministeriale nell'area dedicata alle ondate di calore. Come negli anni precedenti, il programma di attività prevede l'elaborazione giornaliera del bollettino città specifico, l'invio al Centro di riferimento locale competente per gli interventi di prevenzione socio-sanitari e la pubblicazione sul sito web del ministero della Salute per l'informazione generale alla popolazione, informa la circolare.

Nel bollettino saranno indicati i consueti 4 livelli di rischio: livello 0, nessun rischio; livello 1, rischio basso previsto per le successive 24-72 ore; livello 2, rischio elevato previsto per le successive 24-72 ore; livello 3, condizioni di rischio elevato persistenti per 3 o più giorni consecutivi per le successive 24-48 ore.

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, si ricorda infine nella circolare, il servizio sanitario deve essere preparato in relazione al verificarsi di possibili emergenze sanitarie associate alle ondate di calore. "Nel mese di giugno verrà condotta una survey che raccoglierà informazioni sulle attività programmate a livello locale" e "raccomandazioni per la salute in risposta al caldo saranno disponibili nell’area dedicata del portale ministeriale". Saranno operativi anche un Sistema di sorveglianza sanitaria della popolazione residente nelle aree urbane, basato sul Sistema rapido di rilevazione della mortalità giornaliera (Sismg) e in alcune strutture sentinella sarà operativo anche un Sistema di sorveglianza in tempo reale degli accessi al pronto soccorso. Entrambi i sistemi consentiranno un monitoraggio tempestivo degli effetti sulla salute in presenza di condizioni climatiche avverse.

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Ingegneri clinici, ‘convegno Aiic di riferimento su...

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In chiusura dell’evento, ‘siamo la casa dell’innovazione di sistema’

Ingegneri clinici, 'convegno Aiic di riferimento su tecnologie per Ssn'

“E’ stata un’edizione che ha superato ogni nostra aspettativa, che ha trasformato il Convegno Aiic nell’autentico palcoscenico del confronto sulle tecnologie della salute e sullo sviluppo del Servizio sanitario nazionale in chiave realmente innovativa”. Così Umberto Nocco, presidente dell’Associazione italiana ingegneri clinici, ha concluso il 24.esimo appuntamento della professione. I numeri - si legge in una nota - sono lusinghieri: oltre 2.600 presenti, quasi 48 sessioni con oltre 160 relatori, 12 corsi di formazione (con 900 iscritti), oltre 110 aziende presenti con le loro soluzioni tecnologiche.

“Ma al di là delle cifre - commenta Lorenzo Leogrande, presidente del Convegno - ci portiamo a casa la consapevolezza di quanto il nostro evento sia diventata la ‘casa dell’innovazione di sistema’, cioè il luogo in cui si comprende come le tecnologie entrano a far parte della quotidianità operativa di ingegneri clinici, clinici, operatori e professionisti di tutto il Ssn”. E “non dimentichiamo - conferma Stefano Bergamasco, coordinatore del Comitato Scientifico - che è stato accolto pienamente il richiamo alla necessità di creare un eco-sistema digitale, per evitare che gli investimenti e le progettualità siano fini a se stessi ed incapaci di imprimere un reale cambio di passo qualitativo alle risposte di salute sempre più necessarie in un tempo di più vaste cronicità e di nuovi approcci di prossimità”. L’ultimo atto del Convegno Aiic è stato l’annuncio dell’appuntamento 2025, che si terrà a Napoli e sarà incentrato - il titolo verrà messo a punto nei prossimi mesi dal Consiglio Direttivo - sulle problematiche-criticità-opportunità legate a transizione verde, sostenibilità e nuova cultura organizzativa del sistema salute.

Durante l’evento è stato presentata la prima bozza del Manifesto ‘La Telemedicina che vorrei’, messo a punto da Aiic e dalla Società italiana di telemedicina (Sit). E’ un documento in 10 punti che definisce una piattaforma di riferimento etico-professionale per tutto il sistema della telemedicina. I valori proposti sono: visione, etica, inclusività, formazione, controllo, interoperabilità, scienza, diritto, architettura, sicurezza. Per Emilio Chiarolla, componente del direttivo Aiic e promotore del Manifesto, “l'applicazione del Decreto ministeriale 77 e i progetti del Pnrr stanno generando una svolta epocale per la presa in carico dei pazienti, con la telemedicina che diventa tassello indispensabile in un processo di nuova presa in carico nel territorio per raggiungere tutti i pazienti in maniera capillare. I contenuti del nostro Manifesto - continua - partono dai principi etici e tengono conto delle questioni infrastrutturali e tecnologiche, ma anche delle professioni e della modalità di cooperazione tra professionisti diversi a beneficio ovviamente dei pazienti. Gli ingegneri clinici” sono “trasversali a tutte le attività per la messa a terra delle progettualità della telemedicina, sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo”.

Aggiunge Antonio Vittorino Gaddi, presidente Sit: “Il Manifesto della telemedicina è fondamentale perché viviamo in un sistema sanitario universalistico unico al mondo, che vorrebbe portare la tecnologia più avanzata e la telemedicina a tutti i cittadini, a tutti i pazienti, e in tutti gli ospedali nei prossimi anni. Ma questo può essere fatto solo se tutte le forze del Paese concorrono: medici, ingegneri clinici, ed anche la giurisprudenza e gli esperti di etica, di sociologia, di antropologia, di informatica e di tutte le discipline che devono concorrere a creare la telemedicina del futuro”. Il Manifesto è stato condiviso durante il Convegno da varie realtà professionali e scientifiche - Fnopi, Fno, Tsr, Pstrp, Ordine degli Avvocati di Roma, Lega Coop Sociali, Confindustria Dispositivi medici, Sihta, Antev, Card, Antab - ed ora sarà revisionato ed ampliato.

Al convegno si è fatto anche il punto sull’attuazione del Pnrr relativa all’installazione di 3.136 grandi apparecchiature su tutto il territorio nazionale. In una sessione dedicata, Nocco ha presentato “i dati Consip che mostrano come sia stato raggiunto il primo milestone del 2022 sulla pubblicazione dei bandi di gara. La tempestività delle procedure e dell’accordo quadro sono stati aspetti vincenti. Oggi, il residuo delle apparecchiature da acquisire è limitato a quelle oggetto di ricorso e quindi questo primo dato è confortante”. Però, prosegue Nocco, “c’è da riflettere sul fatto che, se a livello geografico la percentuale di acquisto è superiore al 90%, la percentuale di collaudato – e quindi funzionante – è solo del 37%. Pensare di colmare il 60% mancante da qui a fine anno è una sfida improba, su cui dobbiamo confrontarci”. Le difficoltà affrontate nelle installazioni sono molte, ha detto Nocco, “e tra queste non possiamo dimenticare il fatto che si sta sostituendo un parco macchine di enorme importanza mentre l’ospedale lavora: occorre gestire un allestimento senza provocare disagi e limitando i ritardi alle erogazioni di prestazione. Sicuramente - ha osservato - occorre una riflessione sugli aspetti burocratici e amministrativi: l’impressione è che il sistema di rendicontazione sia troppo complicato. La percezione è che ci sia un’attenzione maniacale su dettagli, ed una carenza di attenzione sulla capacità operativa, a cui si aggiunge una bulimia burocratica che incide sui ritardi”.

Concludendo la sessione sul Pnrr, Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, ha sottolineato che “Milestone e target europei sono stati raggiunti a marzo, mentre sono stati poi rimodulati alcuni target intermedi che riguardano la stipula di contratto per l’assistenza primaria e per le interconnessioni aziendali. La nostra personale percezione è che gli ostacoli odierni all’implementazione del Pnrr siano soprattutto le differenze regionali, la carenza di personale sanitario e le carenze nell’attuazione del sistema nazionale di telemedicina”.

La transizione green - anche nella sua incidenza sulla cultura Hta - sarà il tema centrale del Convegno 2025, ma già a Roma il tema è stato affrontato con alcuni degli esperti riconosciuti di settore. Leogrande intervenendo nella specifica sessione, ha ricordato che l’Health Technology Assessment “è una valutazione multidisciplinare che affronta tutte le dimensioni, da quella clinica a quella tecnica, quella legata alla sicurezza ed anche quella legata anche alla sostenibilità. Oggi, quando si parla di sostenibilità non ci si riferisce più solo all’equilibrio economico, ma si attivano anche altri concetti che fanno riferimento proprio alla transizione green ed all'economia circolare. Come Aiic e come sistema-sanità vogliamo e dobbiamo affrontare questi temi perché riteniamo che, da un punto di vista valutativo, devono essere dei nuovi punti di osservazione che favoriscano la diminuzione dell’impatto dei prodotti e dei rifiuti della sanità sull’ambiente”.

Impatto che Marco Rossi, Fondazione policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, Roma, ha declinato nell’ambito dell’anestesia citando ad esempio il propofol, agente ipnotico, e la necessità di una miglior gestione della sua eliminazione. “Più in generale – ha affermato Rossi - nel nostro ambito la sostenibilità è considerata ormai valore imprescindibile. Non a caso poche settimane fa è stato presentato il documento di consenso della Società europea di anestesia che evidenzia come l’impiego di farmaci e dispositivi deve ripercorre i concetti della circolarità. Serve un avanzamento culturale complessivo a cui tutti insieme dobbiamo contribuire”.

A conclusione di sessione, Marco Marchetti di Agenas ha ricordato che l’Agenzia sta implementando il Piano nazionale Hta presentato nello scorso novembre, ed ha già portato alla riformulazione della cabina di regia. “Nel frattempo dobbiamo far crescere la cultura e la competenza nella valutazione delle tecnologie. Abbiamo previsto, a tale proposito, una lista dei centri collaborativi che dovrà essere aggiornata annualmente. E per incrementare il livello culturale sulle valutazioni Hta, a brevissimo usciremo con un avviso per la formazione di base e avanzata. Nella prima prevediamo di formare circa 2.000-2.500 operatori l’anno con corsi Ecm, mentre per la formazione avanzata, diretta alle università, prevediamo Borse di studio per i corsi abilitanti”.

Tra le riflessioni importanti emerse dal 24.esimo Convegno Aiic non poteva mancare quella su cui professionisti, istituzioni e aziende si stanno confrontando da tempo: l’innovazione e la sostenibilità possono coesistere o sono destinate ad un dialogo tra sordi? Mentre si attende la pronuncia sul tema Payback, Massimo Giuseppe Barberio, Coordinatore Gruppo di lavoro dei diagnostici di Assobiotech, ha dichiarato che “i tempi sono maturi per accelerare una spinta interna alle organizzazioni che operano nel mondo della Salute” per far “emergere tra gli obiettivi condivisi anche quelli legati alla sostenibilità. Diventa necessario coniugare sostenibilità e appropriatezza, usando come collante le tecnologie innovative che contribuiscono ad aumentare le possibilità di cura per un numero sempre maggiore di pazienti e nel contempo riducono significativamente il costo complessivo di gestione di determinate patologie.”

Dal suo punto di vista Fernanda Gellona, direttore generale Confindustria Dispositivi medici, ha evidenziato che “sull’accesso all’innovazione tecnologica, noi abbiamo visto con grande favore l'ingresso e la definizione del Piano nazionale Hta che, per la valutazione delle innovazioni tecnologiche è, noi riteniamo, lo strumento giusto. Però, a fianco di questo Piano, ci deve essere anche la certezza che poi, ad esempio, un'innovazione che abbia avuto un parere positivo, trovi spazio nei Lea”.

Sull’argomento il presidente Nocco ha concluso: “La sostenibilità dell’innovazione va ripensata. Spesso ci fermiamo all'aspetto puramente economico perché è quello probabilmente più comprensibile a tutti, però ci sono tanti driver che controllano l'innovazione e quindi è chiaro che la sostenibilità non è solo da pensare in chiave economica, ma è anche di processo, perché ogni nuova tecnologia comporta modifiche ai processi che vogliono dire cambiare il modo di lavorare, magari avere più risorse umane oppure modificare il loro modo di lavorare, e quindi formazione. Occorre pertanto entrare in una chiave culturale differente in cui finalmente concordiamo tutti sul fatto che il driver dell'innovazione tecnologica sia multidisciplinare e comprenda pertanto i molti fattori - economici e non solo - che danno nuovo significato alla parola sostenibilità”.

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Controllo qualità farmaci, a Merck Italia gli About Pharma...

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Con un progetto sull’Intelligenza artificiale

Controllo qualità farmaci, a Merck Italia gli About Pharma Digital Awards

Merck Italia, affiliata italiana di Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, è stata premiata nel corso della cerimonia conclusiva degli About Pharma Digital Awards, svoltasi giovedì scorso presso l’Allianz Cloud di Milano, con il Progetto “L’Intelligenza Artificiale per l’analisi del controllo qualità”, nella categoria 'Trasformazione Digitale e Industria 4.0'. Il progetto - riporta una nota - presentato dal team del sito Merck di Guidonia Montecelio, consiste in un prototipo che utilizza l’Intelligenza artificiale (Ia) per migliorare il controllo di qualità (Qc) dei farmaci.

Il Qc è un processo fondamentale per un’azienda farmaceutica, al fine di garantire la sicurezza e l’efficacia dei farmaci prodotti, che parte dal controllo delle materie prime, fino al prodotto finito, utilizzando varie tipologie di analisi, compresa la cromatografia, utilizzata per separare, identificare e quantificare le diverse componenti un farmaco. La proposta di Merck Italia vede l’utilizzo del'Ia, in particolare quella basata sul 'deep learning', al fine di minimizzare l’attuale variabilità nell’analisi dei dati e garantire maggiore consistenza nei risultati.

Merck Italia è arrivata, inoltre, in finale con altri quattro progetti, nelle categorie Digital in Esg, Ricerca clinica, 'Digital health partnership e Telemedicina. La presenza in categorie così eterogenee - riferisce la nota- testimonia il presidio da parte di Merck Italia di tutte le fasi della catena del valore nel mondo healthcare: dal supporto alla ricerca e alla pratica clinica in collaborazione con i professionisti della salute, alla proposta di soluzioni di digital health per migliorare l’interazione medico-paziente, fino alla sostenibilità a favore delle comunità e dei territori in cui l’azienda opera.

“Questo premio, e i bei piazzamenti in diverse categorie, ci rendono felici e ci riempiono di orgoglio – dichiara Ramón Palou de Comasema, Presidente e Amministratore delegato Healthcare di Merck Italia – perché valorizzano la nostra presenza integrata in tutte le fasi della filiera healthcare. Si tratta di un riconoscimento che premia la nostra volontà di essere sempre pionieri dell’innovazione farmaceutica, e arriva in una settimana speciale per noi, in cui abbiamo celebrato i 50 anni proprio del nostro sito di R&D di Guidonia, un’eccellenza per la nostra organizzazione italiana e per l’intero gruppo Merck”.

Giunti alla loro 11esima edizione, gli About Pharma Digital Awards, vedevano quest’anno 19 categorie all’interno delle quali era possibile presentare i progetti, valutati da una giuria composta da 48 esperti secondo tre criteri: originalità dell’idea e innovatività dell’approccio; capacità di coinvolgimento degli stakeholder e rispetto delle tempistiche e raggiungimento degli obiettivi.

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