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Economia

Cgil e Uil portano oltre 50.000 manifestanti in piazza

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Cgil e Uil portano oltre 50.000 manifestanti in piazza

Oltre 50.000 persone si sono riunite oggi a Roma per prendere parte alla manifestazione indetta dalla Cgil e dalla Uil, per chiedere salute e sicurezza sul lavoro, il diritto alla cura e alla sanità pubblica, una riforma fiscale e la tutela dei salari. I colori dei sindacati, rosso e blu, hanno invaso le vie della capitale che vanno dal circo Massimo al piazzale della Piramide. Grande assente il verde della Cisl che però si riunirà ai suoi 'cugini' il primo maggio per la festa del lavoro. Tanti sono i motivi della protesta, a partire dal servizio sanitario nazionale, le morti sul lavoro, ma anche le misure sull'aborto che il governo vuole introdurre. Le proposte dei sindacati vanno dalla richiesta di un sistema di qualificazione delle imprese basato sul rispetto delle norme, una vera patente a punti, alla riforma fiscale, che si deve basare su un fisco equo, passando per il nodo dei salari, erosi dall’inflazione e dalla precarietà.

"In questa piazza parla il Paese reale, visto che stanno dicendo balle e irreggimentando tutto", afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. "Il mondo del lavoro non ce la fa più: un problema salariale grande come una casa, una precarietà inaccettabile, problemi di fondo perché i diritti fondamentali della nostra Costituzione oggi non sono garantiti, a partire dal diritto alla salute, alla sanità, all'istruzione e al lavoro sicuro", sottolinea il leader. "C'è bisogno di cambiare, ascoltando e dando un ruolo al mondo del lavoro. Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci".

"Questa è una piazza di persone reali che non stanno nei palazzi del potere, dei talk show, è una piazza che chiede risposte al governo", sottolinea il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. "Questa è una piazza che racconta la verità di questo paese. Una piazza che chiede di essere ascoltata, che chiede risposte al governo. ''Servono investimenti, servono risorse''. ''I salari si sono impoveriti'' in Italia più che in altri paesi. ''Quando vi chiediamo di rinnovare i contratti non ci rispondete ma noi cosa possiamo fare. Mettete più soldi nel pubblico impiego, date più risorse nel settore privato visto che spesso avete dato regali a chi non paga le tasse'', dice il sindacalista rivolgendosi al governo.

Il segretario della Cgil ritorna più volte sul ''diritto a manifestare''. Un diritto previsto dalla democrazia e che ''va garantito a tutti, non può essere sostituito dal diritto a caricare chi manifesta''. "Siamo qui anche per difendere e praticare il diritto a manifestare, e lo vorrei dire in modo molto diretto: noi siamo in un momento in cui il governo e questa destra vogliono costruire un regime, che impedisce il diritto a manifestare e che vuole controllare quello che si dice e quello che si fa''. Poi una battuta sulla decisione della Rai di cancellare il monologo di Antonio Scurati: ''Pochi minuti fa è arrivata la notizia che lo scrittore Antonio Scurati è stato 'oscurato' perché la trasmissione'' prevista per il 25 aprile, ''è stata cancellata. Capite cosa vuol dire? E' di questo stiamo parlando''.

''Questo governo pensa di comandare non di governare, di disporre di qualsiasi spazio. Non è accettabile. Questo concetto si sta estendendo'', sottolinea Landini. A riprova delle sue parole il segretario parla delle norme sull'aborto che l'esecutivo intende introdurre nel provvedimento collegato al Pnrr: ''Mi sembra che la destra voglia impedire alle donne di decidere sul loro corpo. Siamo di fronte ad una pericolosissima regressione". "C'è questa idea del controllo, del comando: questi non governano perché governare significa mediare tra i diversi interessi e riconoscere i diversi bisogni. Qui c'è una logica di controllo", sottolinea il leader. "Questa cosa fatta contro le donne è molto grave, è un elemento contro la democrazia del nostro Paese. È una logica proprietaria e pericolosa e sbagliata".

Quanto alla decisione dell'esecutivo di avviare un percorso di privatizzazioni, per Landini ''non va bene perché si sta pensando a fare cassa per far quadrare i conti per qualche anno. Abbiamo bisogno di investire nei settori strategici di questo paese, non di fare qualche quotazione in borsa per fare qualche miliardo di cassa. Abbiamo bisogno di creare lavoro, di dare un futuro al nostro paese''. E sulla legge sull'autonomia differenziata dice: ''è una porcheria perché aumenta le divisioni''. ''E' una follia pura''. ''Sono 4,5 milioni le persone che non si curano perché non hanno soldi per farlo'', sottolinea.

Il segretario della Uil punta l'attenzione sulla politica fiscale dell'esecutivo: "Fate pagare chi le tasse non le ha mai pagate, capisco che è complicato, che continuate a fare condoni". "Sono 20 da inizio legislatura hanno un solo significato: che a pagare sono sempre gli stessi, laboratori e pensionati". "Levate il sostituto d'imposta. Mettete tutti soldi in busta paga lordi, pagheremo tra 10 anni, quando non avremo problemi", aggiunge.

Poi passa al settore sanitario, ricordando che ''ogni anno 700.000 persone partono dalle regioni del Mezzogiorno per farsi curare nel Nord Italia. Ecco perché siamo venuti in piazza a ricordare queste cose, a ricordare le liste di attesa, a ricordare chi vive con le disuguaglianze regionali''. ''Siamo venuti in piazza a ricordare che 4,5 milioni di persone in un paese civile come il nostro rinunciano alle cure sanitarie perché non hanno soldi ed è una vergogna alla quale dovete risposte''. ''I numero dicono che negli ultimi 8 anni i precari solo in sanità sono aumentato del 98%''.

''Ogni anno 40.000 medici nostri vanno all'estero'' perché ''non li pagate bene, perché non rinnovate i contratti'', dice il sindacalista rivolgendosi al governo, sottolinea Bombardieri. ''La verità è che negli ultimi 10 anni avete chiuso 125 ospedali. Questi sono i numeri della sanità. Avere abbandonato la sanità sui territori''. Infine Bombardieri ricorda il triste elenco delle vittime sul lavoro, che continua a crescere: ''Stamattina c'è stata l'ultima vittima'' sul lavoro. Non avete una coscienza se non intervenite''. ''Se un'azienda sacrifica la sicurezza per il profitto, quell'azienda va fermata subito, non dopo un processo''. ''E non dite che è una nostra idea, perché noi non diremmo mai che la vita di un lavoratore vale 20 crediti''.

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Economia

Bonus verde, come funziona

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La detrazione Irpef va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo

Il bonus verde è una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per i seguenti interventi: sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi; realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo, comprensivo delle eventuali spese di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi.

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Economia

Barbano si insedia al ‘Messaggero’: “Il...

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Da oggi alla direzione del quotidiano, dove succede a Massimo Martinelli

Alessandro Barbano (Fotogramma)

"Con emozione torno nel gruppo editoriale in cui ho lavorato per ventidue anni, a dirigere il giornale in cui ne ho trascorsi tredici, cinque dei quali da vicedirettore. Rientrare nello storico palazzo di via del Tritone e ritrovare la redazione appassionata e competente che ho lasciato dodici anni fa, irrobustita da tanti giovani talenti, è un'emozione che mette i brividi e, insieme, dà l'energia necessaria a una sfida tanto grande". Comincia così il fondo di Alessandro Barbano, da oggi alla direzione del 'Messaggero', dove succede a Massimo Martinelli.

"La mia nuova avventura inizia in un tempo di transizione - scrive Barbano - L'Italia si rimette in moto dopo un decennio che ha visto per due volte la lesione della fisiologia parlamentare, surrogata da governi tecnici. Ma è ancora un Paese dove si parla più di quanto si fa. L'eccesso di parola ha due forme: la politicizzazione, per cui tutto si declina in politica; e la polarizzazione, per cui il reale, e da tempo anche il virtuale, si raccontano in bianco o in nero". "Dietro l'illusione di una libertà di pensiero aperta a tutti, il virus dell'opinione fa una democrazia senza qualità", sottolinea il direttore del Messaggero, spiegando che se "l'Italia è un Paese dove il discorso pubblico è malato", ciò nonostante "da due anni quello stesso Paese incattivito e sostanzialmente immobile (...) è tornato a muoversi".

"Nell'attuale assetto bipolare della politica non ci sono alternative al governo in carica", scrive Barbano, secondo cui "per l'inconciliabilità di programmi e linguaggi, l'opposizione è ancora lontana dal rappresentare un'opzione competitiva". Tuttavia "questa non è, da sola, una ragione sufficiente per considerare già vinta la sfida di Giorgia Meloni". "Noi - assicura Barbano - valuteremo ciò che accadrà con lo spirito critico e l'indipendenza che il Messaggero coltiva da sempre" e lo faremo "dal cuore della Capitale, in un punto di osservazione straordinario". "Un giornale critico, immedesimato ma indipendente, che non sta pregiudizialmente con nessuno", e che racconterà le notizie "nella loro complessità, con il rispetto e l'amore che si devono alle parole" con "il metodo del dubbio e della verifica". "Il lessico della verità è ragionevole misura delle cose. Sta qui il senso più profondo dell'impegno che assumo", conclude Barbano.

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Economia

Libertà di stampa, classifica 2024: Italia 46esima, perde 5...

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World Press Freedom Index 2024, la classifica stilata da Rsf

(Fotogramma)

Norvegia, Danimarca e Svezia sul podio del World Press Freedom Index 2024, la classifica della libertà di stampa stilata da Rsf. Ma bisogna scorrere la classifica e scendere fino al 46esimo posto per trovare l'Italia. Meglio fanno Tonga, Fiji, Slovenia. A chiudere la classifica, Afghanistan, Siria ed Eritrea, fanalini di coda rispettivamente ai posti numero 178, 179 e 180. Oggi, 3 maggio, si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa.

"Alcuni gruppi politici alimentano l’odio e la sfiducia nei confronti dei giornalisti insultandoli, screditandoli e minacciandoli - si legge nel report che accompagna la classifica di quest'anno - Altri stanno orchestrando un’acquisizione dell’ecosistema mediatico, sia attraverso media di proprietà statale sotto il loro controllo, sia attraverso media di proprietà privata attraverso acquisizioni da parte di uomini d’affari alleati. L’Italia di Giorgia Meloni (46esima) – dove un membro della coalizione parlamentare al potere sta cercando di acquisire la seconda più grande agenzia di stampa (Agi) – è scesa di cinque posizioni quest’anno".

In generale, però, Italia a parte, la situazione internazionale desta qualche preoccupazione perché "un numero crescente di governi e autorità politiche non stanno assolvendo al proprio ruolo di garanti del miglior ambiente possibile per il giornalismo e del diritto del pubblico ad avere notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate. RSF - si legge ancora nello studio - vede un preoccupante calo del sostegno e del rispetto per l’autonomia dei media e un aumento della pressione da parte dello Stato o di altri attori politici".

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