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Houthi: “Inaccettabile Italia abbia fermato nostro attacco, sue navi a rischio”
Parla il 'volto mediatico' dei ribelli: "Non sarebbe dovuto accadere"
Gli Houthi tornano a minacciare l'Italia, dopo i fatti che hanno coinvolto il cacciatorpediniere 'Caio Duilio' ed il sì del Parlamento alla missione Aspides. A lanciare il 'j'accuse' è stato in un'intervista all'Adnkronos il vice capo dell'Autorità per i media degli Ansar Allah (Houthi) e presidente del consiglio di amministrazione dell'agenzia di stampa Saba, Nasr al-Din Amer, puntando il dito contro l'operazione condotta dalla nave della nostra Marina che ha abbattuto un drone nello Stretto di Bab al-Mandab. Il drone, aveva spiegato il ministero della Difesa, si trovava a circa sei chilometri dal 'Caio Duilio', in volo verso di esso. "Non sarebbe dovuto accadere", afferma Amer.
"Non abbiamo deciso di prendere di mira le navi dell'Italia, ma il fatto che abbia fermato la nostra operazione è inaccettabile", spiega quello che è uno dei 'volti mediatici' degli Houthi - gruppo sciita zaydita che controlla ampie zone dello Yemen tra cui la capitale Sana'a - secondo cui "mettersi a protezione delle navi israeliane e americane" espone l'Italia a rischi e, in particolare, "minaccia la sicurezza delle sue navi in futuro". Amer insiste sul fatto che gli Houthi non abbiano attaccato alcuna nave italiana, esortando ad "evitare informazioni sospette e imprecise".
"Obiettivo sono navi Usa, Gb e Israele"
"Non vogliamo prendere di mira l'Italia o di altri Paesi. Il nostro obiettivo sono le navi americane, britanniche e israeliane e quelle dirette verso l'entità sionista", scandisce Amer nel giorno in cui i miliziani yemeniti - attraverso il loro portavoce militare Yahya Sarea - hanno rivendicato il lancio di "37 droni" contro "un certo numero di cacciatorpedinieri Usa nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden". In precedenza il Comando centrale Usa (Centcom) aveva spiegato in un tweet che la Marina americana e le navi della coalizione nella regione avevano abbattuto 15 velivoli senza pilota.
"Italia nel mirino? Vediamo"
Ma l'Italia potrebbe diventare un obiettivo delle operazioni militari degli Houthi? "Vediamo gli sviluppi e poi decideremo", risponde l'esponente degli Ansar Allah, lasciando intendere un potenziale rischio per il nostro Paese, che di recente ha assunto il comando operativo della missione difensiva europea Aspides. Amer mette in guardia dal ripetere un'operazione analoga a quella che ha visto protagonista il 'Caio Duilio'.
"Se l'Italia fermasse di nuovo un nostro attacco significherebbe un suo maggiore coinvolgimento nella guerra contro di noi", precisa, sottolineando che il Mar Rosso rimane una via commerciale sicura per tutte le navi, ad eccezione di quelle americane, britanniche e dirette verso Israele. "Non ci sono pericoli per (il traffico commerciale, ndr) nel Mar Rosso, tranne per il fatto che è stato militarizzato da America e Gran Bretagna", conclude.
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Muro contro muro fra Turchia e Israele – Ascolta
Mentre la protesta contro la guerra a Gaza sta incendiando le università americane, con occupazioni e arresti e si sta allargando a macchia di leopardo in altre università dall' Europa all'Asia, dall' Oceania al Medio Oriente, le trattative su tregua e ostaggi vanno avanti. Non si ferma intanto il muro contro muro tra la Turchia e Israele. Ankara ha interrotto tutte le esportazioni e importazioni da e verso lo stato ebraico.
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Turchia: “Stop commercio con Israele”. Ira Tel...
Erdogan: "Non potevamo restare a guardare". Israele replica: "Decisione delirante". E si rivolge all'Ocse
"La Turchia ha interrotto tutti gli scambi commerciali con Israele". Lo ha confermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in dichiarazioni dopo la preghiera del venerdì a Istanbul. E' "impensabile per la Turchia rimanere in silenzio di fronte all'aggressione israeliana", ha detto Erdogan. Il presidente turco ha indicato una cifra che ammonta a "9,5 miliardi di dollari".
"Tra Israele e Palestina gli sviluppi sono inaccettabili", ha incalzato nelle dichiarazioni diffuse dalla Trt, citando il bilancio - che arriva dalla Striscia di Gaza - delle persone rimaste uccise dall'avvio delle operazioni militari israeliane scattate dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre in Israele. "Non potevamo restare a guardare", ha scandito il leader turco.
"Il nostro unico obiettivo è costringere Netanyahu, che sta andando fuori controllo con il sostegno occidentale, a un cessate il fuoco. La decisione della Turchia servirà da esempio ad altri Paesi che non sono soddisfatti della situazione attuale (a Gaza, ndr)", ha aggiunto Erdogan, citato dall'agenzia Anadolu. Il leader turco ha quindi precisato: "Non cerchiamo conflitti o controversie con i Paesi della nostra regione".
Israele si rivolge all'Ocse
Israele si è rivolto all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Su X il ministro israeliano dell'Economia, Nir Barkat, ha annunciato di aver presentato una "denuncia" al segretario generale dell'Ocse, Mathias Cormann, contro "la decisione unilaterale" e "delirante" adottata da Erdogan, un "dittatore antisemita" secondo Barkat.
"L'interruzione del commercio marittimo tra i Paesi colpisce soprattutto le aziende europee che non potranno inviare merci dalle fabbriche in Turchia a Israele - ha affermato il ministro nel suo post - Speriamo che l'Ocse adotti misure contro la Turchia per questa decisione delirante di Erdogan, che danneggia tutta l'economia europea. L'Europa deve porre dei limiti a questo dittatore".
Hamas: "Da Turchia decisione coraggiosa"
Per Hamas quella della Turchia è "una decisione coraggiosa". Si tratta di un "riflesso della posizione reale del popolo turco" a sostegno del popolo palestinese per la "libertà e l'autodeterminazione". In un comunicato rilanciato dal giornale 'Filastin', Hamas ha chiesto "a tutti i Paesi, soprattutto ai Paesi arabi e islamici, di rompere ogni legame" con Israele, di "isolarlo a livello internazionale", e ha denunciato "crimini sistematici contro i nostri bambini e civili indifesi nella Striscia di Gaza".
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