Cronaca
Robotica, tecnologie rivoluzionarie per fratture femore
Nell’ambito del progetto nazionale “Fit For Medical Robotics”, una delle idee più ambiziose è stata sviluppata insieme dalla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico Roma e dalla C.O.T. Cure Ortopediche Traumatologiche di Messina: l'utilizzo delle nuove tecnologie per la riabilitazione dopo le fratture del femore. "Lo studio nasce da dati incontrovertibili: il numero di fratture prossimali del femore è in crescita, soprattutto nei pazienti anziani e la riabilitazione è essenziale per ripristinare funzioni motorie e indipendenza nelle attività della vita quotidiana si legge in una nota - Grazie ai sensori di movimento indossabili di ultima generazione più accurati disponibili sul mercato, ad una pedana stabilometrica e un software progettato secondo le più moderne tecniche di user experience, queste nuove tecnologie permettono al paziente di svolgere gli esercizi in modo motivato e corretto, e al professionista di ottenere dati oggettivi lungo tutto il percorso di riabilitazione. Questo software permette 350 esercizi disponibili e svariate soluzioni di utilizzo inoltre, è un dispositivo altamente personalizzabile in base alle condizioni del paziente e ai parametri clinici che il professionista intende valutare e monitorare".
“Un tipo di riabilitazione - spiega il prof. Ferlazzo Ceo della Cot di Messina - che garantisce un elevato livello di coinvolgimento e riesce a migliorare la motricità dei pazienti. Ogni singolo esercizio viene proposto con un biofeedback visivo-uditivo in tempo reale che potenzia la plasticità neurale e favorisce il ripristino dei pattern motori. Consente, inoltre, di effettuare analisi su equilibrio, rischio caduta, cammino, performance degli arti inferiori. Una volta completato un esercizio o una valutazione tutti i risultati sono automaticamente elaborati dal software e resi disponibili sotto forma di report intuitivi che sono molto utili per tenere traccia del percorso eseguito dal paziente, sia in termini quantitativi che qualitativi, con possibilità di visualizzare confronti tra gruppi di pazienti e/o tra esercizi dello stesso paziente”. Il progetto “Fit For Medical Robotics” ha l’obiettivo finale di dimostrare scientificamente quale sia l’utilizzo più efficace di una tecnologia robotica all’interno del percorso riabilitativo del paziente, con la stessa precisione con cui oggi si è in grado di prescrivere un farmaco. Ad un anno dal suo avvio, i ricercatori hanno fatto il punto sui primi risultati e mostrato alcune delle tecnologie che popoleranno le strutture sanitarie. Oggi i robot per la riabilitazione, gli esoscheletri per l’assistenza, le protesi di arto superiore e inferiore, i sensori indossabili e gli algoritmi di intelligenza artificiale per la comunicazione e l’interazione con le macchine, i sistemi di realtà aumentata e virtuale per facilitare l’interazione con la tecnologia sono oggetto di ricerche avanzate ma ancora utilizzati in singoli centri all’interno di piccoli studi sperimentali che offrono i primi risultati incoraggianti.
Per la prima volta in Italia la ricerca sulle tecnologie avanzate per la riabilitazione e la cura connette sinergicamente ingegneri e clinici all’interno di più di 50 diversi studi con oltre 2000 pazienti coinvolti in più di 25 strutture su tutto il territorio italiano. I centri clinici e di ricerca e le aziende coinvolte, capitanati dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) con Università Campus Bio-Medico di Roma e Fondazione Don Gnocchi, operano insieme grazie a un finanziamento di 126 milioni di euro messi a disposizione nell’ambito del Piano complementare al PNRR dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Cronaca
Chico Forti è tornato in Italia: “Ho sognato ogni...
L'intervista esclusiva al Tg1
"Ho sognato ogni giorno questo momento". Lo ha detto Chico Forti, il 65enne trentino rilasciato nei giorni scorsi da un carcere della Florida dopo una lunga detenzione, in un'intervista esclusiva al Tg1 al suo arrivo in Italia. Forti, portato nel carcere romano di Rebibbia, sarà trasferito nei prossimi giorni nel carcere di Verona.
"Spero di vedere presto mia madre e darle un grande abbraccio"
"Mi sono mantenuto così solo per mia madre, spero di vederla presto e darle un grande abbraccio" ha detto. "Rientrare in Italia per me è un passo positivo, cambia tutto, dal personale, la direttrice, le guardie, i vestiti che indosso, che sono italiani. Vorrei ringraziare tante persone, mio zio, Giorgia Meloni, che è stata fantastica, tutto il governo indipendentemente dalle ideologie politiche mi ha aiutato". Fra le persone che vuole ringraziare, ha sottolineato “non possono non menzionare Andrea, Veronica e Virginia Bocelli perché sono stati incredibili”.
"Per la prima volta in 24 anni non ho le manette"
“Per la prima volta non ho un numero, né le manette, è un’altra atmosfera” ha detto. Al conduttore che gli ricorda come si sia sempre dichiarato innocente, risponde: "Certo, è l’unico motivo per cui ho accettato l’estradizione ora, perché all’inizio per avere estradizione dovevo dichiararmi colpevole e non l’avrei mai fatto. E’ contro il mio principio. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, mai mezzo vuoto, sono positivo e sono convinto che il mio futuro a breve sia come io auspico. Accetto questo passo – conclude - so che è un passo obbligatorio”.
Cronaca
Pitbull pericolosi? Veterinari: “Serve obbligo...
Melosi (Anmvi): "Non chiamiamola black list, ma individuiamo criteri che possano identificare le tipologie più a rischio"
Un bambino di 5 mesi è stato ucciso ieri a Vercelli da un pitbull. "Sono dell'idea che per avere alcune tipologie di cani andrebbe introdotta una sorta di patentino obbligatorio" dice all'Adnkronos Salute Marco Melosi, presidente dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi). "Serve uno strumento che possa certificare un possesso responsabile: decidi di prendere un determinato tipo di cane? Bene, ma devi conoscerne le caratteristiche, devi sapere come comportarti per garantire il più possibile una convivenza sicura tra l'animale e l'uomo, in particolare i bambini, soprattutto se molto piccoli". L'ultimo caso ha, infatti, diversi precedenti recenti: pitbull l'aggressore, bambini le vittime ferite o uccise.
"E' vero - ammette lo specialista - ultimamente i pitbull sono la tipologia di cane (in Italia non è riconosciuta come razza) che sta balzando maggiormente alla ribalta della cronaca. Ma in realtà ci sono anche altri cani con caratteristiche simili", tiene a precisare Melosi. "Cani che, oltre ad avere una struttura fisica importante, sono anche stati anche selezionati per compiti particolari, cani da attacco o da difesa". Come evitare altre tragedie? "Se ci si guarda un po' intorno in Europa - osserva il veterinario - ci sono molte nazioni che hanno adottato la soluzione più drastica, cioè hanno vietato il possesso di determinate razze; l'hanno fatto per esempio la Francia, la Germania, l'Inghilterra. Altri Paesi, invece, hanno puntato su una sorta di patentino: se vuoi prendere un determinato cane devi fare un percorso, procurarti un'assicurazione, rispondere a particolari requisiti". E' la via che Melosi propone anche per l'Italia.
"C'è però un problema che resta - sottolinea - ed è quello della black list. E' possibile fare un elenco di razze cosiddette pericolose? Sicuramente alcune è possibile individuarle, ma anche facendolo non sarebbe del tutto escluso che il rischio possa arrivare da altre razze, oppure da meticci che comunque abbiano una certa potenza, una certa struttura fisica e determinate caratteristiche. Molte volte, fra l'altro, si fa confusione tra aggressività (anche un Chihuahua può rincorrerti e morderti) e pericolosità" vera e propria, rischio di danni o di morte. "La questione è dibattuta anche a livello europeo - rimarca l'esperto - sono state proposte più soluzioni e molte strade intraprese non sembrano avere avuto grande successo. Ma io punterei sul possesso responsabile certificato da un patentino obbligatorio". Per quali cani? "Non chiamiamola black list, non puntiamo il dito contro nessuna razza perché la colpa non è degli animali. Però mettiamoci a tavolino - suggerisce il presidente Anmvi - e definiamo dei criteri utili a individuare determinate tipologie di cani che, per particolari caratteristiche fisiche e di selezione, possono presentare dei rischi e il cui possesso necessita di patentino".
Cronaca
Omofobia, Italia non firma dichiarazione Ue
La posizione del governo
L'Italia firma la dichiarazione Ue sull'omofobia insieme ad altri nove Paesi. Ecco perché e qual è la posizione del governo italiano.