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Politica

Riforme, il consigliere giuridico di Meloni:...

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Riforme, il consigliere giuridico di Meloni: “Superate le criticità su secondo premier, ottimo risultato”

Francesco Saverio Marini: "Modello premierato vicino al britannico, ma con elezione diretta"

Francesco Saverio Marini

Gli emendamenti della maggioranza al ddl sul premierato, a firma del governo per sottolinearne il carattere unitario, dopo le numerose limature, "mi sembrano un ottimo risultato". "Si approda ad un meccanismo simile nella sostanza al premierato britannico, in cui il presidente del Consiglio ha il potere di scioglimento". Ne parla con l'Adnkronos il consigliere giuridico di Giorgia Meloni, Francesco Saverio Marini, che guardando agli emendamenti si sofferma su quello governativo all'articolo 4 del ddl, anche detto del secondo premier, ed afferma: "La norma è molto più coerente rispetto alla previsione della elezione diretta ed anche più lineare. Garantirà contro i ribaltoni, perché sarà il presidente del Consiglio eletto, in caso di dimissioni, a scegliere se ottenere lo scioglimento o consentire il proseguimento della legislatura".

All'articolo 4, "sono previste adesso tre eventualità. La prima riguarda la possibilità di mozione di sfiducia da parte del Parlamento, rispetto alla quale trova applicazione la regola del simul-simul, clausola in base alla quale alla sfiducia consegue lo scioglimento"; "la seconda si presenta invece in caso di dimissioni del presidente del Consiglio, ove la norma prevede che il premier, dopo aver informato doverosamente il Parlamento delle sue intenzioni, possa ottenere dal presidente della Repubblica lo scioglimento delle Camere". Infine la terza eventualità: "quella in cui il premier per morte, impedimento o decadenza non può assumere alcuna decisione e sarà dunque il presidente della Repubblica, al pari di quanto accadrebbe a Costituzione vigente, a stabilire se la legislatura può proseguire". Come? "In caso positivo - risponde il costituzionalista - dando incarico a un nuovo presidente del Consiglio scelto sempre tra i parlamentari della maggioranza. Se tuttavia la maggioranza non individua un Presidente del Consiglio alternativo, il Capo dello Stato non potrà che sciogliere le Camere e si andrà al voto. Ovviamente quest’ultima sarà una valutazione esclusivamente del Presidente della Repubblica".

Secondo il consigliere giuridico di Giorgia Meloni, "grazie a questa nuova formulazione si riesce a superare anche l'obiezione per la quale il secondo premier avrebbe avuto più poteri del primo. Con questo emendamento infatti il Presidente eletto direttamente avrà comunque più poteri dell’eventuale secondo Presidente, potendo decidere in caso di dimissioni se chiedere lo scioglimento o far proseguire la legislatura".

Oltre alle modifiche all'articolo 4 del ddl premierato, significativamente innovative secondo Marini sono anche quelle proposte di emendamento all'articolo 3, sul limite ai mandati, che saranno due con la previsione di un terzo se nelle due legislature precedenti il presidente del Consiglio non ha governato per almeno sette anni e mezzo. "Il limite ai mandati del presidente del Consiglio è una scelta coerente con le modifiche all'articolo 4 e con il rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio eletto nelle situazioni di crisi".

Altro emendamento della maggioranza sempre all'articolo 3 del ddl costituzionale è "l'attribuzione formale al Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio del potere di revoca dei singoli ministri oltre a quello di nomina (già previsto nella vigente Costituzione - ndr). Si rafforzano in tal modo i poteri del Presidente del Consiglio e anche del Presidente della Repubblica attraverso un’espressa attribuzione del potere di revoca dei Ministri. Innovazione che merita condivisione - commenta il costituzionalista - anche perché tale aspetto è oggetto, ormai da decenni, di ampio dibattito in dottrina".

E i poteri del Capo dello Stato?: "E' ovvio che rispetto al suo precedente potere di nomina del presidente del Consiglio dei ministri e di scioglimento, l'elezione diretta comporti una qualche forma di riduzione dei suoi poteri. Rimangono, invece, inalterati il ruolo e i poteri di garanzia. Del resto, rafforzando il premier e rendendo il sistema più stabile è fisiologico che diminuiscano le situazioni di crisi con conseguente minore necessità di un intervento del Presidente della Repubblica", assicura. Immodificati rispetto al testo base della riforma i d ue punti intoccabili: l'elezione diretta del premier, prevista nel ddl premierato e la costituzionalizzazione del premio di maggioranza: sul punto "è stata apportata un'unica modifica: l'eliminazione della soglia del 55% in Costituzione, in modo da lasciare maggiore discrezionalità alla legge elettorale" nella definizione del quantum. Per il resto, gli emendamenti sono accorgimenti "puramente tecnici o di coordinamento". (di Roberta Lanzara)

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Politica

Superbonus, resta ‘spalmacrediti’ su 10 anni....

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L'emendamento del governo al dl presentato venerdì scorso non dovrebbe subire scossoni, ma restare sostanzialmente così com'è nonostante le barricate di Forza Italia

Cantiere - Fotogramma

Detrazioni spalmate su 10 anni, anziché 4, per le spese del Superbonus sostenute nel 2024 e 2025. Niente cambi in zona Cesarini, dunque: a quanto apprende l’Adnkronos, l’emendamento del governo al Dl Superbonus presentato venerdì scorso non dovrebbe subire scossoni ma restare sostanzialmente così com’è, e questo nonostante le barricate di Forza Italia che, sulla questione, ha presentato proprio oggi dei subemendamenti volti a stoppare la retroattività della norma messa nero su bianco dal Mef lo scorso weekend. L’obbligo di spalmare i crediti del Superbonus su 10 anni riguarderà solo le spese sostenute nel 2024, con una retroattività limitata. Ciò non toglie che si passerà da 4 a 10 anni, come deciso dall’emendamento governativo arrivato nella sera tra venerdì e sabato con l’obiettivo di diluire su più anni il costo del Superbonus per le casse dello Stato.

Quanto al rinvio della cosiddetta sugar tax - altra partita che vede gli azzurri in prima linea - si tratta per un possibile rinvio di sei mesi, che consentirebbe di spostare la data X da luglio a inizio 2025. Ma l’accordo, caldeggiato da Forza Italia, non c’è ancora per un problema di coperture: decisive saranno le prossime ore. Per sbrogliare la matassa, sono in corso interlocuzioni anche con Palazzo Chigi.

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Politica

Sondaggio politico, Fratelli d’Italia sale e Pd...

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Il rilevamento del Tg La7

Giorgia Meloni

Fratelli d'Italia cresce, il Pd cala, il M5S sale. E' il quadro del sondaggio Swg per il Tg La7 con le intenzioni di voto di oggi, 13 maggio, a meno di un mese dalle elezioni europee di giugno 2024. Fratelli d'Italia si conferma ampiamente primo partito. La formazione guidata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni guadagna lo 0,2% e arriva al 26,8%. Il Pd della segretaria Elly Schlein cede lo 0,1% e vale il 20,5%. Passo avanti del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che passa dal 16,1 al 16,2%. Cedono lo 0,2% la Lega (8,6%) e Forza Italia (8,3%).

Gli Stati Uniti d'Europa si attestano al 4,6%, seguiti da Verdi e Sinistra (4,4%), Azione (4,4%), Libertà (2,4%) e Pace Terra e Dignità (2,2%).

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Politica

Vannacci: “Paola Egonu? Italiana di cui andiamo...

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Lettera di "chiarimenti" del generale dopo le affermazioni sulla pallavolista contenute nel libro "Il mondo al contrario". Dagli omosessuali all'Eurovision fino alla Russia, cosa ha detto sui social e a Bari

Il generale Roberto Vannacci - Fotogramma

Il generale Roberto Vannacci, candidato con la Lega alle elezioni europee, ha scritto una lettera aperta alla pallavolista Paola Egonu per "chiarire" quanto da lui scritto nel suo libro "Il mondo al contrario". L'atleta, per le affermazioni riferite alla sua persona nel volume all'epoca autopubblicato, aveva querelato per diffamazione Vannacci ed è in corso il procedimento penale. La Procura di Lucca (Vannacci è residente a Viareggio) ha chiesto l'archiviazione del fascicolo ma la difesa della campionessa di pallavolo si è opposta e il giudice ha fissato l'udienza preliminare per la discussione in Tribunale per il prossimo 14 giugno.

"Mai avuto dubbi su sua cittadinanza, ma eccellenza sportiva non cela visivamente l'origine"

"Senza alcuna intenzione offensiva e come più volte rappresentato in tante occasioni, ritengo che le diversità e le differenze di religione, di cultura, di origini, di etnia rappresentino una ricchezza per la società e non vadano travisate con la discriminazione che invece si basa sulla negazione dei diritti e della dignità - si legge nella lettera di Vannacci destinata a Paola Egonu -. Non ho mai avuto dubbi sulla sua cittadinanza italiana e sono personalmente e convintamente fiero che Lei rappresenti il nostro tricolore con la Sua eccellenza sportiva ma questo non può celare visivamente la Sua origine di cui, sono convinto, Lei stessa vada fiera".

"Paola Egonu, infatti, è italianissima, è una italiana di cui andiamo orgogliosi: una persona che, per quanto di origini diverse, ha scelto di rappresentare il nostro paese e di aderire senza alcuna riserva agli ideali fondanti della nostra Repubblica assurgendone a simbolo e a rappresentante nel mondo agonistico. La sua diversità, rispetto alle evidenti caratteristiche somatiche della maggioranza della popolazione italiana, è una ricchezza, una risorsa, una peculiarità che La distingue e Le fa onore. Spero, Signora Egonu, di avere compiutamente esplicato il senso delle mie espressioni e mi rallegrerei se in futuro, a Sua discrezione, fosse possibile un amichevole incontro tra noi che mi permetta di esprimerLe a voce i miei più sinceri sentimenti di viva cordialità e chiederLe un autografo".

"Spero di incontrarla"

"Ho ritenuto opportuno inviare la  lettera aperta alla signora Egonu - spiega Vannacci - al fine di illustrare, come peraltro già fatto innumerevoli volte durante moltissime interviste, il vero e genuino significato delle affermazioni che la riguardano e che sono contenute nel mio libro 'Il mondo al contrario'. Ecco allora la chiave di lettura originale, quella dell’autore, che spero possa cristallizzare definitivamente i miei pensieri. Mi auguro di avere anche l'opportunità di incontrare la signora Egonu poiché la stimo come sportiva e come Italiana e, se non altro, per avere anche la possibilità di chiederle un autografo".  

Cosa dice l'avvocato di Vannacci

L'avvocato Massimiliano Manzo, legale che difende il generale Vannacci in questo procedimento penale, ha commentato: "Ho molto apprezzato la lettera di chiarimenti del mio assistito. Credo che, da un'attenta lettura delle sue dichiarazioni, non trasparisse alcuna forma di denigratoria dichiarazione di superiorità di un'etnia rispetto ad un‘altra. Il mio assistito, nell’esprimere alcune sue opinioni nel noto libro, ha solo voluto sottolineare alcune sue idee, ma senza mai essere offensivo. Ritengo, comunque, anche se lo aveva già spiegato a più riprese, che abbia fatto bene ad offrire pubblicamente una interpretazione autentica del suo pensiero".

Dagli omosessuali alla Russia, cosa ha detto Vannacci sui social e a Bari

"Strumentalizzare le mie dichiarazioni ormai è uno sport nazionale. Il mio pensiero è molto chiaro: finché la scienza non troverà il gene dell'omosessualità, vorrà dire che non si nasce omosessuali. Il Coraggio vince, sempre", scrive intanto sui social il generale.

"Bisogna definire che cos'è un esercito comune perché un esercito comune potrebbe essere un esercito in cui ognuno dà una unità, un plotone, una compagnia. E chi comanda questo esercito comune? Chi è che decide che i nostri soldati andranno a morire sul fronte orientale piuttosto che sul fronte occidentale? Quindi prima dobbiamo definire che cosa si intende per difesa comune. Io personalmente sono più per degli Stati sovrani, forti e potenti che uniti insieme coalizzano ed esaltano in maniera esponenziale le loro caratteristiche piuttosto che un crogiuolo dove ogni differenza viene annullata e dove siamo tutti inclusi ma nessuno si sente rappresentato", ha poi detto a margine della Presentazione del suo libro insieme al leader della Lega e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva, quanto sia necessario una un esercito europeo comune e che cosa potrebbe fare lo stesso generale se eletto.

Sul fronte candidatura alle europee, "non mi sento un papa straniero. Sono un candidato indipendente nell'ambito di questo partito con il quale condivido tantissimi principi'', ha spiegato parlando con i cronisti insieme a Salvini, sulle parole del capogruppo Molinari. ''Principio della patria, della sicurezza, della difesa dei confini, delle tradizioni, della famiglia - ha aggiunto - e vogliamo cambiare un'Europa. Quindi saranno poi i cittadini, gli elettori, a decidere chi votare quindi assolutamente non mi sento un papa straniero. Anzi ci sono più legami che questioni che potrebbero magari non essere esattamente collimate''.

Il vincitore dell'Eurovision? "Nessuna polemica. Io ho espresso solamente un'opinione. D'altra parte è una figura molto eccentrica, no? È una figura che non si incontra per strada normalmente e quindi ritengo che probabilmente rappresenti un modello che nella realtà non è facile vedere. È ed è per questo che a volte ci si chiede: ma cosa si vuole premiare? Una prestazione artistica oppure un modello che si vuole far assurgere alla normalità?", ha spiegato ancora incalzato dai cronisti."E' per quello che ho fatto quella esternazione che mi sembra più che motivata", ha concluso.

Sul fronte Mosca, quindi, "io credo che la geografia non sia un'opinione e che quindi la Russia sia in Europa e quindi noi dovremo per forza avere relazioni con la Russia. Per una questione proprio geografica, per una questione di posizionamento e per una questione anche di interessi. Quindi io non vedo l'ora che questa guerra finisca. Prego ogni giorno perché torni la pace e poi dovremo sicuramente ricontinuare a parlare con i nostri vicini di casa", ha spiegato rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva, visti i rapporti storici e religiosi tra la Russia e il capoluogo pugliese, se non sia necessario recuperare il rapporto tra Europa e il gigante orientale che invece, a seguito della guerra in Ucraina, ha rafforzato i legami con la Cina.

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