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Esteri

Gaza, migliaia di palestinesi tornano a nord della Striscia...

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Gaza, migliaia di palestinesi tornano a nord della Striscia dopo ritiro alcuni soldati Israele

Idf: "Presa roccaforte Hamas nel centro di Gaza City". Ministro degli Esteri: "E' terza guerra mondiale contro Iran e Islam estremista"

Cartelli con foto degli ostaggi israeliani - (Afp)

Hamas sarebbe disponibile a liberare 40 ostaggi nelle sue mani a Gaza in cambio del rilascio di 120 palestinesi detenuti in Israele. A riportarlo un articolo dell'agenzia Arab World Press (Awp) - rilanciato dal Jerusalem Post - che cita fonti del gruppo islamista palestinese.

Secondo le fonti, i negoziatori di Hamas avevano chiesto un giorno di cessate il fuoco per ogni ostaggio rilasciato, richiesta respinta da Israele. "I colloqui a cinque tra Egitto, Qatar, Stati Uniti, Israele e Hamas vanno avanti, ma finora non è stato raggiunto alcun accordo", hanno dichiarato le fonti, aggiungendo che i colloqui hanno "accelerato in modo significativo nelle ultime ore" grazie agli "sforzi continui" del Cairo e di Doha.

Haniyeh,'Hamas aperto a governo nazionale per Gaza e Cisgiordania

"Gli ostaggi saranno rilasciati solo alle condizioni stabilite dalla resistenza che è padrona dello spazio e del tempo a Gaza e in Palestina", ha dichiarato il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, citato dai media arabi. Riferendosi ai negoziati e sottolineando che Hamas ha trasmesso le sue posizioni al Qatar e all'Egitto, Haniyeh ha precisato che sono basate sulla "completa cessazione dell'aggressione".

Il capo dell'ufficio politico del gruppo palestinese ha aggiunto che ​"gli uomini della resistenza hanno trasformato i carri armati dell'occupazione in bare carbonizzate e sono diventati leggende di determinazione e resistenza davanti al mondo".

Haniyeh ha inoltre fatto sapere che "per quanto riguarda la situazione interna siamo aperti a un governo nazionale in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza".

Idf: "Presa roccaforte Hamas nel centro di Gaza City"

Intanto le Forze di difesa israeliana (Idf) hanno rivendicato di aver conquistato una roccaforte di Hamas nel centro della zona residenziale di Gaza City. In una nota l'Idf spiega che nel quartiere di Sheikh Radwan le forze speciali hanno preso il controllo del cosiddetto avamposto orientale di Hamas, composto da 37 edifici "nel cuore della popolazione civile". La roccaforte è circondata da edifici residenziali, una scuola e un ospedale, con una moschea nel complesso utilizzata come punto d'incontro per gli agenti di Hamas, hanno riferito le Idf. I militari israeliani ritengono che la roccaforte ''strategica'' sia stata utilizzata dall'intelligence di Hamas e da altre unità del gruppo per ''gestire i combattimenti nell'intera Striscia di Gaza''.

''L'impressione che ci stiamo fermando'' nella guerra contro Hamas ''è sbagliata'', ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant visitando la strada Salah a-Din nel centro della Striscia di Gaza. "Finiremo questa campagna quando Hamas non funzionerà più come organo di governo e certamente non come struttura militare, ci vorrà tempo", ha affermato Gallant.

Ministro degli Esteri: "E' terza guerra mondiale contro Iran e Islam estremista"

Israele è "nel pieno della Terza Guerra Mondiale contro l'Iran e l'Islam estremista". Si è espresso così il nuovo ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, in dichiarazioni riportate dal Times of Israel dopo una cerimonia a Gerusalemme per l'inizio del mandato. Katz, esponente di spicco del Likud che prende il posto di Eli Cohen in base a un accordo interno, ha ribadito che Israele "raggiungerà l'obiettivo di rovesciare Hamas". "Il nostro impegno, come Paese e come ministero, è prima di tutto riportare a casa gli ostaggi con nuove iniziative, esercitare pressioni a livello globale", ha detto Katz.

Migliaia di palestinesi tornano a nord della Striscia

Migliaia di palestinesi sono tornati nel nord della Striscia di Gaza dopo che alcuni soldati delle Forze di difesa israeliane si sono ritirati dall'area. Lo riporta l'emittente al-Jazeera raccogliendo testimonianze. "Le persone qui si siedono e dormono sopra le macerie dove l'odore del sangue e della morte è ovunque", ha detto una donna. ''Qui sono stati commessi molti massacri e tutti i rifugi sono stati presi di mira. La resilienza delle persone sarà sempre più forte di quella dell'esercito di occupazione'', ha aggiunto. Un'altra donna ha dichiarato: ''Non abbandonerò mai il nord di Gaza. Non lascerò mai la mia terra, la mia casa e la mia famiglia nonostante la sofferenza''. Un cittadino palestinese ha quindi rivolto un appello: ''Chiediamo al mondo di affrontare l'occupazione''.

Continuano i raid

Continuano i raid. Sarebbe di almeno 15 palestinesi morti il bilancio di un bombardamento israeliano che ha colpito nella notte una casa a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. E' quanto riferisce l'agenzia palestinese Wafa.

La Mezzaluna Rossa palestinese denuncia che quattro sfollati, tra cui un bambino, sono stati uccisi in un raid aereo israeliano su un palazzo di otto piani della Mezzaluna Rossa palestinese a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. La Mezzaluna Rossa palestinese ricorda che sono 14mila gli sfollati nel palazzo e nel vicino ospedale di al-Amal.

Altri quattro palestinesi sono stati uccisi in un'operazione "antiterrorismo" condotta dall'Esercito israeliano nei pressi di Qalqilia, in Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti delle Forze di difesa israeliane, secondo cui un militare è rimasto lievemente ferito negli scontri avvenuti durante l'operazione, nel corso della quale sono state anche sequestrate ingenti quantità di armi.

Secondo il nuovo bilancio diffuso dal ministero della Salute di Gaza, sono 22.185 i palestinesi morti e 57.035 quelli rimasti feriti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre.

Il ministero dell'Istruzione palestinese ha denunciato che sono 4.156 gli studenti palestinesi morti e 7.818 quelli rimasti feriti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, come riporta l'agenzia Wafa che rilancia un comunicato in cui si precisa che dal 7 ottobre nella Striscia sono rimasti uccisi almeno 4.119 studenti e 7.536 sono rimasti feriti, mentre in Cisgiordania il bilancio parla di 37 morti e 282 feriti. La Wafa riporta anche di 278 scuole pubbliche e 65 affiliate all'Unrwa bombardate e danneggiate nella Striscia di Gaza e di 38 istituti "assaltati" e danneggiati in Cisgiordania.

Iran ringrazia Houthi per "sostegno a popolo palestinese oppresso"

L'Iran ha ringraziato i miliziani yemeniti Houthi per il loro ''sostegno al popolo palestinese oppresso''. Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdolahian, affermando di "stimare e apprezzare la posizione forte e autorevole di Ansarullah'', gli Houthi appunto, ''nel sostenere il popolo oppresso della Palestina". Amirabdolahian ha avuto un incontro nelle scorse ore con il portavoce e capo negoziatore degli Houthi Mohamed Abdulsalam. Il capo della diplomazia iraniana ha quindi annunciato l'appoggio di Teheran alla pace in Yemen e ha espresso soddisfazione per il progresso nei negoziati tra le parti, sottolineando che ''l'Iran appoggerà sempre la volontà del popolo dello Yemen".

Siria: "Raid israeliano alla periferia di Damasco"

Intanto il governo siriano ha denunciato un raid israeliano contro la periferia di Damasco lanciato dalle Alture del Golan occupate dallo Stato ebraico. In una nota del ministero della Difesa siriano pubblicata su Facebook si legge che l'attacco è avvenuto intorno alle 4.35 ora locale contro diverse zone dell'area rurale di Damasco, provocando danni. Poche ore prima, l'Osservatorio siriano per i diritti umani aveva reso noto che milizie filoiraniane avevano sparato razzi verso le Alture del Golan, con le truppe israeliane che avevano risposto attaccando Daraa e Quneitra.

Le forze israeliane hanno confermato di aver effettuato nelle ultime ore raid in Siria. Su X le Idf affermano di aver "attaccato l'infrastruttura militare dell'Esercito siriano in risposta ai lanci di razzi sparati ieri in direzione del territorio israeliano". Non vengono forniti altri dettagli sugli obiettivi.

Turchia: 46 mandati d'arresto per spionaggio per Israele

Almeno 33 persone sono state arrestate in Turchia, sospettate di "spionaggio" per conto del Mossad, per conto di Israele. Lo riporta il giornale Daily Sabah, secondo cui la Procura di Istanbul ha spiccato un totale di 46 mandati d'arresto e nell'ambito dell'inchiesta sono scattate operazioni in otto province della Turchia. L'inchiesta, si legge sul sito web del giornale, ha "scoperto che l'intelligence israeliana era dietro attività incentrate su stranieri residenti in Turchia", 'attività' che vanno dall'"individuazione ad assalti, a tentativi di rapimento".

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Ucraina, Russia abbatte 9 missili Usa Atacms e un drone...

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Intercettati e distrutti anche tre droni ucraini sulla regione russa di Belgorod e altri 57 sulla regione di Krasnodar

Missili - Fotogramma /Ipa

La Russia ha abbattuto nove missili americani Atacms e un drone ucraino lanciati contro la Crimea la scorsa notte. Lo rivendica il ministero della Difesa di Mosca in un post su Telegram, nel quale annuncia anche di aver intercettato e distrutto tre droni ucraini sulla regione russa di Belgorod e altri 57 sulla regione di Krasnodar.

Kharkiv, Zelensky: "Situazione non stabilizzata"

A Kharkiv la situazione è intanto "sotto controllo, ma non stabilizzata", ha ammesso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista all'Afp rilanciata ieri anche dai siti di Kiev, la prima a un media straniero da quando il 10 maggio scorso, a sorpresa, i russi hanno lanciato un'offensiva contro la seconda città del Paese. Zelensky ha ribadito che l'Ucraina "ha circa il 25% di quello di cui ha bisogno" per quanto riguarda la difesa aerea, "per raggiungere la parità" con la Russia servirebbero "120-130" caccia F-16.

Il presidente ucraino ha poi criticato le restrizioni imposte sull'uso delle armi fornite dall'Occidente, che non possono essere usate per colpire il territorio russo. "Loro possono attaccare con qualsiasi arma dal loro territorio contro il nostro - ha denunciato - E' il più grande vantaggio che ha la Russia. Noi non possiamo fare niente ai loro sistemi, che sono collocati in territorio russo, con le armi occidentali".

Secondo la denuncia di un funzionario ucraino, il capo del dipartimento investigativo della polizia regionale di Kharkiv, Serhii Bolvinov, le forze russe hanno catturato 40 civili da una città nella regione di Kharkiv. Parlando con l'emittente Suspilne, il funzionario ha detto che i civili sono stati catturati mentre cercavano di sfuggire a un bombardamento russo. "Le persone vengono tenute in scantinati, interrogate e coloro che conducono gli interrogatori si definiscono dipendenti dell'FSB", ha dichiarato.

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Gaza, serie di raid israeliani: 20 morti. Sullivan oggi da...

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Tra le vittime a Nuseirat 19 persone della stessa famiglia. Giornalista ucciso a Jabalia. Iran conferma: in corso negoziati indiretti con gli Usa in Oman

Campo profughi di Nuseirat, Gaza - Afp

Almeno 20 civili palestinesi, tra cui un giornalista, sarebbero rimasti uccisi e diversi altri feriti in una serie di raid dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito dal giornale 'Filastin', vicino ad Hamas, 19 persone sono morte in seguito ad un attacco a nord del campo profughi di Nuseirat. Sarebbero tutti membri della stessa famiglia. Secondo quanto riferito da al Jazeera, solo una bambina di 10 anni sarebbe sopravvissuta all'attacco e al momento è ricoverata nell'ospedale al Aqsa.

Nei raid sul campo profughi di Jabalia è morto inoltre, come informa l'agenzia Wafa, un giornalista, Abdullah al Najjar, due giorni dopo l'uccisione di quattro suoi colleghi in altri attacchi israeliani. Dal 7 ottobre sono 148 i reporter rimasti uccisi.

Dopo Riad, Sullivan in Israele: vedrà Netanyahu

Incontro a Riad tra il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il consigliere della Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Spa, è stata esaminata "la versione semifinale degli accordi strategici" tra Arabia Saudita e Stati Uniti, che comprendono anche la normalizzazione dei rapporti tra Riad e Israele.

"Durante l'incontro sono state esaminate le relazioni strategiche tra i due Paesi e i modi per rafforzarle in vari campi. È stata discussa la versione semifinale della bozza di accordi strategici, che sono quasi finalizzati", ha precisato la Spa, secondo cui Mbs, l'acronimo con cui è noto il principe, e Sullivan hanno anche discusso di come "trovare un modo credibile di procedere sulla questione palestinese e per una soluzione basata due Stati che soddisfi le aspirazioni e i diritti legittimi del popolo palestinese”.

Il consigliere per la sicurezza americana e bin Salman "hanno anche discusso degli sviluppi regionali, tra cui la situazione nella Striscia di Gaza e la necessità di fermare la guerra, facilitando al contempo l'ingresso degli aiuti umanitari", ha reso noto ancora l'agenzia saudita. Lasciata Riad, Sullivan è atteso in Israele, dove vedrà il premier Benjamin Netanyahu.

Iran conferma negoziati indiretti con Usa in Oman

L'Iran ha intanto confermato che sta tenendo negoziati indiretti con gli Stati Uniti in Oman. Citato dall'agenzia di stampa Mehr, l'ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite, Saeed Iravani, ha detto: "Questi negoziati sono un processo in corso", non sono i primi e non saranno gli ultimi. Il rappresentante di Teheran non ha fornito dettagli sul contenuto dei colloqui, che, secondo quanto rivelato ieri dal sito americano Axios, riguarderebbero il tentativo di evitare un'ulteriore escalation regionale della guerra a Gaza. Ai colloqui che si sono tenuti nella settimana appena conclusa - i primi da gennaio, sempre in Oman, e i primi dopo l'attacco iraniano a Israele del 13 aprile scorso - avrebbero partecipato il consigliere di Joe Biden per il Medio Oriente, Brett McGurk, e l'inviato ad interim per l'Iran Abram Paley.

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Gaza, ultimatum a Netanyahu: scontro con Gantz sul piano...

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L'ex ministro della Difesa e membro del gabinetto di guerra ha chiesto al premier di elaborare un piano contro Hamas entro l'8 giugno o, in caso contrario, si ritirerà dal governo. Durissima la replica

Netanyahu e Gantz - Fotogramma /Ipa

Ultimatum a Benjamin Netanyahu su Gaza e scontro aperto nel governo israeliano sul futuro della Striscia. A dettare le condizioni è l'ex ministro della Difesa e membro del gabinetto di guerra Benny Gantz, che ha chiesto ieri al premier di elaborare un piano per la guerra contro Hamas entro l'8 giugno o, in caso contrario, si ritirerà dal governo.

Il ritiro di Gantz dal gabinetto di guerra non scatenerebbe automaticamente il collasso del governo di Netanyahu. Tuttavia, nota la Cnn, il gesto potrebbe ribaltare l’immagine di unità in tempo di guerra che Netanyahu ha tentato di creare e sostenere finora, soprattutto di fronte alla comunità internazionale.

Il piano per Gaza: cosa ha detto Gantz, la replica

Per Gantz il piano dovrebbe prevedere l'eliminazione di Hamas, il ritorno degli ostaggi, un governo alternativo nella Striscia, ma anche riportare i residenti israeliani nel nord di Israele e sforzi per la normalizzazione con l’Arabia Saudita. Il primo ministro israeliano, insomma, deve scegliere tra "vittoria e disastro", ha spiegato. Se Netanyahu "scegliesse di condurre la nazione nell'abisso, ci ritireremo dal governo, ci rivolgeremo al popolo e formeremo un governo che possa portare a una vera vittoria", ha ammonito. Gantz ha tuttavia difeso le operazioni militari israeliane a Rafah, definendo la città una "porta" per il ritorno di Hamas e ha affermato che, per raggiungere la pace tra israeliani e palestinesi, Hamas non può rimanere a Gaza e deve essere allontanato da Rafah. Riconoscendo l'impatto devastante che la guerra sta avendo sui civili, ha però insistito sulla necessità di una "decisione".

"È necessario un cambiamento qui e ora" ha detto, assicurando che il suo partito di Unità nazionale "farà tutto il possibile per cambiare rotta, per evitare uno schianto contro il muro e per garantire che Israele navighi in sicurezza verso una vera vittoria". Gantz ha quindi denunciato che "mentre i soldati israeliani stanno dimostrando un coraggio incredibile al fronte, alcune delle persone che li hanno mandati in battaglia agiscono con codardia e mancanza di responsabilità. Mentre nei tunnel bui di Gaza gli ostaggi subiscono le agonie dell'inferno, ci sono alcuni che sono coinvolti in sciocchezze", ha accusato ancora il ministro, secondo cui "qualche politico pensa solo a se stesso".

L'ultimatum di Gantz arriva pochi giorni dopo che l'attuale ministro della Difesa Yoav Gallant ha pubblicamente chiesto un piano per il dopoguerra e ha avvertito che si sarebbe opposto al dominio israeliano a Gaza. Gallant ha messo in guardia sulle conseguenze di una presenza militare israeliana a lungo termine nella Striscia e ha denunciato direttamente Netanyahu.

Prevedibilmente, le parole di Gantz hanno provocato l'ira del premier israeliano. Benny Gantz "ha lanciato un ultimatum al primo ministro, invece, di lanciarlo ad Hamas" ha replicato duramente l'ufficio di Benjamin Netanyahu. Richieste che significano "la fine della guerra e la sconfitta per Israele, abbandonare la maggioranza degli ostaggi, lasciare Hamas al potere e creare uno Stato palestinese". L'ufficio del premier israeliano ha quindi rilanciato, ponendogli tre domande: "Gantz vuole vedere l'operazione a Rafah arrivare fino alla fine e, in tal caso, perché minaccia di rovesciare il governo di unità durante l'operazione delle Idf? Si oppone al governo dell'Autorità palestinese a Gaza, anche se Mahmoud Abbas non è coinvolto? Sarebbe favorevole a uno Stato palestinese come parte di un processo di normalizzazione con l'Arabia Saudita?".

"Il primo ministro Netanyahu - si legge ancora nella nota del suo ufficio - è determinato a eliminare i battaglioni di Hamas, si oppone a portare l'Autorità palestinese a Gaza e a creare uno Stato palestinese che sarà inevitabilmente uno Stato terroristico". Netanyahu, aggiunge, "si aspetta che Gantz chiarisca all'opinione pubblica le sue posizioni su questi punti".

Secca la controreplica di Gantz a Netanyahu: "Se il premier mi avesse ascoltato, saremmo entrati a Rafah mesi fa e avremmo concluso la missione. Dobbiamo finirla e creare le condizioni per farlo". Sull'Autorità nazionale palestinese a Gaza, l'ex ministro della Difesa ha affermato che l'Anp non dovrebbe governare la Striscia, mentre potrebbero farlo altri palestinesi, con il sostegno dei Paesi arabi e degli Stati Uniti: "Il primo ministro dovrebbe occuparsi di questo e non boicottare questi sforzi", le parole di Gantz.

lntanto il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, ha esortato i ministri del gabinetto di guerra a "uscire" dal governo, suggerendo che il loro addio all'esecutivo potrebbe portare alla rimozione del primo ministro Netanyahu. "Basta con le conferenze stampa, basta con gli ultimatum vuoti, fuori! Se non fossi al governo, saremmo già nell’era post-Netanyahu e Ben-Gvir", ha detto Lapid rivolgendosi direttamente a Gantz e aggiungedo: "Il fatto che Netanyahu sia ancora al potere è già registrato a tuo nome", ha aggiunto.

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