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Roma-Napoli 2-0, gol di Pellegrini e Lukaku: espulsi...
Roma-Napoli 2-0, gol di Pellegrini e Lukaku: espulsi Politano e Osimhen
I giallorossi salgono a 28 punti, al sesto posto, superando la squadra di Mazzarri ferma a 27
La Roma batte il Napoli 2-0 nel match in calendario oggi per la 17esima giornata della Serie A. I giallorossi allenati da Mourinho si impongono con i gol di Pellegrini e Lukaku. Il Napoli, in una gara nervosa con una valanga di cartellini, chiude in 9 per le espulsioni di Politano e Osimhen. La Roma sale così a 28 punti, al sesto posto, superando i partenopei fermi a 27.
La partita
Mourinho per il big match conferma Belotti dal 1' al fianco di Lukaku, vista l’assenza di Dybala, con Bove, Cristante e Paredes a comporre la mediana, e Pellegrini in panchina. In difesa recupera Mancini, che va ad affiancare N'Dicka e Llorente, mentre sugli esterni ci sono Kristensen e Zalewski, sacrificato El Shaarawy. Dall’altra parte Walter Mazzarri conferma Mario Rui sulla sinistra mentre c'è l’ex Juan Jesus e non Natan al centro della difesa a fare coppia con Rrhamani. Sulla destra Di Lorenzo, mentre a centrocampo giostrano Zielinski, Lobotka e Anguissa. Confermato anche il tridente offensivo con Kvaratskhelia, Politano e Osimhen fresco di rinnovo di contratto.
Partita molto ruvida con diversi scontri a metà campo e bloccata, nei primi minuti di gioco, con le due squadre che sembrano più attente a non prendere imbucate che a creare occasioni. Al 17’ ci prova Cristante dal limite ma manda alle stelle. Al 18’ la prima vera occasione capita ai giallorossi con Bove che ruba palla a centrocampo e serve Lukaku che entra in area e appoggia all’indietro sempre per Bove, tiro a giro immediato e palla che scheggia la parte superiore della traversa. Al 21’ occasione ancora più clamorosa per la Roma: Belotti scappa sulla destra, controllo magistrale in corsa, entra in area e serve Bove solo davanti a Meret ma il centrocampista calcia incredibilmente addosso al portiere del Napoli cha salva un gol fatto.
La Roma alza il pressing e cerca di recuperare il pallone il più vicino possibile l’area del Napoli che non riesce a reagire e creare azioni pericolose. Al 34’ Zalewski entra in area dalla sinistra e calcia ma non trova la porta. Al 36' il Napoli chiede un rigore per un tocco con la mano di Paredes su Osimhen, per Colombo non c'è niente. La gara si scalda e piovono cartellini gialli dopo Mario Rui e Mazzarri, arrivano quelli a Kristensen, Paredes e Cristante oltre a Mourinho, gli animi si scaldano e il direttore di gara sembra non riuscire a tenere la gara in mano.
Al 40' il primo brivido in area della Roma: rovesciata di Osimhen che attraversa tutta l'area senza che né Juan Jesus né Anguissà riescano a correggere in rete. Nel finale confronto ravvicinato tra Mourinho e Kvaratskhelia. Quando il georgiano rimane a terra per un fallo di Cristante, gli animi si scaldano. Il tecnico portoghese interviene, dicendo all’attaccante del Napoli: "Basta, basta, rispetto". Poi si va verso un coreografico chiarimento, con l'intervento anche di Osimhen.
Il Napoli torna in campo più convinto e al 47’ ci prova Zielinski dal limite ma Rio Patricio blocca a terra senza problemi. La gara è più viva ad inizio ripresa con spinte da una parte e dall’altra ma con portieri attenti. Al 55' ripartenza Napoli orchestrata da Politano, tiro di Kvaratskhelia troppo centrale e bloccato dal portiere giallorosso. Mazzarri inserisce Cajuste per Lobotka infortunato. Al 66’ ripartenza del Napoli con Politano bloccata da Zalewski, ammonito, ma l’esterno del Napoli scalcia come reazione dopo il fallo subito e si prende il cartellino rosso. Napoli in dieci uomini e Mou inserisce Pellegrini, Azmoun ed El Shaarawy per Paredes, Belotti e Zalewski per tentare la via del gol a 20 minuti dal termine della gara. Al 73’ ci prova Lukaku con un sinistro in corsa che termina alto.
Al 75’ la Roma passa in vantaggio, Celik appena entrato scatta sulla destra e mette al centro, batti e ribatti in area e palla a Pellegrini che in mezza girata trova l’angolo alla sinistra di Meret per l’1-0. Mazzarri cerca di correre ai ripari inserendo Zerbin per Mario Rui ma si espone ai contropiedi giallorossi e su uno di questi Lukaku entra in area sulla sinistra e tenta un colpo sotto che Meret smanaccia in angolo. Gara sempre più tesa e Napoli che chiude in nove per il doppio giallo a Osimhen. Al 90’ ancora Meret protagonista, sventa in area. Al 92’ si invola El Shaarawy in area servito da Pellegrini ma il portiere del Napoli salva ancora la sua porta. In pieno recupero al 96’ la Roma raddoppia contropiede innescato da Lukaku che alla fine riceve nuovamente il pallone e batte Meret per il 2-0 finale.
Politica
Europee, legale Vannacci: “Notizia su ineleggibilità...
Il generale sarebbe incandidabile in Centro per le elezioni in Italia secondo l'articolo 1485 del codice dell'ordinamento militare, ma la norma non varrebbe per l'Ue. Ministero Difesa: nessuna violazione
"La notizia per cui il generale Vannacci sarebbe ineleggibile al Parlamento europeo è destituita di fondamento e si fonda sulla confusione con le norme che regolano l'elezione al Parlamento nazionale. L'art. 1485 del Codice dell’ordinamento militare, nel definire le cause di ineleggibilità dei militari, infatti, rimanda al solo decreto del presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 che, appunto, è il testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati. Trattandosi di norma speciale, non si applica oltre i casi e i tempi in essa considerati”. Lo riferisce l'avvocato Giorgio Carta, legale del generale Roberto Vannacci. “La questione, del resto, era già stata debitamente approfondita dal generale, al momento di valutare la proposta della candidatura", ha spiegato.
Difesa: nessuna violazione codice militare
Sulla candidatura con la Lega di Vannacci alle elezione europee ieri è intervenuto anche il Ministero della Difesa, il quale ritiene che non vi siano state violazioni del codice dell’ordinamento militare. "Relativamente a quanto riportato da alcuni organi di stampa in merito alla ineleggibilità del Gen. Vannacci il Ministero della Difesa, effettuate le dovute verifiche con gli organi competenti", in una nota precisa che "l'art. 1485 del Codice dell'ordinamento Militare (Com), nel definire le cause di ineleggibilità al Parlamento rimanda al Dpr 30 marzo 1957, n. 361. Il Dpr in parola, tuttavia, disciplina le norme per la elezione alla Camera dei Deputati e specifica in particolare che non sono eleggibili 'gli ufficiali generali, gli ammiragli e gli ufficiali superiori delle Forze Armate dello Stato, nella circoscrizione del loro comando territoriale'". "L'art. 1486 del Com poi - prosegue la nota -, nel disciplinare le cause di ineleggibilità alla carica di consigliere regionale, specifica che 'non sono eleggibili a consigliere regionale nel territorio nel quale esercitano il comando, gli ufficiali generali, gli ammiragli, e gli ufficiali superiori delle Forze armate'. Il citato articolo, inoltre, specifica che 'la causa di ineleggibilità non ha effetto se l'interessato cessa dalle funzioni per dimissioni, trasferimento, revoca dell'incarico o del comando, collocamento in aspettativa non retribuita, non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature'. Tutto ciò premesso, fatta salva la competenza del Ministero dell'Interno in merito all'eleggibilità di un candidato (qualsiasi), il Ministero della Difesa non ritiene vi siano state violazioni del codice dell’ordinamento militare".
Vannacci: "Stupidaggini, non è vero"
Lo stesso Vannacci ha parlato di "stupidaggini". "Non ne so nulla e non è vero. A me non risulta", ha detto il generale, sottolineando che la norma del Codice dell'ordinamento militare secondo cui gli ufficiali che hanno esercitato le loro funzioni nella circoscrizione in cui sono candidati sono ineleggibili, "è norma applicabile alle elezioni amministrative, non alle europee. È questo che mi risulta".
Esteri
Proteste pro Gaza, chiusa sede Sciences Po di Parigi
Studenti occupano ateneo: sit-in e sciopero della fame da parte di sei studenti “in solidarietà con le vittime palestinesi”
Sospese le lezioni all'università Sciences Po di Parigi, che è rimasta chiusa oggi dopo che gli studenti che manifestano contro Israele e la guerra a Gaza l'hanno occupata. Resta quindi alta la tensione tra l'amministrazione dell'ateneo e la componente studentesca, che spiega: ''I negoziati non stanno facendo progressi''.
Dopo un dibattito interno giovedì mattina sul Medio Oriente, considerato “deludente ma non sorprendente” , gli studenti del comitato palestinese di Sciences Po hanno annunciato ieri un “sit-in pacifico” nell’aula scolastica e l'inizio di uno sciopero della fame da parte di sei studenti “in solidarietà con le vittime palestinesi” .
Ieri sera l'occupazione del campus è stata votata da un centinaio di studenti riuniti in un'assemblea generale. Gli scioperi della fame continueranno fino a quando "non si terrà un voto ufficiale e non anonimo nel consiglio dell'Istituto per l'indagine sui partenariati con le università israeliane ", ha detto Hicham, del comitato Palestina.
"In seguito alla votazione sull'occupazione studentesca, gli edifici in 25, 27, 30, rue Saint-Guillaume e 56, rue des Saints-Pères, rimarranno chiusi venerdì 3 maggio. Vi invitiamo a continuare a lavorare da casa", si legge in un messaggio ai dipendenti inviato dal dipartimento Risorse Umane di Sciences Po.
Nei giorni scorsi la polizia parigina era intervenuta per sgombrare una cinquantina di studenti che si erano accampati all'interno dell'università della Sorbonne. "La polizia ha fermato con la forza gli studenti che si erano accampati, come è successo alla Colombia e a Sciences Po, a sostegno della Palestina", ha scritto su X l'organizzazione Rovolution Permante, pubblicando un video dell'irruzione della polizia nel cortile dell'università parigina.
Prima dell'intervento degli agenti, gli studenti avevano steso una grande bandiera della Palestina, osservando un minuto di silenzio per gli oltre 34mila palestinesi rimasti uccisi nell'offensiva israeliana a Gaza.
Cronaca
“Esercito italiano va potenziato, in fretta”:...
La guerra in Ucraina "ha cambiato i paradigmi sul campo: siamo tornati all’uso di artiglierie, carri armati, perfino alle trincee. Per noi europei è stato dirompente"
"L’Esercito deve essere rivisto sotto diversi profili. Sono cambiati gli scenari, le minacce e, quindi, le esigenze, anche degli altri Paesi Nato. Vanno rivisti soprattutto i principali sistemi d’arma, potenziati gli strumenti, adeguate le strutture e le procedure d’impiego. Bisogna sbrigarsi, perché non sappiamo cosa accadrà. Mentre politica e diplomazia fanno il loro lavoro, noi dobbiamo impegnarci a farci trovare pronti, sperando di non dover mai entrare in azione: l’Italia deve diventare una nazione con una capacità di deterrenza reale e credibile". A dirlo, in un'intervista al 'Corriere della Sera', il generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito in occasione del 163° anniversario della creazione dell’Esercito italiano.
Secondo Masiello la guerra in Ucraina "ha cambiato i paradigmi sul campo: siamo tornati al confronto fra unità meccanizzate e corazzate, all’uso delle artiglierie, carri armati, macchine specializzate per la mobilità e contro-mobilità. Perfino alle trincee. Per noi europei, che veniamo da anni di missioni di pace, è stato dirompente. A ciò si uniscono l’uso massiccio di droni e l’importanza dei nuovi domini, della guerra cibernetica, della disinformazione per orientare le opinioni pubbliche e il morale dei combattenti. Scambiare informazioni con l’Intelligence è fondamentale, bisogna attrezzarsi per i grandi cambiamenti nel modo di combattere". Per troppo tempo, aggiunge il generale, "l’Esercito non è stato considerato una forza armata tecnologica. Bisogna invece stare al passo con i mezzi a disposizione di eventuali avversari. Va recuperato anche un gap con le 'sorelle', la Marina e l’Aeronautica. E occorre accorciare i tempi di individuazione delle tecnologie necessarie, sburocratizzare le procedure di acquisizione, aderire alla velocità del mondo che evolve".
Ad oggi, evidenzia poi Masiello, "l’organico non è sufficiente, i due scenari di guerra -Ucraina e Striscia di Gaza - ci insegnano che serve la massa, perché le forze si logorano e vanno rigenerate: un problema che si affronta con un incremento anche modesto delle consistenze delle singole forze armate - servono almeno 10mila soldati in più, come affermato dall’ammiraglio Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa -, a cui bisogna inevitabilmente affiancare riserve, per aumentare gli organici all’esigenza".