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Olanda, Follini: “Con Wilders la destra muscolare entra in Europa

Il punto di vista di Marco Follini per l'Adnkronos

Olanda, Follini:

"Si va affermando nel mondo una destra che non ci era mai stata, fin qui, troppo familiare. La destra estrema di Trump, anni fa negli Usa. Poi quella, assai simile, di Bolsonaro in Brasile. Poi ancora, in questi giorni, quella di Milei in Argentina. E da ultimo quella di Wilders in Olanda. E’ la progressiva radicalizzazione di un sentimento conservatore che diventa via via più aggressivo, spavaldo, intollerante. In una parola estremo.

Nulla a che vedere con le nobili tradizioni di Churchill e del generale De Gaulle. E neppure con la svolta che negli anni ottanta Reagan e la Thatcher impressero a un occidente che era quasi sempre stato prudentemente centrista. Fin lì la destra era stata a sua volta liberale, liberista, antistatalista. Ma la misura del suo dissenso, della sua distanza dal modello sociale che aveva preso forma dopo la guerra, era sempre rimasta nei limiti di una dialettica giocata tra forze che volevano essere ostili ma non troppo.

Ora quello schema sembra essersi rotto. La nuova destra che ha preso ad affermarsi da qualche anno a questa parte si è andata infatti radicalizzando, fin quasi ad assumere tratti, chiamiamoli così, 'rivoluzionari'. Dapprima la vittoria di Trump e della Brexit. Poi un progressivo impennarsi di aggressività fino a scalare le vette dell’eversione. L’assalto dei repubblicani a Capitol Hill. L’imitazione dei seguaci di Bolsonaro al parlamento di Brasilia. E la settimana scorsa l’affermazione del candidato che brandisce la motosega a Buenos Aires. Un fitto calendario di gesti, proclami, pronunciamenti che sembrano annunciare scenari sempre più bellicosi, tali da spezzare quella trama di reciproci riconoscimenti su cui le democrazie si fondano da che mondo e mondo.

Ora questa spinta sembra poter penetrare per la prima volta nel cuore della cittadella europea. La vittoria di Wilders in Olanda annuncia infatti la possibilità di un governo anti- Ue in uno dei paesi fondatori. Certo, c’è sempre la possibilità che non trovi i voti per fare maggioranza in Parlamento. E forse perfino la possibilità che cambi idea in corso d’opera. Ma non andrebbe sottovalutato il fatto che il suo partito abbia vinto adombrando l’eventualità di un referendum contro la permanenza del paese nel contesto europeo. Anche solo il parlarne fa capire che il Rubicone potrebbe essere attraversato, più prima che poi.

Le democrazie occidentali sono sempre state luoghi assai civili. Luoghi nei quali la disputa politica, per quanto accesa, non metteva quasi mai in discussione alcuni presupposti comuni. E il cosiddetto mainstream, quel diffuso sentimento di buonsenso largamente unitario, improntava la disputa politica raffreddandone certi ardori troppo minacciosi.

In questo contesto lo spazio per le posizioni più estreme, quasi eversive dell’ordine costituito, era ridotto ai minimi termini. C’erano frange, a sinistra e a destra, che coltivavano argomenti e visioni agli antipodi, questo sì. Ma poi prendeva quasi sempre il sopravvento quel comune sentire che riportava il conflitto dentro il suo alveo naturale. Edulcorandolo, senza spegnerlo.

Ora questo sapiente gioco di equilibri viene messo in forse. E riprende vigore un’idea della politica assai muscolare e fin troppo combattiva. Un’idea che appare più forte sulla destra che sulla sinistra, ma che assai probabilmente finirà per contagiare un po’ tutti. Conseguenza del populismo, si dirà. Ma anche forse di uno smarrimento che attraversa le grandi democrazie occidentali alle prese con uno scenario di declino. E che costringe un po’ tutti -destre, sinistre e ipotetici centri- a ripensare se stessi in una chiave non troppo nostalgica. E’ ovvio che anche Meloni si troverà davanti a questo bivio. E farà una bella differenza da che parte infine deciderà di attraversarlo". (di Marco Follini)

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Politica

Meloni a Gedda: “Santanchè? Non ho le idee chiare, la...

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La presidente del Consiglio sul caso Visibilia: "Riflessione in un clima assolutamente sereno". L'attacco all'opposizione: "M5S e Pd hanno condannati e arrestati, no lezioni da loro". E su Almasri: "Non ha deciso il governo di liberarlo"

Giorgia Meloni e Daniela Santanchè (Fotogramma/Ipa)

"Sgomberiamo il campo, non c'è nessun braccio di ferro" sul caso della ministra Daniela Santanchè. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni risponde così ai cronisti sulla vicenda Visibilia, con la ministra del Turismo accusata di falso in bilancio, a margine della sua visita sul veliero Amerigo Vespucci, ormeggiato al porto di Gedda in Arabia Saudita.

"Non c'è preoccupazione, non c'è un imbarazzo che addirittura mi porterebbe a non presentarmi al Consiglio dei Ministri, a spostare la data della mia visita in Arabia Saudita per non incontrare la ministra Santanchè. C'è una riflessione che deve tenere conto del quadro generale in un clima assolutamente sereno".

"Io non credo che un semplice rinvio a giudizio dia si per sé motivo di dimissioni, penso anche che la ministra Santanchè stia lavorando ottimamente, dopodiché la valutazione che semmai va fatta è quanto tutto questo possa impattare sul suo lavoro. E questa è una valutazione che va fatta con la ministra Santanchè e che forse deve fare soprattutto la ministra Santanchè, ma è quello su cui io attualmente non ho le idee chiare".

"La incontrerò per parlare"

Se vedrò Santanchè? "Penso che la incontrerò", per ora "non sono riuscita. Avete visto che le mie giornate non sono state serenissime, non era una mia priorità rispetto alle cose delle quali mi sto occupando" ma "sicuramente parlerò con Daniela".

"M5S e Pd hanno condannati e arrestati, no lezioni da loro"

"Rispetto al cancan dell'opposizione" sul caso Santanchè, dico che "essere garantisti con la sinistra e giustizialisti con la destra anche no. Ho Giuseppe Conte che mi dice che devo far dimettere un ministro che non è mai stato condannato quando ha un vicepresidente del partito condannato in via definitiva; ho Elly Schlein che invoca le dimissioni del ministro Santanchè per un rinvio a giudizio, ma non chiede le dimissioni al presidente della provincia di Salerno agli arresti domiciliari per corruzione. Quindi, lezioni da questi pulpiti anche no".

Caso Almasri

Sul caso Almasri, la Corte penale internazionale "chiede chiarimenti e manderemo i chiarimenti" ma "ne chiederemo a nostra volta anche sulla base delle interrogazioni che sono state presentate. Credo che anche la Corte debba chiarire perché la procura ci abbia messo mesi a spiccare questo mandato di arresto e perché il mandato di arresto sia stato spiccato quando Almasri aveva già attraversato credo almeno tre nazioni europee e lasciava la Germania per andare verso l'Italia. Anche io vorrei chiedere e chiederò dei chiarimenti alla Corte internazionale e spero che su questo tutte le forze politiche vogliano darci una mano".

Su Almasri "non parliamo del caso di un trafficante di uomini". "Almasri è stato liberato sulla disposizione della Corte d'Appello di Roma, non sulla disposizione del governo: quindi non è una scelta del governo. Quello che il governo sceglie di fare, di fronte a un soggetto pericoloso per la nostra sicurezza, è espellerlo immediatamente dal territorio nazionale". A proposito del volo di Stato che ha riportato Almasri in Libia "segnalo che non è un'innovazione. In moltissimi casi di detenuti da rimpatriare, soggetti pericolosi, non si usano voli di linea anche per la sicurezza di chi viaggia sui voli di linea: è una prassi consolidata e non inventata da questo governo, utilizzata anche dai governi precedenti sui quali non è mai stato posto un problema", ha puntualizzato la presidente del Consiglio.

Scalata Mps a Mediobanca

Se l'operazione Mps su Mediobanca "dovesse andare in porto ovviamente noi parleremmo della nascita di quel terzo polo bancario del quale abbiamo a lungo parlato nel dibattito - non solo politico - italiano. Sicuramente, è un polo che potrebbe avere un ruolo importante nella messa in sicurezza dei risparmi degli italiani". "L'operazione di Mps su Mediobanca è un'operazione di mercato" e "noi dobbiamo essere orgogliosi del fatto che Mps, banca più antica del mondo, per anni vista dai cittadini e dalla politica solo come un problema da risolvere, oggi è una banca perfettamente risanata che avvia operazioni ambiziose. Penso che questo ci debba rendere tutti quanti orgogliosi per il lavoro che abbiamo fatto su Monte dei Paschi".

Proteste Anm

"Le proteste sono sempre legittime. A me può rammaricare questo atteggiamento dell'Anm per cui qualsiasi tentativo di riforma materia di giustizia viene letta come una specie di Apocalisse, una fine del mondo che bisogna rifiutare senza se e senza ma" dice la premier. "Penso che non giovi neanche ai magistrati, perché anche tra le posizioni più distanti, quando poi ci si siede a un tavolo e ci si confronta, dei punti di contatto si trovano".

"Rispetto a quella Costituzione che viene ostentata, mi corre l'obbligo di ricordare che l'articolo 49 della Costituzione dice che i cittadini hanno diritto di associarsi in partiti politici per concorrere con metodo democratico alla determinazione della politica nazionale. Questo significa che i cittadini si organizzano in partiti politici, i cittadini votano, i cittadini decidono attraverso i programmi di chi vince le elezioni quali debbano essere le scelte della politica e quindi noi stiamo facendo qualcosa che è perfettamente 'fit', perfettamente adeguato a quello che c'è scritto la Costituzione, mentre io non trovo un articolo della Costituzione che dice la giustizia non si può riformare", ha rimarcato la presidente del Consiglio.

La visita all'Amerigo Vespucci

"L'Italia è come questa nave: se ognuno non fa la propria parte, al proprio posto, non si può navigare" ha detto Meloni nel corso della visita a bordo del veliero Amerigo Vespucci, ormeggiato al porto di Gedda. "E particolarmente, non si può navigare quando il mare è tempestoso", ha scandito la presidente del Consiglio nel suo discorso davanti all'equipaggio della nave scuola della Marina Militare.

"La nave Vespucci non è mai stata solo una nave scuola, la Signora dei Mari, orgoglio delle nostre forze armate. E' stata molto di più. Simbolo di storia, di sapienza, tradizione e innovazione. E' una straordinaria ambasciatrice d'Italia, come questo tour mondiale ha dimostrato molto bene ancora una volta. E' una scuola di Italia" che "racconta i valori e la cultura di cui noi siamo portatori. Racconta il coraggio e la dedizione di cui siamo capaci".

L'Amerigo Vespucci è partita da Genova il 1° luglio 2023 per un tour mondiale in cui ha già toccato 5 continenti (30 Nazioni e 35 porti). Il Tour della 'Signora dei Mari' si concluderà a Genova il 10 giugno, in concomitanza con la Giornata della Marina.

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Politica

Meloni in Arabia ‘avvisa’ Santanchè:...

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La premier sul caso Almasri: "Daremo chiarimenti a Corte penale internazionale, ma ne chiederemo anche"

Giorgia Meloni e Daniela Santanchè - Fotogramma /Ipa

Al "Porto islamico" di Gedda, seconda città più grande dell'Arabia Saudita dopo la capitale Riad, il vento che soffia dal Mar Rosso mitiga il caldo del pomeriggio. All'ombra della nave scuola Amerigo Vespucci - dove salirà a bordo per salutare l'equipaggio - Giorgia Meloni parla per la prima volta in pubblico del caso Daniela Santanchè, della spinosa vicenda giudiziaria che vede coinvolta la ministra e che rischia concretamente di intralciare la navigazione del suo governo.

La presidente del Consiglio prova a sgomberare il campo da ricostruzioni che, a suo avviso, non renderebbero giustizia alla verità dei fatti: "Non c'è nessun braccio di ferro" né "preoccupazione" o "imbarazzo", puntualizza in riferimento ai retroscena secondo cui avrebbe modificato le tappe della sua missione in Arabia Saudita per non incontrare Santanchè, che è attesa proprio a Gedda il prossimo 27 gennaio.

Meloni parla di una "riflessione" in corso, in un clima "assolutamente sereno". Prima, la premier sposa la linea garantista nei confronti di Santanchè, lodandone "l'ottimo lavoro": "Non credo che un semplice rinvio a giudizio sia di per sé motivo di dimissioni". Poi però mette in chiaro che una "valutazione" va fatta, semmai, su quanto le grane processuali legate alla vicenda Visibilia possano "impattare sul suo lavoro di ministro". E questa è una valutazione "che forse deve fare soprattutto il ministro Santanchè", perché, ammette Meloni, "io attualmente non ho le idee chiare".

Il confronto tra le due ci sarà: "Parlerò con Daniela", assicura Meloni. Che non risparmia frecciate all'opposizione, accusandola sostanzialmente di doppiopesismo per aver invocato le dimissioni di Santanchè pur avendo in casa condannati in via definitiva (come Chiara Appendino, vicepresidente del M5S) e persone agli arresti per corruzione (il riferimento di Meloni è al presidente dem della provincia di Salerno Franco Alfieri): "Lezioni da questi pulpiti anche no".

Caso Almasri, cosa ha detto la premier

Interpellata dai giornalisti nel punto stampa a margine della visita, Meloni risponde su un altro caso che sta creando non pochi imbarazzi al governo, quello del militare Njeem Osama Almasri, il comandante libico accusato di crimini contro l'umanità e rilasciato dalle autorità italiane.

La Corte penale internazionale ha chiesto chiarimenti all'Italia "e noi glieli daremo", dice la presidente del Consiglio, "ma ne chiederemo a nostra volta". Per Meloni, la procura deve chiarire come mai "ci abbia messo mesi a spiccare questo mandato di arresto" e perché "il mandato di arresto sia stato spiccato quando Almasri aveva già attraversato almeno tre nazioni europee e mentre stava lasciando la Germania per andare verso l'Italia". La premier precisa poi che la liberazione di Almasri non è stata una disposizione del governo "ma della Corte d'Appello di Roma". E sul volo di Stato che ha riportato il criminale in Libia, sottolinea: "Nel caso di soggetti pericolosi, non si usano voli di linea, anche per la sicurezza di chi viaggia: è una prassi utilizzata anche dai governi precedenti, ma prima non è mai stato posto il problema...".

Proteste Anm, la replica di Meloni

Parlando delle proteste dei magistrati contro la riforma della giustizia, la leader di Fratelli d'Italia si dice "rammaricata" per l'atteggiamento dell'Anm "per cui qualsiasi tentativo di riforma materia di giustizia viene letta come una specie di apocalisse, una fine del mondo che bisogna rifiutare senza se e senza ma. Penso che questo non giovi neanche ai magistrati, perché anche tra le posizioni più distanti, quando poi ci si siede a un tavolo e ci si confronta, dei punti di contatto si trovano", prosegue Meloni, rivendicando il diritto del governo a intervenire sulla giustizia: "Non c'è un solo articolo della Costituzione che dica che la giustizia non si può riformare".

Scalata Mps a Mediobanca

In merito al terremoto nella finanza scatenato dal tentativo di scalata di Mps su Mediobanca, Meloni spiega che si tratta di "un'operazione di mercato": "Noi - afferma - dobbiamo essere orgogliosi del fatto che Mps, banca più antica del mondo, per anni vista dai cittadini e dalla politica solo come un problema da risolvere, oggi è una banca perfettamente risanata che avvia operazioni ambiziose". La premier benedice la nascita del terzo polo bancario, "che potrebbe avere un ruolo importante nella messa in sicurezza dei risparmi degli italiani".

Oggi incontro Meloni-bin Salman

La visita di Meloni in Arabia Saudita proseguirà intanto oggi ad Al-Ula, sito archeologico patrimonio dell'Unesco, dove il capo del governo avrà un bilaterale con il Principe ereditario e primo ministro saudita Mohammed bin Salman. Molti i temi sul tavolo: dal conflitto israelo-palestinese a quello russo-ucraino, passando per Siria, Libano, Iran e Piano Mattei per l'Africa.

La premier arriverà con una folta delegazione di imprese e partecipate (tra i presenti, l'amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani) e siglerà con bin Salman l'avvio di un partenariato strategico. A margine della visita verranno anche firmate numerose intese tra i due governi in diversi settori: difesa, mobilità sostenibile, cooperazione energetica, sport e tutela del patrimonio culturale e archeologico. (dall'inviato Antonio Atte)

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Politica

Renzo Piano tra i ‘Paperoni’ del Parlamento,...

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Il senatore a vita risulta più povero di 500mila euro rispetto all'anno scorso. Ma sono due donne le più ricche del Parlamento

Renzo Piano - Fotogramma

Con poco più di 2,4 milioni di euro di imponibile il senatore a vita Renzo Piano si conferma tra i 'Paperoni' del Parlamento, almeno stando alle dichiarazioni dei redditi 2024 fino ad ora arrivate agli uffici di Camera e Senato. Il Cud dell'archistar era uno di quelli ancora non consegnati e mancano all'appello altri 'milionari del Palazzo' come il deputato-imprenditore della Lega, Antonio Angelucci. Carte alla mano, Piano risulta più 'povero' di circa 500 mila euro rispetto all'anno scorso (quando aveva denunciato al fisco 2 milioni e 901mila euro di cui 2,5 guadagnati in Francia e quasi 400 mila in Italia).

Scorrendo la 'dichiarazione per la pubblicità della situazione patrimoniale' di Piano, consegnata il 20 dicembre scorso, si scopre che per il periodo di imposta 2023 l'architetto genovese (autore di progetti iconici come quello del Centre Pompidou di Parigi) ha percepito in Francia 2 milioni 039 mila 659 euro mentre in Italia ha dichiarato 365mila 700 euro: in totale si tratta di uno 'stipendio' di 2 milioni 405 mila 359 euro. Matteo Renzi con oltre 2,339 milioni di euro resta stavolta il più ricco dei leader di partito e i presidenti del Consiglio.

Due donne le più ricche del Palazzo

Per onor di cronaca, infatti, i più 'Paperoni' tra Camera e Senato sono due donne, entrambe di centrodestra e avvocate: la senatrice della Lega ed ex ministro della Pubblica amministrazione nel primo governo Conte, Giulia Bongiorno (dichiara 2 milioni 433 mila 862 euro) e Cristina Rossello (ha percepito poco più di 3 milioni di euro) deputata di Forza Italia e coordinatrice del partito azzurro a Milano (in passato avvocata di Silvio Berlusconi nella causa di separazione da Veronica Lario, studio a Milano, Roma e Bruxelles, consigliere nel cda Mondadori dal 2012).

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