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Fedez a Domenica In, la confessione: “Salvato dalla...
Fedez a Domenica In, la confessione: “Salvato dalla mia famiglia”
"Se oggi sono ancora qui e non sono andato oltre la progettualità" di gesti estremi "è solo per la mia famiglia"
"Se oggi sono ancora qui e non sono andato oltre la progettualità" di gesti estremi "è solo per la mia famiglia: a volte il dolore è talmente forte che pensi a gesti estremi. Ma ci sono responsabilità, ci sono i figli. Il pensiero di recare un danno così grave alle persone a cui tieni di più ti frena". Fedez, a Domenica In, si apre con Mara Venier e non nasconde nemmeno i momenti più bui vissuti negli ultimi anni, condizionati da gravi problemi di salure.
"A 34 anni ne ho viste un po'. Il mio fisico ha reagito a cose invasive. Da una parte c'è il corpo e dall'altra c'è la mente: siamo portati a pensare che si debba pensare al fisico sano e trascuriamo la mente, che a volte è più importante. Tante persone soffrono di problemi di salute mentale, ma se ne parla poco. Io ho dovuto fare i conti con la possibilità di morire, si tratta di affrontare una cosa grande in modo così precoce. E questo è traumatico, non è sano per la mente. Anche dopo l'operazione" per il tumore al pancreas "c'erano degli strascichi".
"Volevo fare un'indigestione di vita: uscivo sempre, dormivo poco. Prendevo psicofarmaci. A Sanremo 2023 ero al culmine della mancanza di lucidità. Dopo qualche settimana ho iniziato ad avere tic alla bocca, non riuscivo a parlare. Ho sospeso immediatamente tutti i farmaci e sono caduto in una depressione profonda, c'è voluto un po' per risalire la china con l'aiuto di specialisti. In Italia, seguire questi percorsi è un privilegio ed è assurdo che sia così", dice.
"Se oggi sono ancora qui e non sono andato oltre la progettualità è solo per la mia famiglia: a volte il dolore è talmente forte che pensi a gesti estremi. Ma ci sono responsabilità, ci sono i figli. Il pensiero di recare un danno così grave alle persone a cui tieni di più ti frena", confessa.
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Israele-Gaza, fosse comuni a Khan Yunis: Onu chiede...
Nell'area recuperati 283 cadaveri. Le forze di difesa israeliane respingono le accuse
Le Nazioni Unite hanno chiesto che venga condotta una ''inchiesta credibile e indipendente'' sulle fosse comuni scoperte a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, dove sono stati rinvenuti 283 cadaveri. Si tratta di notizie ''estremamente preoccupanti'' e che necessitano ''ancora una volta'' che ''tutti questi siti vengano investigati a fondo'', ha dichiarato il portavoce della Segreteria generale dell'Onu Stephane Dujarric.
''E' una ragione in più per sottolineare la necessità di un cessate il fuoco, per la fine del conflitto, perché abbiamo bisogno di un maggiore accesso per il personale umanitario, una maggiore protezione per gli ospedali. E' necessario che gli ostaggi vengano liberati'', ha aggiunto Dujarric.
Israele respinge le accuse
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno negato qualsiasi coinvolgimento nel ritrovamento da parte della Protezione civile palestinese dei corpi. "L'affermazione secondo cui le Idf hanno seppellito i palestinesi è completamente priva di fondamento", hanno dichiarato le forze israeliane. Secondo l'Onu, alcuni dei corpi sono stati "trovati con le mani legate e spogliati dei vestiti".
Le Idf hanno chiarito che durante l'operazione nell'area dell'ospedale Nasser sono stati esaminati i cadaveri sepolti dai palestinesi "come parte di uno sforzo per localizzare gli ostaggi". L'esercito israeliano ha precisato di aver operato in "maniera mirata" all'interno del complesso ospedaliero, solo dove disponeva di informazioni sulla possibile presenza dei corpi degli ostaggi. "Gli esami sono stati effettuati in modo ordinato, rispettando la dignità del defunto e in modo rispettoso", hanno aggiunto le forze israeliane, evidenziando che i corpi sono stati "riportati al loro posto in modo ordinato e corretto".
Il rapporto di Amnesty
Intanto, Amnesty accusa Israele perché "nel conflitto che ha caratterizzato il 2023 e che non mostra segnali di fine", "si è fatto beffe del diritto internazionale a Gaza, da dove continuano ad arrivare prove di crimini di guerra". "Dopo gli orrendi attacchi di Hamas e di altri gruppi armati del 7 ottobre, le autorità israeliane hanno avviato incessanti attacchi aerei contro aree civili spesso spazzando via famiglie intere, causando il trasferimento forzato di 1,9 milioni di palestinesi e limitando, nonostante l’avanzare della carestia nella Striscia di Gaza, l’accesso agli aiuti umanitari, disperatamente necessari", sottolinea Amnesty International presentando il suo Rapporto 2023-2024 (pubblicato in Italia da Infinito Edizioni).
"La sconcertante mancanza d’azione della comunità internazionale nel proteggere dalle uccisioni migliaia di civili della Striscia di Gaza, tra i quali una percentuale di minorenni orribilmente alta, ha reso chiaro che proprio le istituzioni create per proteggere i civili e far rispettare i diritti umani non servono più allo scopo. Nel 2023 abbiamo avuto la conferma che molti potenti Stati stanno abbandonando i valori costitutivi di umanità e universalità al centro della Dichiarazione universale dei diritti umani", commenta Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
Economia
Roberto Napoletano nuovo direttore de ‘Il...
Guiderà la testata dal prossimo 4 maggio
A decorrere dal prossimo 4 maggio, Roberto Napoletano sarà il direttore del quotidiano Il Mattino. Lo rende noto il gruppo Caltagirone Editore.
Napoletano, nato a La Spezia nel 1961, ha iniziato la propria carriera giornalistica ne Il Mattino nel 1984. Nel corso della sua carriera ha ricoperto il ruolo di direttore de Il Messaggero dal 2006 al 2011 e successivamente de Il Sole24ore. Dal 2019 è direttore de il Quotidiano del Sud.
Francesco de Core, che ha diretto con merito il quotidiano dal maggio 2022, assumerà l’incarico di vice direttore.
Salute e Benessere
Emergenza regionale, Picco (Asl To): “Fondamentali...
"Stiamo realizzando una elisuperficie vicino al San Giovanni Bosco, ospedale hub di Torino"
"Abbiamo l'emergenza a cuore e quindi siamo felici di essere qui oggi. Come Azienda Zero abbiamo realizzato una riforma importante del 118 dell'emergenza regionale. Questo ci ha consentito di riorganizzare il mondo dell'emergenza e della formazione in emergenza, e quindi di vedere con un'altra ottica questo approccio, il legame con il numero unico europeo per le emergenze (Nue) 112, con il 116-117 che quando si parla di medicina territoriale è fondamentale". Lo ha detto Carlo Picco, direttore generale dell'Asl Città di Torino, intervenendo al Congresso nazionale dell'Area culturale emergenza (Ace), organizzato dalla Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siiarti) a Torino.
"Il 116-117 - sottolinea - va a configurare i servizi proposti prima solo dalla Guardia medica, implementandoli e rendendoli decisamente più articolati, quindi in questo contesto il rapporto tra 112, centrale 118 e 116-117 potrà fare veramente la differenza nella medicina territoriale. Stiamo anche cercando di realizzare una elisuperficie per far atterrare l'elicottero vicino al San Giovanni Bosco che è un ospedale hub della nostra città”.