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Politica

Meloni e il caso Salis: “La campagna della sinistra...

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Meloni e il caso Salis: “La campagna della sinistra non la sta aiutando, meno parole e più fatti”

La premier ospite di 'Porta a Porta': "Dovremmo abbassare un po' la pressione e riportare la questione a livello di moral suasion. Orban nel gruppo dei conservatori europei? Meglio ricomprendere che isolare"

Giorgia Meloni - Fotogramma

"La campagna politica che la sinistra sta mettendo in piedi su Ilaria Salis rischia di non aiutarla", servono "meno parole e più fatti. Forse dovremmo abbassare un po' la pressione e riportare la questione a livello di moral suasion". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite di 'Porta a Porta' torna a parlare del caso dell'insegnante detenuta da oltre un anno a Budapest con l'accusa di aver preso parte all'aggressione contro un gruppo di neonazisti che prendevano parte a una manifestazione.

Vedere le manette ai polsi di Ilaria Salis "mi impatta - ammette la premier - perché non siamo abituati. Ma in Ungheria questo trattamento vale per tutti, non solo per lei. Su questo, abbiamo fatto sentire le nostre ragioni al governo ungherese".

Pentimento di Schiavone

Restando alla cronaca, soddisfazione viene espressa da Meloni per il pentimento del boss della Camorra Francesco 'Sandokan' Schiavone. "È un segnale molto importante, il pentimento di un boss- sottolinea - è anche un implicito riconoscimento dell'autorità dello Stato e sicuramente è anche figlio della capacità dello Stato di dimostrare la volontà di combattere la mafia".

Riforme

Tornando poi sui temi più politici la premier parla delle riforme che le stanno particolarmente a cuore. “Sulla legge elettorale non siamo intervenuti. Io personalmente sono abbastanza laica sul ballottaggio, l'importante è portare a casa la riforma che considero l'eredità più importante che posso lasciare. Non è una riforma che riguarda me, ma quello che succede dopo e se non proviamo a farla noi che ne abbiamo la possibilità allora vuol dire che non abbiamo il senso della responsabilità che ci portiamo dietro".

Quanto alla riforma del premierato, che vede contraria la sinistra, la controproposta "di cancellierato - ha detto ospite di 'Cinque minuti' - non risponde alle sue reali intenzioni. La ragione reale per cui sono contrari è perché preferiscono un sistema in cui i governi si fanno nei palazzi e sulla pelle dei cittadini, senza tenere in considerazione" il voto. "Il cancellierato in Germania" si traduce in governi basati "su larghe intese. Loro si sono sempre detti contrari alla nostra riforma sostenendo che indebolisce i poteri del Presidente della Repubblica, ma io sono stata molto attenta" a preservarli, "e nel cancellierato ha minori poteri, dunque le cose non si tengono".

“Quello che volevo - spiega - è una riforma che non mettesse in discussione l'autorevolezza e l'unità che il Capo dello Stato garantisce, ma cambia molto quando hai un mandato diretto dei cittadini, perché ai cittadini rispondi. Quando hai un mandato che viene dai partiti rispondi a loro. Il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione, questa disparità non la vedo. Dopodiché, vogliamo introdurre anche l'elezione diretta del presidente della Repubblica? Io non sono contraria".

Manovra

“Sul fisco non si può dire che abbiamo favorito gli autonomi rispetto ai dipendenti: abbiamo abbattuto il cuneo contributivo, una cosa che vale 100 euro in più al mese in busta paga e che ci è costato da solo 10 miliardi. Ovviamente - sottolinea Meloni - sono per mantenerlo nella prossima finanziaria. Poi quando hai 200 miliardi di bonus edilizi non è facilissimo, ma facciamo del nostro meglio".

Superbonus

Quindi torna ad attaccare il Superbonus: “Era una misura pensata troppo male”, con “gli altri bonus edilizi sono costati quasi 200 miliardi. Una legge finanziaria vale tra i 20 e i 30 miliardi di euro. Che cosa abbiamo fatto con queste risorse? Ristrutturato meno del 4% del patrimonio immobiliare, in prevalenza seconde case, con un costo di 135 euro su ogni cittadino, neonati compresi. E Conte lo conferma, perché - rimarca Meloni - a un certo punto ha detto: diversi esponenti di maggioranza hanno usato il Superbonus. Quindi noi abbiamo usato questi soldi per far ristrutturare casa ai parlamentari? Meno male che dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno”.

Test per i magistrati

Il test psicoattitudinale "per le forze dell'ordine c'è, per le forze armate c'è, esiste per i magistrati in diversi Paesi, le modalità - sottolinea la premier - sono decise dal Csm non capisco lo scandalo. Chi si straccia le vesti contro una cosa di buon senso non fa un grande servizio alla magistratura" che “vede la maggioranza dei magistrati d’accordo”.

Europee

In Europa “il mio unico obiettivo è cambiare la maggioranza: non sono disponibile a nessun accordo strutturale con la sinistra. L'obiettivo è portare il modello italiano in Europa con una maggioranza di centrodestra con al centro i conservatori, che possono essere l'ago della bilancia, il presidente della Commissione arriva dopo. Quello che assolutamente non dobbiamo fare è dividerci tra di noi, perchè così facciamo un favore alla sinistra. L'obiettivo non è facile da raggiungere ma è alla portata. Se poi ognuno di noi alza la bandierina ci troveremo al governo con i socialisti e il Ppe". Con Ursula Von der Leyen “ho costruito una collaborazione perché era doveroso farlo, io devo portare i risultati a casa per l’Italia. Le elezioni poi sono altra cosa, Von der Leyen e’ la candidata alla commissione della Ppe mentre Io sono Presidente dei conservatori europei” che “potrebbero avere anche un loro candidato, dobbiamo ancora deciderlo”.

“Le ricostruzioni" sul sostegno a Von der Leyen “sono surreali, sono filosofia, perché chi farà il presidente della Commissione si vede sulla base di come votano i cittadini" e “non si decide prima a tavolino”. “Nel 2019 Fdi non ha votato per la von der Leyen" e la Commissione Ue "secondo me ha fatto molti errori, tanto che diverse vittorie che cita oggi la presidente sono un cambio di rotta. Quando ho dovuto criticare la Commissione l'ho criticata”, dice Meloni rivendicando di essere a capo dell’unica forza politica che “non ha mai fatto accordi con la sinistra”.

Quanto a Viktor Orban nel gruppo dei conservatori guidato da Giorgia Meloni se ne parlerà dopo le elezioni. “Il partito di Orban ha manifestato interesse a dialogare con i conservatori, è una ipotesi che va confrontata con le altre delegazioni di Ecr, non penso - dice la premier - se ne parlerà prima delle europee. Poi, si sa come la penso, per me ricomprendere è sempre meglio che isolare".

Medio Oriente

"Bisogna continuare a lavorare, insistere, continuare a chiedere il rilascio incondizionato degli ostaggi, che deve camminare di pari passo con qualsiasi richiesta di cessate il fuoco. Il lavoro che sta facendo il governo italiano” sulla crisi in Medio Oriente “è molto importante, anche sull'aiuto alle popolazioni civili, un lavoro che come sempre ci qualifica sulla nostra umanità".

L'amicizia con Salvini

“I rapporti con Salvini non sono affatto pessimi, spesso scherziamo sulle ricostruzioni della stampa. E' vero che, soprattutto all'inizio dell'esperienza del governo, ci siamo frequentati anche fuori dal lavoro ed è nata un'amicizia che va anche fuori dalla politica". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di 'Porta a porta' che verrà trasmessa stasera su Rai1. Le partite a burraco con Francesca Verdini, fidanzata del vicepremier? "Eh Francesca gioca, gioca... poi io sono molto competitiva e mi arrabbio se perdo".

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Politica

Ue, Meloni si sfila da ‘toto-Draghi’:...

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"Sono i cittadini che decidono le maggioranze, non partecipo al dibattito"

Giorgia Meloni (Afp)

Non apre e non chiude, semplicemente si sfila. Perché sul futuro di Mario Draghi ai vertici dell'Europa - quella che verrà dopo il voto del 9 giugno - per Giorgia Meloni si fa mera "filosofia". I giochi si decideranno soltanto poi, quando i voti saranno nero su bianco e i rapporti di forza ben definiti. Tutto questo dibattere attorno all'ex premier e numero uno della Bce sembra quasi infastidirla. Lasciando l'Europa Building dopo un Consiglio europeo che si è protratto ben oltre ogni più fosca aspettativa -tanto che al 'fischio' di fine vertice un applauso spontaneo si leva dalla sala stampa-, la premier si ferma per un punto stampa alla lanterna, rispondendo a ogni singola domanda come fosse su un ring.

Aborto, par condicio, carcere per i giornalisti, discesa in campo di Ilaria Salis, vendita dell'Agi: ribatte domanda su domanda parlando spesso -per ben 4 volte- di fake news. E anche su Draghi, lascia intendere, è la stampa ad aver 'ricamato'. "Io sono contenta che si parli di un italiano - premette - ma questo dibattito è filosofia. La tendenza di decidere prima che i cittadini votano non mi troverà mai d'accordo. Sono i cittadini che decidono le maggioranze, per questo non parteciperò al dibattito" su Draghi sì, Draghi no, Draghi forse.

"Questo dibattito è buono per i titoli dei giornali e fare campagna elettorale - aggiunge poi - ma non è così che funziona. Questa tendenza a tentare di decidere chi fa cosa prima che i cittadini votino è una tendenza sulla quale non mi troverete mai". E pazienza se le parole pronunciate da 'Super Mario' alla vigilia del vertice siano suonate alle orecchie di molti come un discorso programmatico, la rotta che punta a un ruolo di peso nei futuri assetti europei.

"A giugno spero l'Europa sia diversa, capace di rispondere alle sfide"

I giochi si fanno poi, torna a ribadire Meloni, che mezz'ora prima dell'avvio del summit incontra la presidente uscente Ursula Von Der Leyen, candidata del Ppe in corsa per il bis ma con un certo affanno, complice il 'fuoco amico' del Partito popolare europeo. Con lei, dirà poi Meloni incontrando i giornalisti, ha parlato di migranti, con i flussi "in significativo calo", rivendica, prova che la strategia messa in piedi "sta dando risultati". Ma è comunque un'Europa "diversa" quella che la premier italiana vede dopo il voto, “capace di rispondere alle grandi sfide” che l’attendono.

Perché un cambio di passo va impresso, e il rapporto di Enrico Letta - su cui oggi si sono 'accapigliati' i leader- e il cambiamento "radicale" chiesto da Draghi dimostrano, rimarca, che le critiche mosse in passato da chi certo non vantava l’etichetta dell’europeista convinto un fondamento l’avevano: "Fino a ieri ci dicevano che andava tutto bene - rivendica Meloni, ricordando il 'pedigree' di Letta e Draghi - oggi fanno i conti con il fatto che le priorità sono altre".

E lei sente di avere l’opinione pubblica dalla sua parte: "Potete continuare a ripetere che sono una pericolosa fascista e mi aiutate anche, visto che penso che la gente che vede il lavoro di questo governo si renda conto che gli estremisti stanno da un'altra parte", dice. Come stanno dall'altra parte, per l'esattezza "a sinistra" -accusa- quelli che vorrebbero cambiare la Legge 194, ma che a suo dire non hanno il coraggio di dirlo, di intestarsi la battaglia.

Meloni difende a spada tratta l’emendamento della discordia al dl Pnrr quater sui movimenti pro-vita nei consultori: "Ricalca esattamente il testo della 194", che è una "legge equilibrata". Anche sul 'balletto' andato in scena in vigilanza sulle regole della par condicio, "non c’è nessuna TeleMeloni, non accetto lezioni di democrazia da nessuno", tuona.

Mentre il carcere per i giornalisti - altra notizia che ha infiammato il dibattito - "c’è già, è una legge di Fdi che lo sta togliendo". Lei, assicura, difende "la libertà di stampa", e infatti assicura non ci sia la sua ‘manina’ -"ho letto tante falsità e ricostruzioni surreali"- dietro la vendita dell’Agi, al centro della trattativa Eni-Angelucci: "Non so se chi ispira queste letture fosse abituato a usare le partecipate dello Stato per risolvere i problemi privati degli amici o per stiparci i parenti, può essere che sia stato così ma non è la mia lettura su a cosa servano le partecipate”.

"Salis candidata? Non so quanto aiuti..."

Sul caso Salis - mentre la candidatura per Avs viene prima smentita e poi annunciata - Meloni assicura che il Governo continuerà a fare il suo lavoro. "Non cambia nulla" riguardo alla detenzione della maestra 39enne, "verrà garantita comunque come è giusto". "La politicizzazione della vicenda, come ho già detto in passato, non so quanto possa aiutare il caso in sé", ma "le scelte personali di Salis non mi permetto di giudicarle".

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Politica

Ilaria Salis, Mimmo Lucano: “Candidata alle Europee?...

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"Sta pagando per la difesa dei diritti umani"

Mimmo Lucano (Fotogramma)

''Sono contento della candidatura di Ilaria Salis". Lo dice all'Adnkronos, Mimmo Lucano, candidato alle Europee di Avs, commentando la discesa in campo per la sfida di Bruxelles anche di Ilaria Salis. "Lei è un'attivista, la sua candidatura nasce dalla condivisione di un ideale, non da opportunismi o altro, visto quello che sta pagando per il suo impegno politico, perché si schiera a difesa del rispetto dei diritti umani ed è una antifascista''.

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Politica

Fine vita, governo presenta ricorso a Tar contro delibere...

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Per l'esecutivo, le delibere sul suicidio assistito non hanno fondamento

Faldoni e documenti

Il governo ha presentato ricorso al Tar dell'Emilia Romagna il 12 aprile scorso contro la Regione, in particolare, contro la direzione sanitaria Salute della persona, per chiedere l'annullamento delle delibere di Giunta che davano attuazione al suicidio medicalmente assistito in Emilia Romagna.

Ad annunciarlo è la consigliera regionale di Forza Italia Valentina Castaldini, che pure aveva depositato un ricorso analogo nel marzo scorso, insieme a un gruppo di associazioni. ''A marzo io, insieme ad alcune associazioni, avevo presentato un analogo ricorso al Tar: il testo è di oltre 50 pagine", dice all'Adnkronos l'esponente azzurra che esprime soddisfazione per il provvedimento del governo che rafforza il lavoro di questi mesi''.

Il ricorso del governo

La Regione Emilia Romagna "ha previsto un articolato procedimento amministrativo che conduce alla erogazione della prestazione 'suicidio medicalmente assistito" e ha agito "in evidente carenza di potere per assenza di copertura legislativa e violazione, tra gli altri, del principio di uguaglianza e di riserva al legislatore statale della materia dell’ordinamento civile e penale", si legge nel ricorso che il governo ha presentato al Tar dell'Emilia Romagna.

Con le delibere la Regione Emilia-Romagna, spiega il ricorso, "nel dichiarato intento 'di consentire da subito ai cittadini l’effettivo accesso a tale diritto' (il suicidio medicalmente assistito, n.d.r.), riconosciuto, ad avviso della Regione stessa, dalla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale, ha illegittimamente disciplinato in via amministrativa quali siano gli organismi competenti a valutare gli stringenti requisiti indicati dalla stessa Corte per scriminare il reato di aiuto al suicidio" previsto dall’articolo 580 codice penale.

Dunque, argomenta ancora il ricorso "in assenza di qualunque previsione normativa statale, in palese violazione del principio di legalità, la Regione Emilia Romagna ha disciplinato una pretesa a carico del Ssn senza che tale pretesa sia stata in qualche modo riconosciuta dall’ordinamento, e ciò sulla base di un procedimento destinato, oltretutto, ad operare al di fuori di un quadro ordinamentale omogeneo". Le delibere sono dunque state assunte "in palese violazione del principio di legalità del potere amministrativo" che "prescrive che la Pubblica Amministrazione possa agire solo nei limiti di quanto prevede una norma di legge e per il perseguimento dei fini indicati nella norma stessa" e hanno "nella sostanza, riconosciuto e disciplinato le modalità di esercizio di un diritto 'al suicidio assistito”' diritto che non è previsto dalla legge e che la stessa Corte costituzionale ha escluso".

"Appare evidente che non vi è alcun diritto al 'suicidio assistito' che possa legittimare un intervento attuativo dell’autorità amministrativa, come invece accaduto nel caso di specie", denuncia ancora il ricorso. "L’organo di governo della Regione Emilia Romagna è dunque intervenuto, non solo e non già in assenza di disciplina legislativa o regolamentare sul punto, ma ponendosi in frontale contrasto con la relativa disciplina normativa statale, la quale ha delineato le specifiche modalità ed i percorsi procedimentali per pervenire alla implementazione degli ambiti di operatività del Ssn, tutti impostati nel segno del coinvolgimento delle amministrazioni regionali, e della concertazione con le stesse".

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