Salute e Benessere
Allergia al gatto, la causa ‘resta’ in casa...
Allergia al gatto, la causa ‘resta’ in casa anche se il micio non c’è
L'allergia è provocata da una proteina che può in una casa fino a sei mesi dopo che il gatto non vive più lì
Oltre a coccole e fusa, il gatto di casa può fare anche un regalo poco gradito: l'allergia. Secondo i dati Censis, ne soffre un adulto su 5, costretto a rinunciare alla compagnia dei felini domestici. Ma dall'allergia ai gatti si può guarire? Sembrerebbe di sì, anche se non è frequente e ancora non si conoscono le ragioni, è la risposta degli esperti di 'dottore, ma è vero che..?, il sito anti-fake news della Federazione degli Ordini dei medici, che ne parlano in occasione della Festa nazionale del gatto, che si celebra il 17 febbraio.
A provocare l'allergia non è, come spesso si pensa, il pelo dell'animale. Nella maggior parte dei casi a scatenarla è una proteina che si chiama Fel d 1, che si trova nella saliva e nelle ghiandole sebacee, e che quindi è frequente che l'animale porti sul pelo leccandosi. L'allergia ai gatti è una di quelle che sembrerebbero guarire più difficilmente - si spiega - Il motivo potrebbe essere la difficoltà di neutralizzare l'allergene che la determina. La proteina Fel d 1 può infatti persistere in una casa fino a sei mesi dopo che il gatto non vive più lì. E alcuni studi hanno mostrato che può anche disperdersi nell'aria: è stato trovato nelle scuole, nelle chiese, negli autobus e perfino negli ospedali.
Ma allora si potrebbe essere allergici a uno specifico tipo di gatto e non a un altro? La risposta degli esperti è no: tutti i gatti producono allergeni e non esistono mici che non causano allergie. Ci sono, però, alcune razze che hanno meno peli o ne perdono meno e ciò può ridurre l'esposizione agli allergeni nell'ambiente. Inoltre, è vero che tutti i gatti producono la proteina Fel d 1, ma i livelli possono variare fino a 100 volte e questo potrebbe spiegare perché le persone allergiche reagiscano di più ad alcuni gatti rispetto ad altri. Ricapitolando: sembrerebbe che si possa guarire dall'allergia ai gatti, anche se ancora non si conoscono le ragioni. Nonostante si tratti di un argomento complesso e che richiede grandi investimenti economici, si stanno conducendo diversi studi che potranno portare nuove evidenze.
Salute e Benessere
Covid Italia, Rt sotto soglia epidemica: dati ultima...
Il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità: Basilicata, Calabria e Bolzano non segnalano casi
L'Rt, l’indice di trasmissibilità Covid calcolato con dati aggiornati al 17 aprile, in Italia "risulta sotto la soglia epidemica, pari a 0,96 (0,79–1,15), in leggera diminuzione rispetto alla settimana precedente (Rt 1,01); l’incidenza di casi diagnosticati e segnalati (8-14 aprile) è pari a 0,82 casi per 100.000 abitanti, sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente; l’incidenza settimanale ha un andamento eterogeneo nelle diverse regioni e province rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata riportata in Lombardia (1,6 casi per 100.000 abitanti), non sono stati segnalati casi dalle regioni Basilicata, Calabria e provincia autonoma di Bolzano. I dati delle ultime due settimane possono variare in quanto soggette a consolidamento". Lo evidenziano i dati del monitoraggio settimanale Covid dell'Istituto superiore di sanità (Iss).
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Malattie rare, Uniamo: “Con diario fari accesi su...
Scopinaro, "Vademecum per pazienti e specialisti che vogliono conoscere patologia misconosciuta"
“L’anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi (Cad) è una malattia ultra-rara e di conseguenza molto poco conosciuta. Il fatto della rarità comporta anche che non ci sia una diagnosi appropriata e di conseguenza i pazienti devono attraversare un iter diagnostico che passa dal momento della comparsa dei primi sintomi a un'effettiva diagnosi che può tardare anche anni con una situazione di incertezza, di non comprensione, di frustrazione, a volte anche di rabbia”. Lo ha detto Annalisa Scopinaro, presidente Uniamo Federazione italiana malattie rare in occasione della presentazione del Diario “Una vita senza inverno” con storie di pazienti e caregiver nato da una iniziativa di Sanofi in collaborazione FB&Associati, e con il contributo di Cittadinanzattiva e Uniamo Federazione italiana malattie rare.
Il diario “è una sorta di vademecum - sottolinea Scopinaro - un libro a disposizione dei clinici che vogliono approfondire la patologia ma anche di altri pazienti che possono trovare una similitudine nelle storie che leggono e quindi avere poi il desiderio di unirsi in comunità perché sarebbe anche molto importante che queste persone potessero trovare una comunità di riferimento proprio per tutte le nuove diagnosi". Davvero, "mi auguro che questo diario, dedicato ad una patologia misconosciuta possa essere fonte di informazione per gli specialisti, di sensibilizzazione per tutti e di stimolo per le istituzioni per cercare, anche per queste persone, i migliori percorsi per rendere la loro vita meno difficile” conclude.
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Malattie rare, ematologa Sau: “Per anemia emolitica...
‘Diagnosi tardiva tra i 50 e i 70 anni ma esordio patologia avviene prima. Aspettativa vita pazienti ridotta per mancanza terapie’
“L'età in cui viene diagnosticata per la prima volta” l’anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi (Cad) è in genere “tra i 50 e 70 anni, ma probabilmente l'esordio” della malattia ultra-rara del sangue “avviene in età più giovanile”. La difficoltà nella diagnosi “ritarda la stessa e quindi abbiamo un'incidenza della malattia nella popolazione più anziana. L'aspettativa di vita dei pazienti con Cad è chiaramente ridotta soprattutto perché ancora oggi mancano terapie specifiche approvate”. Lo ha detto Antonella Sau del Dipartimento di Ematologia Ausl Pescara, intervenendo oggi a Roma alla presentazione di 'Una vita senza inverno', il diario che racconta il desiderio dei pazienti con Cad.
È una malattia “invalidante perché presenta sintomi che difficilmente possono essere curati – spiega l’ematologa – ovvero, astenia, debolezza, malessere generale. Inoltre, questi pazienti risultano essere molto più a rischio di eventi tromboembolici che mettono in pericolo la loro stessa vita”. Caratteristica della Cad è soprattutto “la fatica cronica che non è solo correlata al grado di anemia ma anche alla patogenesi della Cad, un’astenia profonda che rende difficile fare le normali attività quotidiane, compreso lavorare”. I paziente con Cad sono “stanchi, anemici, se si espongono al freddo hanno dei dolori anche lancinanti alle estremità di mani e piedi”, una condizione “che li costringe spesso anche a non uscire più di casa, se non nelle ore più calde” conclude.