Salute e Benessere
Vaiolo delle scimmie, ecco come conoscerlo: sintomi,...
Vaiolo delle scimmie, ecco come conoscerlo: sintomi, contagio, cure e vaccino
Gli esperti fanno chiarezza dopo i casi registrati a Firenze
"Nessun allarme ma è bene conoscerlo". Dopo i casi registrati a Firenze, si torna a parlare del virus del vaiolo delle scimmie e gli esperti del sito 'dottore, ma è vero che...?', promosso dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), rassicurano facendo anche chiarezza su diversi aspetti del Mpox (monkeypox) e rispondendo ad alcune domande.
Come ci si accorge di essere contagiati?
"Il periodo di incubazione (l’intervallo tra l’infezione e l’insorgenza dei sintomi) del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni - ricordano -. L’infezione può essere suddivisa in due periodi: inizialmente (dall’inizio a 5 giorni) si manifestano febbre, forte mal di testa, gonfiore dei linfonodi (linfoadenopatia), mal di schiena, dolore muscolare e un’intensa mancanza di energia (astenia). La linfoadenopatia è una caratteristica distintiva del vaiolo delle scimmie rispetto ad altre malattie che inizialmente possono apparire simili (varicella, morbillo, vaiolo)".
Sintomi
"L’eruzione cutanea di solito inizia entro tre giorni dalla comparsa della febbre e tende a essere più concentrata sul viso e sulle estremità piuttosto che sul tronco. Colpisce il viso (nel 95% dei casi), i palmi delle mani e la pianta dei piedi (nel 75% dei casi). Possono essere colpite anche le mucose orali (nel 70% dei casi), i genitali (30%) e le congiuntive (20%), oltre alla cornea. L’eruzione cutanea - avvertono - evolve in sequenza da macule (lesioni con una base piatta) a papule (lesioni solide leggermente rialzate), vescicole (lesioni piene di liquido trasparente), pustole (lesioni piene di liquido giallastro) e croste che si seccano e cadono. Il numero delle lesioni varia da poche a diverse migliaia".
Come si cura
Come si cura la malattia provocata dal cosiddetto vaiolo delle scimmie? "Solitamente si risolve da sola, con sintomi che durano da due a quattro settimane - rispondono gli esperti .- I casi gravi si verificano più comunemente tra i bambini e sono correlati all’entità dell’esposizione al virus, allo stato di salute del paziente e alla natura delle complicanze. Le complicanze del vaiolo delle scimmie possono includere infezioni secondarie, broncopolmonite, sepsi, encefalite e infezione della cornea con conseguente perdita della vista".
Il vaccino è necessario?
Chi era stato vaccinato da piccolo con l’antivaiolosa è protetto dal vaiolo delle scimmie? "È ragionevole pensare che le persone a suo tempo sottoposte a vaccinazione abbiano un certo grado di protezione contro il vaiolo delle scimmie. Una revisione sistematica della letteratura pubblicata nel 2020 - chiariscono i medici - ha trovato che nell’80-96% dei casi le persone contagiate dal virus del vaiolo delle scimmie non erano vaccinate: è un dato interessante ma che non permette di trarre conclusioni sicure perché la malattia è diffusa prevalentemente in Africa dove, anche a causa della durata media della vita più breve, la percentuale di popolazione vaccinata contro il vaiolo è ormai molto piccola".
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Covid Italia, Rt sotto soglia epidemica: dati ultima...
Il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità: Basilicata, Calabria e Bolzano non segnalano casi
L'Rt, l’indice di trasmissibilità Covid calcolato con dati aggiornati al 17 aprile, in Italia "risulta sotto la soglia epidemica, pari a 0,96 (0,79–1,15), in leggera diminuzione rispetto alla settimana precedente (Rt 1,01); l’incidenza di casi diagnosticati e segnalati (8-14 aprile) è pari a 0,82 casi per 100.000 abitanti, sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente; l’incidenza settimanale ha un andamento eterogeneo nelle diverse regioni e province rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata riportata in Lombardia (1,6 casi per 100.000 abitanti), non sono stati segnalati casi dalle regioni Basilicata, Calabria e provincia autonoma di Bolzano. I dati delle ultime due settimane possono variare in quanto soggette a consolidamento". Lo evidenziano i dati del monitoraggio settimanale Covid dell'Istituto superiore di sanità (Iss).
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Malattie rare, Uniamo: “Con diario fari accesi su...
Scopinaro, "Vademecum per pazienti e specialisti che vogliono conoscere patologia misconosciuta"
“L’anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi (Cad) è una malattia ultra-rara e di conseguenza molto poco conosciuta. Il fatto della rarità comporta anche che non ci sia una diagnosi appropriata e di conseguenza i pazienti devono attraversare un iter diagnostico che passa dal momento della comparsa dei primi sintomi a un'effettiva diagnosi che può tardare anche anni con una situazione di incertezza, di non comprensione, di frustrazione, a volte anche di rabbia”. Lo ha detto Annalisa Scopinaro, presidente Uniamo Federazione italiana malattie rare in occasione della presentazione del Diario “Una vita senza inverno” con storie di pazienti e caregiver nato da una iniziativa di Sanofi in collaborazione FB&Associati, e con il contributo di Cittadinanzattiva e Uniamo Federazione italiana malattie rare.
Il diario “è una sorta di vademecum - sottolinea Scopinaro - un libro a disposizione dei clinici che vogliono approfondire la patologia ma anche di altri pazienti che possono trovare una similitudine nelle storie che leggono e quindi avere poi il desiderio di unirsi in comunità perché sarebbe anche molto importante che queste persone potessero trovare una comunità di riferimento proprio per tutte le nuove diagnosi". Davvero, "mi auguro che questo diario, dedicato ad una patologia misconosciuta possa essere fonte di informazione per gli specialisti, di sensibilizzazione per tutti e di stimolo per le istituzioni per cercare, anche per queste persone, i migliori percorsi per rendere la loro vita meno difficile” conclude.
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Malattie rare, ematologa Sau: “Per anemia emolitica...
‘Diagnosi tardiva tra i 50 e i 70 anni ma esordio patologia avviene prima. Aspettativa vita pazienti ridotta per mancanza terapie’
“L'età in cui viene diagnosticata per la prima volta” l’anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi (Cad) è in genere “tra i 50 e 70 anni, ma probabilmente l'esordio” della malattia ultra-rara del sangue “avviene in età più giovanile”. La difficoltà nella diagnosi “ritarda la stessa e quindi abbiamo un'incidenza della malattia nella popolazione più anziana. L'aspettativa di vita dei pazienti con Cad è chiaramente ridotta soprattutto perché ancora oggi mancano terapie specifiche approvate”. Lo ha detto Antonella Sau del Dipartimento di Ematologia Ausl Pescara, intervenendo oggi a Roma alla presentazione di 'Una vita senza inverno', il diario che racconta il desiderio dei pazienti con Cad.
È una malattia “invalidante perché presenta sintomi che difficilmente possono essere curati – spiega l’ematologa – ovvero, astenia, debolezza, malessere generale. Inoltre, questi pazienti risultano essere molto più a rischio di eventi tromboembolici che mettono in pericolo la loro stessa vita”. Caratteristica della Cad è soprattutto “la fatica cronica che non è solo correlata al grado di anemia ma anche alla patogenesi della Cad, un’astenia profonda che rende difficile fare le normali attività quotidiane, compreso lavorare”. I paziente con Cad sono “stanchi, anemici, se si espongono al freddo hanno dei dolori anche lancinanti alle estremità di mani e piedi”, una condizione “che li costringe spesso anche a non uscire più di casa, se non nelle ore più calde” conclude.