Cronaca
Una vita con Sexy Camper: parcheggi, luoghi e storie...
Una vita con Sexy Camper: parcheggi, luoghi e storie raccontate da Enrico, 365 giorni l’anno
L'idea, ammette, è nata dopo un viaggio in Sardegna. E da allora non è riuscito a farne a meno. Sui social è conosciuto come Sexy camper. All'anagrafe è Enrico (il cognome preferisce non rivelarlo), ha 36 anni e un lavoro fisso, e da ottobre vive nel suo camper, raccontando con video brevi la città di Milano dal punto di vista dei parcheggi, dove dorme volentieri. “Il camper è un sogno che avevo da molto tempo - dice Enrico all’AdnKronos - non so perché ma l’idea mi è sempre piaciuta e quando ho comprato il camper, poco prima dell’estate, non sapevo bene cosa farci”. Il tempo di una vacanza in Sardegna durata due settimane e poi in autunno è diventato la sua casa. “Sono tornato a Milano - spiega - guardavo il camper e mi chiedevo ‘possibile che debba aspettare il prossimo anno per riutilizzarlo?’ E allora ci sono salito sopra e il giorno dopo ci sono andato a lavoro. Alla fine mi è piaciuto".
Tuttavia, il 36enne non ha abbandonato la propria abitazione. “Ho ancora una casa perché ho un’età per cui certe transizioni vanno studiate bene - ammette - non sono ricco e ho ancora una casa ma passo il 75% del mio tempo sul camper”. La scelta, confessa, lo soddisfa pienamente. "La verità è che mi ha sorpreso aver riscoperto la possibilità di poter scegliere cose che mi rendono felice, anche quando sono assolutamente bizzarre e difficilmente contestualizzabili all’interno della società”.
La sua, del resto, è una scelta che potrebbe far alzare qualche sopracciglio. "Non ho parlato con tutti di questa decisione - dice Enrico - mio fratello mi ha incoraggiato, mi ha detto 'questo sei tu, sai raccontare, e devi assolutamente farlo'”. Gli amici, invece, "hanno conosciuto questo mio aspetto tramite i video che faccio sui social ma nessuno di loro mi ha detto ‘sei matto’”. Su Instagram Enrico racconta la sua avventura, tra albe ghiacciate, 'caffè panoramici' e cieli notturni. "Tutto è frutto del caso - ribadisce -. Per il viaggio in Sardegna un collega mi aveva dato dei consigli, raccomandandosi di mandargli un video una volta arrivato a destinazione. Ne ho realizzato uno elaborato, l'ho trovato divertente e così sono andato avanti, un po' per gioco".
Oggi il profilo Instagram di Sexy Camper vanta oltre 38milla follower: “Non sono numeri giganti ma sono arrivati molto velocemente” osserva. Perché il nome Sexy Camper? "E’ una mia credenza - rivela Enrico - c’è un detto che mi piace e dice che quando una cosa è molto brutta fa il giro e poi diventa bella, ecco non solo il camper per me è bello ma è anche sexy”. Con i video “racconto Milano vista dai parcheggi e le emozioni che mi suscita quando giro". Nonostante il girovagare incontri bizzarri non sono mai capitati. "Per il momento - spiega Enrico - ma so che prima o poi qualcosa accadrà, perché in un parcheggio sono esposto ma se dovesse capitare cercherò di fronteggiarla".
Saper coniugare la vita in camper con il lavoro "richiede una certa organizzazione - ammette il 36enne, senza svelare quale sia la sua professione - ma come ogni scelta ha dei pro e dei contro e devo accettare certi aspetti di questa scelta. Magari mi trovo a dormire in posti che non son quelli che vorrei ma che sono comodi per iniziare poi la giornata”.
Enrico non teme le temperature basse tipiche dell’inverno “al contrario – dice - io amavo il caldo ma ho scoperto la bellezza del freddo grazie al camper. Ho stufe, coperte e tutto quello che serve”. E ribadisce: “La mia è una scelta, posso smettere di farlo anche domani”. Nonostante questa esperienza sia iniziata solo qualche mese fa ha già lasciato il segno. “Grazie a Sexy Camper e ai parcheggi sto imparando a concentrarmi su quello che ho e non su quello che mi manca - rimarca Enrico -. La lezione che ho imparato è saper mettere l’attenzione sulle cose giuste”.
Cronaca
Moda, nel centenario della nascita Roma si...
Alessandro Onorato, 'Se Roma è capitale della moda, dell'arte, della cultura è anche grazie alle sue intuizioni e al suo lavoro'. La figlia, 'mio padre un’icona di stile dall’animo puro e l’entusiasmo di un fanciullo'.
Omaggio nella capitale, il 3 e il 4 maggio, a Renato Balestra, il grande couturier scomparso il 26 novembre 2022, nel centenario della nascita. La città, ed in particolare i luoghi del cuore che ha 'abitato' nel corso della sua lunga esistenza, Piazza del Campidoglio, la Scalinata di Trinità dei Monti e Porta Pinciana in via Veneto, saranno illuminati e 'rivestiti' con il classico Blu Balestra, colore icona dei suoi abiti, delle sue creazioni e delle sue sfilate, una sorta di marchio di fabbrica, personalissimo.
"Abbiamo voluto rendere omaggio a Renato Balestra nel giorno del centenario della sua nascita - annuncia Alessandro Onorato, assessore Moda, Sport, Turismo e Grandi Eventi del Campidoglio - L'amore del maestro con Roma è stato lungo e intenso. Si sono piaciuti fin da subito e si sono valorizzati a vicenda. Questa città l'ha accolto a braccia aperte e si è lasciata incantare dalla sua creatività. Se Roma è la capitale della moda, dell'arte e della cultura è anche grazie alle intuizioni e al lavoro di Balestra, che dagli anni Cinquanta ha portato in alto il nome della città, rendendola attraente per artisti, modelli e attori".
"Ha rappresentato e rappresenta ancora la qualità dell’artigianato made in Italy, un patrimonio che tutto il mondo ci invidia e che dobbiamo valorizzare ogni giorno - continua Onorato - L’esempio di Balestra deve indirizzare tanti giovani a inseguire il proprio sogno. Siamo contenti di avergli reso omaggio con il sindaco Gualtieri. Prima di annunciare la notizia dei monumenti illuminati abbiamo consegnato alla famiglia Balestra, alle figlie Fabiana, Federica e alla nipote Sofia, una targa celebrativa di Roma Capitale”
"Renato Balestra è stato un pioniere della moda italiana nel mondo, capace di conquistare sin dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso il jet set internazionale con il suo stile elegante e raffinato - spiega Federica Balestra - Un’icona di stile dall’animo puro e l’entusiasmo di un fanciullo. La sua fantasia e le sue emozioni si riflettono nelle sue creazioni trasformandole in opere d’arte e sogni da indossare. Con il blu sempre nel cuore, negli occhi e nei suoi abiti indimenticabili".
Cronaca
Pestaggi al carcere minorile Beccaria, pm: “Sistema...
Secondo i magistrati a favorire le gli abusi il "contributo concorsuale omissivo e doloso di una serie di figure apicali con posizione di garanzia effettiva nei confronti dei detenuti"
Nell'istituto minorile Beccaria di Milano c'era "un sistema consolidato di violenze reiterate, vessazioni, punizioni corporali, umiliazioni e pestaggi di gruppo realizzati dagli indagati" appartenenti alla polizia Penitenziaria "ai danni dei detenuti per la maggior parte minorenni". Ne sono convinte le magistrate - la procuratrice aggiunta Letizia Mannella e i pm Cecilia Vassena e Rosaria Stagnaro - che hanno firmato la richiesta di misura cautelare per 21 agenti, 13 finiti dietro le sbarre e 8 sospesi dal servizio per reati che vanno dai maltrattamenti e alle lesioni aggravate fino alla tortura.
Un sistema "consolidato, nel corso degli anni", che coinvolgeva gli agenti in turno di servizio "e il resto del personale fuori servizio, convocato specificamente per la partecipazione ai pestaggi". Presunte violenze che hanno avuto come "principale fondamento" il "contributo concorsuale omissivo e doloso di una serie di figure apicali con posizione di garanzia effettiva nei confronti dei detenuti", un presunto 'aiuto' che "ha consapevolmente agevolato e rafforzato le determinazioni criminose dei suoi sottoposti".
Si parla di una diffusione "sistematica della violenza" che ha determinato nei detenuti "la maturazione di un concetto di 'normalità' della stessa" come dimostrano i loro racconti e i rudimentali metodi di prevenzione rispetto ai pestaggi come la scelta di insaponare il corpo per sfuggire alla presa o di indossare molti strati di abiti per attutire i colpi.
Al via gli interrogatori degli agenti indagati
Oggi sono iniziati i primi interrogatori degli indagati. Sei gli agenti del Beccaria sentiti in carcere dal gip di Milano Stefania Donadeo. Gli agenti, detenuti a Bollate, alcuni difesi dallo stesso legale, potrebbero decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere di fronte ad accuse molto pesanti. Gli interrogatori proseguiranno nel pomeriggio, mentre gli altri sette arrestati saranno sentiti nei prossimi giorni.
Le intercettazioni degli agenti
Nell'inchiesta sono riportate diverse intercettazioni telefoniche che, a dire della procura di Milano, rappresentano un grave indizio contro gli indagati. In una conversazione, risalente allo scorso 9 marzo, riportata nella richiesta di misura cautelare, uno degli agenti sospeso confida a un collega, rispetto a un pestaggio di cui è accusato uno degli arrestati: "Le immagini sono veramente disastrose, non sono a favore di Giovanni. (...) Nelle immagini non si vede che gli sputa sangue addosso (il minorenne, ndr), ma si vede ben altro e quello che si vede è veramente grave. Non solo schiaffi, schiaffi, calci, pugni...quello a terra. Perciò ti dico che non è un bel vedere diciamo, dai".
All'aggressione sarebbero stati presenti altri tre agenti, ma le immagini sembrerebbero restituire solo la violenza di uno. "E' caduto per terra gli ha dato due calci, due pugni e l'ha distrutto! Si vede chiaramente", dice l'agente che confessa: "Le immagini le ho viste solo io stamattina".
Cronaca
Roma, la denuncia: drogata e stuprata dopo appuntamento su...
Una ragazza di 20 anni ha denunciato di essere stata narcotizzata e violentata da due persone che aveva conosciuto su Instagram
Una ragazza di 20 anni ha denunciato di essere stata narcotizzata e stuprata da due persone che aveva conosciuto su Instagram, dopo essere stata portata con l'inganno in un appartamento alla periferia di Roma. La violenza sarebbe avvenuta il 17 aprile scorso. La ragazza è stata rintracciata davanti a un bar di via di Torrenova, in zona Torre Angela, dal fidanzato il giorno successivo grazie alla localizzazione tramite cellulare. Il giovane l'aveva chiamata molte volte ma lei non aveva più risposto al telefono.
La 20enne dopo aver conosciuto sul social i due ragazzi si sarebbe data appuntamento con loro per un aperitivo. I due si sarebbero poi offerti di darle un passaggio alla metro ma l'avrebbero invece portata in un appartamento dove si sarebbe consumata la violenza. La giovane è stata visitata al policlinico Tor Vergata e dimessa con una prognosi di 40 giorni. Sono in corso le indagini della polizia del commissariato Casilino per ricostruire quanto accaduto.