Cronaca
Covid in Italia, siamo alla fine? Cosa dicono gli esperti
Per Andreoni "rimarrà come rumore di fondo, unica via è vaccinazione". Ciccozzi spiega: "Siamo in fase endemica, non andrà via, ma non è quel virus 'cattivo' conosciuto nel 2020". Bassetti: "Sconfitto dopo 4 anni". Gismondo: "Cambiamogli nome"
Siamo alla fine del Covid? "Ormai siamo fuori dalla fase critica, ha circolato tanto e abbiamo una buona immunità nella popolazione. Il trend della discesa dei parametri credo che continuerà. E' chiaro che rimarrà come rumore di fondo. Ci sono ancora tanti decessi, ma l'impatto maggiore della malattia si avrà d'inverno". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commenta i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.
"L'espressione che ripeto spesso è quest'anno non è il Covid che è diventata una influenza, ma quest'ultima che è diventata 'cattiva' come il Covid", precisa Andreoni. "Si deve capire che l'unica strada è la vaccinazione, mentre ad oggi - sottolinea - abbiamo vaccinato solo il 10% dei soggetti che avrebbero dovuto immunizzarsi".
Ciccozzi: "Fase endemica, virus non sparirà ma non è più quello 'cattivo' del 2020"
Per Covid "siamo nella fase endemica e il virus non andrà via, ma non è quel virus 'cattivo' che abbiamo conosciuto nel 2020-2021. Vuol dire che anche se rialzerà la testa, sarà come avere una brace sempre viva che se viene messo un legnetto si riattiva una fiamma. Potrebbe rialzare la testa, ma con piccole ondate di positività che andando avanti nel tempo e saranno sempre inferiori rispetto all'anno prima. Il tutto molto gestibile. Certo, in inverno la musica cambia perché abbiamo altri virus respiratori e si parla di 'cocktail' di virus dove c'è anche Covid". Così all'Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, commenta i dati.
Bassetti: "Dopo 4 anni Covid sconfitto"
"Il Covid è ampiamente ai titoli di coda e il paradosso è che l'influenza lo ha messo ai margini ed è stato battuto 3 a 0. Fondamentalmente ormai l'influenza ha spazzato via il Covid, che rimane ancora un problema unicamente per i grandi immunodepressi e per gli anziani che sono quelli che tra l'altro si sono anche vaccinati molto poco. Dopo 4 anni possiamo dire che il Covid è stato sconfitto, ha vinto la scienza e hanno vinto i vaccini, i farmaci antivirali. Ha perso l'antiscienza e il complottismo", il commento all'Adnkronos Salute di Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.
"Ecco, io non vorrei più leggere i titoloni sul Covid che comunque rimarrà con noi ancora - precisa Bassetti - come uno dei virus responsabili di infezioni respiratorie tutto l'anno. Recentemente al Sars-CoV-2 è stata data troppa importanza: sottoporre i pazienti che entrano in ospedale al tampone per il Covid, in assenza di sintomi, è un errore che non deve essere continuato". "Quindi - conclude l'infettivologo - certamente è stata lunga, è stata dura, però direi che a 4 anni dai primi casi possiamo dire di avere vinto".
Gismondo: "Cambiamogli nome, Covid 2020-2021 non esiste più"
"Il Covid? Cambiamogli nome", perché "il Covid del 2020-2021 non esiste più". A proporre di ribattezzare l'infezione da Sars-CoV-2 è Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. "Quello che continuiamo a chiamare Covid dovremmo chiamarlo diversamente", dice l'esperta all'Adnkronos Salute, commentando i dati del monitoraggio.
"Il virus Sars-CoV-2 è mutato e per la malattia che provoca dovremmo adesso adottare un'altra denominazione", sostiene Gismondo. "Circolerà ancora - precisa - dal punto di vista epidemiologico sarà altalenante, con periodi in cui avremo più contagiati e altri in cui ne avremo meno", ma l'infezione pandemica che 4 anni fa ha travolto il mondo "non è più la stessa".
Lopalco: "Senza nuove varianti prossimo appuntamento in autunno"
La curva calante dei dati Covid rappresenta la "normale dinamica della fase epidemica stagionale. Se non dovessero emergere nuove varianti, con un po’ di fortuna il prossimo appuntamento con Sars-Cov-2 sarà per l’autunno-inverno prossimo. In caso contrario potrebbe verificarsi, come negli ultimi anni, anche una ripresa epidemica in primavera-estate. Vedremo", spiega all'Adnkronos Salute Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento.
Il picco di Covid, continua Lopalco, "è stato piuttosto precoce ed è stato accompagnato da un forte picco di influenza. I virus influenzali ancora la fanno da padrone con il coronavirus ormai in fase di calo. Ma tutto questo rappresenta una normale evoluzione".
Pregliasco: "In calo già da un po'"
Per questa stagione Covid è in ritirata, ma tornerà? "A cicli di 4-5 mesi avremo nuove onde come quelle disegnate da un sasso in uno stagno". Però con intensità "in riduzione". Lo prospetta Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, commentando all'Adnkronos Salute i dati.
"Quest'anno - spiega l'esperto - l'onda Covid l'abbiamo avuta un po' prima. E quindi, nel 'cocktail' di virus respiratori che hanno caratterizzato questa stagione autunno-inverno e che ha visto l'influenza protagonista, il suo contributo è in calo già da un po'". La fiammata insomma si è spenta e, secondo Pregliasco, si riaccenderà, ma sempre meno forte.
Cronaca
Palermo, i Carabinieri festeggiano i 105 anni del brigadiere
Centocinque anni festeggiati con i suoi colleghi dopo una lunga carriera. I Carabinieri di Palermo hanno incontrato Salvatore Galante nato a Montedoro in provincia di Caltanissetta nel 1919, Brigadiere dei carabinieri in congedo. Nella sua casa, nel quartiere Oreto, a Palermo, circondato dai familiari, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Generale di Brigata Luciano Magrini, "ha portato un caloroso saluto e un affettuoso abbraccio dell’Arma al militare centenario, consegnandogli in dono una Lucerna in cristallo".
Salvatore Galante sposa la signora Filomena ed ha due figli Angela e Vincenzo. Si arruola nell’Arma dei carabinieri il 24 febbraio 1939 e viene trasferito alla Legione di Verona. Si congeda dopo 35 anni di servizio il 14 aprile 1974 con nomina a Vice Brigadiere di complemento. Ha partecipato alla 2° guerra mondiale, è stato mobilitato con la 150^ sezione a disposizione della Divisione Acqui destinazione Albania con l’incarico di “portaordini”. Dall’Albania in Grecia e da lì, sempre con la Divisione Acqui, è stato trasferito presso l’isola di Corfù. Rientrando da un servizio con la moto, a causa di un incidente con un’autovettura militare riportava la frattura della tibia e del perone della gamba destra ed a seguito di ciò veniva rimpatriato in convalescenza.
I colleghi della Sezione, rimasti in Grecia, (ben 68 compreso il Comandante) morirono tutti nell’eccidio di Cefalonia. Dopo circa due mesi di convalescenza, di nuovo assegnato a Verona, da lì mobilitato con la 27esima Sez. presso la Divisione Mantova. Trasferito ad Asti, poi a Torino, da lì in Calabria a Marcellinara (Cz), poi Nicastro, infine trasferito a Palermo alla Caserma Bonsignore, oggi Caserma Carlo Alberto dalla Chiesa, quale responsabile dell’ufficio autodrappello fino al 1974.
Cronaca
Catania, muore incastrato tra cabina e porta ascensore
Un 31enne era impegnato nella manutenzione dell'elevatore
Un uomo di 31 anni, manutentore di ascensori, è morto dopo essere rimasto incastrato tra la cabina e la porta di un piano dell'elevatore di un condominio di Aci Sant'Antonio, in provincia di Catania, dove era al lavoro. I medici del 118 hanno constatato il decesso del 31enne dopo che il corpo è stato liberato dai Vigili del fuoco. Una donna che era dentro la cabina dell'ascensore è stata soccorsa da personale medico perché sotto choc. Indagano i Carabinieri.
Cronaca
Aviaria, i timori dell’Oms: “Preoccupa rischio...
L'allarme di Jeremy Farrar, Chief Scientist dell'Organizzazione mondiale della sanità
La variante A/H5N1 dell'influenza aviaria è diventata "una pandemia animale zoonotica globale". Il mese scorso mucche e capre si sono aggiunte all'elenco delle specie colpite, un'evoluzione ritenuta dagli esperti sorprendente per gli esperti perché non si riteneva fossero suscettibili a questo tipo di influenza. E ora il rischio che questo virus possa propagarsi fino all'uomo "resta una grande preoccupazione". Lo ha dichiarato Jeremy Farrar, Chief Scientist dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Ad oggi non è stata registrata trasmissione interumana (da uomo a uomo) del virus, è la premessa, ma l'H5N1 ha avuto un tasso di mortalità "estremamente alto" tra le persone che sono state contagiate fino al oggi. Questa "è un'infezione influenzale iniziata prevalentemente nel pollame e nelle anatre, e si è diffusa efficacemente nel corso degli ultimi uno o due anni fino a diventare una pandemia zoonotica - animale - globale. La grande preoccupazione, ovviamente, è che così facendo, e infettando anatre e pollame - ma ora sempre più mammiferi - il virus si evolva e sviluppi la capacità di infettare gli esseri umani. E, poi, aspetto critico, sviluppi la capacità di passare attraverso una trasmissione da uomo a uomo", ha evidenziato Farrar. Le sue parole sono rimbalzate su diversi media internazionali.
L'esperto ha commentato l'epidemia di H5N1 registrata tra le mucche da latte negli Stati Uniti e ha sollecitato un ulteriore attento monitoraggio e attività di indagine da parte delle autorità sanitarie pubbliche, "perché potrebbe evolversi e trasmettersi in modi diversi". "Dobbiamo assicurarci che, se l'H5N1 dovesse arrivare agli esseri umani con una trasmissione da uomo a uomo, saremo nella posizione di rispondere immediatamente con un accesso equo ai vaccini, alle terapie e alla diagnostica".
Nello spirito di aumentare la cooperazione internazionale in caso di nuova pandemia, l'Oms ha anche annunciato un linguaggio aggiornato per descrivere gli agenti patogeni presenti nell'aria. L'iniziativa, ha spiegato Farrar, è stata originariamente innescata dall'emergenza Covid e dal riconoscimento di una mancanza di termini comunemente concordati tra medici e scienziati per descrivere la modalità di trasmissione del coronavirus, il che ha aumentato la sfida rappresentata da quella crisi.
Per evitare situazioni simili, l'Oms ha condotto consultazioni con quattro importanti agenzie di sanità pubblica di Africa, Cina, Europa e Stati Uniti, prima di annunciare un accordo su una serie di nuovi termini concordati. Per esempio la definizione 'particelle respiratorie infettive' o Irp, dovrebbe essere utilizzata al posto di 'aerosol' e 'droplet' (goccioline), per evitare qualsiasi confusione riguardo alla dimensione delle particelle coinvolte. Al di là della nuova terminologia, l'iniziativa consolida comunque l'impegno della comunità internazionale ad affrontare "epidemie e pandemie sempre più complesse e frequenti", ha infine evidenziato Farrar ai giornalisti a Ginevra.