Cronaca
Covid, Pregliasco: “La variante JN.1 schiva il...
Covid, Pregliasco: “La variante JN.1 schiva il vaccino”
Il virologo: "In ospedale molti casi, soprattutto persone non vaccinate"
La variante JN.1 buca i vaccini, l'Italia va verso un picco di casi covid tra Natale e Capodanno. E' il quadro che Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, delinea nell'attuale quadro di contagi. "E' tornato il Covid, ricominciamo ad avere molti casi in ospedale, soprattutto persone che non hanno fatto i richiami o non si sono vaccinate. Anche perché la variante JN.1 è molto aggressiva, riesce a schivare i vaccini", dice Pregliasco a 'Un Giorno da Pecora' su Rai Radio 1.
"Avremo il picco" di Covid "tra Natale e Capodanno. E dico a tutti: facciamo il tampone se pensiamo di avere una qualche sintomatologia". Non solo: "Nei pranzi e nei cenoni che faremo durante le Feste sarebbe meglio non abbracciare il nonno, specie se come dicevo si ha una sintomatologia dubbia. Insomma, se ci sono persone fragili evitiamo di abbracciarci", aggiunge. Quanto alla mascherina, a chi è in partenza l'esperto la consiglia: "Sì, sui voli aerei e sui treni sarebbe meglio indossarla".
Ma perché la variante JN.1 merita particolare attenzione? Fa parte della 'famiglia' della variante Pirola, che produce sintomi noti da tempo: febbre a 38 che dura qualche giorno, mal di testa costante e un raffreddore spesso accompagnato da tosse e mal di gola.
Gli esperti suggeriscono di proseguire con l'attuale 'ricetta' del vaccino aggiornata alla variante Kraken (XBB.1.5), ritenendola efficace contro le varianti circolanti. JN.1, con i lignaggi legati a Pirola, guadagna spazio: ha una sostituzione aggiuntiva nella proteina Spike e ora si diffonde.
Cronaca
TAR Lazio, non è valido il TFA sostegno in Romania
in collaborazione con Titolispagna
Pessime notizie per il riconoscimento del TFA sostegno in Romania: per il Tribunale Amministrativo del Lazio con sentenza pubblicata il 18 Dicembre 2023, non è valido per le incolmabili differenze formative con il percorso italiano.
La sentenza n.19084 emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio il 17 ottobre 2023 e pubblicata il 18 Dicembre dello stesso anno, ha messo nero su bianco la netta disparità tra il percorso di specializzazione per il sostegno svolto in Romania e l’iter ufficiale previsto dalla normativa italiana (inserita nel DM 30-9-2011).
Esprimendosi in materia di validità delle abilitazioni professionali, infatti, il TAR ha delegittimato la regolarità in Italia del TFA svolto in Romania, che non può essere considerato abilitante all’esercizio della professione di docente di sostegno.
La sentenza n. 19084 del TAR Lazio, nello specifico, ha respinto il ricorso presentato da un’aspirante docente contro il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in seguito al mancato riconoscimento del sostegno in Romania.
Disparità tra TFA in Romania e percorso italiano
La decisione del MIM di non validare in Italia il titolo conseguito fuori dal territorio nazionale, precisamente, si riferisce al titolo ottenuto dalla docente presso l’Università “Dimitrie Cantemir” di Tirgu Mures in data 25 giugno 2018.
Con il provvedimento n. 261 del 24 febbraio 2023, il Ministero ha respinto la richiesta di validazione del TFA svolto in terra rumena facendo riferimento alla direttiva 2005/36/CE modificata dalla direttiva 2013/55/UE. Dopo una meticolosa valutazione dei due percorsi, infatti, il MIM ha evidenziato numerose differenze dal punto di vista quantitativo e qualitativo, tanto da affermare che dalle:
“verifiche eseguite è emerso che le conoscenze complessivamente possedute dall’istante, risultanti dal complesso di diplomi e di attestazioni da esso posseduti, nonché dal complesso di esperienza professionale maturata sia in Italia che in Romania, non soddisfano, nemmeno parzialmente, le condizioni per accedere all’insegnamento, in Italia, in qualità di insegnante specializzato sul SOSTEGNO”.
La decisione del TAR del Lazio
A confermare la decisione del Ministero dell’Istruzione e del Merito relativamente al riconoscimento del TFA in Romania è stato anche il TAR del Lazio, nonostante la docente avesse impugnato la decisione ministeriale in virtù dell’assenza di misure compensative finalizzate a perfezionare in Italia il conseguimento del titolo estero.
La delibera del MIM, come ribadisce il TAR, è pienamente conforme a quanto stabilito dal Consiglio di Stato in merito al confronto tra le competenze attestate da tali titoli e le qualifiche e le conoscenze richieste dalla legislazione italiana, in modo da evidenziare i requisiti di accesso alla professione regolamentata di insegnante. Evidenziando anche notevoli carenze del percorso rumeno per quanto concerne il tirocinio e lo svolgimento di attività di laboratorio, il TAR ha dato ragione al MIM motivando la delibera con queste parole:
“Il Ministero è giunto alla decisione finale di negare il riconoscimento solo dopo aver effettuato la suddetta comparazione, all’esito della quale ha riscontrato incolmabili differenze sotto vari profili tra la formazione sul sostegno conseguita all’estero e quella prevista dalla normativa italiana per l’accesso all’insegnamento in qualità di insegnante specializzato sul sostegno".
Cronaca
Tumori, Morosini (AstraZeneca): “Obiettivo pipeline...
"Area d'interesse con grandissime opportunità di ricerca e sviluppo"
"L'oncoematologia è una branca davvero interessante, che ultimamente ha dato grandissime opportunità di ricerca e di sviluppo di nuove molecole. Siamo impegnati in quest'area, dove siamo già entrati con un primo farmaco, con una prima indicazione, e vogliamo sviluppare una pipeline che permetta di coprire le tante necessità di questi pazienti e di unire a queste necessità i risultati di una ricerca scientifica importante". Così Paola Morosini, Medical Affairs Head Oncology AstraZeneca, oggi a Milano a margine della conferenza stampa con cui la biofarmaceutica anglo-svedese ha annunciato il via libera dell'Aifa alla rimborsabilità di acalabrutinib in compresse per il trattamento della leucemia linfatica cronica.
Rimborsabile dal 2021 nella formulazione in capsule, acalabrutinib in compresse presenta un volume ridotto del 50% ed è quindi più facile da deglutire. Inoltre può essere somministrato con gli inibitori della pompa protonica, che riducono l'acidità gastrica, e può essere assunto con o senza cibo. La gestione e l'adesione alla terapia diventa così più semplice, a vantaggio dei pazienti trattati che di solito hanno più di 70 anni e più facilmente comorbidità. Pari efficacia e sicurezza delle due formulazioni sono state dimostrate con uno studio clinico. Grazie a questa approvazione, un maggior numero di pazienti potrà beneficiare della cura con acalabrutinib.
Cronaca
Tumori, Barbieri (Ail): “Dopo diagnosi leucemia...
"Importante divulgare le novità con seminari e incontri, il sogno del paziente è una migliore qualità di vita"
"La diagnosi di leucemia crea uno sconvolgimento nella vita del paziente fin dal momento della scoperta della malattia. Sapere che la ricerca fa dei progressi, grazie ai quali per la sua malattia c'è una speranza e una qualità di vita maggiore, è il sogno del paziente. Lo scopo di Ail è proprio quello di divulgare ai pazienti tutte quelle che sono le nuove terapie, attraverso i seminari che organizza in giro per l'Italia per incontrare i pazienti". E' il commento di Rosalba Barbieri, vice presidente Associazione italiana contro leucemie linfomi e mieloma, alla notizia dell'ottenuta rimborsabilità di acalabrutinib in compresse per il trattamento della leucemia linfatica cronica, annunciata da AstraZeneca con una conferenza stampa a Milano.
Rispetto alla formulazione in capsule, acalabrutinib in compresse presenta un volume dimezzato ed è quindi più facile da deglutire. La gestione e l'adesione alla terapia diventa così più semplice, a vantaggio dei pazienti trattati, di solito over 70, anche perché il farmaco può essere somministrato con agenti che riducono l'acidità gastrica e può essere assunto con o senza cibo.
"La sinergia tra la sezione Ail e il centro di ematologia è un altro aspetto importante - aggiunge la vice presidente Ail - perché quando Ail ha la possibilità di venire a conoscenza delle innovazioni in campo terapeutico può trasferire questa conoscenza ai pazienti con una certa credibilità. Ail rappresenta infatti un riferimento per il paziente". Al di là delle cure, è particolarmente importante, per la qualità della vita dei pazienti, il sostegno psicologico, che dovrebbe essere disponibile "fin dai primi giorni perché - spiega Barbieri - è quello il momento peggiore, quello della diagnosi. E parlo non solo del paziente, ma anche dei familiari, perché in famiglia ci sarà qualcuno che si dovrà far carico di accompagnare il paziente e aiutarlo nelle terapie. Ail, infatti - evidenzia - porta avanti progetti anche per il supporto psicologico, affinché tutti i centri di ematologia possano avere uno o più psicologi".