Politica
Italia-Africa, Meloni: “Da oggi via approccio...
Italia-Africa, Meloni: “Da oggi via approccio predatorio o caritatevole’
La premier in Senato: "Per il piano previsti 5,5 miliardi di euro, missioni operative nelle prossime settimane. Non posso affrontare tema da sola, serve coinvolgimento Ue"
Il vertice Italia-Africa disegna "un nuovo modello di cooperazione nel quale dobbiamo tutti credere - perché può funzionare solo se ci crediamo tutti insieme - fondato su fiducia e rispetto". Così la premier Giorgia Meloni, chiudendo i lavori dell'incontro al Senato alla presenza dei rappresentanti di oltre 40 paesi africani coinvolti.
"Ritengo che questo vertice abbia raggiunto lo scopo che si era prefissato" cioè quello di "essere un momento di condivisione e dialogo", ha detto ancora. La presidente del Consiglio ha poi sottolineato "l'interesse" delle nazioni africane coinvolte "verso la posizione italiana". Per Meloni, dunque, il summit "è stato un successo".
"Sono contenta - ha proseguito - di aver riscontrato la concreta volontà di immaginare e scrivere insieme una nuova pagina delle nostre relazioni, basata su una cooperazione tra pari e pari, lontana da quell'approccio predatorio che da troppo tempo ha caratterizzato i rapporti con l'Africa".
"Sono molto soddisfatta del fatto che abbiamo trovato moltissimi punti di contatto. Siamo solo all'inizio, davanti a noi c'è un cammino molto lungo. Questa giornata è una ripartenza" perché segna "l'inizio di una stagione nuova", ha detto al Senato la premier Giorgia Meloni, chiudendo i lavori del vertice Italia-Africa alla presenza dei rappresentanti di oltre 40 paesi africani coinvolti.
"Noi - ha aggiunto - vogliamo essere pragmatici ed estremamente concerti. Il Piano Mattei non è un piano di buone intenzioni ma di obiettivi concreti e realizzabili, che vanno verificati passo dopo passo". Gli obiettivi del Piano "hanno bisogno di un cronoprogramma preciso e ben delineato. Questo metodo di lavoro - ha sottolineato Meloni - può fare la differenza". "Non abbiamo una scatola chiusa da consegnare ma un'idea da condividere", ha inoltre aggiunto la presidente del Consiglio nel corso del suo intervento.
"Già nelle prossime settimane partiranno le missioni operative" del Piano Mattei "nelle diverse nazioni coinvolte, per capire come si possa allargare questa iniziativa", ha poi annunciato. "Oggi abbiamo parlato dei primi progetti pilota del Piano - ha proseguito - ma credo che il perimetro della nostra collaborazione possa e debba essere molto più ampio".
Il Piano Mattei per l'Africa, ha spiegato la presidente del Consiglio, rappresenta "un modello di cooperazione che vogliamo portare avanti con tutte le nazioni interessate a questo approccio" e costituisce "un cambio di paradigma nei rapporti con l'Africa. Siamo orgogliosi di aver gettato le basi di questo nuovo percorso. L'Africa continuerà a essere una delle priorità strategiche della politica estera italiana e sarà centrale nel corso della presidenza italiana del G7", ha assicurato Meloni.
Con il vertice Italia-Africa "non volevamo semplicemente fare filosofia", ha poi detto la premier al termine del summit. La presidente del Consiglio ha indicato "cinque prioritarie linee di intervento" su "alcune questioni strategiche", ovvero "istruzione, salute, acqua, agricoltura, energia" e "trasversalmente, il tema infrastrutturale senza il quale è difficile realizzare il resto", ha aggiunto.
La "questione energetica" è prioritaria nei rapporti tra Italia e Continente africano, per questo bisogna costruire "un partenariato vantaggioso per tutti e lo si deve fare con investimenti significativi, infrastrutture di collegamento e coinvolgendo l'Unione europea nel suo complesso. Non ho la pretesa di affrontare da sola la questione africana", le parole di Meloni.
5,5 miliardi di euro per il Piano Mattei
Quella partita oggi è una "pagina nuova nelle nostre relazioni" pensiamo a una "collaborazione da pari a pari, lontana da una concezione predatoria o anche caritatevole", aveva detto la premier oggi in Senato all'inizio del vertice. "'Italia-Africa un ponte per crescere assieme', recita il titolo di questo evento -aggiungeva la premier- un ponte che noi italiani possiamo costruire senza partire non da zero, un ponte che Enrico Mattei seppe immaginare". Questo di oggi, aggiungvae, è "il primo appuntamento della presidenza italiana del G7" quanto si fa oggi "è il frutto di una politica estera precisa, che porta a riservare all'Africa un posto di onore nell'agenda del governo, vogliamo dimostrare che siamo consapevoli che il destino di Europa e Africa sia interconnesso".
Il vertice ha dato il via al Piano Mattei, che, ha ricordato Meloni, "può contare su 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie", di questi "circa 3 miliardi arriveranno dal fondo italiano per il clima e circa 2,5 miliardi dalle risorse della cooperazione allo sviluppo. Certo, non basta, per questo vogliamo coinvolgere le istituzioni finanziarie e internazionali, le banche multilaterali di sviluppo, l'Unione europea a altri stati donatori che hanno già dichiarato la loro disponibilità a sostenere progetti comuni".
Meloni ricordava che "il Piano Mattei è un piano concreto di interventi strategici, concentrato su poche priorità di medio lungo periodo, istruzione e formazione, salute e agricoltura, acqua ed energia. Abbiamo individuato alcune nazioni africane del quadrante subsahariano e nordafricano" che sarà poi allargato "seguendo una logica incrementale".
Nel suo intervento, la presidente del Consiglio ha poi illustrato alcuni progetti che fanno parte del Piano a cui lavora il governo, tra questi un centro di formazione professionale sull'energia rinnovabile in Marocco, progetti sull'istruzione in Tunisia, altri con focus sulla sanità in Costa d'Avorio, nonché progetti in Algeria, Mozambico, Egitto, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya.
"Bisogna garantire il diritto a non dover essere costretti a emigrare". "L'immigrazione illegale di massa non sarà mai fermata, i trafficanti di vite umane non saranno mai sconfitti se non si affrontano a monte le cause che spingono una persona ad abbandonare la propria casa", ha ribadito la premier. "E' esattamente quello che intendiamo fare: da una parte dichiarando guerra agli scafisti del terzo millennio e dall'altra lavorando per offrire ai popoli africani un'alternativa fatta di opportunità, lavoro, formazione e percorsi di migrazione legale".
"L'Africa è un continente che può e deve stupire, ma va messo in condizione di potere competere a armi pari". "Come è stato detto fin dall'antichità dall'Africa sorge sempre qualcosa di nuovo. Ecco l'augurio che faccio a ognuno di noi. È che da questo vertice possa davvero nascere qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno si aspetta perfino qualcosa che in molti non avrebbero creduto possibile", ha detto.
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Europee, sondaggio: Fratelli d’Italia si conferma...
Movimento 5 Stelle scende al 16,8% dopo aver perso lo 0,8% dall'ultima rilevazione
Fratelli d'Italia si conferma saldamente primo partito nel Paese con il 27,2% dei consensi, in aumento dello 0,3% rispetto alla scorsa rilevazione dell'8 aprile. Lo dice un sondaggio del 24 aprile realizzato da Euromedia Research per Porta a Porta in vista delle prossime elezioni europee. Al secondo posto troviamo il Partito democratico con il 20,3% (+0,6%) seguito dal Movimento 5 Stelle che scende al 16,8% dopo aver perso lo 0,8% dall'ultimo sondaggio. Nelle successive posizioni Euromedia Research colloca gli altri due principali partiti dello schieramento di centrodestra: Forza Italia e Lega Salvini premier, rispettivamente all'8,7 e all'8,5%. La lista Stati uniti d'Europa viene data al 4,4%, mentre Alleanza Verdi Sinistra-Europa Verde-Sinistra italiana al 4%. Sotto la soglia di sbarramento del 4% necessaria per l'ingresso nell'Europarlamento ci sono Azione (3,8%), la lista Libertà di Cateno De Luca (2,5%), Pace terra dignità (2%), altri partiti (1,8%). Gli indecisi o astenuti sono il 38,5%.
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Europee, Salvini conferma candidatura generale Vannacci:...
"Tra 44 giorni si sceglierà tra Ue o colonia sino-islamica", ha detto il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini alla presentazione del suo libro a Milano
“Sono contento che il generale Vannacci abbia deciso di portare avanti le sue battaglie di libertà insieme alla Lega alle prossime elezioni europee”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini intervenendo alla presentazione del suo libro ‘Controvento. L’Italia che non si arrende’, a Milano, ufficializzando la candidatura di Roberto Vannacci alle elezioni europee.
“Tra 44 giorni c’è un referendum sul futuro dell’Europa; si sceglierà se l’Europa esisterà ancora o se quella che lasceremo ai nostri figli sarà una colonia sino-islamica”, ha aggiunto il vicepremier.
Parlando del suo rapporto con Giorgia Meloni, Salvini ha poi ribadito che "più ci conosciamo e più il rapporto diventa personale; non siamo stati quasi mai in guerra, dal momento che i rapporti erano quasi sempre alternativi e competitivi. E da un anno e mezzo, da quando cioè siamo al governo insieme, abbiamo entrambi caratteri tosti, ma sicuramente abbiamo capito che nostro dovere è mantenere la parola con gli italiani e dunque nostro impegno sarà quello di portare a termine la legislatura, il nostro governo durerà 5 anni”. “E poi -aggiunge- il mio successo è il suo successo e viceversa. Fuori da Palazzo Chigi, poi, quando siamo a cena insieme o in viaggio, giochiamo anche lunghe partite a Burraco. Anzi, più che altro sua sorella e la mia compagna, che si ricorda le carte che hai in mano. E allora -conclude- questo per dire che più ci danno per finiti e più ci allungano la vita”.
Salvino ha poi rivelato di fare "sempre più fatica a dire ‘ho piena fiducia in magistratura libera e indipendente’. Detto questo, la cosa peggiore che potrebbe capitarmi è di essere condannato. Mi dispiacerà per i miei figli e per Francesca, spero di riuscire almeno a inaugurare prima il Ponte sullo Stretto o almeno le Olimpiadi di Milano-Cortina. Scherzi a parte, penso che finché non ci sarà una riforma seria e una magistratura libera da correnti politiche, nessun italiano può dirsi tranquillo a casa sua”.
“Per qualche grande ex giudice o pm -afferma Salvini- ci sono solo colpevoli in attesa di essere scoperti, che è una cosa culturalmente folle. Per me invece, chiunque, fino a prova contraria, è un presunto innocente e io lo tratto da persona perbene. Anche perché se parto dal pregiudizio che in questa sala ci sono centinaia di presunti colpevoli e prima o poi li becco, non rendo un buon servizio al mio Paese”.
In ogni caso, riflette, “tornando indietro rifarei la stesa cosa, consapevole che poi un pezzo di Parlamento ha portato a processo una parte politica, che è un precedente pericolosissimo. Perché un domani, chiunque trovi un magistrato consenziente potrà mandare a processo un ministro. Allora -conclude- io dico che la politica deve ritrovare l’orgoglio e l’indipendenza di fare buona politica”.
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25 aprile, Meloni: “Con fine fascismo poste basi...
La presidente del Consiglio Meloni all'Altare della Patria a Roma con il capo dello Stato: "Con fine fascismo poste basi democrazia. Salvini: "Sempre onorato senza sbandierarlo, questo governo antifascista"
"Senza memoria, non c’è futuro". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25 aprile, celebrando l'anniversario della Liberazione a Civitella in Val di Chiana, in Toscana, dove nel 1944 i nazisti trucidarono 244 persone. "Aggiungo - utilizzando parole pronunciate da Aldo Moro nel 1975 - che 'intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico'", ha affermato il capo dello Stato.
"All’infamia della strage di Marzabotto, la più grande compiuta in Italia, seguì un corollario altrettanto indegno: la propaganda fascista, sui giornali sottoposti a controlli e censure, negava l’innegabile, provando a smentire l’accaduto, cercando di definire false le notizie dell’eccidio e irridendo i testimoni. Occorre – oggi e in futuro - far memoria di quelle stragi e di quelle vittime e sono preziose le iniziative nazionali e regionali che la sorreggono. Senza memoria, non c’è futuro".
"Con queste barbare uccisioni, nella loro strategia di morte, i nazifascisti cercavano di fare terra bruciata attorno ai partigiani per proteggere la ritirata tedesca, di instaurare un regime di terrore nei confronti dei civili perché non si unissero ai partigiani, di operare vendette nei confronti di un popolo, considerato inferiore da alleato e, dopo l’armistizio, traditore. Si trattò di gravissimi crimini di guerra, contrari a qualunque regola internazionale e all’onore militare e, ancor di più, ai principi di umanità", ha affermato.
"Nessuna ragione, militare o di qualunque altro genere, può infatti essere invocata per giustificare l’uccisione di ostaggi e di prigionieri inermi. I nazifascisti - ha ricordato il capo dello Stato - ne erano ben consapevoli: i corpi dei partigiani combattenti, catturati, torturati, uccisi, dovevano rimanere esposti per giorni, come sinistro monito per la popolazione. Ma le stragi di civili cercavano di tenerle nascoste e occultate, le vittime sepolte o bruciate. Non si sa se per un senso intimo di vergogna e disonore o per evitare d’incorrere nei rigori di una futura giustizia, o, ancora, per non destare ulteriori sentimenti di rivolta tra gli italiani".
"Una lunga di scia di sangue ha accompagnato il cammino dell’Italia verso la Liberazione - ha sottolineato quindi il capo dello Stato - Il sangue dei martiri che hanno pagato con la loro vita le conseguenze terribili di una guerra ingiusta e sciagurata, combattuta a fianco di Hitler nella convinzione che la grandezza e l’influenza dell’Italia si sarebbero dispiegate in un nuovo ordine mondiale. Un ordine fondato sul dominio della razza, sulla sopraffazione o, addirittura, sullo sterminio di altri popoli. Una aspirazione bruta, ignobile, ma anche vana. Totalmente sottomessa alla Germania imperialista di Hitler, l’Italia fascista, entrata nel conflitto senza alcun rispetto per i soldati mandati a morire cinicamente, non avrebbe comunque avuto scampo. Ebbe a notare, con precisione, Luigi Salvatorelli: 'Con la sconfitta essa avrebbe perduto molto, con la vittoria tutto…'" .
"Generazioni di giovani italiani, educati, fin da bambini, al culto infausto della guerra e dell’obbedienza cieca e assoluta, erano stati mandati, in nome di una pretesa superiorità nazionale, ad aggredire con le armi nazioni vicine: le 'patrie degli altri' come le chiamava don Lorenzo Milani - ha detto ancora Mattarella - Nella disastrosa ritirata di Russia, sui campi di El Alamein, nelle brutali repressioni compiute in Grecia, nei Balcani, in Etiopia, nelle deportazioni degli ebrei verso i campi di sterminio, nel sostegno ai nazisti nella repressione della popolazione civile, si consumò la rottura tra il popolo italiano e il fascismo. Si verificò -scrisse ancora Salvatorelli- 'una crisi morale profonda, una disaffezione completa rispetto al regime, un crollo disastroso dell’idolo Mussolini'. Il fascismo aveva in realtà, da tempo, scoperto il suo volto, svelando i suoi veri tratti brutali e disumani".
In mattinata Mattarella accompagnato dai presidenti del Senato, Ignazio La Russa, della Camera Lorenzo Fontana, del Consiglio Meloni, della Corte costituzionale Augusto Barbera, dal ministro della Difesa Guido Crosetto, e dalle alte cariche militari, ha reso omaggio all'Altare della Patria, deponendo una corona di alloro sulla tomba del Milite ignoto, in occasione della Festa della Liberazione.
Meloni: "Con fine fascismo poste basi democrazia"
"Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio". Lo scrive su Instagram la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Continueremo a lavorare - aggiunge- per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà. Viva la libertà!".
Salvini: "Sempre onorato senza doverlo sbandierare"
“Io ho sempre onorato Il 25 aprile senza doverlo sbandierare e senza politicizzarlo”. Queste le parole del vice premier e ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini arrivando al Sacrario dei Caduti di Milano per la deposizione delle corone di alloro in occasione delle celebrazioni per la giornata della liberazione insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
“Non ho detto che sarei venuto qui fino all'ultimo per evitare che ci fossero quelli che invece di celebrare il passato perché non ritorni, vanno in giro a creare problemi”, ha spiegato. Del resto “vedevo stamattina da Roma delle immagini vergognose, scandalose di aggressione alla Brigata ebraica. Ecco - ha concluso - io spero che in un giorno troppo lontano, il 25 aprile sarà una giornata di unità nazionale”.
“Questo è un governo scelto dai cittadini. Poi l’antifascismo sì, mi sembra evidente”, ha aggiunto sottolineando: “Ma poi qualcuno ha nostalgia del fascismo? Spero di no”.
Schlein: "Giusto rinnovare impegno lotta per difesa nostra Costituzione"
“Il 25 aprile è la festa della Liberazione e di tutta la Repubblica, la festa in cui si ricorda chi ha dato la vita e con tanto sacrificio ha costruito le basi per la democrazia e per la libertà di questo Paese e per la difesa dei valori della nostra Costituzione”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein arrivando al corteo milanese per le celebrazioni del 25 aprile. “Questa - aggiunge Schlein - è una giornata in cui va rinnovato l’impegno della lotta per la difesa della nostra Costituzione e per la sua piena attuazione. Per questo dobbiamo ricordare la Resistenza che ci ha liberato dai nazifascisti".