

Ultima ora
Usa, Trump interrogato per frode fiscale non risponde: “Io vittima”
Appellandosi al famoso quinto emendamento della Costituzione, che tutela il diritto a non auto incriminarsi, Donald Trump si è rifiutato di rispondere alle domande dei procuratori di New York che stanno indagando su accuse di frode fiscale contro la Trump Organization. In una lunga dichiarazione, l’ex presidente attacca di nuovo l’inchiesta come politicamente motivata e, collegando la deposizione di oggi alla perquisizione dell’Fbi avvenuta lunedì nella sua residenza in Florida, si dice “vittima di una non motivata, caccia alle streghe politica, sostenuta da avvocati, procuratori e media delle fake news”.
“Una volta mi sono chiesto ‘se uno è innocente perché appellarsi al quinto emendamento?’, ora io so la risposta a questa domanda”, si legge nella dichiarazione che Trump ha diffuso subito dopo il suo arrivo verso le 9 del mattino, ora di New York, negli uffici del procuratore generale in lower Manhattan.
“Quando la tua famiglia, la tua società e tutte le persone che sono nella tua orbita sono diventate obiettivo di una non fondata, politicamente motivata caccia alle streghe sostenuta da avvocati, procuratori e i media delle fake news, non hai altra scelta”, ha aggiunto Trump spiegando che è stato il raid di due giorni fa a fargli decidere di appellarsi al diritto a non rispondere.
La deposizione arriva infatti in un momento particolarmente delicato per Trump. Due giorni fa, mentre si trovava nel suo golf club nel New Jersey, l’Fbi ha perquisito la sua casa in Florida nell’ambito di un’indagine sul materiale sensibile che Trump ha preso quando ha lasciato la Casa Bianca.
“Se c’era qualsiasi dubbio nella mia mente – ha sottolineato nella dichiarazione – il raid a casa mia di lunedì da parte dell’Fbi, appena due giorni prima questa deposizione, ha spazzato via ogni incertezza – ha affermato- non ho assolutamente scelta perché l’attuale amministrazione ha perso ogni tipo di decenza morale ed etica. Per questo – ha concluso – su consiglio dei miei avvocati e per tutte queste ragioni, mi sono rifiutato di rispondere alle domande appellandomi al diritto garantito ad ogni cittadino dalla Costituzione”.
La deposizione di Trump era prevista per luglio ma era stata rinviata dopo la morte dell’ex moglie, Ivana.
Cronaca
Roma, bimba di un anno trovata morta in auto alla Cecchignola

La piccola doveva essere all'asilo, forse dimenticata in auto. A chiamare i carabinieri è stato un passante
Una bambina di circa un anno è stata trovata morta in auto in via dei Fucilieri nella zona della Cecchignola, a Roma. La piccola è stata notata da un passante che ha chiamato i carabinieri. Sul posto anche i vigili del fuoco e il 118.
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Roma, bimba di un anno trovata morta in auto alla Cecchignola

La piccola doveva essere all'asilo, forse dimenticata in auto. A chiamare i carabinieri è stato un passante

Una bimba di circa un anno è stata trovata morta in auto in via dei Fucilieri nella zona della Cecchignola, a Roma. La piccola è stata notata da un passante che ha chiamato i carabinieri. Sul posto anche i vigili del fuoco e il 118.
Secondo le prime informazioni, la bambina doveva essere all’asilo e quindi l’ipotesi più probabile è che sia stata dimenticata nella vettura da uno dei genitori. Indagano i carabinieri della compagnia Eur. Si attende l’arrivo del medico legale sul posto. L’auto è stata sequestrata.
Esteri
Incendi Canada, nube di fumo fino a New York: allerta per decine di milioni di persone

Il fumo ha ricoperto vaste aree dell'Ontario, del Quebec e gran parte degli Stati Uniti nord-orientali. Codice rosso' a Washington per qualità dell'aria

E’ allarme per l’enorme nube di fumo provocata dagli incendi divampati in Canada. Decine di milioni di persone in Nord America si sono svegliate con pericolosi livelli della qualità dell’aria. Il fumo ha ricoperto vaste aree dell’Ontario e del Quebec, mentre una foschia arancione è da ieri sospesa su gran parte degli Stati Uniti nord-orientali. Alcune città, tra cui Toronto e New York, hanno registrato per breve tempo la peggiore qualità dell’aria al mondo durante la notte.
Cancellate tutte le attività all’aperto delle scuole pubbliche della Grande mela e Washington, e nella capitale è scattato “il codice rosso” per la qualità dell’aria. Il sindaco di New York, Eric Adams, ha spiegato che la decisione è stata presa in base alle previsione di un peggioramento della situazione della nube di fumo nel pomeriggio di oggi. “Al momento, abbiamo preso precauzioni per proteggere la salute dei newyorkesi”, ha aggiunto, raccomandando ai cittadini anziani o con problemi di salute di evitare di uscire o di indossare una mascherina.
Gran parte del fumo proviene dal Quebec, dove sono in atto 160 incendi. I funzionari canadesi affermano che il paese sta per affrontare la peggiore stagione di incendi mai registrata. Gli esperti hanno attribuito a una primavera più calda e secca del normale la causa degli incendi. Queste condizioni climatiche dovrebbero continuare per tutta l’esta
Ieri l’Environment Canada ha emesso un allarme di massimo grado per la qualità dell’aria ad Ottawa, con un “rischio molto elevato” per la salute delle persone. A Toronto e nelle aree circostanti, la qualità dell’aria è stata invece classificata come “ad alto rischio”.
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Incendi Canada, nube di fumo fino a New York: allerta per decine di milioni di persone

Il fumo ha ricoperto vaste aree dell'Ontario, del Quebec e gran parte degli Stati Uniti nord-orientali. Codice rosso' a Washington per qualità dell'aria

E’ allarme per l’enorme nube di fumo provocata dagli incendi divampati in Canada. Decine di milioni di persone in Nord America si sono svegliate con pericolosi livelli della qualità dell’aria. Il fumo ha ricoperto vaste aree dell’Ontario e del Quebec, mentre una foschia arancione è da ieri sospesa su gran parte degli Stati Uniti nord-orientali. Alcune città, tra cui Toronto e New York, hanno registrato per breve tempo la peggiore qualità dell’aria al mondo durante la notte.
Cancellate tutte le attività all’aperto delle scuole pubbliche della Grande mela e Washington, e nella capitale è scattato “il codice rosso” per la qualità dell’aria. Il sindaco di New York, Eric Adams, ha spiegato che la decisione è stata presa in base alle previsione di un peggioramento della situazione della nube di fumo nel pomeriggio di oggi. “Al momento, abbiamo preso precauzioni per proteggere la salute dei newyorkesi”, ha aggiunto, raccomandando ai cittadini anziani o con problemi di salute di evitare di uscire o di indossare una mascherina.
Gran parte del fumo proviene dal Quebec, dove sono in atto 160 incendi. I funzionari canadesi affermano che il paese sta per affrontare la peggiore stagione di incendi mai registrata. Gli esperti hanno attribuito a una primavera più calda e secca del normale la causa degli incendi. Queste condizioni climatiche dovrebbero continuare per tutta l’esta
Ieri l’Environment Canada ha emesso un allarme di massimo grado per la qualità dell’aria ad Ottawa, con un “rischio molto elevato” per la salute delle persone. A Toronto e nelle aree circostanti, la qualità dell’aria è stata invece classificata come “ad alto rischio”.
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Gilda Sportiello, prima mamma deputata ad allattare il figlio in Aula alla Camera

La deputata M5S: "Diritto ad allattare non sia negato a nessuna donna"

Gilda Sportiello è stata la prima mamma deputata ad allattare il figlio in Aula alla Camera. “Da questa seduta fa il suo esordio in Aula il piccolo Federico, figlio della nostra collega Sportiello. E’ la prima volta, con l’unità dei Gruppi, in Aula con noi. Auguri di una lunga, libera e serena vita a Federico. Ora parleremo a voce bassa…”, ha annunciato in Aula il presidente di turno Giorgio Mulè, tra gli applausi scroscianti di tutto l’emiciclo.
“Oggi è sicuramente una giornata importante per le Istituzioni, non solo per Montecitorio – ha detto la deputata pentastellata all’Adnkronos – Il vero messaggio, che spero arrivi anche fuori dall’Aula, è che da oggi non deve essere negato a nessuna donna, che rientra al lavoro dopo la gravidanza, il diritto all’allattamento. Un diritto che non deve essere negato né alle donne né ai bambini, perché è un diritto che va garantito ad entrambi. Troppe sono, infatti, le donne che interrompono precocemente l’allattamento non per scelta, ma perché sono obbligate al rientro sul luogo di lavoro”.
Giusto un anno fa, a novembre, è arrivato l’ok della Giunta per il regolamento della Camera all’ingresso delle deputate mamme durante le sedute in Aula per partecipare ai lavori parlamentari con i loro figli e allattarli nell’Emiciclo fino al compimento di un anno.
Politica
Gilda Sportiello, prima mamma deputata ad allattare il figlio in Aula alla Camera

La deputata M5S: "Diritto ad allattare non sia negato a nessuna donna"

Gilda Sportiello è stata la prima mamma deputata ad allattare il figlio in Aula alla Camera. “Da questa seduta fa il suo esordio in Aula il piccolo Federico, figlio della nostra collega Sportiello. E’ la prima volta, con l’unità dei Gruppi, in Aula con noi. Auguri di una lunga, libera e serena vita a Federico. Ora parleremo a voce bassa…”, ha annunciato in Aula il presidente di turno Giorgio Mulè, tra gli applausi scroscianti di tutto l’emiciclo.
“Oggi è sicuramente una giornata importante per le Istituzioni, non solo per Montecitorio – ha detto la deputata pentastellata all’Adnkronos – Il vero messaggio, che spero arrivi anche fuori dall’Aula, è che da oggi non deve essere negato a nessuna donna, che rientra al lavoro dopo la gravidanza, il diritto all’allattamento. Un diritto che non deve essere negato né alle donne né ai bambini, perché è un diritto che va garantito ad entrambi. Troppe sono, infatti, le donne che interrompono precocemente l’allattamento non per scelta, ma perché sono obbligate al rientro sul luogo di lavoro”.
Giusto un anno fa, a novembre, è arrivato l’ok della Giunta per il regolamento della Camera all’ingresso delle deputate mamme durante le sedute in Aula per partecipare ai lavori parlamentari con i loro figli e allattarli nell’Emiciclo fino al compimento di un anno.
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Minniti (Med-Or): “Senza Sud del mondo non sarà possibile pensare a una soluzione per la guerra in Ucraina”

Il presidente della fondazione Med-Or, è intervenuto all'evento Strengthening Italy-Uae Cooperation (Rafforzare la cooperazione Italia-Uae), tenutosi all'Hotel de la Ville di Roma

“Sappiamo perfettamente che la soluzione per una pace giusta, che duri nel tempo, passa attraverso uno straordinario sforzo diplomatico che porta ad affrontare tutti insieme le ragioni di un Paese invaso come l’Ucraina e l’esigenza di costruire un nuovo ordine mondiale, che la guerra ha mandato in frantumi”. Lo ha detto Marco Minniti, presidente della fondazione Med-Or, intervenendo all’evento Strengthening Italy-Uae Cooperation (Rafforzare la cooperazione Italia-Uae), tenutosi all’Hotel de la Ville di Roma.
“C’è un punto cruciale – ha sottolineato – che spinge le relazioni speciali tra Italia ed Emirati Arabi e, aggiungo io, anche tra Europa ed Emirati. La mia convinzione è che non potremo avere una pace giusta e duratura senza i Paesi del Mediterraneo allargato e in particolare quelli del Golfo. Per intenderci, senza il protagonismo diretto e impegnativo del sud del mondo”.
“So che la guerra scoppiata nel cuore dell’Europa ha spostato, per evidenti ragioni di carattere geopolitico, verso nord l’asse del mondo”, ha ammesso Minniti. “Ma senza il sud del mondo non si potrà trovare una soluzione. Da qui nascono le attenzioni sui temi dell’Africa, un continente collocato in un’area strategica fondamentale per gli equilibri e la stabilità dell’intero pianeta”, ha spiegato, esortando l’Europa “a cambiare passo nel rapporto con l’Africa e con il Mediterraneo allargato”.
“L’Europa – ha detto il presidente di Med-Or – deve comprendere che i propri interessi passano anche attraverso l’Africa e il Mediterraneo allargato. Se vuole pensare ad un nuovo assetto del pianeta, non può farlo senza il sud del mondo, che è un punto cruciale anche per il fattore geografico. Il Mediterraneo allargato, infatti, è un punto di congiunzione tra nord e sud del mondo”.
Poi, sull’importanza internazionale di alcuni Stati del sud del mondo, ha commentato: “Paesi come gli Emirati Arabi Uniti hanno svolto un ruolo particolarmente importante negli ultimi 15-20 anni. Ricordo il loro impegno straordinario nella battaglia contro il terrorismo internazionale”. “Per questo – ha aggiunto – dobbiamo lavorare insieme tutti, Italia, Europa, Emirati Arabi e Paesi del Golfo, per affrontare le grandi questioni che abbiamo sotto gli occhi. Ad esempio, la crisi energetica scaturita dalla guerra in Ucraina o la crisi di alcuni Paesi del Golfo”.
Minniti ha poi lanciato un monito alla comunità internazionale: “Se la Tunisia dovesse collassare, noi rischieremmo un effetto domino drammatico, che potrebbe sconvolgere il Nord Africa e tutto il mediterraneo. Il problema non è soltanto governare i flussi migratori – ha aggiunto – ma comprendere l’effetto domino provocato, tra le altre cose, dalla guerra in Ucraina, perché un pezzo della crisi della Tunisia è dovuta alla crisi alimentare causata dalla mancanza di grano proveniente da Ucraina e Russia”. Infine, ha concluso parlando di un altro Paese del sud del mondo, attualmente in una situazione di grave crisi: “Ho citato la Tunisia prima, quindi devo citare, come tema cruciale, anche il Sudan. Il rischio – ha avvertito – è che si inneschi un processo drammatico di destabilizzazione del Mediterraneo, che potrebbe produrre un’onda d’urto in grado di travolgere l’intero pianeta”.
Esteri
Minniti (Med-Or): “Senza Sud del mondo non sarà possibile pensare a una soluzione per la guerra in Ucraina”

Il presidente della fondazione Med-Or, è intervenuto all'evento Strengthening Italy-Uae Cooperation (Rafforzare la cooperazione Italia-Uae), tenutosi all'Hotel de la Ville di Roma

“Sappiamo perfettamente che la soluzione per una pace giusta, che duri nel tempo, passa attraverso uno straordinario sforzo diplomatico che porta ad affrontare tutti insieme le ragioni di un Paese invaso come l’Ucraina e l’esigenza di costruire un nuovo ordine mondiale, che la guerra ha mandato in frantumi”. Lo ha detto Marco Minniti, presidente della fondazione Med-Or, intervenendo all’evento Strengthening Italy-Uae Cooperation (Rafforzare la cooperazione Italia-Uae), tenutosi all’Hotel de la Ville di Roma.
“C’è un punto cruciale – ha sottolineato – che spinge le relazioni speciali tra Italia ed Emirati Arabi e, aggiungo io, anche tra Europa ed Emirati. La mia convinzione è che non potremo avere una pace giusta e duratura senza i Paesi del Mediterraneo allargato e in particolare quelli del Golfo. Per intenderci, senza il protagonismo diretto e impegnativo del sud del mondo”.
“So che la guerra scoppiata nel cuore dell’Europa ha spostato, per evidenti ragioni di carattere geopolitico, verso nord l’asse del mondo”, ha ammesso Minniti. “Ma senza il sud del mondo non si potrà trovare una soluzione. Da qui nascono le attenzioni sui temi dell’Africa, un continente collocato in un’area strategica fondamentale per gli equilibri e la stabilità dell’intero pianeta”, ha spiegato, esortando l’Europa “a cambiare passo nel rapporto con l’Africa e con il Mediterraneo allargato”.
“L’Europa – ha detto il presidente di Med-Or – deve comprendere che i propri interessi passano anche attraverso l’Africa e il Mediterraneo allargato. Se vuole pensare ad un nuovo assetto del pianeta, non può farlo senza il sud del mondo, che è un punto cruciale anche per il fattore geografico. Il Mediterraneo allargato, infatti, è un punto di congiunzione tra nord e sud del mondo”.
Poi, sull’importanza internazionale di alcuni Stati del sud del mondo, ha commentato: “Paesi come gli Emirati Arabi Uniti hanno svolto un ruolo particolarmente importante negli ultimi 15-20 anni. Ricordo il loro impegno straordinario nella battaglia contro il terrorismo internazionale”. “Per questo – ha aggiunto – dobbiamo lavorare insieme tutti, Italia, Europa, Emirati Arabi e Paesi del Golfo, per affrontare le grandi questioni che abbiamo sotto gli occhi. Ad esempio, la crisi energetica scaturita dalla guerra in Ucraina o la crisi di alcuni Paesi del Golfo”.
Minniti ha poi lanciato un monito alla comunità internazionale: “Se la Tunisia dovesse collassare, noi rischieremmo un effetto domino drammatico, che potrebbe sconvolgere il Nord Africa e tutto il mediterraneo. Il problema non è soltanto governare i flussi migratori – ha aggiunto – ma comprendere l’effetto domino provocato, tra le altre cose, dalla guerra in Ucraina, perché un pezzo della crisi della Tunisia è dovuta alla crisi alimentare causata dalla mancanza di grano proveniente da Ucraina e Russia”. Infine, ha concluso parlando di un altro Paese del sud del mondo, attualmente in una situazione di grave crisi: “Ho citato la Tunisia prima, quindi devo citare, come tema cruciale, anche il Sudan. Il rischio – ha avvertito – è che si inneschi un processo drammatico di destabilizzazione del Mediterraneo, che potrebbe produrre un’onda d’urto in grado di travolgere l’intero pianeta”.
Economia
Sostenibilità, Iacono (Hera): “Accordo con Autogrill punta a riduzione sprechi e circolarità”


“Con l’intesa che abbiamo firmato oggi con Autogrill, avviamo una collaborazione su numerosi progetti pensati specificamente per creare modelli di business che portino ad un uso sempre più efficiente delle risorse e all’abbattimento degli sprechi, in un’ottica di maggiore sostenibilità e di circolarità”. Così Orazio Iacono, amministratore delegato di Gruppo Hera, a margine dell’incontro durante il quale i Ceo di Gruppo Hera e Autogrill Italia hanno siglato l’accordo-quadro per lo sviluppo di iniziative di economia circolare.
Gruppo Hera, multiutility leader nella promozione dell’economia circolare e nello sviluppo di soluzioni profittevoli ed al contempo sostenibili, vede infatti nella lotta al cambiamento climatico la principale sfida che dovremo affrontare nel prossimo decennio: “Una sfida come questa richiede un impegno nuovo da parte delle multiutility, un impegno che il Gruppo Hera intende tradurre in progetti concreti, per accompagnare i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni nella transizione ecologica, che è strettamente legata al tessuto sociale e industriale del paese, attraverso un modello sempre più distribuito e inclusivo – ha spiegato l’amministratore delegato del Gruppo Hera – Siamo un partner strategico per il tessuto industriale italiano, oltre che per le istituzioni, per la transizione verso l’economia circolare. Hera è infatti leader in Italia nelle azioni a tutela dell’ambiente, con quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti trattati e un centinaio di impianti capaci di gestire qualsiasi tipo di rifiuto. Per noi l’economia circolare è uno dei principali driver per la creazione di valore condiviso, ottenuto attraverso attività che generano margini economici e, contestualmente, anche impatto positivo sulla società e sull’ambiente”.
L’accordo tra Gruppo Hera e Autogrill, impegnate da tempo a garantire con i propri progetti una transizione verso un’economia sempre più circolare e quindi sostenibile, avrà una durata di un anno e prevede lo sviluppo graduale di una serie di azioni ambientali nei circa 390 punti di ristorazione di Autogrill presenti sul territorio nazionale.
Il primo progetto, che consiste nel recupero e nella trasformazione in biocarburante di oltre 100 tonnellate di oli vegetali esausti prodotti da 70 punti vendita Autogrill in tutta Italia, è già pronto a partire: “Una volta raccolti gli oli vegetali esausti dai punti vendita – ha spiegato ancora Iacono – questi verranno portati nello stabilimento di Marghera dove, grazie alla partnership con il gruppo Eni, verranno riqualificati e trasformati in biocarburante. Questo progetto, dunque, non solo trasformerà in risorsa un rifiuto, ma promuoverà una mobilità più sostenibile e la decarbonizzazione, oltre che la circolarità”.
Il progetto sarà seguito da iniziative per l’efficientamento della filiera, per la gestione dei rifiuti, per la comunicazione e la formazione di dipendenti e clienti di Autogrill.
Ultima ora
Sostenibilità, Iacono (Hera): “Accordo con Autogrill punta a riduzione sprechi e circolarità”


“Con l’intesa che abbiamo firmato oggi con Autogrill, avviamo una collaborazione su numerosi progetti pensati specificamente per creare modelli di business che portino ad un uso sempre più efficiente delle risorse e all’abbattimento degli sprechi, in un’ottica di maggiore sostenibilità e di circolarità”. Così Orazio Iacono, amministratore delegato di Gruppo Hera, a margine dell’incontro durante il quale i Ceo di Gruppo Hera e Autogrill Italia hanno siglato l’accordo-quadro per lo sviluppo di iniziative di economia circolare.
Gruppo Hera, multiutility leader nella promozione dell’economia circolare e nello sviluppo di soluzioni profittevoli ed al contempo sostenibili, vede infatti nella lotta al cambiamento climatico la principale sfida che dovremo affrontare nel prossimo decennio: “Una sfida come questa richiede un impegno nuovo da parte delle multiutility, un impegno che il Gruppo Hera intende tradurre in progetti concreti, per accompagnare i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni nella transizione ecologica, che è strettamente legata al tessuto sociale e industriale del paese, attraverso un modello sempre più distribuito e inclusivo – ha spiegato l’amministratore delegato del Gruppo Hera – Siamo un partner strategico per il tessuto industriale italiano, oltre che per le istituzioni, per la transizione verso l’economia circolare. Hera è infatti leader in Italia nelle azioni a tutela dell’ambiente, con quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti trattati e un centinaio di impianti capaci di gestire qualsiasi tipo di rifiuto. Per noi l’economia circolare è uno dei principali driver per la creazione di valore condiviso, ottenuto attraverso attività che generano margini economici e, contestualmente, anche impatto positivo sulla società e sull’ambiente”.
L’accordo tra Gruppo Hera e Autogrill, impegnate da tempo a garantire con i propri progetti una transizione verso un’economia sempre più circolare e quindi sostenibile, avrà una durata di un anno e prevede lo sviluppo graduale di una serie di azioni ambientali nei circa 390 punti di ristorazione di Autogrill presenti sul territorio nazionale.
Il primo progetto, che consiste nel recupero e nella trasformazione in biocarburante di oltre 100 tonnellate di oli vegetali esausti prodotti da 70 punti vendita Autogrill in tutta Italia, è già pronto a partire: “Una volta raccolti gli oli vegetali esausti dai punti vendita – ha spiegato ancora Iacono – questi verranno portati nello stabilimento di Marghera dove, grazie alla partnership con il gruppo Eni, verranno riqualificati e trasformati in biocarburante. Questo progetto, dunque, non solo trasformerà in risorsa un rifiuto, ma promuoverà una mobilità più sostenibile e la decarbonizzazione, oltre che la circolarità”.
Il progetto sarà seguito da iniziative per l’efficientamento della filiera, per la gestione dei rifiuti, per la comunicazione e la formazione di dipendenti e clienti di Autogrill.
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