Esteri
Naufraghi in un atollo del Pacifico, si salvano grazie a un...
Naufraghi in un atollo del Pacifico, si salvano grazie a un ‘help’ sulla spiaggia
I tre pescatori sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera americana di stanza a Guam
Naufragati in un atollo sperduto del Pacifico, tre pescatori sono stati messi in salvo dopo che hanno scritto 'help', aiuto, sulla spiaggia usando le foglie di palma. Lo rende noto la Guardia Costiera Usa che ha coordinato le ricerche, durate alcuni giorni, dei tre esperti pescatori di Guam, l'isola del Pacifico che è un territorio non incorporato degli Stati Uniti, andati a pescare nei pressi dell'atollo di Pikelot con un motoscafo fuoribordo.
Il motore della barca è andato in avaria e i tre sono rimasti bloccati per oltre una settimana in un isolotto, mangiando noci di cocco e bevendo acqua di un pozzo. Le ricerche sono iniziate quanto i loro familiari hanno contattato le autorità di Guam, dicendo che i tre non avevano fatto ritorno da Pikelot, che fa parte della Micronesia, stato insulare che comprende un arcipelago tra le Filippine e le Hawaii.
Alla fine un aereo della Marina Usa, decollato da una base del Giappone, ha individuato sulla spiaggia di un isolotto la richiesta di aiuto, riuscendo così la limitare l'iniziale aerea di ricerca, di circa 78mila miglia nautiche, delle imbarcazioni di soccorso. Prima del loro arrivo, l'aereo ha lanciato ai naufraghi dei "pacchi di sopravvivenza" ed anche una radio per poter entrare in contatto con loro e verificare che fossero "in buona salute", grazie appunto alla possibilità di nutrirsi di noci di cocco e alla fonte d'acqua potabile trovata. Una lancia dell'U.S. Coast Guard è arrivata finalmente dai naufraghi che sono stati così messi in salvo.
Esteri
G7, Tajani: “Convergenza su tutte le questioni...
A Capri il vertice dei ministri degli Esteri
"Grande unità d'intenti e convergenza su tutte le questioni internazionali". Così Antonio Tajani nella conferenza finale del vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi del G7 a Capri. Ribadito il no all'operazione militare israeliana a Rafah, per il Medio Oriente va perseguita la de-escalation. Ok alle sanzioni all'Iran ma la porta del dialogo resta aperta.
Esteri
Israele-Iran, l’esperto Litvak: “Da Tel Aviv...
Se ci sarà la rappresaglia di Teheran? La Repubblica islamica "non è uno Stato monolitico, le opzioni sono diverse"
Con l'attacco 'limitato' della scorsa notte contro l'Iran, Israele ha mandato il messaggio di "non essere interessato all'escalation", quanto ad una possibile rappresaglia di Teheran, le opzioni "sono diverse", perché diverse sono le voci nella Repubblica islamica, che "non è uno stato monolitico". E' l'interpretazione che Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente all'Università di Tel Aviv, dà dell'operazione della scorsa notte, scattata in risposta all'attacco iraniano del 13 aprile contro Israele.
"Credo che Israele abbia voluto inviare a Teheran il messaggio che non è scoraggiato dal recente attacco iraniano, che l'Iran è vulnerabile e che Israele dispone di una buona intelligence, e che quindi continuerà a impegnarsi per cercare di interrompere le forniture di armi avanzate a Hezbollah", spiega Litvak all'Adnkronos. Per il quale poi è "altrettanto importante la portata e il modo con cui è stato condotto l'attacco", perché così Israele "ha anche inviato il messaggio di non essere interessato a un'escalation, dando all'Iran il modo di minimizzare l'attacco e il suo significato, in modo che Teheran non debba rispondere di nuovo", sostiene l'esperto.
Litvak dice poi di "non avere idea se ci sarà o meno un'escalation: molto dipende da quale sarà la reazione iraniana". "L'Iran non è uno Stato monolitico - sottolinea il professore dell'Università di Tel Aviv - Una fonte potrebbe negare la necessità di rispondere, mentre i Pasdaran potrebbero cercare di spingere la Guida Suprema Khamenei a vendicarsi in qualche modo".
"Non so come reagirà l'Iran se Israele dovesse attaccare in Siria un altro convoglio di armi consegnate a Hezbollah", l'affermazione di una fonte anonima di Teheran secondo cui "non ci saranno ritorsioni potrebbe essere autentica, ma potrebbe anche essere una disinformazione deliberata - conclude Litvak - Non lo so davvero, e ci sono molte opzioni diverse".
Esteri
Israele Iran, Blinken: “Usa non coinvolti in...
L'attacco attribuito a Israele nella zona a Isfahan, in Iran, è stato al centro dei lavori dell'ultima giornata del G7 degli Esteri a Capri. I ministri hanno invitato alla prudenza e convenuto sulla necessità di evitare una escalation nell'area dove va avanti il conflitto tra Israele e Hamas. Le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken:"Non siamo coinvolti in alcuna operazione offensiva".