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Liste d’attesa nel Lazio, aumentano le prestazioni e si riducono i tempi: quasi di un terzo per una risonanza

Dai dati in possesso dell'Adnkronos sarebbero 1,2 milioni gli esami del privato convenzionato prenotabili con il Recup. Ordine medici Roma: "Azione positiva su problema mai risolto"

Macchinario per la risonanza, repertorio (Fotogramma)

Aumentano le prestazioni e si riducono i tempi d'attesa nel Lazio, -30% in media per un esame difficile da ottenere come la risonanza magnetica. Ad oggi oltre 1,2 milioni di prestazioni potenziali dal privato convenzionato, sono prenotabili attraverso il sistema Recup, il 26% del totale delle prestazioni erogate dal privato convenzionato. E il dato è destinato a crescere nel corso dell'anno. Per aumentare l'offerta di visite ed esami e abbattere le liste d'attesa, è infatti in corso il caricamento delle agende delle strutture private convenzionate nella piattaforma Recup, alla luce dell'allineamento dei sistemi informatici tra il sistema Recup e i sistemi dei singoli privati convenzionati, come richiesto dalla Regione Lazio. I privati convenzionati già entrati sono 221. Per le grandi strutture private convenzionate, è necessario più tempo per completare l'integrazione con la piattaforma regionale. L'obiettivo del presidente Francesco Rocca è soddisfare l'aumentata richiesta di prestazioni, +20% dopo il Covid, quando i cittadini sono tornati a curarsi dopo le restrizioni per l'emergenza pandemica. Nel Lazio si è infatti passati da una domanda di 11 milioni di prestazioni a 12 milioni e 200mila.

La riduzione dei tempi d'attesa

I primi effetti iniziano a vedersi. A quanto apprende l'Adnkronos, da gennaio di quest'anno le nuove prenotazioni effettuate dal call center ReCup su queste strutture sono 274.792: nel dettaglio 100.112 a gennaio, 96.494 a febbraio e 78.186 a marzo. E i tempi d'attesa hanno cominciato a ridursi. Ad esempio, per la risonanza magnetica del cervello e del tronco encefalico con mezzo di contrasto si è passati da 1.175 risonanze dei primi 3 mesi del 2023 a 2.192 nello stesso periodo del 2024, con un taglio dell'attesa del 36,5%, da 106,67 giorni a 70,12. Il tempo d'attesa si è ridotto del 36,11% per lo stesso esame senza mezzo di contrasto. E ancora, le Rm della colonna senza contrasto sono aumentate da 4.194, con un tempo medio d'attesa di 93 giorni nel 2023 a 8.882 nel 2024, con un'attesa di 57 giorni, -35,97%. più che raddoppiate le risonanze magnetiche all'addome inferiore e scavo pelvico con contrasto, da 565 a 1.291, mentre il tempo d'attesa è diminuito da 92,5 a 75 giorni, -17,38%.

Il lavoro svolto dal governatore Rocca

"Stiamo mettendo in campo tutte le energie e le risorse che abbiamo e abbiamo trovato per risolvere il problema delle liste d'attesa per le visite mediche. Entro il 2024 si dovrebbero vedere i primi benefici", aveva sottolineato Rocca, presentando il bilancio di un anno di governo qualche giorno fa. Un lavoro "complesso - ha spiegato - perché mancavano oltre 4 milioni delle prestazioni di diagnostica e specialistica ambulatoriale che la Regione pagava e non erano nel Recup, che lasciava al privato campo libero per potersi programmare queste prestazioni". Era necessaria un'inversione di rotta, questo è stato l'impegno della Regione. "Abbiamo obbligato i privati a mettere le loro agende a disposizione del Recup", ha ricordato Rocca. A 27 strutture che non hanno aderito e non hanno voluto mettere a disposizione le agende, non è stato rinnovato l'accreditamento con il sistema sanitario regionale.

"Un'azione molto positiva su un problema vecchio e mai risolto". Così all'Adnkronos Salute Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Omceo) della provincia di Roma, interviene sui dati della Regione Lazio - diffusi dall'Adnkronos - che indicano un aumentano delle prestazioni e la riduzione dei tempi d'attesa, -30% in media per un esame difficile da ottenere come la risonanza magnetica. Risultati arrivati dopo il lavoro fatto dalla Regione che oggi ha oltre 1,2 milioni di prestazioni potenziali dal privato convenzionato prenotabili attraverso il sistema Recup, il 26% del totale delle prestazioni erogate dal privato convenzionato.

"Ho condiviso con il presidente Rocca la necessità di un intervento sulle liste d'attesa come anche sul tema del nuovo tariffario e lui ne ha parlato con il ministro della Salute - aggiunge Magi - Ora è chiaro che per vedere risultati molto tangibili occorrerà aspettare, ci vuole tempo prima che il sistema torni in equilibrio. Ora poi anche il privato accreditato subirà i contraccolpi e deve esserci il tempo per assorbire la novità. Poi servirà un lavoro di ampliamento delle prestazioni anche nel pubblico. Infine, voglio anche evidenziare quando che ci sarà con la presa in carico delle famose case di comunità, diversa dalla prestazione. Se il servizio pubblico - conclude - prenderà in carico i pazienti cronici, nel Lazio sono 1,2 mln, andando anche a prenotare le visite e i controlli senza passare per il Cup si potranno liberare davvero le liste d'attesa. Questo però non accadrà prima del 2025".

Ordine medici Roma: "Azione positiva su problema mai risolto"

"Un'azione molto positiva su un problema vecchio e mai risolto". Così all'Adnkronos Salute Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Omceo) della provincia di Roma, interviene sui dati della Regione Lazio diffusi dall'Adnkronos.

"Ho condiviso con il presidente Rocca la necessità di un intervento sulle liste d'attesa come anche sul tema del nuovo tariffario e lui ne ha parlato con il ministro della Salute - aggiunge Magi - Ora è chiaro che per vedere risultati molto tangibili occorrerà aspettare, ci vuole tempo prima che il sistema torni in equilibrio. Ora poi anche il privato accreditato subirà i contraccolpi e deve esserci il tempo per assorbire la novità. Poi servirà un lavoro di ampliamento delle prestazioni anche nel pubblico. Infine, voglio anche evidenziare quando che ci sarà con la presa in carico delle famose case di comunità, diversa dalla prestazione. Se il servizio pubblico - conclude - prenderà in carico i pazienti cronici, nel Lazio sono 1,2 mln, andando anche a prenotare le visite e i controlli senza passare per il Cup si potranno liberare davvero le liste d'attesa. Questo però non accadrà prima del 2025".

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Università Tor Vergata, TVx Students’ speech contest:...

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Con discorso contro omologazione giovanile

Università Tor Vergata, TVx Students' speech contest: vince Elisa Draghin

Con il suo discorso contro l’omologazione delle personalità Elisa Draghin vince la terza edizione di TVx lo students’ speech Contest dell’università di Roma Tor Vergata, che si è svolto oggi all’Auditorium ‘Ennio Morricone’ nella Facoltà di Lettere e Filosofia. Elisa, 16 anni, proveniente dall’Istituto di istruzione superiore ‘Pertini Falcone’ di Roma, ha conquistato la giuria con il suo intervento forte e coraggioso: rivolta alla propria generazione e al futuro che immagina, Elisa sprona soprattutto i suoi coetanei a non cancellare le proprie imperfezioni, la propria identità e particolarità, a non uniformarsi al ‘gruppo’, a essere sé stessi e non la copia di altri.

Altro invece il tema del vincitore del premio speciale per la giuria per il discorso dal miglior contenuto critico andato a Matteo Duci, 16 anni, dell’Istituto ‘Ascanio Landi’ di Velletri. Matteo ha parlato dei social media e della salute mentale. Il futuro delle nuove generazioni è stato il filo conduttore dell’evento, declinato in discorsi che raccontano di ansie, paure, aspettative e speranze dei e delle giovani, viste direttamente dalla loro prospettiva, con toni e parole che vanno dal commovente all'ironico, dal drammatico al sarcastico.

I dieci ragazzi in gara - Alessandro Fanella; Anna Martinelli; Aurora Di Giacomo; Elisa Draghin; Fabio Gliottone; Federica Nori; Ginevra Corica; Juliette Barbato; Matteo Duci; Sofia Pupparo - hanno partecipato quest’inverno al progetto di public speaking una offerta di formazione PCTO di Roma Tor Vergata e sono stati selezionati tra i 300 studenti delle 16 scuole superiori del territorio che hanno aderito all’iniziativa.

I giurati di questa terza edizione: Roberta Serdoz (vice direttrice RAI Tgr), Debora Carè (Chief Human Resource Officer, Elica), Alessandro Di Pietro (Global Engineering Director, Kenvue), Sabina Simeone (responsabile dell’ufficio stampa dell’università di Roma Tor Vergata).

TVx è un contest ideato dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e lanciato nella sua prima edizione nel 2022 in occasione dei festeggiamenti di TV40, quarantennale dell’Ateneo. Considerato il grandissimo successo, l’Ateneo ha deciso di renderlo un appuntamento permanente con ricorrenza annuale.

Lo ha ribadito nei saluti ai partecipanti il rettore Nathan Levialdi Ghiron: “Per noi è molto importante comprendere quello che hanno nell’animo i nostri e le nostre giovani, perché la costruzione del loro futuro passa attraverso l’esigenza di coltivare ed esprimere le proprie speranze e le proprie aspirazioni ed emozioni. E crediamo che Tvx possa essere per loro un appuntamento utile per sviluppare una attitudine al public speaking e a noi tutti dà modo di essere con loro e di capire le loro aspirazioni per il futuro anche grazie a questa palestra del parlare”.

Un valore, quello della ‘parola in pubblico’ sottolineato dalla presidente della giuria Roberta Serdoz: “In un’era dove le riunioni si fanno da remoto, dove si dialoga attraverso la messaggistica, l’Università di Roma Tor Vergata è riuscita a riportare l’antica arte oratoria, che oggi chiamiamo public speaking, in una moderna Agorà. Il TVx, infatti, non è solo un contest che porta ragazzi e ragazze a scoprire le parti più profonde di loro stessi, le capacità e i disagi. È soprattutto un momento di condivisione tra generazioni. Ascoltare i temi a loro cari, le loro paure, le denunce verso una società sempre più distratta, insegna a noi adulti ad avvicinarci e a percepire il loro mondo così diverso dal nostro. Un progetto comunicativo importante che ha dato fiducia a chi cercava uno stimolo per mettersi in gioco e raccontare le ragioni profonde delle loro cose”.

Attenzione quindi ai messaggi dati dalla nuova generazione. Massimiliano Schiraldi, professore di Impianti industriali e docente nel corso di laurea in Ingegneria Gestionale, ideatore e organizzatore di TVx, così commenta l’evento: “Indipendentemente dall'importanza simbolica dell'iniziativa, dovremmo davvero fare attenzione alle riflessioni che questi ragazzi hanno il coraggio di portare sul palco: già a 16 anni ci parlano sempre di ansia da prestazione, di paura di effettuare le scelte sbagliate per il loro futuro, di delusione è sconforto per il mondo che stiamo lasciando nelle loro mani. Sono tutte grida di aiuto che meriterebbero risposte, e non solo di essere ascoltate. Come Ateneo siamo orgogliosi di avere ideato e lanciato questo originale format, e spero davvero che prenda piede si diffonda anche in altre sedi”. E' possibile rivedere l’evento sul canale YouTube di Ateneo

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Donne sottorappresentate negli studi clinici,...

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Per la Giornata nazionale salute della donna un appello per la maggiore presenza femminile nei trial

Donne sottorappresentate negli studi clinici, l’infettivologa:

Le donne sono sottorappresentate in tutti gli studi clinici. Non fanno eccezione i trial che testano l’efficacia delle terapie antiretrovirali contro l’Hiv. Eppure, come la medicina di genere ha dimostrato negli ultimi anni, studiare come le terapie agiscono sull’organismo femminile è di estrema importanza. “Di fronte all’Hiv le donne sono più fragili sotto diversi punti di vista: dal punto di vista immunitario, perché si infettano più facilmente e, in assenza di trattamenti, hanno un maggior rischio di andare incontro all’Aids; dal punto di vista sociale, perché lo stigma nei confronti di una donna Hiv positiva è maggiore, anche in Italia e non solo nei Paesi a basso reddito. Per questo è importante che la salute delle donne Hiv positive venga adeguatamente monitorata e preservata”. Lo ha detto Annamaria Cattelan, direttore dell’Unità operativa di Malattie Infettive dell’azienda ospedaliera di Padova, in occasione della Giornata nazionale della salute della donna che viene celebrata il 22 aprile.

Nel 2022, in Italia, sono state effettuate 1.888 nuove diagnosi di infezione da Hiv - si legge in una nota - di queste 402 erano donne (21,3%): 116 avevano un'età uguale o maggiore a 50 anni, 209 erano tra 30 e 49 anni, e 71 fra 20 e 29 anni. Continua ad aumentare la quota di donne che arrivano tardi alla diagnosi (circa 60%) e aumenta l’età mediana a cui ci si arriva (36 anni nel 2012 vs 41 anni nel 2022). Un dato da non sottovalutare dal momento che nella popolazione femminile l’infezione porta a un’accelerazione dell’invecchiamento che espone a un rischio aumentato di fratture e di indebolimento della muscolatura.

“L'infezione da Hiv - continua Cattelan - è responsabile di un'accelerazione del processo di ‘aging’ legato allo stato infiammatorio cronico sia nell'uomo sia nella donna, ma con accenti diversi. Per esempio, abbiamo una prevalenza di infarto del miocardio più alta tra le donne Hiv positive non solo rispetto alle donne Hiv negative, ma anche agli uomini Hiv positivi. Poi ci sono dati che mostrano un'attivazione del sistema immunitario estremamente più elevata nelle donne con HIV rispetto agli uomini. Nelle donne riscontriamo maggior deterioramento cognitivo - spiega l’esperta - depressione, ansia, disturbi da stress post-traumatico, condizioni che a loro volta sono influenzate e peggiorate da altri cofattori quali l'abuso di alcol, sostanze stupefacenti o l'utilizzo di farmaci psichiatrici. Particolare attenzione va data, infine alla salute delle ossa, che già dopo la menopausa è messa a repentaglio e che l’azione di alcuni farmaci può peggiorare”.

Sebbene nel campione analizzato nei trial registrativi è presente in media solo il 20% di donne, negli ultimi anni si stanno conducendo analisi e indagini specifiche sulla popolazione femminile. Una review di alcuni studi di fase 3, per esempio, ha analizzato la combinazione bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide (B/F/Taf) nella sottopopolazione femminile coinvolta nei trial confermandone la tollerabilità ed efficacia in tutte le fasce d’età (bambine/adolescenti/adulte/anziane). Non si sono registrati casi di resistenza emergente e c’è stato un basso tasso di interruzione.

Uno studio retrospettivo italiano di real life condotto a 48 settimane dall’inizio del trattamento con la combinazione B/F/Taf, in cui sono stati raccolti dati relativi ai parametri viro-immunologici e metabolici, ha mostrato un aumento significativo del rapporto Cd4/Cd8. A ulteriore conferma dell’efficacia nelle donne, ci sono poi i risultati di un vasto studio di real life che mettono in evidenza come anche lo switch di terapia a favore di B/F/Taf induca un miglioramento marcato dello stato immunitario nelle donne e nelle persone ultrasessantenni dopo 48 o 96 settimane di trattamento. “E poi - conclude Cattelan - c'è un aspetto estremamente importante. Bictegravir ha dimostrato di essere un’opzione terapeutica anche nelle donne in gravidanza. Tanto che le Linee Guida Dhhs americane hanno aggiunto a gennaio 2024 uno statement in cui si afferma che bictebgravir può essere assunto in gravidanza non essendo associato ad aumentati rischi di anomalie congenite e senza necessità di aggiustamento di dosaggio”.

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Andreoni (Simit): “Anti-Rsv riducono morti e spese...

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"Il virus respiratorio sinciziale non colpisce solo bambini e ogni anni causa migliaia di decessi"

Andreoni (Simit):

“Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è uno dei principali imputati nell’ambito delle infezioni gravi delle vie respiratorie ed è certamente da annoverare tra uno di quelli più gravi in assoluto. L’Rsv è un virus che determina polmoniti molto gravi che, in un paziente immunodepresso, hanno una maggiore incidenza e gravità. Nell’ambito delle infezioni respiratorie, è uno di quelli che più facilmente determina complicanze gravi che portano sia al ricovero in terapia intensiva sia al decesso”. Lo ha detto Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore ordinario di Malattie infettive Università Tor Vergata di Roma, a margine di un evento sul virus respiratorio sinciziale organizzato da Gsk e che si è svolto nella Capitale.

"Per tanti anni l’Rsv - aggiunge Andreoni - è stato presentato alla classe medica come un virus che colpiva i bambini. Purtroppo, questa infezione riguarda anche i soggetti adulti che pagano uno scotto importante in termini di morbosità e di mortalità”. Per questo “diventa fondamentale fare informazione e far fare corsi alla classe medica così da conoscere meglio quest’infezione. Oggi abbiamo dei vaccini e farmaci monoclonali e diventa fondamentale fare la diagnosi perché l’Rsv ogni anno provoca migliaia di morti. Il Sistema sanitario nazionale avrebbe un grande vantaggio nella prevenzione nei confronti del virus respiratorio sinciziale. Possiamo immaginare quello che è il vantaggio della vaccinazione antinfluenzale, che riesce a prevenire ogni anno migliaia di ospedalizzazioni e di decessi. La vaccinazione altamente efficace contro l’Rsv, per questo - conclude il professore - potrebbe ridurre i costi della sanità pubblica”.

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