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Lidl, nuova apertura a Santa Maria Capua Vetere: ecco tutto...

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Lidl, nuova apertura a Santa Maria Capua Vetere: ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla storica catena di supermercati tedesca

Udite udite, la rinomata insegna Lidl apre i battenti il 9 giugno in via Galatina a Santa Maria Capua Vetere. Inizialmente l’inaugurazione era prevista per il 24 febbraio ma a causa di alcuni problemi burocratici, l’apertura ha subito un brusco ritardo. Finalmente, dopo mesi di trepidante attesa, Lidl ci regala il piacere di recarci a fare la spesa presso la sua nuova e modernissima filiale di Santa Maria Capua Vetere.

Ad oggi, con l’apertura di questo nuovo punto vendita, che si aggiunge a quelli già presenti a Curti, Caserta, San Nicola la Strada, Santa Maria a Vico e Cesa, i supermercati Lidl attivi in provincia di Caserta diventano 6: qui è possibile consultare la lista completa, inserendo il proprio CAP.

Ma chi è, cos’è, questo Lidl, questo grande marchio di cui tutti parlano e che, i fortunati clienti, fanno a gara per aggiudicarsi i suoi fantastici e straordinari prodotti alimentari e non?

Lidl: Storia e curiosità sulla catena di supermercati tedesca

Nel lontano 1932 Josef Schwarz divenne socio della Südfrüchte Großhandlung Lidl & Co., un grossista di frutta e trasformò l’azienda in un grossista di generi alimentari.

Nel 1977, sotto suo figlio Dieter Schwarz , lo “Schwarz-Gruppe” iniziò a concentrarsi sui mercati discount, supermercati più grandi e mercati all’ingrosso cash and carry. Non voleva usare il nome Schwarz-Markt, “Schwarzmarkt” significa infatti “mercato nero” e voleva usare il nome dell’ex socio in affari di suo padre, “A. Lidl“, ma ragioni legali gli hanno impedito di usare quel nome per i suoi supermercati. Quando scoprì un articolo di giornale su un noto pittore e insegnante in pensione Ludwig Lidl, acquistò da lui i diritti sul nome per 1.000 marchi tedeschi.

Lidl fa parte del Gruppo Schwarz, il quinto rivenditore al mondo con un fatturato di circa 104,3 miliardi di euro stimati nel lontano 2018. Il primo supermercato Lidl è stato aperto nel 1973, sul modello di “Aldi”.

Schwarz rimuoveva rigorosamente dagli scaffali la merce che non veniva venduta e riduceva, così, i costi, riducendo al minimo le dimensioni effettive dei punti vendita. Nel 1977, la catena Lidl comprendeva 33 supermercati.

Lidl ha aperto il suo primo negozio nel Regno Unito nel 1994. La sua quota di mercato di generi alimentari nel Regno Unito era del 5,9% nel 2019.

Sven Seidel è stato nominato CEO dell’azienda nel marzo 2014, dopo che il precedente CEO Karl-Heinz Holland si è dimesso. Holland era stato amministratore delegato dal 2008, ma se n’è andò a causa di differenze “incolmabili” non divulgate sulla strategia futura. Seidel si dimise dalla sua posizione nel febbraio 2017 dopo che il manager riferì di essere caduto in disgrazia con Klaus Gehrig, che guidava il Gruppo Schwarz dal 2004. Seidel fu così sostituito come CEO da Dane Jesper Højer , in precedenza capo dell’operazione di acquisto internazionale di Lidl.

Lidl negli Stati Uniti d’America

Nel giugno 2015, la società annunciò che avrebbe stabilito una sede negli Stati Uniti, ad Arlington, in Virginia. Lidl ha importanti centri di distribuzione a Mebane, nella Carolina del Nord, e nella contea di Spotsylvania, in Virginia. L’azienda inizialmente si concentrò sull’apertura di sedi negli Stati della Costa orientale, tra Pennsylvania e Georgia e fino all’Ohio. Nel giugno 2017, Lidl ha aperto i suoi primi negozi negli Stati Uniti a Virginia Beach, in Virginia e in altre città dell’Atlantico centrale. La società prevedeva di aprire un totale di cento negozi negli Stati Uniti entro l’estate del 2018. Nel novembre 2018 infatti, Lidl annunciò l’intenzione di acquisire 27 negozi Best Market a New York e nel New Jersey.

Nel dicembre 2018, Lidl ha aperto la sua prima sede a New York City, nello Staten Island Mall. L’azienda ha continuato ad espandersi negli Stati Uniti orientali a macchia d’olio, con oltre 100 negozi entro la fine del 2020. Nell’agosto 2020, Lidl annunciò l’intenzione di aprire altri 50 negozi negli Stati Uniti entro la fine del 2021 e così è stato.

Come il collega supermercato tedesco “Aldi”, Lidl ha un particolare approccio “zero spreco”, senza fronzoli, senza perdite di tempo inutili, “passa il risparmio al consumatore“, cioè di esporre la maggior parte dei prodotti nei loro cartoni di consegna originali, consentendo ai clienti di prendere il prodotto direttamente dal cartone. Quando il cartone è vuoto, viene semplicemente sostituito con uno pieno. Il personale così evita sprechi di tempo lavorativo inutile.

A differenza di “Aldi”, generalmente vengono offerti prodotti più di marca ed a prezzi vantaggiosi. Lidl distribuisce molti cibi gourmet a basso prezzo producendo ciascuno di essi in un unico Paese dell’Unione Europea per l’intera catena mondiale, mantenendo sempre alto standard qualitativo a prezzo sempre basso. Fornisce anche molti prodotti locali dal Paese in cui si trova il negozio, dando la gioia al consumatore di vivere l’esperienza nell’alimentare sotto casa di un tempo. Come “Aldi”, Lidl ha offerte speciali settimanali e il suo stock di articoli, non alimentari, spesso cambia settimanalmente, dando al cliente la sana curiosità dell’attesa dell’offerta a tema. Lidl fa ampiamente pubblicità nella sua terra natale, la Germania e in tutti i Paesi del mondo, attraverso i mass media.

Lidl in Gran Bretagna

Lidl nel Regno Unito ha adottato un approccio diverso rispetto alla Germania, con particolare attenzione al marketing e alle pubbliche relazioni e alla fornitura di benefici ai dipendenti non richiesti dalla legge, incluso il pagamento del salario di sussistenza verificato in modo indipendente e l’offerta di uno sconto per il personale. Sono stati introdotti prodotti esclusivi, soprattutto in vista del Natale e della Pasqua. Ciò ha richiesto investimenti significativi nel marketing per produrre una crescita delle vendite, ma ha avuto un effetto sulle operazioni logistiche di Lidl e sulla pressione sui profitti. Ronny Gottschlich, che ha guidato Lidl GB per i sei anni fino al 2016, è stato responsabile di questo approccio, che ha portato ad attriti con la sede centrale, a causa degli alti costi coinvolti.

Nel settembre 2016, Gottschlich ha lasciato inaspettatamente Lidl ed è stato sostituito dal direttore delle vendite e delle operazioni austriaco, Christian Härtnagel, di nazionalità tedesca. Lidl ha continuato ad avere ambiziosi piani di investimento nel Regno Unito, raddoppiando infine il numero di negozi a 1.500. Nel lontano 2015, il fatturato di Lidl Great Britain dai suoi oltre 630 negozi in tutta la Gran Bretagna è stato di 4,7 miliardi di sterline.

Nell’ottobre 2009, “Lidl Movies” è stata lanciata nel Regno Unito, sottoquotando “Tesco DVD Rental” , che in precedenza era stato il servizio di noleggio di DVD online più economico del Regno Unito. Il servizio è stato fornito da OutNow DVD Rental. OutNow è andato in liquidazione nell’ottobre 2011, portando con sé Lidl Movies.

Da Lidl puoi trovare il pane fresco tutto il giorno

Nel gennaio 2012, Lidl ha lanciato i panifici nei suoi supermercati in tutta Europa. Sono costituiti da una piccola zona cottura con diversi forni, insieme a un’area in cui sono esposti per la vendita pane e dessert, salato e dolce. I panifici sono stati inizialmente testati in un numero limitato di negozi, per determinare se c’era una positiva domanda di prodotti appena sfornati in negozio. In alcune filiali, il pane scelto viene anche affettato al momento, rendendo più piacevole e comoda la sua consumazione.

A partire da maggio 2019, Lidl US ha collaborato con “Boxed.com” per testare un servizio di delivery, con consegna a domicilio, utilizzando la tecnologia del rivenditore online. Lidl collabora anche con “Target Corp. Shipt” per la consegna a domicilio di generi alimentari.

Lidl gestisce anche uffici di rappresentanza in Cina, Bangladesh e Hong Kong, anche se non si fa alcuna pubblica menzione dell’apertura di negozi Lidl in tali Paesi. Le loro operazioni sono probabilmente limitate alla supervisione dei contratti di produzione per la maggior parte dei prodotti non alimentari, offerti nei negozi Lidl, con produttori locali con sede in questi Paesi stessi.

Nell’aprile 2021, Lidl, in Irlanda, ha iniziato a offrire a donne e ragazze coupon per ricevere, gratuitamente, assorbenti o tamponi interni, ogni mese, come iniziativa contro la povertà. Encomiabile iniziativa mai pensata ed effettuata da nessuno prima d’allora.

Premia la tua fedeltà con “Lidl Plus”

All’avanguardia in tutto, Lidl mette al primo posto il Cliente che coccola e che cerca di accontentare in ogni suo desiderio, soprattutto all’insegna del risparmio e delle belle sorprese. Ecco quindi che, nell’agosto 2018, “Lidl Digital International GmbH ha introdotto la “Carta fedeltà”. Una carta fedeltà virtuale, da esibire mostrando il proprio cellulare, scannerizzandolo su un apposito lettore digitale. La carta “Lidl Plus” è facilmente scaricabile tramite un’app su Apple App Store e Google Play Store, è nominale e offre vantaggi strabilianti.

L’app è disponibile nella maggior parte dei Paesi europei in cui opera Lidl, offrendo versioni digitali di “Gratta e vinci“, che offrono omaggi o sconti vantaggiosissimi a spesa conclusa. Offre inoltre sconti sui prodotti a marchio proprio e sconti sulle offerte dei partner. Il premio o lo sconto del “Gratta e vinci” è nominale e ha la durata di sette giorni se non riscattato, dopo tale data, il premio o lo sconto vanno persi senza possibilità di recupero alcuno. Nel nostro Paese, in Italia e in Svezia il programma è iniziato solo l’anno scorso, sebbene in molti Paesi, Lidl Plus, lo abbia già attivato da molto tempo addietro.

Fare la spesa in maniera consapevole, sapere cosa si compra e cosa si mangia, è il primo passo verso un mondo migliore. Tutte le nostre scelte alimentari hanno una conseguenza allora facciamo nostro questo meraviglioso slogan: “Lidl anch’io“…

La roadmap di LIDL dal 1930 al 2022

Personalmente, faccio parte di quel gruppo di luminari che si reca a fare la spesa per comprare poche cosucce semplici, sane e salutari… Ma, ahimè, ritorno puntualmente a casa con una moltitudine di borse piene di leccornie e cose inutili, senza le poche cosucce sane, essenziali e salutari che avrei dovuto comprare…” (AnnA Del Bene)

Una sofisticata esperta in viaggi, turismo e tempo libero, che esplora con passione le frontiere del settore turistico per fornire ai nostri lettori intuizioni uniche e consigli preziosi. Con una profonda conoscenza che va dalle destinazioni esotiche alle gemme nascoste locali, la sua competenza è indispensabile per chi cerca di trasformare ogni viaggio in un’esperienza memorabile. Le sue analisi ricche di sfumature e le sue raccomandazioni su misura sono fondamentali per offrire un panorama completo di tutto ciò che il mondo del turismo ha da offrire.

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Premio “Il sognatore” VI edizione: A Villa Domi il 24...

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Si terrà il prossimo 24 aprile, alle ore 20,00, presso Villa Domi – Sala Bianca (via Salita Scudillo, 19/A, Napoli), in una serata-evento (ad inviti), la sesta edizione del premio “IL SOGNATORE“, istituito dal giornale Lo Strillo, che gode del patrocinio morale del Comune di Napoli e che verrà consegnato a 6 personalità che, secondo il parere insindacabile dell’organizzazione, sono dei sognatori, o per il loro percorso di vita, o perché hanno fatto sognare gli altri, o perché hanno realizzato i loro sogni.

Il premio consiste in un’originale e caratteristica scultura realizzata dal noto maestro Armando Jossa, i premiati di questa nuova edizione sono: Mario Anzuoni, fotoreporter internazionale, presente in tutte le manifestazioni di prestigio e punto di riferimento per numerosi divi e dive,Clemente Russo, ex pugile, campione del mondo dei dilettanti a Chicago 2007 e ad Almaty 2013, vicecampione olimpico a Pechino 2008 e a Londra 2012, personaggio televisivo e dal 2021direttore tecnico del Gruppo Sportivo Fiamme Azzurreappartenente al Corpo di polizia penitenziaria, a cui andrà il Premio Il SognatoreMimì De Simone, dedicato alla memoria del nostro mitico direttore e fondatore de Lo Strillo, Giuliana Gargiulo, decana delle giornaliste italiane, attrice, scrittrice, conduttrice di eventi, esponente di spicco del mondo della cultura e del teatro, Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano dal 2017, fortemente impegnato nella valorizzazione di questo importantissimo sito, il cantautore e musicista Francesco Boccia, rivelazione del Festival di Sanremo 2001 con il brano “Turuturu”, autore di “Grande Amore”, pezzo con cui Il Volo vinse il Festival del 2015 e di “Quando ti sei innamorato”, che ha segnato la rinascita di Orietta Berti a Sanremo 2021, uno dei fautori del progetto TheSuper4, e l’attore, regista e autore di testi teatrali Giacomo Rizzo, icona nazionale del mondo teatrale, cinematografico e televisivo, artista eclettico e versatile, apprezzato e stimato dal pubblico e dalla critica.

Una menzionespeciale andrà a Claudio Ciccarone, giornalista, curatore della rubrica della Rai Tgr Campania, “Il Leggilibri” e di “Libriamoci”, dedicata al mondo letterario. Nel corso della serata, condotta dal direttore responsabile Anna Maria Ghedina e dal vicedirettoreAntonio D’Addio, coadiuvati dal bravo top model e promettente attore Nicola Coletta, ci saranno vari momenti di spettacolo affidati alla nota interprete e attrice Anna Calemme, ambasciatrice della canzone classica partenopea nel mondo, impegnata nella promozione del singolo “Napule nun po chiu aspettà”, distribuito dalla Mediterranea produzioni di Carmine Caiazzo, e alla brava collega giornalista Maresa Galli, apprezzatissima interprete jazz, che sarà accompagnata live dal chitarrista Enzo Amazio.

Un ringraziamento va a chi ha consentito la serata ovvero Villa Domi con il suo patron Domenico Kontessa, la boutique Keave, la cooperativa dei Fiori e Mercato dei fiori di Ercolano, Glemart Grafica e Stampa e Asd Social Event e Promotion di Luana R. Cavazzuti, De Nigris Editori. Prevista la partecipazione di personalità del mondo dello spettacolo, della cultura, del giornalismo, dell’arte e dell’imprenditoria, che hanno già confermato la loro presenza, ma che manteniamo top secret per non rovinare le sorprese. Al termine un ricco buffet offerto da Villa Domi.

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Roberto Cavalli: L’addio a un gigante della moda

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Il 12 aprile 2024, il mondo della moda ha dovuto fare i conti con la perdita di uno dei suoi più grandi innovatori, Roberto Cavalli. Cavalli, morto all’età di 83 anni, ha lasciato un’impronta indelebile nell’industria grazie al suo spirito indomito e alla sua straordinaria capacità di reinventare il concetto di lusso. Famoso per le sue audaci stampe animalier, Cavalli ha spesso mescolato l’opulenza con un tocco di provocazione, rendendo ogni collezione un’affermazione di libertà e audacia.

Roberto Cavalli non è stato vero pioniere nel campo dei materiali innovativi. La sua ricerca costante di nuove tecniche di lavorazione e la sua sperimentazione con diversi tessuti hanno portato alla creazione di capi che erano tanto rivoluzionari quanto esteticamente impressionanti. Questa propensione per l’innovazione ha fatto sì che Cavalli tracciasse nuovi sentieri nell’industria della moda, introducendo metodi che sarebbero stati adottati e adattati da molti altri dopo di lui.

Le sue collezioni, caratterizzate da un mix vibrante di colori, stampe e materiali, hanno sempre sfidato le convenzioni, offrendo una nuova visione del lusso che è stata sia celebrata che imitata in tutto il mondo. L’uso caratteristico delle stampe animalier, in particolare, è diventato un segno distintivo del marchio Cavalli, simbolo di una moda senza paura che abbraccia la propria selvaggia bellezza.

L’eredità di Cavalli è tangibile non solo nelle collezioni che portano il suo nome ma anche nell’ispirazione che continua a offrire a stilisti e designer di tutto il mondo. La sua capacità di fondere arte e moda con un audace senso estetico garantirà che il suo impatto perdurerà per le generazioni a venire.

Le radici Fiorentine di Roberto Cavalli: Tra arte e innovazione

Roberto Cavalli è nato in una famiglia dove l’arte non era solo un passatempo, ma un vero e proprio modo di vivere. I suoi nonni, entrambi artisti riconosciuti, hanno instillato in lui una profonda apprezzazione per la bellezza e la creatività fin dalla più tenera età. Crescendo a Firenze, una città che è stata da sempre un crogiolo di arte e cultura rinascimentale, Cavalli ha assorbito l’influenza del suo ricco patrimonio culturale, che ha poi sapientemente trasfuso nelle sue creazioni di moda.

La propensione di Cavalli per il design si è manifestata inizialmente nel campo del design tessile. Qui ha iniziato a sperimentare con tecniche innovative, soprattutto nella stampa su pelle, un materiale che fino a quel momento era stato utilizzato in modo tradizionale e convenzionale. La sua capacità di trasformare la pelle in un tessuto stampato ad alta moda ha rivoluzionato l’industria, portando freschezza e novità in un settore che stava cercando nuove direzioni creative.

Il vero punto di svolta nella carriera di Cavalli arriva nei primi anni ’70, quando brevetta una tecnica rivoluzionaria per la stampa su tessuti leggeri. Questo metodo non solo ha permesso di superare numerosi limiti tecnici dell’epoca ma ha anche introdotto un nuovo livello di dettaglio e vivacità nei disegni su tessuti morbidi e fluttuanti, che hanno catturato l’immaginario del pubblico globale. La sua innovazione ha attirato l’attenzione di influenti figure della moda e ha segnato l’inizio del suo riconoscimento internazionale come pioniere del design tessile moderno.

Questa fusione di arte e innovazione tecnica è diventata la firma di Cavalli, distinguendolo come uno stilista che non solo ha compreso i suoi materiali ma ha anche osato spingerli oltre i loro confini tradizionali. Le sue prime sperimentazioni e successi hanno posto le basi per una carriera leggendaria, segnando l’inizio di un nuovo capitolo nella storia della moda, dove l’arte non si limita a decorare la vita ma la trasforma in modo audace e vivace.

L’ascesa di Roberto Cavalli negli anni ’90: Icona di una moda sfrenata

Gli anni ’90 rappresentano un periodo di definitiva consacrazione per Roberto Cavalli, anni in cui il suo nome diventa sinonimo di un lusso audace e irriverente. In questo decennio, Cavalli ha saputo incarnare lo spirito di un’epoca caratterizzata da un rinnovato desiderio di espressione individuale e di rottura con gli schemi tradizionali della moda.

Le collezioni di Cavalli di quel periodo sono dominate da stampe animalier, una scelta stilistica audace che diventa rapidamente il marchio di fabbrica del designer. Questi motivi, ispirati alla natura ma reinterpretati attraverso una lente glamour e sofisticata, simboleggiano una libertà espressiva che si distacca nettamente dalle tendenze minimaliste dominanti nell’industria della moda del tempo.

L’uso di colori vivaci e tagli audaci aggiunge un ulteriore livello di dinamismo alle sue creazioni, rendendo ogni capo una dichiarazione di indipendenza e audacia. Questa capacità di Cavalli di mescolare il lusso con l’anticonformismo attira l’attenzione di celebrità di tutto il mondo, che trovano nelle sue creazioni un alleato perfetto per i loro momenti pubblici più scrutati.

Figure iconiche come Madonna, Sharon Stone e Victoria Beckham diventano ambasciatrici dello stile Cavalli, consolidandone la fama a livello internazionale. La scelta di queste celebrità di indossare abiti Cavalli sui red carpet e in occasioni pubbliche trasforma ulteriormente il designer in un simbolo di un glamour audace e senza compromessi.

Innovazione e anticipazione: Il segno distintivo di Roberto Cavalli

Roberto Cavalli non si è mai limitato a seguire le tendenze; al contrario, ha spesso giocato un ruolo chiave nel definirle. La sua propensione per l’innovazione si è manifestata non solo nell’introduzione di nuove tecniche di stampa e nell’uso pionieristico di materiali insoliti, ma anche nella sua visione unica del design di moda. Cavalli ha infatti ridefinito il concetto stesso di moda attraverso una filosofia di design senza compromessi, che poneva al centro l’espressione libera e audace.

Il designer fiorentino ha saputo abbracciare il rischio con entusiasmo, vedendolo non come un ostacolo, ma come un’opportunità per esplorare e innovare. Questa apertura al nuovo ha reso le sue collezioni anticipatrici di tendenze, spesso introducendo stili e motivi che sarebbero diventati popolari solo anni dopo. Le sue creazioni non erano semplici abiti, ma veri e propri manifesti di un’estetica ricercata e selvaggia, che ha influenzato profondamente il settore della moda e ha ispirato altri designer a seguire il suo esempio.

Le stampe animalier di Cavalli, ad esempio, non erano semplici riproduzioni naturalistiche, ma interpretazioni audaci e artistiche che trasformavano tessuti e pelli in tele per esprimere la sua visione dell’eleganza selvaggia e indomita. Questo approccio ha reso le sue collezioni non solo iconiche ma anche estremamente desiderabili, creando un legame profondo tra l’arte della moda e l’espressione personale.

Questo spirito innovativo e anticipatore ha assicurato a Cavalli un posto d’onore nell’olimpo della moda, dove il suo lascito continua a essere una fonte di ispirazione e di ammirazione. Con ogni collezione, Cavalli ha dimostrato che è possibile rimanere fedeli alla propria visione artistica, anche sfidando le convenzioni e superando le aspettative del pubblico e della critica.

La transizione e l’innovazione sotto la direzione di Fausto Puglisi

Fausto Puglisi ha preso le redini del marchio Roberto Cavalli nel 2020, portando una ventata di freschezza e innovazione. Dopo la partenza del designer precedente, Puglisi ha introdotto nuove idee mantenendo al tempo stesso il rispetto per l’eredità iconica di Cavalli, noto per i suoi audaci motivi animalier e il lusso sfrenato.

Sotto la sua direzione, Puglisi ha effettuato cambiamenti significativi, mantenendo l’essenza del marchio ma aggiungendo il suo tocco personale. Ha esplorato nuove direzioni artistiche, come mostrato nelle recenti collezioni che presentano una fusione di classico e moderno, evidenziando stampe marmoree e nuovi approcci ai materiali e ai design. La collezione autunno/inverno 2024, ad esempio, si distacca dall’estetica “jungle disco” delle stagioni precedenti, optando per un’ispirazione più radicata e maturo, dove il marmo diventa una nuova fonte di ispirazione.

L’approccio di Puglisi ha ricevuto elogi per il suo equilibrio tra innovazione e rispetto del patrimonio di Cavalli, dimostrando una profonda comprensione del DNA del marchio e spingendo i confini della moda con nuove interpretazioni visive e materiali innovativi. Questo cambio di direzione segna un nuovo capitolo, con collezioni che continuano a stupire il pubblico mantenendo l’audacia e il lusso che hanno sempre caratterizzato Roberto Cavalli.

Riconoscimenti e impatto culturale di Roberto Cavalli

Roberto Cavalli non è stato solo un pioniere nel campo della moda, ma anche un influente protagonista nella cultura popolare e nel design. Il suo stile unico e le sue innovazioni hanno attratto l’attenzione non solo nell’ambito della moda ma anche in quello dell’arte e del design, influenzando una vasta gamma di artisti e designer. Questa intersezione tra diverse discipline creative ha contribuito a consolidare la sua fama ben oltre i confini dell’industria della moda.

Le creazioni di Cavalli sono state riconosciute con numerosi premi e riconoscimenti che testimoniano l’importanza del suo contributo al settore. Oltre ai successi commerciali, il modo in cui ha saputo fondere arte e moda in maniera così personale e profonda è stato particolarmente apprezzato. Questo approccio ha permesso di elevare la moda a una forma di espressione artistica, rendendo ogni capo una vera e propria opera d’arte.

La presenza di Cavalli nel panorama culturale va oltre le passerelle. Il suo impatto si estende alla musica, al cinema e alla televisione, dove i suoi abiti sono stati spesso scelti per definire i caratteri di icone di stile e per momenti memorabili. Questo ha contribuito a rendere il marchio Cavalli un simbolo di lusso e audacia, riconoscibile e desiderato a livello globale.

La capacità di Cavalli di mescolare con maestria gli elementi visivi e di utilizzare la moda come strumento di narrazione ha aperto nuove vie per la creatività, mostrando come la moda possa trascendere la sua funzione pratica per diventare un mezzo di comunicazione potente. Questa visione innovativa ha garantito che il suo lascito continuerà a ispirare designer e artisti, influenzando il modo in cui la moda è percepita e realizzata.

L’eredità di Roberto Cavalli

La scomparsa di Roberto Cavalli segna il momento di celebrare una vita dedicata all’innovazione e alla sfida dei confini della creatività. Attraverso il suo lavoro, Cavalli ha lasciato un messaggio duraturo di libertà e bellezza che continua a riecheggiare nel mondo della moda e oltre. I suoi contributi hanno ridefinito l’estetica della moda contemporanea, spingendo i limiti dell’espressione personale e del lusso.

Le innovazioni di Cavalli e il suo audace senso estetico sono stati celebrati in tutto il mondo, attirando tributi da figure di spicco nell’industria della moda e da ammiratori di tutto il globo. Questo riconoscimento universale è la testimonianza dell’ampio impatto che il suo lavoro ha avuto non solo nell’ambito della moda ma anche nella cultura popolare, influenzando stili di vita e percezioni estetiche su scala globale.

Il suo lascito vivrà attraverso le sue creazioni, che continuano a ispirare nuove generazioni di designer e artisti. Il suo approccio rivoluzionario alla moda, che ha sempre privilegiato l’innovazione e la sperimentazione, rimarrà un punto di riferimento essenziale per chi cerca di trasformare la visione artistica in realtà tangibili. Cavalli non è stato solo un designer di moda: è stato un visionario che ha saputo vedere oltre le tendenze del momento, creando un linguaggio visivo che parla di audacia, passione e libertà ineguagliabili.

In ultima analisi, la storia di Roberto Cavalli è quella di un uomo che ha saputo non solo anticipare i tempi ma anche plasmarli, lasciando un’impronta indelebile nel tessuto della moda mondiale. Con tributi che continuano ad affluire, è chiaro che il suo spirito creativo e la sua eredità continueranno a influenzare il mondo della moda per molti anni a venire.

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L’Arte di modellare il tessuto: Luca Giannola e...

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A cura di Pierluigi Panciroli – Foto di Fabrizio Romagnoli, Tonio De Carlo e Axel Blackmar.

Luca Giannola, un talentuoso scultore di abiti e maestro di moulage incrocia la meticolosa maestria artigianale con la creatività e estrosità dell’alta moda. Questa tecnica artigianale prevede la creazione diretta di capi sul manichino o sul corpo.

La sua storia ha inizio dalle affascinanti esperienze nelle botteghe delle zie a Benevento fino alle prestigiose passerelle delle Fashion Week internazionali.

Tra radici famigliari ed uno stile distintivo

Il percorso di Luca è un viaggio intimo che trova radici profonde nelle origini familiari, in particolare nelle preziose lezioni apprese dalle sue zie e dalla madre sarta. Crescendo in questo affascinante mondo, la moda è diventata parte del suo DNA, tanto da influenzare la sua scelta di iscriversi al liceo artistico, dove ha imparato la scultura.

Dopo un periodo a Milano, studiando fashion design e accumulando esperienze come assistente stylist e coordinatore di centri di creazione moda, Luca ha avvertito un crescente avvicinamento all’ambiente della moda. La sua identità di “designer” trova il suo vero sé a Bologna.

Dal moulage alla passerella 

È proprio a Bologna che il suo stile ha preso forma definitiva. Collabora con un noto couturier per abiti da sposa e da vita alle sue prime opere di “moulage“, riportando, così, in vita il suo spirito di studente-scultore. Questa tecnica ha rappresentato un risveglio artistico e un ritorno alle sue radici creative. Con la sua straordinaria maestria, Luca ha aperto nuove prospettive nel campo della moda evidenziando come questa possa trasformare l’abbigliamento in una vera e propria forma d’arte. La sua singolare fusione di tessuti, forme e colori crea una sinfonia visiva senza precedenti.

Questo suo nuovo stile innovativo e distintivo ha attirato l’attenzione di appassionati di moda, stilisti e criticipermettendogli di guadagnarsi un posto di rilievo nell’industria della moda.

Oggi, Luca Giannola si descrive come uno “scultore di abiti”. Il suo approccio unico e la chiarezza della sua identità creativa lo hanno reso una figura rispettata nelle Fashion Week, dove organizza con passione le sue sfilate a Milano e Parigi. 

Il tema del genderfluid trova spazio nelle sue creazioni, sottolineando il suo desiderio di esplorare nuove prospettive e sfide nella moda contemporanea. Luca Giannola è un esempio di come la costruzione di un’identità chiara e autentica possa aprire porte inaspettate e creare connessioni significative nel mondo della moda.

Il suo approccio alla Body Positivity

Luca Giannola, esperto docente di storia e progettazione della moda presso l’Istituto Rubbiani e la Scuola Moda Cesena, ha innovato l’approccio educativo introducendo la sua tecnica di modellare il tessuto. La sua visione è emersa durante le lezioni con le studentesse più giovani, in un periodo spesso delicato dell’adolescenza. Attraverso sperimentazioni creative, ha cercato di esplorare le silhouette femminili reali, coinvolgendo le aspiranti designer nel processo creativo. Queste iniziative hanno affrontato temi sensibili, come i disturbi alimentari, con l’obiettivo di favorire una percezione più sana del proprio corpo.

L’approccio di Giannola, oltre a trasmettere competenze nella progettazione di abiti, promuove una cultura della consapevolezza e del rispetto per la diversità delle forme corporee. Il suo impegno ha ottenuto riconoscimenti anche in ambito medico e scientifico, portandolo a collaborare con Ananke, un network di aiuto per coloro che vivono situazioni difficili legate al cibo.

Estendendo la sua influenza anche a case-famiglia, Giannola ha organizzato incontri leggeri e creativi incentrati su tessuti e drappeggio. La sua iniziativa di uno shooting di moda con le studentesse ha celebrato la bellezza autentica e naturale dei corpi femminili. Un approccio educativo che va oltre la moda e contribuisce alla formazione di individui consapevoli e sicuri di sé.

Nel contesto della Fashion Week, precisamente al Salon desMiroirs nel cuore di Parigi ho avuto l’onore d’incontrare Luca al fine di conoscere meglio un artista unico nel suo genere.

Ciao Luca, grazie per concedermi la possibilità di questa intervista. L’ambiente familiare, nello specifico le zie e la mamma sarta hanno contribuito molto alla tua formazione. In che modo le lezioni apprese e l’ambiente creativo locale hanno influenzato la tua visione artistica, diventando parte integrante del tuo DNA?

Ciao Pierluigi, intanto grazie a te per avermi dato la possibilità di fare questa intervista. Credo che la fortuna di essere nato in una famiglia di creativi, specie riferendomi alle mie zie e mia madre, siastato un terreno base fondamentale, su cui piantare e coltivare tutto ciò che ho imparato “giocando” innanzitutto. Ciò che le zie facevano infatti, lo ricreavo a mio modo sulle bambole delle mie sorelle e da grande ho scoperto che questo non era altro che fare moulage. 

Quali sono i dettagli e gli elementi distintivi della singolare fusione di tessuti, forme e colori nelle tue creazioni che hanno attirato l’attenzione di appassionati di moda, stilisti e critici?

Credo che ogni appassionato di moda, o addetto ai lavori, sia colpito da fattori differenti. C’è chi rimane affascinato dalla comodità dei capi nonostante siano complessi nella struttura, chi dalla fusione dei tessuti a volte in contrasto tra loro, pur risultando idonei nel fondersi, chi del “fatto a mano” in un ‘epoca in cui a volte rischiamo di dimenticarne l’importanza e la bellezza.

In che modo hai integrato il tema del gender fluid nelle tue creazioni e come questo si riflette nella tua volontà di esplorare nuove prospettive nella moda contemporanea?

La mia interazione col gender fluid è davvero una minuscola parte per il momento. Una sfida che mi ha visto coordinatore di una linea realizzata con giovani designer, il che mi ha fatto capire che posso dare spazio ad un tema così attuale ed affascinante, anche nelle mie capsule, poiché i capi scultura a volte possono essere trasversali rispetto alle canoniche silhouette moda, ed in parte essere indossate senza distinzione di genere, ma ho ancora molto da lavorare su questo tema.

Hai affrontato temi sensibili come i disturbi alimentaricome hai contribuito a favorire una percezione più sana del corpo tra le giovani aspiranti designer, il concetto della Body Positivity?

Ho sempre cercato di portare ciò’ che sono in tutti i progetti, perciò anche la mia sensibilità. Con alcuni gruppi di studentesse abbiamo lavorato accuratamente su disegni di corpi riferiti a forme diverse dallo stereotipo moda. Abbiamo progettato per ogni silhouette con giochi di forme e colori creando equilibrio ed armonia, spesso immedesimandosi nelle forme stesse di quei corpi. È stato un lavoro pieno di soddisfazioni.

Il moulage quindi va oltre la moda, celebra la bellezza autentica e naturale dei corpi femminili. Pensi che possa avere uno spazio in un contesto medico-scientifico? 

Quando mi approccio ad un tema delicato, che non vede come protagonista solo la moda ma l’aspetto emotivo, cerco di essere il più possibile cauto confrontandomi con persone che hanno strumenti specifici riguardo alcune tematiche. Il confronto è necessario e sostengo che sia importante poter sviluppare un legame (laddove sia possibile) tra moda e ambito medico scientifico.

L’esperienza della Fashion Week come ti ha arricchito e quale può essere, secondo te, la percezione e l’accoglienza di questa tecnica da parte degli stilisti e dei designer in una visione futuristica?

Mi sento fortunato perché grazie al Alwaysupportalent, che come ben sai sostiene tanti designer, ho avuto uno spazio durante eventi legati alle fashion week, facendo conoscere non solo le mie capsule, ma la mia personalità, il modo di essere, e nel mio piccolo poter dare un messaggio. Come spesso dico, il moulage non è qualcosa che abbiamo inventato oggi, ma una tecnica naturale usata fin dalle civiltà antiche. Credo che ogni designer, pur conservando e sviluppando la propria identità, può ricordarne l’importanza, sapere quanto sia necessario che l’abito si adatti al corpo e non il contrario.

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