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Ucraina, attacchi con droni in Russia: due morti a...
Ucraina, attacchi con droni in Russia: due morti a Belgorod. In fiamme raffineria di petrolio
Colpiti due impianti a Samara. Mosca: abbattuti 8 droni, un razzo e un missile Tochka-U
Mentre in Russia si vota nel secondo giorno di elezioni presidenziali, l'Ucraina risponde all'attacco contro Odessa con una serie di raid con droni contro le regioni di Samara, Belgorod e Kursk.
A Samara due raffinerie di petrolio sono finite nel mirino di Kiev. L'impianto di Syzran, sulla sponda destra del fiume Volga, è andata a fuoco, ha detto il governatore della regione Dmitry Azarov su Telegram, dove ha confermato anche l'attacco alla raffineria di Novokuibyshevsk. Non risultano feriti. Video diffusi sul web mostrano un grande incendio in quella che sembra essere un'unità della raffineria.
Due persone sono morte e almeno tre sono rimaste ferite nella regione russa di Belgorod. Le vittime, stando a quanto reso noto via Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov, sono un uomo e una donna. Vista la situazione, le autorità hanno deciso di chiudere scuole e centri commerciali nei prossimi giorni. "Alla luce della situazione attuale dobbiamo annunciare che i centri commerciali di Belgorod e della regione omonima non apriranno né domenica né lunedì - ha fatto sapere Gladkov - Nelle scuole e nelle università, lunedì e martedì saranno giorni liberi"."La situazione è abbastanza complicata sia nella città che nella regione di Belgorod - ha confermato - La sicurezza è la priorità per tutti noi".
La Russia afferma di aver abbattuto otto droni ucraini in volo sulle regioni di Belgorod e Kursk. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, nelle ultime ore "sono stati fermati tentativi del regime di Kiev di sferrare attacchi terroristici con l'impiego di droni, del sistema missilistico Tochka-U e del lanciarazzi multiplo Rm-70 Vampire contro obiettivi nel territorio della Federazione russa". Stando a quanto comunicato via Telegram, "sono stati distrutti cinque droni aerei ucraini in volo sulla regione di Kursk e tre droni aerei, un razzo e un missile Tochka-U sul territorio della regione di Belgorod".
Kiev: 1160 soldati russi uccisi nelle ultime 24 ore
Nella giornata di ieri la Russia ha perso 1.160 soldati, 21 tank, 24 veicoli corazzati e 26 sistemi di artiglieria. Lo afferma il bollettino giornaliero dello stato maggiore ucraino, portando a 429.580 il numero totale di soldati russi uccisi dall'invasione del 24 febbraio 2022.
Zelensky: "Due anni da strage Teatro Mariupol, mondo non dimentichi"
"Mariupol. Il teatro. Le scritte 'Bambini'. Sono passati due anni". In un post su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ricorda così quanto accaduto il 16 marzo 2022 al Teatro di Mariupol, che veniva utilizzato dagli ucraini come rifugio per sfuggire ai bombardamenti russi. "Il mondo deve ricordare tutto quello che la Russia ha fatto all'Ucraina e agli ucraini e ogni assassino russo deve rispondere delle proprie azioni - aggiunge Zelensky - Garantiremo che siano chiamati a farlo. Memoria eterna per tutti coloro che hanno perso la vita a causa del terrore russo".
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Ucraina, Crosetto: “Italia ha fornito tutto quello...
"Noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno"
"Noi domani avremo una incontro, una call, a cui presumo ci sarà lo stesso Zelensky, per fare il punto" sugli aiuti all'Ucraina. "Mi pare che l'Europa e l'Italia in particolare abbiano fornito in questo periodo tutto quello che riuscivano a dare". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo all'incontro promosso da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi, dal titolo 'Il ruolo della ricerca militare nello sviluppo economico italiano'.
"Il problema - ha spiegato - è che noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno, che le scorte e gli investimenti per la difesa non servissero, per cui non abbiamo magazzini pieni con cui possiamo aiutare. Quello che potevamo dare fino ad adesso l'Italia lo ha dato quasi integralmente. La parte che non ha ancora dato la darà prossimamente", ha detto il ministro.
"Sono talmente arrabbiato che dico una cosa pubblicamente: l'Italia ha ordinato alcuni sistemi di difesa aerea Samp-T due anni fa, l'industria che ha la commessa mi dice che li consegnerà tra tre anni. Un ordine di Samp-T per la difesa italiana fatto due anni fa, l'industria mi dice che lo consegna tra tre anni", ha proseguito.
"Voi pensate che uno possa fare il ministro della difesa o difendere un Paese con questi tempi? Non riesco a capire come sia possibile metterci tre anni per costruire una qualunque cosa, anche la più complessa che esiste al mondo", ha osservato Crosetto, spiegando che il problema è che "noi abbiamo un'industria che si era tarata su una capacità produttiva in cui lo Stato fa l'appalto, dà i soldi, quando li dà si inizia a costruire e poi quando si riesce, si consegna. Invece viviamo tempi in cui avremmo bisogno delle cose subito". Il problema - ha riferito il ministro - "non è solo italiano, ma europeo. Lo ha anche il ministro francese, con cui stiamo facendo una battaglia a due".
A differenza di quanto accade in Europa, "in Russia, in Cina e in Iran alzano il telefono e l'azienda che prima faceva frigoriferi" viene convertita per la produzione della difesa. "Noi invece ci confrontiamo con regole costruite in tempi di pace e in tempi normali in tempi che non sono di pace e non sono normali".
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India al voto, Armellini: “Grande democrazia? Con...
L'ex ambasciatore a Nuova Delhi: "Il Paese è cresciuto, ma stretta autoritaria sempre più opprimente"
L'India resta un grande Paese, ma non è detto che resterà una grande democrazia. Alla vigilia della prima tornata elettorale nel gigante asiatico - dove da domani al primo giugno poco meno di un miliardo di elettori andrà a votare in 28 Stati federali e otto territori - l'ex ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Antonio Armellini, parla con l'Adnkronos dell'India di Narendra Modi, che si avvia al suo terzo mandato, dopo dieci anni già al governo.
Con il leader del Bjp "l'India è molto cambiata, è cresciuta economicamente, è migliorata al suo interno, il programma di investimenti sulle infrastrutture ha portato risultati ed il sistema finanziario è stato ammodernato", riconosce Armellini. Che tra i 'meriti' cita "la presa sull'elettorato, che si è ampliato e non è più solo quello tradizionale del Bjp", il partito dei commercianti e degli imprenditori.
Parallelamente, osserva l'ex ambasciatore, "la stretta autoritaria del governo Modi è diventata sempre più opprimente, figlia di un controllo e di un meccanismo del consenso molto sofisticati", mentre l'opposizione divisa e frammentata "è in difficoltà nel trasmettere un qualche tipo di messaggio che possa essere recepito dagli elettori".
L'India cresce "ma crescono anche le diseguaglianze", sottolinea ancora Armellini, mentre si avvia a diventare "una democrazia autoritaria sempre più lontana dal modello che ne aveva fatto un unicum nel continente asiatico, una grande democrazia liberale, figlia del pensiero politico del 19mo secolo, che aveva avuto anche Giuseppe Mazzini tra gli ispiratori della lotta per l'indipendenza". "L'India laica, tollerante, multietnica, rispettosa dello stato di diritto non è l'India di Modi, fortemente identitaria - ragiona l'ex ambasciatore - L'India è un grande Paese, ma che resti una grande democrazia è un punto interrogativo".
Quanto alla politica estera di Nuova Delhi, che "ha una percezione di sé come grande potenza sullo stesso piano di Stati Uniti e Cina, il punto da cui partire è che l'India non ha alleanze, ma relazioni, è partner di molti, ma nel proprio interesse". Che è quello di "grande potenza autonomia con due punti di riferimento imprescindibili: il contrasto con la Cina e il conflitto con il Pakistan", spiega Armellini. E chi, "come a tratti cercano di fare gli Stati Uniti, pensa di poterla legare in una vera e propria alleanza, rischia di restare fortemente deluso".
Infine l'ex ambasciatore si dice convinto che Nuova Delhi abbia "una maggiore capacità di attrazione per diventare il punto di riferimento del Sud globale", in particolare rispetto a Pechino, che agli altri Paesi "richiede di schierarsi", laddove l'India ha un approccio meno identitario.
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G7, Tajani: “Tutti insieme dobbiamo dare messaggio di...
Le parole del ministro degli Esteri al summit di Capri
"Tutti insieme credo che dobbiamo dare un messaggio di pace". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso del G7 Esteri a Capri.