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Ucraina-Russia, Zelensky a Bruxelles: summit su economia e migrazioni
(Adnkronos) – Prenderà il via intorno alle 10 all’Europa Building a Bruxelles il Consiglio Europeo straordinario cui prenderà parte anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, centrato su temi economici e sulle migrazioni. Zelensky, oltre che al summit in mattinata, è atteso anche al Parlamento Europeo ed è partito stamani da Parigi in aereo, secondo quanto hanno riportato media francesi, insieme al presidente Emmanuel Macron, dal quale è stato ricevuto ieri sera all’Eliseo insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz.
L’agenda di oggi non è nota in tutti i dettagli per ragioni di sicurezza: l’area circostante il Consiglio è stata ‘congelata’ (vietato l’accesso a tutti, anche con lasciapassare) temporaneamente fino alle 8.35, poi è stata riaperta. Zelensky dovrebbe incontrare in bilaterale la presidente del Consiglio Giorgia Meloni oggi, a margine dei lavori del summit. L’incontro di ieri all’Eliseo tra Zelensky, Macron e Scholz si inquadra nella tradizionale collaborazione francotedesca prevista dal trattato di Aquisgrana (2019), che prevede una stretta interazione tra Berlino e Parigi in molti campi, a partire dalla politica estera e di difesa.
Il summit non dovrebbe essere aperto, com’è tradizione, dal discorso della presidente del Parlamento Europeo, perché Roberta Metsola sarà impegnata in Aula. Probabilmente terrà il suo discorso ai leader nel seguito del vertice. Mentre non sono previste novità operative sulle forniture di armi all’Ucraina, è probabile (“è una cosa che ci si può aspettare”, dice un alto funzionario Ue), che Zelensky chieda ai leader di fornirgli aerei per aiutarlo a difendersi dalla Russia. I leader nelle conclusioni accoglieranno con favore i progressi fatti dall’Ucraina nelle riforme fatte nel quadro del processo di adesione all’Ue e mirano ad approvare un decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia entro il 24 febbraio, data di inizio dell’invasione russa.
Pacchetto che comprenderà ulteriori ‘listing’ di persone ed entità, oltre a nuovi divieti di esportazione verso la Russia. I capi di Stato e di governo ribadiranno il sostegno all’Ucraina, anche militare, e tratteranno il tema degli asset congelati alla Russia, con l’obiettivo di utilizzarli per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Non è una cosa semplice dal punto di vista giuridico, ma si pensa di gestire gli asset congelati (qualcosa come 300 mld di euro) in modo da utilizzare il rendimento ottenuto per aiutare Kiev. Sul tavolo anche il tema dell’accountability, cioè come fare in modo che la Russia paghi per quello che ha fatto in Ucraina.
I capi di Stato e di governo discuteranno anche di temi economici, in particolare di come far sì che l’Ue possa rispondere all’Inflation Reduction Act americano, che sussidia l’industria verde e che di conseguenza attira imprese, anche dall’Europa. Il presidente Joe Biden, spiega una fonte diplomatica europea, ha detto che non era questa “l’intenzione” degli Usa, ma “alcuni player americani hanno intenzioni molto chiare. Bisogna che a livello di decisori politici ci mettiamo d’accordo”. Il compromesso che sembra delinearsi a livello Ue è duplice, a breve termine.
Da un lato, si dà via libera ad una revisione del quadro regolatorio Ue in materia di aiuti di Stato, che avvantaggia gli Stati più forti, i quali potranno sussidiare più facilmente le proprie imprese in certi settori e per un tempo determinato (ma non breve: la Commissione ha proposto fino alla fine del 2025). Sono almeno una quindicina gli Stati membri che hanno chiesto di porre limiti, nel linguaggio delle conclusioni, alla portata della revisione del quadro e la stessa Commissione, avendo ben presenti i rischi, si è espressa in questo senso.
Dall’altro lato, visto che sul tavolo ci sono risorse tutt’altro che trascurabili non ancora spese, gli Stati dalle tasche meno profonde, come l’Italia, dovrebbero ottenere una maggiore flessibilità nell’uso degli strumenti esistenti. A medio-lungo termine, poi, il Consiglio europeo per ora “prende atto” dell’intenzione della Commissione di proporre la costituzione di un fondo sovrano europeo, che dovrebbe essere destinato a finanziare progetti di interesse comune Ue. Quel “prende atto”, “takes note”, potrebbe diventare un “welcomes”, cioè “accoglie con favore”, ma non è detto. Il riferimento ad una riedizione del modello Sure ad oggi è stato espunto dalle conclusioni, per la netta contrarietà degli Stati nordici, che prima di parlare di nuovi fondi vogliono che siano impiegati, possibilmente bene, quelli stanziati e non ancora spesi (e che alcuni Paesi hanno difficoltà a spendere).
In materia di migrazioni, poi, le posizioni diverse non mancano, ma tutti, o quasi, sono ormai d’accordo su un punto: gli arrivi irregolari devono calare, perché sono tornati su livelli troppo elevati. La linea italiana è quella tradizionale, con un minore focus sui ricollocamenti, come nella linea storica di Fratelli d’Italia: se fatti senza limite, diventano un ‘pull factor’, un fattore di attrazione. La posizione italiana, che evita la contrapposizione tra movimenti primari e movimenti secondari spiegando che sono legati (senza i primari non ci sono i secondari), trova la sintonia della Francia, che pure per motivi geografici ha esigenze un po’ diverse dalle nostre. Paesi come l’Austria, tra i promotori di questo Consiglio Europeo straordinario, premono perché si possano finanziare barriere ai confini esterni, in particolare tra Bulgaria e Turchia, con fondi Ue. La Commissione e alcuni Paesi, taluni dei quali robusti, si oppone.
Per una fonte diplomatica europea, premesso che non siamo in presenza di una “grande crisi migratoria”, si tratta di una questione “lessicale”, che può facilmente essere “depoliticizzata”, dato che un conto è un muro, un altro è, per esempio, un sistema di sorveglianza con telecamere, per esempio. Per un alto funzionario Ue, è chiaro che “rischiamo di avere questa discussione”, anche perché sul tema la Commissione ha una “posizione politica”, mentre le leggi Ue consentirebbero un finanziamento comunitario di strutture simili.
“Molti Stati membri lo chiedono – continua l’alto funzionario – per ora ci limitiamo a sottolineare la necessità di finanziare queste infrastrutture”. Per quanto riguarda l’Italia, avendo il Paese frontiere marittime che per loro natura non consentono di costruire muri né barriere fisiche, si punta a ottenere l’inserimento nelle conclusioni del riconoscimento esplicito della specificità della frontiera marittima, premessa per ottenere ulteriori risultati nei prossimi vertici, magari nella gestione ordinata delle operazioni di ricerca e soccorso in mare.
Un altro obiettivo, già ottenuto, è quello di avere nelle conclusioni il riconoscimento esplicito che, essendo la migrazione un problema europeo, necessita di soluzioni europee. Sembra un’ovvietà, ma non lo è: fino a poco tempo fa, spiega un diplomatico europeo, non appena si iniziava a discutere di dimensione interna delle migrazioni, si formavano immediatamente “tre gruppi di Paesi”: quelli di primo arrivo, quelli di destinazione e i Paesi dell’est, che dicevano che non si trattava di un loro problema. L’uso dei migranti come arma contro l’Ue fatto dalla Bielorussia nel 2021 alle frontiere polacche e lituane ha cambiato le cose, facendo comprendere che la migrazione è un problema europeo, e come tale va trattato. L’approccio della presidenza francese, di spacchettare il patto sulla migrazione e l’asilo e di affrontarlo “passo per passo”, ha consentito di fare progressi, tanto che l’obiettivo esplicito è di chiudere il nuovo patto sulle migrazioni entro i primi mesi del 2024.
All’Italia interessa anche la partnership con i Paesi africani di origine e di transito dei migranti, utilizzando come leva sia i fondi disponibili, che non sono pochi, sia la politica dei visti, le preferenze commerciali, le partnership in materia di istruzione eccetera. Non in tutti i casi, ma, spiega un diplomatico europeo, capita di avere a che fare con Paesi che “non collaborano”, in particolare sui rimpatri, che si intende aumentare ed ‘europeizzare’, ove utile, anche usando Frontex. In questi casi, un uso ‘dosato’ delle leve di cui sopra può aiutare a convincere alcune capitali a collaborare, anche su un dossier politicamente scomodo come i rimpatri, tutt’altro popolari in quegli elettorati. Il riferimento ai ricollocamenti volontari è uscito dalle conclusioni (anche perché numericamente gli schemi messi in piedi avevano dato risultati trascurabili, anche se un diplomatico europeo dice che sono meccanismi “progressivi”, che partono piano e poi accelerano), a fronte di un simmetrico ammorbidimento su movimenti secondari e ‘dublinanti’.
Non sono previsti, allo stato, bilaterali formali tra il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che comunque probabilmente si parleranno in qualche modo. Ma un vero incontro bilaterale viene escluso da una fonte diplomatica europea: “Non sono cose che succedono per caso”, taglia corto. I dettagli logistici del summit non sono ancora noti: l’obiettivo sembrava essere quello di comprimere tutte le discussioni in una giornata, finendo a notte. Nella lettera di invito ai capi di Stato e di governo, diffusa solo questa sera, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel parla di un summit il 9 e 10 febbraio, quindi su due giorni. L’inizio è comunque fissato per domattina alle 10.
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Ucraina-Russia, allarme per Zaporizhzhia. Kiev: “Si rischia nuova Fukushima”

(Adnkronos) – Allarme Zaporizhzhia. A lanciarlo Ruslan Strilets, ministro della Protezione ambientale e delle Risorse naturali dell’Ucraina che ha messo in guardia da un possibile disastro nucleare. Come si legge sul Kyiv Independent il ministro ha spiegato che in seguito al calo dell’acqua dal bacino idrico di Kakhovka, “esiste il rischio di un guasto dei sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia”, la più grande centrale nucleare d’Europa occupata dalla Russia dallo scorso marzo.
“Questo significherebbe un possibile scenario di Fukushima nel mezzo del continente europeo a causa della Russia”, ha dichiarato Strilets. La Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) e 49 Paesi hanno chiesto a Mosca di lasciare l’impianto in un appello congiunto all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).
Strilets ha inoltre fatto sapere, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Acqua, che quasi cinque milioni di ucraini non hanno accesso all’acqua potabile a causa della guerra. Secondo il ministro, circa il 70% della popolazione ucraina rischia di rimanere senz’acqua perché le infrastrutture idriche del Paese sono danneggiate o distrutte dai continui attacchi della Russia.
Intanto, nelle ultime 24 ore, l’esercito ucraino ha colpito 17 aree in cui si trovavano truppe russe, ha abbattuto sei droni russi e un elicottero Mi-24 e ha distrutto un’unità di artiglieria, ha riferito lo Stato maggiore delle Forze armate ucraine nel suo briefing mattutino.
Biden: “Cina non ha dato armi a Russia”
“Non sottovaluto la Cina né la Russia ma penso che abbiamo abbondantemente sopravvalutato” la loro alleanza. Sono le parole del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che risponde così alle domande sul rapporto tra Russia e Cina dopo la visita del presidente cinese Xi Jinping a Mosca e gli incontro con Vladimir Putin al Cremlino.
“Sono 3 mesi che parliamo” del possibile contributo di Pechino alla guerra condotta dalla Russia in Ucraina ma i cinesi “non hanno ancora fornito” armi a Mosca, dice Biden, a Ottawa, in conferenza stampa congiunta con il premier canadese Justin Trudeau. “Non significa che non lo faranno. Ma non lo hanno ancora fatto”, dice il presidente degli Stati Uniti. “E se qualcosa dovesse succedere, l’Occidente è pronto a fare molto di più”, afferma.
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Guerra Ucraina, Biden: “Cina non ha dato armi a Russia”

(Adnkronos) –
“Non sottovaluto la Cina né la Russia ma penso che abbiamo abbondantemente sopravvalutato” la loro alleanza. Sono le parole del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che risponde così alle domande sul rapporto tra Russia e Cina dopo la visita del presidente cinese Xi Jinping a Mosca e gli incontro con Vladimir Putin al Cremlino.
“Sono 3 mesi che parliamo” del possibile contributo di Pechino alla guerra condotta dalla Russia in Ucraina ma i cinesi “non hanno ancora fornito” armi a Mosca, dice Biden, a Ottawa, in conferenza stampa congiunta con il premier canadese Justin Trudeau. “Non significa che non lo faranno. Ma non lo hanno ancora fatto”, dice il presidente degli Stati Uniti. “E se qualcosa dovesse succedere, l’Occidente è pronto a fare molto di più”, afferma.
Canada e Stati Uniti garantiranno il sostegno necessario all’Ucraina. “Come sa bene, signor presidente, il Canada continuerà ad essere accanto all’Ucraina con tutto ciò che sarà necessario. Siamo entrambi partner su cui l’Ucraina e il mondo possono contare”, le parole di Trudeau. Da Biden, nuove stoccate a Putin.
“Il suo desiderio di conquista e di potere finora è rimasto insoddisfatto. L’amoro del popolo ucraino per il proprio paese avrà la meglio”, dice il numero 1 della Casa Bianca. “Putin era sicuro che a questo punto avrebbe mandato in frantumi la Nato. Noi manterremo l’alleanza forte e compatta, difenderemo ogni centimetro del territorio della Nato: un attacco contro uno di noi è un attacco a tutti”, ribadisce.
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Gwyneth Paltrow, processo per incidente sugli sci: cosa rischia

(Adnkronos) – Gwyneth Paltrow rischia di dover pagare 300mila dollari di risarcimento per un incidente sugli sci avvenuto nel 2016 nello Utah. L’attrice, 50 anni, ha testimoniato nel processo che la coinvolge dopo il ‘tamponamento’ avvenuto il 26 febbraio 2016 su una pista di Deer Valley. A intentare causa contro la star è stato Terry Sanderson, 76enne optometrista in pensione. L’uomo ha citato in giudizio l’attrice sostenendo di essere stato travolto, con gravi conseguenze: Sanderson ha subito la frattura di alcune costole e lamenta danni cerebrali. Inizialmente, nel 2019, aveva chiesto un risarcimento di 3 milioni di dollari. Poi, la richiesta è stata sensibilmente ridotta. Paltrow respinge ogni addebito e sostiene a sua volta di essere stata colpita: “Il signor Sanderson mi è piombato alle spalle e mi ha colpito alla schiena. Sono rimasta di sasso, un paio di secondi dopo ero furibonda”. Il processo si concluderà la prossima settimana con la decisione della giuria.
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Forza Italia, Berlusconi cambia geografia del partito: le novità

(Adnkronos) – Cambia la geografia politica interna di Forza Italia. Già proiettato alle europee del 2024, con una nota serale Silvio Berlusconi ridisegna i vertici del partito confermando le indiscrezioni di questi giorni che davano imminente un avvicendamento alla guida del gruppo azzurro di Montecitorio, dove l’attuale presidente dei deputati Alessandro Cattaneo viene sostituito da Paolo Barelli (considerato un fedelissimo di Antonio Tajani), che già aveva ricoperto questo incarico durante il governo Draghi.
”Al fine di arrivare pronti alle prossime europee, con una squadra coesa e radicata su tutto il territorio nazionale”, il Cav annuncia anche la nomina di sette nuovi coordinatori regionali: un big come l’attuale ministro delle Riforme Maria Elisabetta Casellati per la Basilicata, l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi per il Veneto e una serie di new entry: il senatore e presidente della Lazio Claudio Lotito per il Molise; Marcello Caruso per la Sicilia, da poco scelto come commissario del partito nell’Isola al posto di Gianfranco Miccichè; Marco Stella per la Toscana; Rosaria Tassinari per l’Emilia Romagna.
Spicca l’up grading del giovane deputato bergamasco Alessandro Sorte, molto vicino alla ‘quasi moglie’ dell’ex premier, Marta Fascina, che ottiene il coordinamento della Lombardia, una delle caselle di maggior peso, subentrando alla senatrice Licia Ronzulli, confermata in questa ‘tornata di nomine’ capogruppo a palazzo Madama. Cattaneo, dunque, lascia la guida degli azzurri alla Camera (si parlava di una raccolta firme contro di lui, smentita oggi da Tosi con un secco ”non c’è nulla di vero” ) e viene ‘risarcito’ con la promozione a vice del coordinatore nazionale Tajani con la “delega alla organizzazione territoriale del partito”, al fianco dell’altra ‘vice’ del numero due di Forza Italia, l’attuale ministra dell’Università Annamaria Bernini.
La ‘rivoluzione azzurra’, che di fatto sancisce la ‘rivincita’ dell’ala più governista che fa capo al vicepremier e ministro degli Esteri Tajani con il ‘ritorno’ di Barelli (in tanti parlano di asse con Giorgia Meloni) e con l’arrivo dei cosiddetti Fascina boys, non finirà qui. E’ lo stesso Berlusconi a parlare di ”nuovo assetto di Forza Italia in tutta la sua organizzazione” nelle ”prossime settimane”. Sul tavolo del leader forzista, ad esempio, fanno notare, c’è l’aggiornamento della mappa dei Dipartimenti del partito a cui bisognerà rimettere mano visto che tanti nomi sono ormai di ex parlamentari o esponenti fuori dal movimento.
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Giulio Regeni, i genitori a Propaganda Live: “Vogliamo un processo”

(Adnkronos) – “Ormai una parte della verità l’abbiamo capita e noi vogliamo un processo, vogliamo che in Italia inizi un processo”. Così Paola Deffendi, la mamma di Giulio Regeni, ospite, insieme al marito Claudio Regeni, di Propaganda Live su La7. I genitori continuano a chiedere giustizia per il figlio mentre il processo non si celebra per l’impossibilità di notificare gli atti agli imputati egiziani.
“Per nove notti e nove giorni Giulio è stato torturato e ucciso deliberatamente. Dobbiamo dire le cose per quelle che sono: Giulio è stato torturato e ucciso. E da qua inizia il nostro essere genitori erranti per la ricerca di verità e giustizia. Non è facile, anche perché sono ormai sette anni abbondanti che noi dobbiamo chiedere verità e giustizia. Ormai una parte della verità l’abbiamo capita e noi vogliamo un processo, vogliamo che in Italia inizi un processo”, dicono.
“Abbiamo le prove che i quattro imputati sanno di essere sotto processo però si sottraggano volontariamente, non si fanno trovare per potergli consegnare la notifica per eleggere il domicilio che consentirebbe l’inizio del processo”, aggiunge Claudio Regeni.
“Continuiamo a sentire – ha riperso la parola la mamma di Giulio – che l’Egitto vuole collaborare, che è disposto a rimuovere gli ostacoli, ci siamo chiesti quali ostacoli? Quelli che fanno sì che non si abbiano questi quattro indirizzi che portano poi all’elezione di domicilio, o a volte che siamo noi l’ostacolo? Ci siamo anche domandati come mai il nuovo esecutivo non sia venuto a chiedere alla nostra legale come è la situazione prima di andare a Il Cairo”.
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Maternità surrogata, Francesca Pascale: “E’ atto generosità”

(Adnkronos) – “La destra, soprattutto questa, fomenta questi temi per spaventare le persone, soprattutto quelle meno informate. La maternità surrogata è un atto di generosità”. Lo ha detto l’attivista lgbtq+ Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi, a Otto e mezzo su La7.
“Esiste la fecondazione in vitro, che non è a pagamento. Smettiamo di pensare la maternità surrogata come atto contro l’umanità, un abominio, ha lo stesso diritto e rispetto dell’aborto. Chi non è d’accordo, come con l’aborto, semplicemente non ne fa uso. Una donna che ha la possibilità di rendere felice una coppia che non ha la possibilità di avere un figlio fa un gesto di generosità. Sento sempre dire che è contro natura, ma lo era tanti anni fa anche il trapianto. Il tema dei diritti appartiene a tutti indipendentemente dal voto alle urne. Bisogna non rendere i diritti civili un fatto di squadre politiche”.
“A prescindere da tutto, Berlusconi è stato un leader, c’è una differenza tra lui e Meloni. Berlusconi ha avuto empatia, carisma, determinazione, ha portato valori assai rari nella politica tutta. Non per questo faccio il tifo affinché Meloni fallisca, significherebbe augurarlo a tutta l’Italia. Mi domando a fianco di chi sarà in Europa. La destra liberale dei conservatori inglesi o la destra di Orban?”, ha aggiunto.
“Ho sempre riconosciuto” a Berlusconi “una forte attrazione verso la libertà. E’ un liberale che non ha mai avuto riferimenti al fascismo o posizioni omofobe. Mi ha sorpreso l’alleanza con partiti con nostalgia del fascismo come quello di Meloni e chi ha fatto esternazioni razziste come Salvini. Ho sempre avuto contrasti con Berlusconi per i suoi alleati, con accese discussioni, ma da qui a considerare le sue posizioni vicine a ideali sovranisti e omofobi faccio fatica a immaginarlo”.
“La comunità lgbtq+ questa settimana -ha sottolineato- ha subito attacchi indegni da uomini di Meloni. Hanno paragonato lo stupro di un bambino alla creazione di un bambino. Questo serve a un dialogo costruttivo o soltanto alla loro campagna elettorale?”, si è chiesta per poi aggiungere: ” Il fatto che la comunità lgbtq+ sia piccola non vuol dire che il problema non sia più grande, non è solo degli omosessuali ma culturale. Vorrei che i nostri figli crescessero con l’educazione al rispetto di tutti, a prescindere alla sessualità”.
Le “battaglie per i diritti civili -ha rimarcato Pascale- non sono carnevalate; io le carnevalate le condivido a metà, ma non vuol dire che rispecchiano tutti. L’obiettivo è che tutta la società percepisca l’omosessualitùà come l’eterosessualità. Ci sentiamo discriminati perché scegliamo di amare una persona dello stesso sesso: aberrante per uno Stato democratico come quello italiano.”
Spettacolo
C’è campo per i cellulari nel “Giardino dei ciliegi” alla Sala Umberto di Roma

(Adnkronos) – Nel ‘Giardino dei ciliegi’ c’è… campo. Anche i cellulari fanno la loro comparsa nella edizione dell’opera di Anton Cechov adattata e collocata ai giorni nostri da Rosario Lisma, che firma anche la regia e figura nel cast di attori assieme, fra gli altri, a Milvia Marigliano e Giovanni Franzoni, in scena fino al 2 aprile alla Sala Umberto di Roma. I personaggi si muovono in abiti contemporanei e danzano al ritmo delle musiche di Franco Battiato, in questo che fu l’ultimo lavoro di un Cechov già malato e vicino alla morte, parlando lui stesso di “ultima commedia”, in cui descrive l’apatia di un mondo russo colto nel passaggio di titolarità dalla famiglia aristocratica, già ricca e ora indebitata, al figlio di quella che fu la servitù ma che con intraprendenza e lungimiranza pari solo alla mancanza di scrupoli e di veri o finti romanticismi, interpreta al meglio la nuova società che bussa alle porte.
Il giardino evocato nel titolo non produce più i ciliegi che erano famosi e commerciati in tutto il Paese e rappresenta l’ombra di un passato che non tornerà più. Così, le speranze e gli entusiasmi che erano legati a quel luogo, ora all’asta per debiti, sono irrimediabilmente perduti perché il declino economico fa ‘pendant’ con il declino della loro stessa esistenza, cui non sanno e forse neanche vogliono porre rimedio. Se resta un barlume di salvezza, va rintracciato nei due ragazzi che si amano e che sono capaci di interpretare la distruzione del giardino e l’abbattimento degli alberi di ciliegie non come il crollo e la fine della vita che fu ma come l’inizio di una vita nuova.
Il regista Rosario Lisma, nelle sue note, sottolinea l’importanza iconica della scenografia: “Un grande spazio chiaro, con una forte presenza illuminotecnica contemporanea, con pochi elementi scenici richiamanti la stanza dei bambini, oggetti volutamente sproporzionati rispetto alla statura dei personaggi, come se fossero ancora piccoli rispetto all’ambiente, mai cresciuti”: un tavolo colorato, una sediolina a dondolo, un grande pelouche e, soprattutto, un enorme armadio centrale sullo sfondo, “come un monumento testimone del tempo felice che fu, imponente e simbolico come un dolmen sbiadito”. Sempre chiuso per tutto il tempo dell’azione scenica, l’armadio si aprirà solo sul finale, da parte del nuovo proprietario, che ne scoprirà il contenuto.
(di Enzo Bonaiuto)
Ultima ora
Pnrr, Mattarella cita De Gasperi: “Mettersi alla stanga”

(Adnkronos) – “Mi permetto di rivolgere a voi l’invito che in un contesto ben diverso Alcide De Gasperi rivolse nel dopoguerra, quando occorreva ricostruire l’Italia dalle macerie e insieme edificare una autentica democrazia: è il momento per tutti, a partire dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di mettersi alla stanga”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Firenze alla Conferenza nazionale delle Camere di commercio.
“Non sono tempi facili, tuttora viviamo le conseguenze del dopo pandemia, ma il nostro sistema economico è stato capace di sorprendere e di dimostrare capacità di ripresa inattese”, ha sottolineato Mattarella. “Il Paese vi è riconoscente per il ruolo che avete svolto -ha aggiunto il Capo dello Stato- così come è grato alle innumerevoli serie di imprenditori, di lavoratori che operano nelle imprese, che di questo risultato sono attori”.
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Forza Italia, Berlusconi: “Barelli capogruppo alla Camera”

(Adnkronos) – Paolo Barelli nuovo capogruppo di Forza Italia alla Camera. Lo annuncia Silvio Berlusconi, che ha nominato anche 7 nuovi coordinatori regionali. Per la Basilicata, Maria Elisabetta Casellati, per l’Emilia Romagna, Rosaria Tassinari, per la Lombardia, Alessandro Sorte, per il Molise, Claudio Lotito, per la Sicilia, Marcello Caruso, per la Toscana, Marco Stella e per il Veneto, Flavio Tosi. “Nelle prossime settimane annunceremo inoltre il nuovo assetto di Forza Italia in tutta la sua organizzazione”, aggiunge Berlusconi.
“Al fine di arrivare pronti alle prossime elezioni europee, con una squadra coesa e radicata su tutto il territorio nazionale, ho ritenuto di nominare al fianco del ministro senatrice Anna Maria Bernini, Alessandro Cattaneo quale Vice Coordinatore Nazionale di Forza Italia con la delega alla organizzazione territoriale del partito” dichiara Berlusconi. “In virtù di tale lavoro, che ci vedrà impegnati quotidianamente per sostenere le nostre battaglie in vista dell’importante appuntamento con le elezioni europee, indico quale nuovo capogruppo alla Camera Paolo Barelli e confermo quale capogruppo al Senato Licia Ronzulli. A tutti loro il mio più sentito ringraziamento e un cordiale augurio di buon lavoro per conquistare nuovi importanti successi con Forza Italia”, dice il leader di Forza Italia.
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Migranti, affonda barcone al largo della Tunisia: 34 dispersi

(Adnkronos) – Sono 34 i migranti, provenienti da paesi dell’Africa sub-sahariana, che risultano dispersi a seguito di un naufragio, avvenuto al largo della costa tunisina. Secondo quanto riferito dal portavoce del tribunale di primo grado di Sfax, responsabile del indagine, il barcone affondato – partito ieri dalla costa della regione di Sfax verso l’Italia – aveva a bordo 38 migranti, quattro dei quali sono stati tratti in salvo.
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