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Ucraina-Russia, Putin apre a un negoziato ma avverte:...
Ucraina-Russia, Putin apre a un negoziato ma avverte: “Pronti a usare armi nucleari”
Il leader del Cremlino: "No a una pausa per il riarmo di Kiev ma una conversazione seria con garanzie di sicurezza per Mosca". E sulle elezioni Usa dice: "Non interferiamo"
Vladimir Putin si dice "pronto per i negoziati" tra Russia e Ucraina ma solo "sulla base delle realtà che si sono sviluppate, come si dice in questi casi, sul terreno, e non su desideri derivanti dall'uso di psicofarmaci". In un'intervista a Ria Novosti e Rossiya 1 il presidente della Federazione russa afferma poi che "possibili negoziati non sono una pausa per il riarmo di Kiev, ma una conversazione seria con garanzie di sicurezza per Mosca".
La Russia, avverte poi il leader del Cremlino, è pronta a usare armi nucleari se dovesse esserci una minaccia per l'esistenza dello Stato russo, ma non la auspica. Putin assicura che "da un punto di vista tecnico-militare, siamo, naturalmente, pronti".
"Le armi esistono per essere usate", osserva. "Abbiamo i nostri principi", aggiunge però Putin sostenendo che usare questo tipo di armi non rientra nei desideri del Cremlino. "Perché dobbiamo usare armi di distruzione di massa? Non c'è mai stata questa necessità".
Il presidente russo critica l'allargamento della Nato, che ha appena accolto Finlandia e Svezia. "E' un passo assolutamente senza senso" per i due paesi "dal punto di vista della tutela dei rispettivi interessi nazionali. Non avevamo soldati" al confine con la Finlandia "e ora ci saranno. Non c'era sistemi" di armi "di distruzione lì, ora appariranno".
Quanto alle presidenziali americane di novembre, Putin sottolinea che la Russia non ha nulla a che fare con le elezioni in altri Paesi. "Non interferiamo in alcun modo in nessuna elezione... e come ho detto molte volte, lavoreremo con qualsiasi leader al quale l'elettorato americano farà affidamento".
Il leader russo ha rivelato che Donald Trump, da presidente, lo aveva rimproverato per aver "simpatizzato" con l'attuale presidente Joe Biden. "Nell'ultimo anno del suo lavoro come presidente, il signor Trump, oggi candidato presidenziale, mi ha rimproverato di simpatizzare con Biden... mi ha chiesto in una delle conversazioni: vuoi che vinca 'Sleepy Joe'?" Ha detto Putin. "E poi, con mia sorpresa, hanno iniziato a perseguitarlo perché lo avremmo sostenuto come candidato – beh, è una sorta di completa assurdità".
Attacco russo a Krivoy Rog: sale il bilancio dei morti
Intanto sul campo di battaglia sale ad almeno quattro morti e 44 feriti il bilancio dell'incendio scoppiato dopo l'attacco sferrato ieri dalle forze russe contro un edificio situato nella città di Krivoy Rog, nella provincia di Dnipropetrovsk. "Purtroppo, il numero delle vittime dell'attacco nemico di ieri contro la nostra città è salito a quattro. Una donna di 47 anni è morta durante la notte per le ferite riportate", ha riferito il presidente del Consiglio di difesa di Krivoy Rog, Oleksandr Vilkul, su Telegram.
Nell'attacco sono rimaste ferite 44 persone, tra cui 12 bambini. Undici adulti e 9 minori sono stati ricoverati in ospedale, 6 sono in gravi condizioni, ha ancora precisato. Gli attacchi russi contro Krivoy Rog, nota per essere la città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, hanno danneggiato più di 300 appartamenti, 4 scuole ed altri edifici.
Russia: drone ucraino colpisce sede Fsb
La Russia denuncia invece un attacco ucraino che ha colpito e danneggiato un edificio della sede regionale dei servizi di sicurezza russi, Fsb, nella regione di confine russa di Belgorod. "Le forze armate ucraine hanno attaccato l'edificio del FSB a Belgorod utilizzando un UAV, secondo quanto riferito dai servizi operativi", riporta la Tass, precisando che non ci sono vittime ma che la facciata dell'edificio ha subito danni. Il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, ha parlato di due droni lanciati nelle ultime ore, ma non ha menzionato l'edificio del FSB preso di mira. Ad essere colpito, ha affermato, è stato un edificio residenziale. Un altro drone è finito in un fiume.
Macron e Tusk da Scholz venerdì a Berlino
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz riceverà venerdì a Berlino il presidente francese Emmanuel Macron. La visita dovrà contribuire a ridurre le tensioni e divergenze di vedute sull'Ucraina emerse nelle scorse settimane, riporta Politico citando alti funzionari francesi e tedeschi. A Scholz e Macron si unirà successivamente in giornata il premier polacco Donald Tusk, per il primo incontro tra i leader del 'Triangolo di Weimar' da quando Tusk ha assunto a dicembre la carica di premier.
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Ucraina, Crosetto: “Italia ha fornito tutto quello...
"Noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno"
"Noi domani avremo una incontro, una call, a cui presumo ci sarà lo stesso Zelensky, per fare il punto" sugli aiuti all'Ucraina. "Mi pare che l'Europa e l'Italia in particolare abbiano fornito in questo periodo tutto quello che riuscivano a dare". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo all'incontro promosso da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi, dal titolo 'Il ruolo della ricerca militare nello sviluppo economico italiano'.
"Il problema - ha spiegato - è che noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno, che le scorte e gli investimenti per la difesa non servissero, per cui non abbiamo magazzini pieni con cui possiamo aiutare. Quello che potevamo dare fino ad adesso l'Italia lo ha dato quasi integralmente. La parte che non ha ancora dato la darà prossimamente", ha detto il ministro.
"Sono talmente arrabbiato che dico una cosa pubblicamente: l'Italia ha ordinato alcuni sistemi di difesa aerea Samp-T due anni fa, l'industria che ha la commessa mi dice che li consegnerà tra tre anni. Un ordine di Samp-T per la difesa italiana fatto due anni fa, l'industria mi dice che lo consegna tra tre anni", ha proseguito.
"Voi pensate che uno possa fare il ministro della difesa o difendere un Paese con questi tempi? Non riesco a capire come sia possibile metterci tre anni per costruire una qualunque cosa, anche la più complessa che esiste al mondo", ha osservato Crosetto, spiegando che il problema è che "noi abbiamo un'industria che si era tarata su una capacità produttiva in cui lo Stato fa l'appalto, dà i soldi, quando li dà si inizia a costruire e poi quando si riesce, si consegna. Invece viviamo tempi in cui avremmo bisogno delle cose subito". Il problema - ha riferito il ministro - "non è solo italiano, ma europeo. Lo ha anche il ministro francese, con cui stiamo facendo una battaglia a due".
A differenza di quanto accade in Europa, "in Russia, in Cina e in Iran alzano il telefono e l'azienda che prima faceva frigoriferi" viene convertita per la produzione della difesa. "Noi invece ci confrontiamo con regole costruite in tempi di pace e in tempi normali in tempi che non sono di pace e non sono normali".
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India al voto, Armellini: “Grande democrazia? Con...
L'ex ambasciatore a Nuova Delhi: "Il Paese è cresciuto, ma stretta autoritaria sempre più opprimente"
L'India resta un grande Paese, ma non è detto che resterà una grande democrazia. Alla vigilia della prima tornata elettorale nel gigante asiatico - dove da domani al primo giugno poco meno di un miliardo di elettori andrà a votare in 28 Stati federali e otto territori - l'ex ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Antonio Armellini, parla con l'Adnkronos dell'India di Narendra Modi, che si avvia al suo terzo mandato, dopo dieci anni già al governo.
Con il leader del Bjp "l'India è molto cambiata, è cresciuta economicamente, è migliorata al suo interno, il programma di investimenti sulle infrastrutture ha portato risultati ed il sistema finanziario è stato ammodernato", riconosce Armellini. Che tra i 'meriti' cita "la presa sull'elettorato, che si è ampliato e non è più solo quello tradizionale del Bjp", il partito dei commercianti e degli imprenditori.
Parallelamente, osserva l'ex ambasciatore, "la stretta autoritaria del governo Modi è diventata sempre più opprimente, figlia di un controllo e di un meccanismo del consenso molto sofisticati", mentre l'opposizione divisa e frammentata "è in difficoltà nel trasmettere un qualche tipo di messaggio che possa essere recepito dagli elettori".
L'India cresce "ma crescono anche le diseguaglianze", sottolinea ancora Armellini, mentre si avvia a diventare "una democrazia autoritaria sempre più lontana dal modello che ne aveva fatto un unicum nel continente asiatico, una grande democrazia liberale, figlia del pensiero politico del 19mo secolo, che aveva avuto anche Giuseppe Mazzini tra gli ispiratori della lotta per l'indipendenza". "L'India laica, tollerante, multietnica, rispettosa dello stato di diritto non è l'India di Modi, fortemente identitaria - ragiona l'ex ambasciatore - L'India è un grande Paese, ma che resti una grande democrazia è un punto interrogativo".
Quanto alla politica estera di Nuova Delhi, che "ha una percezione di sé come grande potenza sullo stesso piano di Stati Uniti e Cina, il punto da cui partire è che l'India non ha alleanze, ma relazioni, è partner di molti, ma nel proprio interesse". Che è quello di "grande potenza autonomia con due punti di riferimento imprescindibili: il contrasto con la Cina e il conflitto con il Pakistan", spiega Armellini. E chi, "come a tratti cercano di fare gli Stati Uniti, pensa di poterla legare in una vera e propria alleanza, rischia di restare fortemente deluso".
Infine l'ex ambasciatore si dice convinto che Nuova Delhi abbia "una maggiore capacità di attrazione per diventare il punto di riferimento del Sud globale", in particolare rispetto a Pechino, che agli altri Paesi "richiede di schierarsi", laddove l'India ha un approccio meno identitario.
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G7, Tajani: “Tutti insieme dobbiamo dare messaggio di...
Le parole del ministro degli Esteri al summit di Capri
"Tutti insieme credo che dobbiamo dare un messaggio di pace". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso del G7 Esteri a Capri.