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Ucraina-Russia, ex consigliere comunale Usa ricercato si...
Ucraina-Russia, ex consigliere comunale Usa ricercato si arruola in Siberia
Il 28enne aveva già combattuto come volontario a fianco delle truppe russe durante la cattura della città ucraina di Avdiivka
Un ex consigliere comunale e membro della guardia nazionale del Massachusetts, ricercato negli Stati Uniti con l'accusa di possesso di immagini pedopornografiche e ostruzione della giustizia, è fuggito dal Paese e si è unito all'esercito russo che combatte in Ucraina. Nel riferire della vicenda, il Guardian precisa che Wilmer Puello-Mota, 28 anni, ex consigliere comunale di Holyoke, Massachusetts, è scomparso il 7 gennaio, due giorni prima della data della sua prevista comparizione a Rhode Island.
Pochi giorni fa, Puello-Mota è riapparso in un centro di arruolamento nella regione russa di Khanty-Mansiysk, nella Siberia occidentale, dove è stato ripreso all'atto della firma di un contratto militare, seduto in una stanza piena di fotografie di Vladimir Putin e del ministro della Difesa, Sergei Shoigu. "Un americano ha firmato un contratto militare presso il centro patriottico di Khanty-Mansiysk", si legge in un messaggio che accompagna il video pubblicato dal canale ufficiale della regione su Telegram.
Precedentemente, Puello-Mota avrebbe combattuto come volontario a fianco delle truppe russe durante la cattura della città ucraina di Avdiivka a febbraio.
In quell'occasione, canali di propaganda russa avevano fatto circolare un filmato in cui una persona - non riconoscibile a causa delle immagini sfocate - piantava la bandiera degli Stati Uniti tra le rovine della città ucraina a sostegno della Russia. "Sono qui per mettere la bandiera degli Stati Uniti come segno di amicizia e sostegno per tutto ciò che le persone stanno sopportando", dichiara nel video. "Sono orgoglioso di essere qui".
Secondo 'The Republican', pubblicazione del Massachusetts, conoscenti di Puello-Mota avrebbero riconosciuto la sua voce nella clip. E nel video più recente, apparentemente a conferma della sua partecipazione alla battaglia per Avdiivka, Puello-Mota descrive precedenti combattimenti in Ucraina nell'ambito del gruppo paramilitare internazionale filorusso Pyatnashka. "Lo rifarei sicuramente", si sente dire.
Dall'inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha introdotto una serie di norme volte ad attrarre volontari stranieri per rinforzare i propri ranghi. Cittadini di Cuba, Siria, Nepal e Serbia sono stati dispiegati sul fronte russo. Ma è raro che combattenti provenienti dai paesi dell'UE, del Regno Unito o degli Stati Uniti si uniscano all'esercito russo. Si ritiene che almeno due uomini britannici stiano combattendo con le forze di Mosca sul fronte.
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Israele, attacco contro Iran: colpita base militare
Secondo il New York Times, è stata colpita una base militare nell'area di Isfahan
Israele ha sferrato l'attacco contro l'Iran oggi, in risposta all'offensiva lanciata da Teheran nella notte tra sabato e domenica scorsa. Secondo il New York Times, che cita 3 funzionari iraniani, è stata colpita una base militare nell'area di Isfahan. Il quotidiano statunitense cita le informazioni fornite da due fonti militari israeliane, che attribuiscono l'azione a Israele.
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Ucraina, Crosetto: “Italia ha fornito tutto quello...
"Noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno"
"Noi domani avremo una incontro, una call, a cui presumo ci sarà lo stesso Zelensky, per fare il punto" sugli aiuti all'Ucraina. "Mi pare che l'Europa e l'Italia in particolare abbiano fornito in questo periodo tutto quello che riuscivano a dare". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo all'incontro promosso da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi, dal titolo 'Il ruolo della ricerca militare nello sviluppo economico italiano'.
"Il problema - ha spiegato - è che noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno, che le scorte e gli investimenti per la difesa non servissero, per cui non abbiamo magazzini pieni con cui possiamo aiutare. Quello che potevamo dare fino ad adesso l'Italia lo ha dato quasi integralmente. La parte che non ha ancora dato la darà prossimamente", ha detto il ministro.
"Sono talmente arrabbiato che dico una cosa pubblicamente: l'Italia ha ordinato alcuni sistemi di difesa aerea Samp-T due anni fa, l'industria che ha la commessa mi dice che li consegnerà tra tre anni. Un ordine di Samp-T per la difesa italiana fatto due anni fa, l'industria mi dice che lo consegna tra tre anni", ha proseguito.
"Voi pensate che uno possa fare il ministro della difesa o difendere un Paese con questi tempi? Non riesco a capire come sia possibile metterci tre anni per costruire una qualunque cosa, anche la più complessa che esiste al mondo", ha osservato Crosetto, spiegando che il problema è che "noi abbiamo un'industria che si era tarata su una capacità produttiva in cui lo Stato fa l'appalto, dà i soldi, quando li dà si inizia a costruire e poi quando si riesce, si consegna. Invece viviamo tempi in cui avremmo bisogno delle cose subito". Il problema - ha riferito il ministro - "non è solo italiano, ma europeo. Lo ha anche il ministro francese, con cui stiamo facendo una battaglia a due".
A differenza di quanto accade in Europa, "in Russia, in Cina e in Iran alzano il telefono e l'azienda che prima faceva frigoriferi" viene convertita per la produzione della difesa. "Noi invece ci confrontiamo con regole costruite in tempi di pace e in tempi normali in tempi che non sono di pace e non sono normali".
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India al voto, Armellini: “Grande democrazia? Con...
L'ex ambasciatore a Nuova Delhi: "Il Paese è cresciuto, ma stretta autoritaria sempre più opprimente"
L'India resta un grande Paese, ma non è detto che resterà una grande democrazia. Alla vigilia della prima tornata elettorale nel gigante asiatico - dove da domani al primo giugno poco meno di un miliardo di elettori andrà a votare in 28 Stati federali e otto territori - l'ex ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Antonio Armellini, parla con l'Adnkronos dell'India di Narendra Modi, che si avvia al suo terzo mandato, dopo dieci anni già al governo.
Con il leader del Bjp "l'India è molto cambiata, è cresciuta economicamente, è migliorata al suo interno, il programma di investimenti sulle infrastrutture ha portato risultati ed il sistema finanziario è stato ammodernato", riconosce Armellini. Che tra i 'meriti' cita "la presa sull'elettorato, che si è ampliato e non è più solo quello tradizionale del Bjp", il partito dei commercianti e degli imprenditori.
Parallelamente, osserva l'ex ambasciatore, "la stretta autoritaria del governo Modi è diventata sempre più opprimente, figlia di un controllo e di un meccanismo del consenso molto sofisticati", mentre l'opposizione divisa e frammentata "è in difficoltà nel trasmettere un qualche tipo di messaggio che possa essere recepito dagli elettori".
L'India cresce "ma crescono anche le diseguaglianze", sottolinea ancora Armellini, mentre si avvia a diventare "una democrazia autoritaria sempre più lontana dal modello che ne aveva fatto un unicum nel continente asiatico, una grande democrazia liberale, figlia del pensiero politico del 19mo secolo, che aveva avuto anche Giuseppe Mazzini tra gli ispiratori della lotta per l'indipendenza". "L'India laica, tollerante, multietnica, rispettosa dello stato di diritto non è l'India di Modi, fortemente identitaria - ragiona l'ex ambasciatore - L'India è un grande Paese, ma che resti una grande democrazia è un punto interrogativo".
Quanto alla politica estera di Nuova Delhi, che "ha una percezione di sé come grande potenza sullo stesso piano di Stati Uniti e Cina, il punto da cui partire è che l'India non ha alleanze, ma relazioni, è partner di molti, ma nel proprio interesse". Che è quello di "grande potenza autonomia con due punti di riferimento imprescindibili: il contrasto con la Cina e il conflitto con il Pakistan", spiega Armellini. E chi, "come a tratti cercano di fare gli Stati Uniti, pensa di poterla legare in una vera e propria alleanza, rischia di restare fortemente deluso".
Infine l'ex ambasciatore si dice convinto che Nuova Delhi abbia "una maggiore capacità di attrazione per diventare il punto di riferimento del Sud globale", in particolare rispetto a Pechino, che agli altri Paesi "richiede di schierarsi", laddove l'India ha un approccio meno identitario.