Esteri
Ucraina, von der Leyen: “Aiuti Ue da marzo, con Kiev...
Ucraina, von der Leyen: “Aiuti Ue da marzo, con Kiev per tutto il tempo necessario”
"L'Ucraina prevarrà e l'Europa sarà al fianco dell'Ucraina in ogni fase del percorso". Borrell a Kiev per confermare il sostegno dell'Europa
I primi "importanti pagamenti" dell'Ue all'Ucraina nel programma di assistenza macrofinanziaria da 50 mld di euro inizieranno già il mese prossimo. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, intervenendo alla plenaria del Parlamento a Strasburgo. "Gran parte dell’attenzione attorno al Consiglio Europeo straordinario - ha affermato - si è concentrata sullo strumento per l'Ucraina da 50 miliardi di euro, e giustamente. Diamo all’Ucraina non solo finanziamenti per mantenere l’economia in funzione, ma anche una forte prevedibilità per i prossimi quattro anni. Il Parlamento Europeo ha sostenuto la nostra proposta fin dall'inizio. E vi ringrazio per il vostro incrollabile sostegno. Questo è ciò che significa stare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Con il vostro consenso potremo effettuare pagamenti importanti all’Ucraina già in marzo".
L'Ucraina sarà "ben presto" un Paese membro dell'Ue, ha ribadito von der Leyen. I progressi fatti dall'Ucraina nelle riforme interne, anche durante la guerra, sono quello che "ci ha portato ad avviare i negoziati di adesione. Questo progresso avviene non solo perché l’Europa lo chiede, ma perché questo è il profondo desiderio del popolo ucraino".
La presidente della Commissione Europea è tuttora "convinta" che l'Ucraina "prevarrà" nella guerra contro l'invasore russo. "Alcuni - ha affermato durante la plenaria a Strasburgo - sono rimasti sorpresi dall'azione eroica dell'Ucraina, ma nessuno avrebbe dovuto sorprendersi del fatto che, di fronte all'oppressione, alla sottomissione e alla tirannia, abbiano scelto la resistenza. Ed è per questo motivo - ha concluso - che oggi rimango altrettanto convinta di un semplice fatto, quanto lo ero due anni fa, e cioè che l’Ucraina prevarrà e che l’Europa sarà al fianco dell’Ucraina in ogni fase del percorso".
Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha lanciato dalla plenaria di Strasburgo "un appello solenne alla Camera dei Rappresentanti degli Usa, affinché possano essere sbloccati rapidamente i 60 mld di dollari che sono necessari per garantire la stabilità finanziaria dell'Ucraina".
Borrell a Kiev
L'Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell è arrivato a Kiev per confermare il sostegno militare dell'Europa all'Ucraina, qualche giorno dopo il via libera al nuovo pacchetto di aiuti da 50 miliardi di euro. A dare notizia della visita di Borrell è stato il suo consigliere, Zaiki Laidi, che ha condiviso su X una foto dell'Alto rappresentante in visita a Kiev.
Ieri aveva avuto un incontro a Varsavia con il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, al quale aveva anticipato il viaggio in Ucraina per dare "tutto il sostegno di cui ha bisogno: non è questione di tempo, ma di qualità e qualità degli aiuti, bisogna fare più rapidamente perché l'Ucraina deve vincere".
Esteri
TikTok rischia di scomparire dai telefoni americani. Il...
Dopo un mese di stallo, si avvicina il momento clou per TikTok: lo speaker della Camera Mike Johnson ha deciso di inserire la norma che prevede il bando della piattaforma video dagli Stati Uniti (a meno di un disinvestimento dei suoi azionisti cinesi), in un pacchetto di aiuti per Israele e Ucraina, che dovrebbe essere approvato sabato. Il Senato, finora tentennante sulla tagliola nei confronti dell'app usata da 170 milioni di americani, dovrebbe votare rapidamente il pacchetto, e il presidente Joe Biden ha promesso di firmare tutto immediatamente.
Nelle scorse settimane l'attività di lobbying della società, in particolare dell'amministratore delegato Shou Chew, è stata incessante. Molti utenti sono stati bombardati di messaggi sull'app in cui erano incoraggiati a protestare contro i parlamentari per la proposta di legge, che dà a ByteDance, la società che controlla TikTok, quasi un anno (erano sei mesi in una prima versione) per trovare azionisti non basati in Cina cui vendere le proprie quote. Se la cessione non dovesse andare in porto, l'app sparirebbe dagli app store e non potrebbe più essere scaricata dai cittadini americani. Uno dei potenziali compratori che stava mettendo in piedi una cordata è l'ex Segretario al Tesoro Steven Mnuchin.
TikTok, in un post su X mercoledì sera, ha scritto: "Ci dispiace che la Camera dei Rappresentanti stia usando il pretesto di importanti aiuti esteri e umanitari per forzare nuovamente un divieto che calpesterebbe i diritti alla libera espressione di 170 milioni di americani, devasterebbe 7 milioni di imprese e chiuderebbe una piattaforma".
Gli esperti di sicurezza nazionale ritengono TikTok uno strumento di propaganda e di raccolta massiccia di dati a uso e consumo del governo cinese. Alcuni parlamentari, come il libertario Rand Paul, sono convinti che una simile legge sarebbe giudicata incostituzionale dalla Corte Suprema. Donald Trump, che da presidente aveva per primo provato a costringere ByteDance a disinvestire da TikTok, ha nel frattempo cambiato idea. I maligni sostengono che il ripensamento è legato a uno dei più importanti donatori repubblicani, Jeff Yass, che ha investito 22 milioni nella società che si è appena fusa con Trump Media, e allo stesso tempo è azionista di ByteDance. Ma una maggioranza bipartisan, come la commissione che un mese fa ha votato 50 a 0 per portare il disegno di legge al voto dell'aula, si è ormai allineata alle preoccupazioni della Casa Bianca e dell'intelligence.
Esteri
L’Iran ha finanziato Hamas con 200 milioni. Le prove...
Il quotidiano inglese pubblica le lettere indirizzate al capo di Hamas che rivelano flussi milionari da dieci anni a questa parte
Durante le operazioni militari a Gaza, l'esercito israeliano ha trovato una serie di lettere indirizzate a Yahya Sinwar, il capo di Hamas nella regione, che rivelano dettagliati flussi di finanziamento da parte dell'Iran al gruppo combattente palestinese. Queste lettere, una delle quali datata 2020 e l'altra del 2021, documentano trasferimenti finanziari significativi, evidenziando la persistente dipendenza di Hamas dai fondi iraniani per le sue operazioni. Lo rivela il Times di Londra, che pubblica anche le lettere.
Il documento più recente dettaglia i pagamenti effettuati in seguito alla cosiddetta "Operazione Spada di Gerusalemme", con somme che ammontano a decine di milioni di dollari. In particolare, dopo il conflitto del 2021, l'Iran ha trasferito 58 milioni di dollari a Hamas, oltre ad altre somme minori destinate sia all'apparato militare che a quello politico del gruppo. Questi fondi sarebbero stati consegnati in contanti a Beirut da ufficiali della Guardia Repubblicana iraniana e poi trasferiti a Gaza attraverso una rete di cambiavalute.
La lettera più vecchia, al contrario, risale al periodo di un altro conflitto tra Israele e Hamas, tra il 2014 e il 2020, durante il quale sono stati trasferiti un totale di 154 milioni di dollari. Questi fondi erano apparentemente destinati direttamente a figure chiave di Hamas, compreso Sinwar, oltre a finanziare le operazioni militari durante il conflitto.
Il ritrovamento di queste lettere fornisce una chiara testimonianza del sostegno continuativo dell'Iran a Hamas, nonostante le numerose dichiarazioni internazionali e le sanzioni. La documentazione suggerisce una relazione intricata e dettagliata tra il gruppo combattente palestinese e i suoi finanziatori in Iran, con implicazioni significative per la stabilità regionale.
Esteri
Iran, fonti Usa: “improbabile” attacco Israele...
Lo riferisce AbcNews. I preparativi di un attacco sarebbero stati avviati e sospesi già due volte. Nel Consiglio Europeo decise sanzioni contro Teheran
È improbabile che Israele effettui un attacco contro l'Iran prima della fine delle celebrazioni della Pasqua ebraica, che iniziano nella serata di lunedì 22 aprile e si concluderanno nella serata del 30. A riportare la notizia, attribuendola ad un alto funzionario statunitense, è AbcNews. La stessa fonte citata dall'emittente parla di uno stato di massima allerta in Iran per il rischio di un attacco.
Preparativi risposta israeliana avviati e sospesi due volte
Sempre secondo quanto riferito ad AbcNews da tre fonti israeliane, Tel Aviv ha avviato, quindi interrotto i preparativi per l'attacco di rappresaglia contro l'Iran in almeno due occasioni nelle notti della scorsa settimana.
Il gabinetto di guerra israeliano ha valutato una serie di risposte, dall'attacco ai 'proxy' iraniani nella regione, ma non sul suolo iraniano, a un potenziale attacco informatico, hanno riferito le stesse fonti ad Abc.
Il ruolo degli Usa
Intanto secondo quanto scrive la pubblicazione qatarina Al-Araby Al-Jadeed, citato dal Times of Israel, attribuendo la dichiarazione ad un funzionario del Cairo, gli Stati Uniti avrebbero accettato il piano israeliano per un'operazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in cambio della rinuncia da parte dello stato ebraico a sferrare un attacco di ampia portata in Iran per rappresaglia contro l'attacco iraniano a Israele.
"L'amministrazione americana ha mostrato di accettare il piano precedentemente presentato dal governo di occupazione per quanto riguarda l'operazione militare a Rafah, in cambio della rinuncia a un attacco su larga scala contro l'Iran", scrive Al-Araby Al-Jadeed, citato dal Times of Israel, attribuendo la dichiarazione ad un funzionario del Cairo, secondo il quale sarebbero in corso i preparativi per consentire all'Egitto di far fronte a qualsiasi possibile impatto della prevista operazione.
Sanzioni contro Iran decise nel Consiglio Ue
Nel Consiglio Europeo "abbiamo deciso di mettere in atto sanzioni contro l'Iran" per l'attacco lanciato contro Israele. "E' un segnale chiaro che vogliamo lanciare". Lo dice il presidente Charles Michel, a Bruxelles al termine della prima giornata di lavori del summit. "Riteniamo che sia molto importante interagire con i Paesi della regione per isolare l'Iran - continua - in modo da tentare di sostenere un processo di pace. Sosteniamo la sicurezza di Israele". Per Michel "l'idea è quella di prendere di mira le aziende che producono droni e missili", ma sono idee che verranno sviluppate "dal Consiglio" Ue, a livello quindi di ministri degli Esteri.
Il sistema di sanzioni per fermare l'export verso l'Iran di componenti per la produzione di droni e missili esiste già dal luglio 2023. "Dobbiamo rivedere questo sistema in modo da allargarlo e renderlo più efficiente", ha dichiarato dal canto suo l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell, nel corso di un punto stampa a Capri, dove è in corso il G7 Esteri.
Nyt, Israele ha calcolato male risposta Iran ad attacco Damasco
Israele ha calcolato male la risposta che l'Iran avrebbe dato all'attacco che ha distrutto il consolato di Teheran a Damasco. E questo errore di calcolo potrebbe causare la tanto temuta escalation nella regione. Lo scrive il New York Times citando diversi funzionari americani coinvolti in discussioni ad alto livello dopo l'attacco e un alto funzionario israeliano. ''Gli israeliani hanno commesso un grave errore di calcolo pensando che l'Iran non avrebbe reagito con forza'', afferma il quotidiano.
Il New York Times scrive che i funzionari statunitensi erano arrabbiati per essere stati informati solo pochi minuti prima dell’attacco israeliano a Damasco e per il fatto che non era stato comunicato loro il suo significato. Due funzionari israeliani hanno riferito al New York Times che i piani per l'attacco erano iniziati due mesi prima che fosse portato a termine e che è stato approvato dal gabinetto di guerra il 22 marzo.