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Ucraina, Macron: “Azioni Russia possono aprire strada ad altre invasioni”

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“La Russia lanciando l’invasione dell’Ucraina ha rotto la sicurezza collettiva e deliberatamente violato la carta dell’Onu”. Così Emmanuel Macron, nel suo intervento all’Assemblea Generale dell’Onu, sottolineando che in questo modo la Russia ha deciso di “aprire ad altre possibili guerre di invasione in Europa, Africa, Asia, in America Latina”. Il presidente francese ha ricordato che “mentre vi parlo vi sono truppe russe in Ucraina, e non truppe ucraine in Russia, questi sono i fatti”.  

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia “è un ritorno all’età dell’imperialismo e delle colonie”, ha detto ancora Macron. “Tutti noi abbiamo un ruolo per mettere fine al conflitto, perché tutti noi paghiamo un prezzo”, ha aggiunto. 

La guerra in Ucraina potrà essere interrotta solo da “un accordo che rispetta la legge internazionale e da negoziati solo se la sovranità dell’Ucraina è protetta”, ha poi aggiunto Macron, sottolineando che la Russia deve capire “che non può imporre la sua volontà militarmente, neanche con parodie di referendum”.  

Il presidente francese, comunque, nel suo discorso ha ricordato che in questi mesi ha dialogato con Vladimir Putin e che “continuerò il dialogo”, essendo questa l’unica via per arrivare alla pace.  

”Se l’idea dei referendum in Donbass non fosse così tragica, sarebbe divertente”aveva detto Macron parlando con i giornalisti a New York, spiegando che la comunità internazionale non riconoscerà mai i referendum in programma nelle zone dell’Ucraina occupate dalla Russia. 

 

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TikTok, Cina si opporrà “fermamente” alla vendita forzata dell’app

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(Adnkronos) – “Se la notizia è vera, la Cina si opporrà fermamente”. Così una portavoce del ministero del Commercio cinese esprime l’opposizione di Pechino alle richieste che arrivano dall’amministrazione Biden della vendita di TikTok per evitare che la app di proprietà di una società cinese vada incontro ad un bando. Secondo la portavoce Shu Jueting questo “danneggerebbe in modo grave” la fiducia degli investitori globali negli Stati Uniti. 

Inoltre ha sottolineato che ogni eventuale accordo dovrebbe avere l’approvazione del governo cinese. “La vendita o il disinvestimento di TikTok comporta un’esportazione di tecnologia e le procedure devono essere realizzate in accordo con le leggi e i regolamenti cinesi – ha detto – il governo cinese prenderà una decisione in accordo con la legge”. Il governo cinese, che secondo alcuni preferirebbe vedere TikTok bandita piuttosto che cedere il suo algoritmo, avrebbe quindi potere di veto su un’eventuale vendita.  

Le dichiarazioni arrivano dopo che ieri il Ceo di TikTok, Shou Chew, ha testimoniato di fronte al Congresso, mentre crescono le preoccupazioni per i legami tra la app e Pechino. E al termine dell’audizione, durata oltre 5 ore, molto congressisti hanno espresso scetticismo sulle dichiarate intenzioni della società di proteggere i dati degli utenti americani.  

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Meteo, ultimo weekend di sole: tornano freddo, vento e pioggia

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(Adnkronos) – Ultimo fine settimana di marzo all’insegna del cambiamento: alle ore 2 di domenica 26 marzo sposteremo le lancette avanti di 60 minuti per entrare nell’ora legale, quella che ci permetterà di avere luce, da subito, almeno fino alle ore 20. Ma cambierà anche il tempo, torneremo per qualche giorno nell’inverno. 

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma infatti che da domenica le temperature scenderanno gradualmente e arriverà la pioggia con il rinforzo del vento. Un fronte polare scandinavo ha già iniziato la lenta discesa verso sud, attivando un parziale peggioramento a ridosso delle Alpi; in seguito, i venti inizieranno ad essere tesi nel weekend per poi scatenarsi fino a burrasca forte tra lunedì e martedì. 

La perturbazione scandinava porterà un calo delle temperature anche di 10 gradi tra domani e lunedì, con le minime che martedì potrebbero scendere sotto zero in Pianura Padana. 

Un vero e proprio ribaltone termico con fenomeni a tratti anche intensi: non sono esclusi temporali forti, locali grandinate e il ritorno della neve, oltre i 1000 metri sulle Alpi domenica e, pensate, fino ai 500 metri sugli Appennini nella giornata di lunedì. 

Nel dettaglio, oggi avremo un blando passaggio instabile sulle Alpi con qualche debole pioggia anche a quote medie ed in serata le precipitazioni raggiungeranno le pianure del Triveneto. Altrove le condizioni saranno ancora stabili ed in prevalenza soleggiate, ad eccezione della Liguria e dell’Alta Toscana con cielo spesso nuvoloso. 

Domani Eolo inizierà ad attivarsi: il vento soffierà teso da Ovest, localmente anche in Pianura Padana, con rinforzi principali su Alpi Occidentali e Toscana. Tutto sommato, comunque, l’ultimo sabato di marzo sarà gradevole e sereno. 

La perturbazione scandinava arriverà domenica: dal pomeriggio sono previste precipitazioni al Nord-Est, sulla Toscana in successiva, graduale, estensione verso Lazio e Campania: la quota neve sulle Alpi e sugli Appennini settentrionali scenderà fino ai 1200-1300 metri. 

Ma il picco di intensità del fronte, in arrivo dalle zone polari norvegesi, lo avremo lunedì con maltempo su tutta la fascia adriatica, sul basso Lazio, sulla Campania e la Calabria tirrenica. Su queste zone i fenomeni saranno a tratti intensi, anche temporaleschi, e, con la discesa dell’aria fredda, la neve potrà scendere fino ai 500 metri di quota, in particolare tra Marche ed Abruzzo: 27 marzo uguale a 27 dicembre, un ritorno indietro di 3 mesi, un ritorno all’inverno. 

Un ritorno indietro accompagnato, attenzione, anche da venti di burrasca forte da Nord a Sud. 

Martedì, poi, con la parziale attenuazione dei venti, le minime tenderanno a scendere sensibilmente in Pianura Padana: non si escludono valori sotto zero con timide gelate tardive, quelle più pericolose per l’agricoltura. Al momento per fortuna si prevedono gelate localizzate e di breve durata: già da mercoledì le temperature notturne dovrebbero risalire.  

In sintesi, un passo indietro di 90 giorni, proprio ora che ci stavamo abituando alla Primavera: dormiremo un’ora meno, peggiorerà il tempo, ma, come unica grande consolazione, la luce ci accompagnerà fino a tardi. 

NEL DETTAGLIO Venerdì 24. Al Nord: piogge sulle Alpi, nubi irregolari altrove. Al Centro: soleggiato, nubi sparse in Toscana. Al Sud: sole e ancora più caldo. 

Sabato 25. Al Nord: sereno, al più velato con clima primaverile, anche ventoso. Al Centro: cielo a tratti velato, ventoso. Al Sud: sole e caldo per il periodo. 

Domenica 26. Al Nord: peggiora con piogge dal pomeriggio, neve veloce sopra i 1300 metri. Al Centro: peggiora su Toscana, Umbria e Lazio. Al Sud: soleggiato e caldo. 

Tendenza: prossima settimana ritorno dell’inverno con freddo, neve e tanto vento. 

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Pensioni Francia, oltre un milione in strada contro la riforma

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(Adnkronos) – Nuova giornata di protesta martedì in Francia contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron. Lo hanno annunciato i sindacati. “Il forte rifiuto di questo progetto da parte della società è legittimo e bisogna continuare a farsi sentire”, ha dichiarato Marylise Léon, vicesegretaria generale della Cfdt citata dall’emittente Bfmtv. 

Ieri, nella nona giornata di protesta in oltre 300 città, sono stati circa 1.089.000 i manifestanti secondo il ministero dell’Interno, di cui 119.000 a Parigi. Sono invece 3,5 milioni, secondo la Cct, le persone che hanno protestato ieri. 

La porta di ingresso del municipio di Bordeaux, nel sud ovest della Francia, è stata data alle fiamme durante le proteste della notte. Scontri fino a notte fonda tra manifestanti e agenti di polizia si sono registrati anche a Parigi. Qui nel primo pomeriggio la manifestazione ufficiale, composta da giovani, anziani, professionisti, disoccupati, è partita da Place de la Bastille e ha raggiunto Place de l’Opéra lungo i Grands Boulevards. Nella capitale gli scontri peggiori sono avvenuti in Place de l’Opéra e successivamente in Place de la Bastille, dove la polizia ha tentato di disperdere i manifestanti con gas lacrimogeni. 

Grandi proteste si sono svolte anche a Marsiglia, Lione, Besançon, Rennes, Rouen e Arles, oltre che in altre città francesi. 

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Mutuo, cosa succede se la banca fallisce: diritti e tutele

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(Adnkronos) – Il mutuo è un impegno finanziario importante che richiede molta attenzione nella sua gestione. Tuttavia, l’instabilità delle banche come Silicon Valley Bank, Signature Bank, First Republic Bank e Credit Suisse ha suscitato preoccupazioni sui mutui e sul loro futuro. In caso di fallimento di una banca, cosa succede al mutuo e ai risparmi? 

Fino al 2015, in caso di default di una banca interveniva la Banca d’Italia e il mutuatario diventava debitore dello Stato. Con l’entrata in vigore del decreto «salva banche», l’ipotesi di commissariamento e liquidazione della banca da parte del tribunale è un’ipotesi estrema. 

In generale, se una banca è in difficoltà, viene acquisita da un nuovo gruppo bancario e i mutuatari continuano a pagare il mutuo secondo le condizioni precedentemente stabilite. Nel caso in cui ciò non accada, il tribunale interviene per recuperare i crediti dai clienti e il mutuatario dovrà rispettare il precedente piano di ammortamento e il debito non verrà annullato. In ogni caso, il mutuatario può approfittare della situazione per rinegoziare il mutuo presso il nuovo istituto oppure richiedere la portabilità del mutuo attraverso la surroga. 

Se il mutuatario sta già affrontando difficoltà nel pagare le rate del mutuo e la banca fallisce, la situazione si complica. Tuttavia, se una banca acquista la banca fallita, potrebbe valutare i crediti deteriorati o inesigibili a un valore inferiore a quello nominale. In questo caso, il mutuatario potrebbe negoziare con la nuova banca un accordo a saldo e stralcio per estinguere il debito. 

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Terremoto finanziario, banche e rischio crisi: Italia e Europa al riparo?

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(Adnkronos) – Siamo davvero al riparo dal terremoto della finanza che ha sconvolto i mercati globali? Se da un lato la garanzia di banche solide nella regione europea e nella nostra nazione è verosimile, dall’altro occorre meglio considerare gli effetti a catena di un’instabilità improvvisa in un momento già critico con le pressioni di inflazione, recessione, tassi alti delle banche centrali. Come sottolineato da Money.it, le banche italiane non sono a rischio. A parte il crollo in Borsa dei primi giorni, in realtà la situazione appare sotto controllo. Il ministro Giorgetti ha sottolineato che le ripercussioni per il sistema bancario italiano sono sostanzialmente insignificanti. Tono simile da Visco, governatore Bankitalia: “Non rileviamo nelle nostre banche problemi di capitalizzazione e liquidità”. 

Secondo un’analisi di Bloomberg Intelligence, per esempio, in Europa le prime 25 banche vantano un’eccedenza di capitale dal valore totale di 55 miliardi di euro. 38 miliardi di euro di questi sono in possesso di istituti importanti, come UniCredit, Intesa Sanpaolo, Ing, Societe Generale, Nordea, Ubs e Credit Agricole. 

Se ci sono effetti da valutare con maggiore attenzione per il coinvolgimento del sistema Italia alla crisi bancaria globale sono quelli collaterali. Nella giornata di lunedì 20 marzo, per esempio, nel pieno tumulto Credit Suisse, lo spread Btp-Bund è schizzato di nuovo oltre 200 punti. 

Il segnale era di un chiaro nervosismo nei confronti del debito pubblico nazionale, considerato più insicuro di altri (per esempio di quello tedesco) in un momento così volatile. E questo si traduce in una sfiducia nel Paese da parte degli investitori, a maggior ragione che i tassi Bce in rialzo stanno pressando il costo del debito italiano. 

Anche l’Eurozona non è del tutto protetta dallo tsunami finanziario. Lagarde ha sottolineato che le turbolenze rischiano di peggiorare una recente contrazione dell’offerta di credito. 

I prestiti totali della zona euro da parte delle banche del blocco si sono già contratti di 61 miliardi di euro tra gennaio e febbraio, il più grande calo mensile dal 2013. 

Il vento della recessione potrebbe iniziare a soffiare proprio da qui. Lo ha ribadito anche l’esperto di rischi internazionali Ian Bremmer: il sistema globale non crollerà, ma il prezzo di una recessione sarà pagato in Occidente con maggiori probabilità. 

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Medvedev: “Proiettili uranio impoverito? Arma con impronta nucleare”

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(Adnkronos) – Possono essere molto gravi le conseguenze nel lungo periodo dell’uso di armi con uranio impoverito e il popolo ucraino dovrebbe valutare bene se le vuole. Lo ha affermato Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, dicendo che “dopo tutto, questa non è un’arma nucleare nel senso stretto del termine, ma è un’arma con un’impronta nucleare. E questo tipo di arma è stata usata in Jugoslavia. Non ci sono stime definitive, non vi è alcun divieto di usare queste armi, ma le conseguenze a lungo termine possono essere molto gravi, perché loro stessi serbi, ex jugoslavi, parlano di un aumento significativo del cancro”. In un’intervista con i principali media russi, tra cui la Ria Novosti, Medvedev ha spiegato che il nucleo di uranio è un componente molto denso, penetra molto bene nell’armatura.  

L’esercito russo, spiega poi l’ex presidente, potrà raggiungere Kiev e Leopoli, se necessario. Citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti ha detto che ”non può essere escluso niente”. Insomma, ”per mettere fine a questa infezione”, ha detto, ”se c’è bisogno di arrivare a Kiev, allora bisognerà andare a Kiev, se a Leopoli, allora bisognerà andare a Leopoli per sterminare questa infezione”. 

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Meloni in Ue: migranti, monito sulla Tunisia e bilaterale con Macron

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(Adnkronos) – Si è conclusa a mezzanotte e mezzo passata la prima giornata al vertice Ue di Giorgia Meloni. La premier, al termine della discussione con i leader europei – dove ha espresso preoccupazione sulla situazione in Tunisia, con arrivi in Italia triplicati -, ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron per un bilaterale nell’albergo dove entrambi alloggiano. Il faccia a faccia, il primo dall’ottobre scorso dopo le tensioni seguite al tema dei migranti, è durato un’ora e 40 minuti e si è svolto senza le rispettive delegazioni. 

IL VERTICE UE E IL “GRAVE AVVERTIMENTO” SULLA TUNISIA – La premier Giorgia Meloni, discutendo con i leader al vertice Ue, ha posto l’accento sulla situazione in Tunisia, ritenuta molto preoccupante, e sul fatto che gli arrivi in Italia sono triplicati rispetto al 2022. A quanto si apprende, Meloni ha sottolineato che, se questo trend continuerà, questa estate la situazione sarà fuori controllo.  

Per il presidente del Consiglio occorre dunque un rafforzamento della cooperazione con Paesi di origine e transito, misure concrete contro i trafficanti, l’offerta di maggiori possibilità di ingressi legali, il rafforzamento dell’attività Sar e l’avanzamento del lavoro sui rimpatri. 

Durante il suo intervento al Consiglio Europeo, la presidente del Consiglio ha quindi lanciato un “grave avvertimento” ai colleghi capi di Stato e di governo sui rischi che si corrono se la situazione in Tunisia dovesse peggiorare. C’è il rischio, ha ammonito, che arrivino “900mila” persone che l’Italia non è in grado di “accogliere”, apprende l’Adnkronos da una fonte Ue. La premier è apparsa “molto preoccupata” e ha spinto perché venga approvato il prestito del Fondo Monetario Internazionale per Tunisi, ben consapevole dei rischi che si corrono se la situazione dovesse precipitare anche in Tunisia, oltre alla Libia che dal 2011 è diventata un vero problema per l’Italia. La premier ha anche parlato, durante il vertice, del naufragio avvenuto al largo di Steccato di Cutro, nel Crotonese.  

BILATERALE CON MACRON – L’incontro a Bruxelles tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni “è stato un’occasione per discutere le opportunità di cooperazione su questioni importanti per entrambi i Paesi, come la migrazione, l’industria e lo spazio”. Lo riferiscono fonti dell’Eliseo al termine del bilaterale, sottolineando che il presidente francese e il premier italiano hanno parlato anche della “necessità di continuare a lavorare per la sovranità europea, sia in termini di politica industriale, per garantire la competitività dell’Unione, che di energia, per assicurare la decarbonizzazione delle loro economie”. 

Emmanuel Macron e Giorgia Meloni, “hanno ribadito la loro determinazione a sostenere l’Ucraina di fronte all’aggressione russa e hanno accolto con favore l’accordo raggiunto per fornire agli ucraini le munizioni e i missili di cui hanno bisogno grazie all’industria europea”, riferiscono fonti dell’Eliseo.  

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Qualificazioni Euro 2024, Italia-Inghilterra 1-2: gol di Retegui non basta

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(Adnkronos) – L’Italia parte con il piede sbagliato nelle qualificazioni agli Europei di Germania 2024. Gli azzurri perdono 2-1 in casa contro l’Inghilterra al termine di una partita piena di emozioni. Partita dai due volti quella dei ragazzi di Mancini che, tra le mura amiche del ‘Maradona’, giocano un brutto primo tempo subendo due gol. Il primo di Rice in mischia in area, il secondo di Kane su rigore, per un fallo di mano di Di Lorenzo. Cambia tutto nella ripresa dove Retegui (al debutto assoluto e subito titolare) riapre il match. Nonostante il rosso per Shaw nel finale, gli inglesi resistono in dieci, si portano a casa i tre punti e tornano a vincere in Italia dopo 62 anni.  

Partenza sprint per gli inglesi, subito pericolosi all’ottavo minuto con Saka, cinque minuti dopo Bellingham chiama Donnarumma a un grande intervento con deviazione in corner. Dal calcio d’angolo nasce il gol del vantaggio, con un tap-in vincente di Rice dopo una conclusione ribattuta di Kane. L’Italia non ha la forza di reagire, anzi permette all’Inghilterra di amministrare il vantaggio senza particolari affanni. Al 44′ arriva addirittura il raddoppio: l’arbitro Jovanovic dopo una revisione al Var punisce il tocco con il braccio in area di Di Lorenzo concedendo il rigore. Dagli 11 metri Kane segna e diventa il miglior marcatore della storia dell’Inghilterra con 54 reti.  

Mancini a inizio ripresa non cambiato nulla ma cambia l’atteggiamento dell’Italia. Pellegrini dà la scossa al 51′ con la prima conclusione degli azzurri. Cinque minuti dopo gli azzurri accorciano le distanze: grande assist di Pellegrini per Retegui, che davanti a Pickford – alla prima vera occasione utile – dimostra le sue qualità realizzative. La rete dell’1-2 ha rimette in corsa gli azzurri: da quel momento in poi anche grazie a una girandola di cambi che dà maggiore freschezza alla squadra l’Italia prende possesso della partita, facendo indietreggiare l’Inghilterra minuto dopo minuto. Con Gnonto, Politano, Cristante e anche complice l’espulsione di Shaw espulso per un ingenuo doppio giallo all’80’ l’Italia chiude l’Inghilterra nella sua area di rigore ma non riesce a trovare il gol del pareggio.  

MANCINI – “Sapevamo che la partita fosse difficile” commenta il ct azzurro Roberto Mancini. “Abbiamo subito due gol su due corner. Il secondo tempo abbiamo dominato e avremmo dovuto cercare di fare almeno il pareggio. Ci dispiace ma la strada è lunga”. “Nella ripresa abbiamo iniziato a pressare meglio, cosa che nel primo tempo non facevamo bene. Il secondo tempo ho visto una grande Nazionale e questo fa ben sperare -aggiunge Mancini a Rai Sport-. Nel secondo tempo avremmo meritato un altro gol, abbiamo iniziato in salita speriamo vada in discesa”. 

Il ct commenta poi la prova di Retegui, in gol al debutto in maglia azzurra. “E’ stato tre giorni con noi e ha bisogno di conoscere i compagni e il calcio italiano. Ha avuto un po’ di difficoltà perché i difensori inglesi fisicamente sono forti, l’hanno limitato. Ha bisogno di un po’ di tempo”. 

RETEGUI – “Sono triste per la sconfitta, ma sono molto orgoglioso e felice di aver debuttato con questa maglia. Speravo in una vittoria, ma ora dobbiamo continuare a lavorare per provare a vincere domenica” dice Mateo Retegui. “Sono stato accolto bene, mi hanno trattato con confidenza e mi dispiace non aver vinto per rendere felice la gente. Bisogna lavorare. Il gol l’ho cercato nel primo tempo, poi nel secondo l’ho fatto e questo mi ha dato fiducia. Ma l’importante è che la squadra vinca la prossima partita”, conclude il 23enne italoargentino ai microfoni di Rai Sport.  

 

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Italia-Inghilterra, gol azzurro di Mateo Retegui: chi è l’attaccante

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(Adnkronos) – Prima partita con la Nazionale, primo gol con l’Italia per Mateo Retegui. Il 23enne attaccante di origine argentina, nato nel 1999 a San Fernando, bagna l’esordio azzurro con il gol. La rete non evita la sconfitta casalinga per 2-1 a Napoli contro l’Inghilterra nell’avvio delle qualificazioni agli Europei 2024 ma regala almeno un sorriso al ct Roberto Mancini. Retegui è l’ultimo oriundo (grazie ad un bisnonno italiano) in ordine di tempo a indossare la maglia dell’Italia. 

L’attaccante, che allo stadio Maradona ha mostrato grinta e senso del gol, milita in Argentina con la maglia del Tigre, in prestito dal Boca Juniors proprietario del cartellino. Il giovane, non proprio un baby vista l’età, proviene da una famiglia che ha ottenuto enormi successi nell’hockey prato: il padre Carlos Retegui è stato ct della Nazionale che ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. 

La sorella Micaela ha conquistato l’argento nella stessa disciplina a Tokyo 2020. Anche il nuovo attaccante della Nazionale si è cimentato nel sport di famiglia, abbracciato nel 2014 dopo l’epilogo dell’avventura al River Plate e abbandonato nel 2016 quando è arrivata la chiamata del settore giovanile del Boca. Nel 2018, Retegui ha esordito in prima squadra. Quindi, l’inizio dei prestiti. A gennaio 2019 è passato all’Estudiantes (5 gol in 29 gare), a ottobre 2020 al Talleres (7 gol in 61 gare), a febbraio 2022 al Tigre (19 gol in 27 gare) con cui è esploso, confermandosi anche nell’annata appena iniziata (6 gol in 8 gare). 

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Migranti, Meloni a Ue: “Rischio 900mila arrivi da Tunisia”

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(Adnkronos) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha lanciato un “grave avvertimento” ai colleghi capi di Stato e di governo sui rischi che si corrono se la situazione in Tunisia dovesse peggiorare. C’è il rischio, ha ammonito durante il suo intervento al Consiglio Europeo come apprende l’Adnkronos da una fonte Ue, che arrivino “900mila” persone che l’Italia non è in grado di “accogliere”. La premier è apparsa “molto preoccupata” e ha spinto perché venga approvato il prestito del Fondo Monetario Internazionale per Tunisi, ben consapevole dei rischi che si corrono se la situazione dovesse precipitare anche in Tunisia, oltre alla Libia che dal 2011 è diventata un vero problema per l’Italia.  

Il premier Meloni, nel corso della discussione con i leader al vertice Ue, ha posto l’accento sulla situazione in Tunisia, ritenuta molto preoccupante, e sul fatto che gli arrivi in Italia sono triplicati rispetto al 2022. A quanto si apprende, Meloni ha sottolineato che, se questo trend continuerà, questa estate la situazione sarà fuori controllo. Per il presidente del Consiglio occorre, dunque, un rafforzamento della cooperazione con Paesi di origine e transito, misure concrete contro i trafficanti, l’offerta di maggiori possibilità di ingressi legali, il rafforzamento dell’attività Sar e l’avanzamento del lavoro sui rimpatri. 

La premier ha anche parlato, durante il vertice, del naufragio avvenuto al largo di Steccato di Cutro, nel crotonese. Ha, poi, ringraziando la Commissione per il lavoro svolto su impulso del Consiglio Ue di febbraio e per la lettera a seguito della tragedia di Cutro. Meloni, a quanto si apprende, ha evidenziato come occorrano azioni rapide e concrete per evitare una situazione in cui le organizzazioni criminali controllano i traffici umani sulle rotte del Mediterraneo.  

Nel corso della discussione sulla migrazione diversi Stati membri, come Paesi Bassi e Austria, hanno ringraziato l’Italia per il dialogo costruttivo avviato dal premier e per la cooperazione efficace nella lotta ai trafficanti di esseri umani. 

Dopo il bilaterale a Bruxelles tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier portoghese Antonio Costa, quello tra Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron come confermato all’Adnkronos da fonti dell’Eliseo.  

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