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Ucraina, serie di raid russi: morti e feriti. Kiev: “Intercettati 4 droni Shahed”

Serie di raid russi: morti e feriti. Kiev: "Intercettati 4 droni Shahed". Danneggiati diversi istituti scolastici. Zelensky: "Sistemi di difesa aerea indispensabili per salvare vite umane"

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg - (Afp)

La Russia preme sul fronte e "ogni ritardo nel fornire sostegno" all'Ucraina "ha conseguenze sul campo di battaglia". Lo sottolinea il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, a margine della ministeriale Esteri a Bruxelles dove, compiacendosi "del fatto che gli alleati continuino a consegnare grandi quantità di armi, munizioni ed equipaggiamenti a Kiev", sottolinea come "il Paese ha necessità urgenti".

Da parte di Mosca "vediamo un costante aumento della pressione militare. Vediamo che ricevono quantità significative di munizioni e armi da Corea del Nord e Iran. Vediamo che la Russia è stata in grado di mettere l'economia sul piede di guerra e che è disponibile a pagare un prezzo molto elevato in termini di uomini e materiali, per ottenere progressi marginali sul campo di battaglia in Ucraina, con poco o nessun rispetto per le vite umane", afferma Stoltenberg. "E' questo il motivo - conclude - per cui la situazione al fronte è così difficile. Ed è proprio per questo che dobbiamo fare di più" per aiutare Kiev.

"Dobbiamo cambiare dinamica - spiega - assicurando una assistenza prevedibile nel campo della sicurezza all'Ucraina, con meno contributi volontari e più con impegni Nato, meno con offerte a breve termine e più con impegni" a lungo termine. "Pertanto - prosegue - i ministri discuteranno di come la Nato possa assumere maggiori responsabilità per coordinare la consegna di equipaggiamento militare e l'erogazione di addestramento per l'Ucraina, ancorando tutto questo all'interno di un robusto quadro Nato".

Ucraina ha bisogno di aiuti pluriennali

Nella ministeriale Esteri della Nato, spiega Stoltenberg, "discuteremo anche di un impegno finanziario pluriennale per sostenere gli aiuti" all'Ucraina nella guerra contro la Russia. Questo, aggiunge, "manderà anche il messaggio a Mosca che non possono aspettare che cediamo. La realtà è che, se vogliamo che questa guerra finisca, prima convinciamo Mosca che non riuscirà a vincere sul campo, prima saremo in grado di raggiungere un accordo di pace per cui la Russia realizzi che non può vincere, che deve sedersi al tavolo e negoziare un accordo per cui l'Ucraina prevale come nazione indipendente e sovrana".

Stoltenberg non ha confermato, ma neanche smentito, che l'obiettivo sia di creare un fondo da 100 miliardi di dollari, spiegando che non saranno prese decisioni nella ministeriale di questi due giorni, ma che si cercherà di "avanzare nel consenso", con l'obiettivo di arrivare ad una intesa nel summit di Washington nel prossimo luglio. "E' importante che gli alleati prendano decisioni rapidamente" sugli aiuti all'Ucraina, "inclusi gli Stati Uniti d'America", ha sottolineato, ribadendo che lUcraina "diverrà un membro della Nato. E' questione di quando, non di se".

Serie di raid russi: morti e feriti

Le forze russe hanno attaccato 13 oblast dell'Ucraina nell'ultimo giorno di guerra, uccidendo tre persone e ferendone 21, compresi bambini. Lo hanno riferito le autorità regionali. La Russia ha lanciato un attacco missilistico contro la città di Dnipro nel pomeriggio di ieri, ha riferito il governatore dell'oblast di Dnipropetrovsk Serhii Lysak, ferendo almeno 18 persone. Dodici dei feriti, tra cui cinque bambini, sono stati ricoverati in ospedale.

Un istituto scolastico è stato danneggiato a seguito dell'attacco, ma i bambini si sono riparati in un rifugio antiaereo quando è avvenuto il raid, ha detto Lysak. Secondo il governatore della città sono stati danneggiati complessivamente quattro istituti scolastici, nove condomini e 25 automobili. Nell'oblast di Donetsk, gli attacchi russi hanno ferito tre residenti di Mykolaivka, ha riferito il governatore Vadym Filashkin.

La Russia ha attaccato 15 insediamenti nell'oblast di Kharkiv, ha detto il governatore Oleh Syniehubov. Le forze di Mosca hanno colpito il villaggio di Novoosynove, uccidendo sul colpo un uomo di 58 anni. Suo figlio di 11 anni è morto più tardi in ospedale a causa delle ferite riportate, ha aggiunto Syniehubov.

Nella regione di Kherson, gli attacchi russi hanno ucciso una persona, ha dichiarato il governatore Oleksandr Prokudin. L'uomo di 79 anni è stato ucciso quando le forze russe hanno colpito il villaggio di Tokarivka. Anche le oblast di Chernihiv, Luhansk, Mykolaiv, Sumy e Zaporizhzhia sono state sotto attacco, ma le autorità locali non hanno riportato morti o feriti.

Zelensky: "Sistemi di difesa aerea indispensabili per salvare vite umane"

La Russia sta devastando città e villaggi in tutta l’Ucraina, è implacabile nel bombardare in particolare le zone di frontiera e di prima linea”, ha scritto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che “nulla di tutto ciò sarà possibile quando l’Ucraina riceverà sistemi di difesa aerea affidabili in grado di salvare vite umane e ripristinare la sicurezza nelle nostre città. I Patriot nelle mani degli ucraini hanno dimostrato che tutte le forme di terrore russo possono essere sconfitte”.

Kiev: "Intercettati 4 droni Shahed"

Le forze russe hanno lanciato inoltre tre missili guidati antiaerei S-300 e quattro droni d'attacco Shahed contro l'Ucraina durante la notte, ha riferito l'aeronautica militare di Kiev, aggiungendo che le unità di difesa aerea hanno intercettato con successo i quattro droni russi. Secondo l'aeronautica militare, i droni sono stati lanciati da Primorsko-Akhtarsk, in Russia. Gruppi di fuoco mobili hanno abbattuto i droni sulle oblast di Khmelnytskyi, Zhytomyr, Kirovohrad e Cherkasy.

Nelle ultime settimane le forze russe hanno lanciato raffiche di missili e droni contro le infrastrutture energetiche ucraine. Un attacco di droni sulla città di Dnipro ieri ha ferito almeno 18 persone, tra cui cinque bambini.

Kiev: 444.370 soldati russi morti dall'inizio della guerra

La Russia ha perso 444.370 soldati in Ucraina dall’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022. Lo ha riferito lo Stato maggiore delle forze armate ucraine. Questo numero comprende 710 vittime delle forze russe subite nell'ultimo giorno.

Secondo il rapporto , la Russia ha perso anche 7.009 carri armati, 13.368 veicoli corazzati da combattimento, 14.813 veicoli e serbatoi di carburante, 11.142 sistemi di artiglieria, 1.025 sistemi di razzi a lancio multiplo, 745 sistemi di difesa aerea, 347 aerei, 325 elicotteri, 8.796 droni, 26 imbarcazioni e un sottomarino.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Politica

Fine vita, C. Mirabelli: “Corretto che Governo...

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"Provvedimento di Bonaccini è una integrazione della sentenza della Corte che dovrebbe invece trovare appropriatamente espressione in un atto legislativo"

Fine vita, C. Mirabelli:

Le due delibere approvate dalla giunta emiliana che danno attuazione al suicidio medicalmente assistito, per consentire alle Asl di garantire il diritto dei malati sancito dalla Consulta e colmare il vuoto del Parlamento "sollecitano una riflessione: un provvedimento amministrativo anche generale, come quello di Bonaccini, può disciplinare la materia facendo riferimento alla sentenza della Corte costituzionale o invece deve essere attuativo di una legge?". Ne parla con l'Adnkronos il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli che afferma: "E' altamente opportuno che ci sia una legge, ma oggi la sentenza della Consulta può essere applicata senza ulteriori indicazioni, quindi per provvedimento amministrativo. E' auto-applicativa, cioè può già essere applicata con le modalità previste dalla sentenza dei giudici costituzionali seppur in via di supplenza e nei limiti in cui quel diritto è garantito".

Quindi è errato che la presidenza del Consiglio e il ministero della Salute abbiano depositato al Tar regionale un ricorso per chiedere l’annullamento delle delibere? "Il provvedimento di Bonaccini è una integrazione della sentenza della Corte che dovrebbe trovare appropriatamente espressione in un atto legislativo e non regolamentare, come quello posto in essere dal governatore dell'Emilia Romagna. E' corretto che il Governo abbia fatto impugnativa al Tar. Vedremo però se avrà anche una iniziativa legislativa per disciplinare il fine vita. La Corte ha indicato le più appropriate modalità in cui può trovare applicazione la sua sentenza. Tuttavia la competenza di farlo non è della legislazione regionale ma statale".

"A me pare - conclude Mirabelli - che vi è una materia che riguarda competenze statali, perciò le discipline regionali in questo settore pongono dei problemi non tanto sui contenuti, quanto sulla attribuzione dei contenuti. E del resto mi pare ci sia anche la necessità di una disciplina uniforme sul piano nazionale". (Roberta Lanzara)

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Attacco Israele all’Iran, cosa è successo e cosa...

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Coa sappiamo finora del raid avvenuto nella notte

L'attacco israeliano in Iran

Un attacco 'limitato' con droni nella città del centro dell'Iran che ospita una base aerea ma anche siti nucleari, fabbriche per la produzione militare e da dove, soprattutto, sabato scorso è partito il raid iraniano con il lancio di centinaia di missili su Israele. Questa sarebbe la risposta di Tel Aviv a Teheran, risposta che tuttavia non ha ancora conferme ufficiali da parte dello Stato Ebraico. Ma cosa è successo? Ecco, nel dettaglio, quello che sappiamo finora.

Cosa è successo

Israele avrebbe lanciato nella notte l'operazione colpendo una base a Isfahan, hanno riferito stamane funzionari americani citati dalla Cnn e dal New York Times. Secondo l'agenzia spaziale iraniana, le difese aeree iraniane avrebbero quindi abbattuto tre droni presumibilmente lanciati dallo Stato Ebraico: "Hanno detto che abbiamo lanciato 500 droni e missili suicidi, ora rispondono con tre di questi droni, che sono stati tutti abbattuti", le parole su X dell portavoce dell'agenzia Hossein Dalirian. Le difese aeree iraniane, oltre a Isfahan, sono entrate in azione anche a Tabriz, nel nord-ovest dell'Iran, ha indicato l'agenzia di stampa Fars, legata ai Guardiani della Rivoluzione. La situazione a Tabriz, sottolinea la Fars, ora è "completamente calma". La Fars, inoltre, riporta che tre esplosioni sono state udite vicino a una base dell'esercito iraniano a nord-est di Isfahan, precisando che la difesa aerea ha risposto alla presenza di un "piccolo oggetto sospetto" che volava sopra la città. Stando all'agenzia, si ritiene che un possibile target fosse una postazione radar. Fonti locali hanno riferito stamane di un'esplosione e, secondo l'agenzia, è stato confermato che è stata provocata dalla difesa aerea della Repubblica islamica.

Nessun danno è stato causato nell'attacco, ha detto intanto alla tv di stato iraniana Siavosh Mihandoust, comandante dell'esercito iraniano, aggiungendo che il rumore sentito durante la notte a Isfahan era dovuto ai sistemi di difesa aerea che avevano preso di mira un "oggetto sospetto". I media iraniani hanno inoltre diffuso immagini di questa mattina minimizzando i danni.

Gli impianti nucleari della città sono "completamente sicuri", ha riferito quindi l'agenzia di stampa Tasnim citando "fonti affidabili". Anche l'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ha confermato che non si sono registrati danni nei siti nucleari iraniani. Su 'X' l'Aiea ha quindi rivolto un appello alla ''moderazione estrema'' e spiegando che sta ''monitorando la situazione da vicino''.

Perché il raid su Isfahan

Ma perché il raid a Isfahan? Importanti siti nucleari, una grande base aerea e fabbriche associate alla produzione di droni e di altro equipaggiamento militare: è per la presenza di tutte queste strutture che Israele nella notte avrebbe colpito la città. Nell'area di Zedenjan, a sudest della città, si trovano i siti per la conversione dell'uranio, che invece viene arricchito negli impianti di Natanz, nella stessa provincia.

Nell'impianto di Ishafan, costruito a partire dal 1999, operano tre piccoli reattori di ricerca nucleare forniti dai cinesi e viene gestita la produzione di combustibile e altre attività per il programma nucleare civile dell'Iran. A Isfahan si trova anche un'importante base aerea che ospita la vecchia flotta di F-14 Tomcat di fabbricazione americana, acquistati prima della rivoluzione islamica del 1979. Secondo alcune ipotesi iniziali, l'obiettivo dell'attacco potrebbe essere stato una struttura radar della base.

A Isfahan e intorno alla città si trovano inoltre altre siti di produzione di armi. Nei mesi scorsi, un attacco attribuito a Israele e condotto, come quello di oggi, con droni, avrebbe colpito un impianto per la produzione avanzata di armi.

Israele

Se nessuna conferma da Israele è ancora arrivata, il ministro della Sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben Gvir ha però criticato su 'X' l'attacco israeliano contro l'Iran utilizzando un termine che può essere tradotto come ''debole'', ''zoppo''. Ovvero per indicare che la reazione israeliana al lancio di missili e droni da parte dell'Iran è stata limitata.

L'attacco israeliano contro il territorio iraniano aveva come obiettivo quello di ''mandare un segnale all'Iran che Israele ha la capacità di colpire all'interno del Paese'', ha intanto dichiarato un funzionario israeliano al Washington Post, confermando che le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno condottoil raid all'interno dell'Iran come rappresaglia.

Il ruolo degli Usa

Prima di attaccare, Israele avrebbe avvertito gli Stati Uniti sulla possibilità di una risposta all'Iran nelle successive 24-18 ore, ma gli americani non sono stati coinvolti nell'operazione, scrive l'emittente Nbc citando ''una fonte ben informata''. Due funzionari citati a condizione di anonimato da Bloomberg hanno poi affermano che ieri Israele aveva avvisato gli Stati Uniti che intendeva attaccare entro uno o due giorni successivi.

"Gli Stati Uniti non sono stati coinvolti in nessuna operazione", ha poi detto Antony Blinken, rispondendo ad una domanda sull'attacco israeliano, rifiutandosi però di dire se e quando gli Stati Uniti sono stati avvisati. "Il nostro lavoro è per la de-escalation", ha aggiunto.

"Gli Usa sono stati informati all'ultimo minuto (da Israele, ndr), ma non c'è stata condivisione da parte degli Stati Uniti, è stata una mera informazione", ha quindi dichiarato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, nel corso della conferenza stampa finale del G7 Esteri a Capri.

Ue: "Nessuna conferma da Israele, segnali di de-escalation"

"Siamo al corrente di notizie che indicano che qualcosa può essere successo" in Iran, "ma non abbiamo visto alcuna conferma ufficiale di un presunto attacco" da parte di Israele. "Al contrario, vediamo segnali che indicano una de-escalation, una cosa che l'Ue chiede", ha detto quindi il portavoce dell'Ue per gli Affari Esteri Peter Stano, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

"Due giorni fa - continua - i leader dell'Ue a Bruxelles hanno lanciato un appello molto chiaro a tutte le parti nella regione affinché si astengano da un’ulteriore escalation. Hanno chiesto moderazione e questo appello rimane pienamente valido anche oggi. Chiediamo a tutti nella regione di prevenire un’ulteriore escalation, di esercitare la massima moderazione, in una situazione già molto molto instabile e di tornare a risolvere i problemi attuali".

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Cultura

‘Monte di Pietà’ alla Fondazione Prada esplora...

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A partire dalla storia stratificata del palazzo settecentesco Ca' Corner della Regina

'Monte di Pietà' alla Fondazione Prada esplora il debito

A partire dalla storia stratificata del palazzo settecentesco Ca' Corner della Regina, sede del Monte di Pietà di Venezia dal 1834 al 1969 e dal 2011 spazio permanente della Fondazione Prada, Christoph Büchel, artista svizzero noto per i suoi progetti concettuali e le sue grandi installazioni, ha costruito una complessa rete di riferimenti spaziali, economici e culturali con la mostra "Monte di Pietà", aperta al pubblico dal 20 aprile al 24 novembre 2024 in concomitanza con la Biennale Arte.

Il progetto di Büchel è un'approfondita indagine del concetto di debito come radice della società umana e veicolo primario con cui è esercitato il potere politico e culturale. Storicamente un crocevia di commistioni e scambi commerciali e artistici, Venezia è il contesto ideale per esplorare le relazioni tra questi temi complessi e le profonde dinamiche della società contemporanea.

"Monte di Pietà" si sviluppa come un’installazione immersiva che si articola nel palazzo di Ca' Corner e, in particolare, nel piano terra, mezzanino e primo piano nobile. Il progetto consiste in un banco dei pegni in fallimento basato sull’aspetto originale del Monte di Pietà di Venezia. In questo contesto è esposta l’opera "The Diamond Maker" (2020) che Christoph Büchel ha concepito come una valigia contenente diamanti realizzati in laboratorio. I diamanti sono il risultato di un processo fisico e simbolico di distruzione e trasformazione dell’intero corpus di opere in possesso dell’artista, comprese quelle create nel corso della sua infanzia e giovinezza così come quelle non ancora realizzate. Sono stati prodotti da Algordanza AG, un’azienda globale fondata in Svizzera nel 2004 che realizza diamanti della memoria.

"Monte di Pietà" incorpora nuove produzioni, riferimenti a installazioni realizzate in precedenza da Büchel, una selezione eterogenea di oggetti, opere d’arte storiche e contemporanee e documenti legati alla storia della proprietà, al credito e alla finanza, allo sviluppo di collezioni e archivi, alla creazione e al significato di ricchezza reale o artificiale.

L'antemprima del progetto si è svolto alla presenza di Miuccia Prada, presidente e direttrice della Fondazione. Hanno preso parte all’evento gli artisti Christoph Büchel, Sophia Al-Maria, Hans Berg, Sophie Calle, Maurizio Cattelan, Jamie Diamond, Michael Elmgreen, Cao Fei, Carsten Höller, Anne Imhof, Joep van Lieshout, Hito Steyerl e Francesco Vezzoli; gli architetti e designer Alejandro Aravena, Irma Boom, Carlo Ratti e Michael Rock; i curatori Francesco Bonami, Carolyn Christov-Bakargiev, Maya El Khalil, Alison M. Gingeras, Mark Godfrey, Udo Kittelmann, Sook-Kyung Lee e Kathleen Soriano; i presidenti e direttori di musei e istituzioni culturali Maria Balshaw (Tate Gallery), Philippe Bischof (Pro Helvetia), Nicholas Cullinan (British Museum), Cécile Debray (Musée national Picasso), Ann Demeester (Kunsthaus Zurich), Chris Dercon (Fondation Cartier), Elvira Dyangani Ose (MACBA Barcellona), Laurence des Cars (Musée du Louvre), Elena Filipovic (Kunstmuseum Basel), Maya Hoffmann (LUMA Foundation), Michael Govan (LACMA), Donatien Grau (Musée du Louvre), Sam Keller (Fondation Beyeler), Jörg Heiser (Institute of the Arts in Context), Tristram Hunt (Victoria and Albert Museum), Francesco Manacorda (Castello di Rivoli), Gianfranco Maraniello (Polo Museale del Moderno e Contemporaneo, Milano), Humberto Moro (Dia Art Foundation), Andrew Perchuk (Getty Research Institute), Susanne Pfeffer (Museum MMK Frankfurt), Andrea Viliani (Museo delle Civiltà, Roma), Mariët Westermann (Guggenheim Museum) e Rein Wolfs (Stedelijk Museum); le personalità del mondo dell’arte e della cultura come Sheikha Al-Mayassa, Sandra Brant, Roberto Cicutto, Lauren Cornell, Vincenzo De Bellis, Clément Delépine, Wendy Fisher, Henry R. e Marie-Josée Kravis, Gió Marconi, Almine Rech, Bernard Ruiz-Picasso, Raf Simons, Marc Spiegler e Paolo Zannoni.

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