Esteri
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Ucraina, Kiev abbatte 17 droni russi: 5 feriti per attacco a Nikopol
Nella notte lanciati dalle forze armate russe 22 droni Shahed, 5 feriti a Nikopol
Le Forze armate ucraine hanno abbattuto nella notte 17 droni Shahed lanciati dalla Russia. Lo scrive il Kyiv Independent citando l'Aeronautica Militare. Nella notte, ha spiegato, le unità di difesa aerea dell'Ucraina hanno distrutto 17 dei 22 droni Shahed lanciati dalle forze armate russe.
E' andato a segno, invece, l'attacco lanciato dai russi con droni su Nikopol, nell'oblast di Dnipropetrovsk. Qui, come spiega il governatore regionale Serhii Lysak, cinque civili sono rimasti feriti dopo che i droni hanno colpito edifici residenziali
Belgorod, 2 morti in attacco lanciato da Kiev
Due persone, tra cui un ragazzo di 17 anni, hanno perso la vita e altre quattro sono rimaste ferite in seguito a un attacco sferrato dai militari ucraini contro un edificio residenziale nella regione russa di Belgorod, al confine. Lo denuncia su Telegram il governatore regionale di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, affermando che il villaggio di Nikolskoye è stato attaccato stamattina con granate.
15 attacchi a raffinerie russe nel 2024, colpito 14% capacità
Dall'inizio del 2024 vi sono stati 15 attacchi di droni ucraini contro 13 raffinerie di petrolio in nove regioni della Federazione Russa. Otto di queste raffinerie sono state seriamente danneggiate. Lo scrive su Telegram il media indipendente russo The Insider, rilanciato da Ukrainska Pravda. Gli impianti attaccati, si legge, hanno una capacità produttiva di 178 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi l'anno, ma se guardiamo solo agli otto danneggiati seriamente parliamo di 83 milioni di tonnellate. Se consideriamo solo le raffinerie per le quali il danneggiamento è stato confermato, la campagna ucraina ha colpito "una capacità produttiva di 46 milioni di tonnellate annue, che corrisponde al 14% della capacità totale di raffinazione e al 17% del greggio processato nel 2023", afferma The Insider. L'ultimo attacco di droni ucraini contro raffinerie russe risale al 16 marzo, quando sono stati colpiti tre impianti nella regione meridionale di Samara.
Ministro tedesco Pistorius in visita in Polonia
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius sarà oggi in visita in Polonia. A Helenow, a nord-est di Varsavia, sarà ricevuto con gli onori militari dal suo omologo polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. Seguirà un colloquio tra i due ministri, quindi consultazioni allargate. Al termine i due responsabili della Difesa incontreranno la stampa. Al centro dei colloqui la guerra in Ucraina e il sostegno alla difesa di Kiev. Venerdì il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva ricevuto a Berlino il premier polacco Donald Tusk, con il quale aveva avuto un colloquio assieme al presidente francese Emmanuel Macron - ricevuto poche ore prima nella capitale tedesca - nel quadro del formato 'Triangolo di Weimar'.
Esteri
Israele-Iran, l’esperto Litvak: “Da Tel Aviv...
Se ci sarà la rappresaglia di Teheran? La Repubblica islamica "non è uno Stato monolitico, le opzioni sono diverse"
Con l'attacco 'limitato' della scorsa notte contro l'Iran, Israele ha mandato il messaggio di "non essere interessato all'escalation", quanto ad una possibile rappresaglia di Teheran, le opzioni "sono diverse", perché diverse sono le voci nella Repubblica islamica, che "non è uno stato monolitico". E' l'interpretazione che Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente all'Università di Tel Aviv, dà dell'operazione della scorsa notte, scattata in risposta all'attacco iraniano del 13 aprile contro Israele.
"Credo che Israele abbia voluto inviare a Teheran il messaggio che non è scoraggiato dal recente attacco iraniano, che l'Iran è vulnerabile e che Israele dispone di una buona intelligence, e che quindi continuerà a impegnarsi per cercare di interrompere le forniture di armi avanzate a Hezbollah", spiega Litvak all'Adnkronos. Per il quale poi è "altrettanto importante la portata e il modo con cui è stato condotto l'attacco", perché così Israele "ha anche inviato il messaggio di non essere interessato a un'escalation, dando all'Iran il modo di minimizzare l'attacco e il suo significato, in modo che Teheran non debba rispondere di nuovo", sostiene l'esperto.
Litvak dice poi di "non avere idea se ci sarà o meno un'escalation: molto dipende da quale sarà la reazione iraniana". "L'Iran non è uno Stato monolitico - sottolinea il professore dell'Università di Tel Aviv - Una fonte potrebbe negare la necessità di rispondere, mentre i Pasdaran potrebbero cercare di spingere la Guida Suprema Khamenei a vendicarsi in qualche modo".
"Non so come reagirà l'Iran se Israele dovesse attaccare in Siria un altro convoglio di armi consegnate a Hezbollah", l'affermazione di una fonte anonima di Teheran secondo cui "non ci saranno ritorsioni potrebbe essere autentica, ma potrebbe anche essere una disinformazione deliberata - conclude Litvak - Non lo so davvero, e ci sono molte opzioni diverse".
Esteri
Israele Iran, Blinken: “Usa non coinvolti in...
L'attacco attribuito a Israele nella zona a Isfahan, in Iran, è stato al centro dei lavori dell'ultima giornata del G7 degli Esteri a Capri. I ministri hanno invitato alla prudenza e convenuto sulla necessità di evitare una escalation nell'area dove va avanti il conflitto tra Israele e Hamas. Le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken:"Non siamo coinvolti in alcuna operazione offensiva".
Esteri
Mo, gen. Tricarico, attacco Israele?: “Non escluso...
'Forse un ruolo dei dissidenti nella risposta israeliana'
"La risposta di Israele è il minimo, e forse sotto il minimo, per poter raccontare di aver risposto all'attacco dell'Iran". Lo afferma all'Adnkronos il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica e attuale presidente della fondazione Icsa, riguardo all'attacco di Israele contro l'Iran.
Riguardo all'attacco alla base Isfahan, il generale Tricarico osserva: "Credo che, se si è trattato di un drone, sia un drone che non è partito da Israele, ipotesi questa assolutamente inconcepibile dal punto di vista militare considerata la velocità molto limitata dei droni, la loro vulnerabilità, la distanza così importante e il fatto che non avesse bisogno dei sensori elettro-ottici per individuare un obiettivo sicuramente già nella lista degli obiettivi dell'esercito israeliano". Secondo l'ex capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica "se di drone si trattava potrebbe essere partito dal territorio iraniano ad opera di gruppi della dissidenza, in questo momento, a sostegno dell'azione di Israele".
Per il gen. Tricarico "auspicabilmente e verosimilmente la questione con l'Iran dovrebbe essere chiusa mentre non ci sono elementi per ritenere che sia esaurita la bellicosità dei gruppi riconducibili all'Iran disseminati in Siria, Libano, Yemen e Iraq. Particolarmente delicata pare la condizione del Libano perché vi sono dislocate le forze, espressione dell'Iran, più consistenti e militarmente capaci che però ormai la popolazione non tollera e la cui presenza viene guardata con insofferenza dalla popolazione libanese". "Il riacutizzarsi del confronto militare in quell'area - osserva il gen. Tricarico - potrebbe destabilizzare l'intero Libano anche se, dal punto di vista israeliano, neutralizzare Hezbollah in Libano significherebbe far rientrare, nel proprio luogo di residenza, decine di migliaia di israeliani perché in una zona ritenuta pericolosa".
Il generale Tricarico osserva che "un'evoluzione che comporti una guerra tradizionale tra Iran e Israele è quasi impossibile", ma "se le tensioni dovessero sfociare in un confronto armato" sarebbe caratterizzato da "numerose anomalie prima tra tutte l'intensificazione di gruppi armati riconducibili all'Iran e dislocati nell'area".
"Un'altra ipotesi è quella del terrorismo, che potrebbe essere scatenato con una chiamata alle armi e potrebbero essere un obiettivo non solo Israele ma tutte le società occidentali considerate ostili all'Iran e al mondo sciita - conclude il gen. Tricarico - Senza considerare i Paesi vicini geograficamente all'Iran e con o quali si sta materializzando, per ora a livello solo concettuale, un'alleanza che comprende Israele ed è ostile all'Iran".