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Esteri

Ucraina, Biden al Congresso: “Sì a finanziamenti o...

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Ucraina, Biden al Congresso: “Sì a finanziamenti o Putin avrà il suo più bel regalo”

Pressing del presidente per sbloccare i 61 miliardi: "Se la Russia prende l'Ucraina andrà avanti"

Biden - Afp

Joe Biden richiama il Congresso Usa esortandolo a votare a favore dei finanziamenti all'Ucraina o - avverte - Putin "andrà avanti" se prenderà l’Ucraina, suggerendo che la Russia potrebbe eventualmente attaccare un alleato della Nato e trascinare gli Stati Uniti in guerra.

"Francamente, penso che sia sbalorditivo il fatto che siamo arrivati a questo punto": i leader del Congresso - rileva Biden - sono "disposti a fare a Putin il più grande regalo che potesse sperare e ad abbandonare la nostra leadership globale".

"Chi è disposto a rinunciare a chiamare Putin a rispondere delle proprie responsabilità? Chi è disposto a farlo?", chiede il presidente Usa. "Non possiamo lasciare che Putin vinca, è nel nostro preponderante interesse nazionale e nell'interesse internazionale di tutti i nostri amici", aggiunge per poi puntare il dito contro i repubblicani estremisti che al Congresso stanno "giocando a sfidare la nostra sicurezza nazionale" e "tengono in ostaggio i finanziamenti dell'Ucraina".

I leader repubblicani al Senato hanno chiesto ai colleghi di bloccare, nel voto procedurale che si svolge oggi in aula, la misura che contiene i 61 miliardi di aiuti militari e di assistenza all'Ucraina perché il pacchetto non include le loro richieste su immigrazione ed asilo.

Yermak: "Sconfitta senza fondi Usa"

Uno scenario che spaventa Kiev. L'Ucraina va incontro ad una potenziale sconfitta nel caso di un esaurimento dei fondi americani alla fine dell'anno, è l'allarme del capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andrii Yermak. "E naturalmente" l'assenza di fondi da parte di Washington "rende impossibile continuare a liberare il territorio ucraino e porta con sé il rischio di perdere la guerra", ha proseguito Yermak citato da Voice of America. Il capo dell'ufficio presidenziale ucraino ha chiesto quindi al Congresso americano di approvare il pacchetto miliardario bloccato da ottobre assicurando che Kiev ha messo a punto piani militari per il prossimo anno.

Zelensky: "Combattiamo per sopravvivere all'invasore"

Intanto oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella giornata delle forze armate, ha celebrato i soldati che si battono al fronte. "Oggi è un giorno speciale per tutti noi, una festa speciale di persone speciali, guerrieri coraggiosi e temprati. I figli e le figlie più forti dell'Ucraina, che difendono la Patria sulla terra, nell'aria, sull'acqua, in tutte le direzioni, con tutte le loro forze. Tutto questo siete voi, le nostre forze armate ucraine", ha scandito Zelensky.

"Vedere i vostri occhi, vedere il vostro sguardo, questo è qualcosa che parla in modo molto eloquente della guerra senza parole inutili. Parla dei nostri combattenti, della loro esperienza, del dolore, del coraggio, dei compagni che sono stati portati via dalla guerra. Gli occhi che vedono la guerra vedono il male, le ferite, la morte, ma non distolgono lo sguardo. Stanno mantenendo le posizioni, combattendo per l'Ucraina", ha aggiunto.

I nostri difensori - ha poi proseguito - stanno lottando "per garantire che la disperazione non regni mai negli occhi degli ucraini, che l'Ucraina sopravviva alla lotta contro l'invasore, che liberiamo il nostro popolo dall'occupazione e dalla prigionia russa".

"Siamo tutti orgogliosi di voi. Tutta l'Ucraina vi è grata! E il nostro Stato farà assolutamente di tutto per garantire che tutte le generazioni del popolo ucraino ricordino e onorino sempre ogni vita di ogni soldato, di ogni eroe offerta sul campo di battaglia per il bene dell'Ucraina, della nostra libertà, del nostro futuro", ha aggiunto Zelensky.

"Questo inverno possiamo vincere battaglia per l'energia"

"Quest'inverno abbiamo la possibilità di vincere la battaglia per l'energia. L'anno scorso - ha ricordato Zelensky - , la Russia ha cercato di colpire l'Ucraina con un blackout: i suoi missili e i droni iraniani Shahed, che sono diventati un'arma del terrore russo, hanno cercato di distruggere il nostro settore energetico. Ora stiamo rafforzando la nostra difesa aerea, in particolare con il vostro sostegno, e se continuiamo a farlo, se sopravviviamo energicamente a questo inverno, il terrorismo russo subirà una delle maggiori perdite".

"Una forte difesa aerea e una forte energia - ha sottolineato - sono un'opportunità per le nostre città di vivere, la nostra economia di lavorare e la nostra gente di tornare".

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Esteri

Israele Iran, la risposta di Tel Aviv a Teheran, colpita...

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Israele Iran, la risposta di Tel Aviv a Teheran, colpita base aerea - Ascolta

La tanto attesa risposta israeliana nei confronti di Teheran per gli oltre trecento missili e droni iraniani lanciati verso Israele sabato scorso si è consumata nella notte con un attacco che ha colpito una base aerea militare vicino alla città di Esfahan, nell'Iran centrale. La base ospita da tempo la flotta aerea iraniana di F-14 Tomcat di fabbricazione americana, acquistati prima della rivoluzione islamica del 1979.

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Esteri

Biennale Arte, Arabia Saudita, il canto di battaglia delle...

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Biennale Arte, Arabia Saudita, il canto di battaglia delle donne per sfidare i pregiudizi

Le voci di oltre mille donne saudite riunite dal'artista Manal AlDowayan per una serie di seminari organizzati a Khobar, Gedda e Riad e registrate per l'installazione multimediale "Shifting Sands: A Battle Song" è stata presentata al Padiglione dell'Arabia Saudita della 60/a Esposizione internazionale d'Arte della Biennale di Venezia che aprirà al pubblico da domani fino al 24 novembre.

"Un'espressione collettiva che sfida anche i pregiudizi sulle loro vite". Per Andare oltre "l'ossessione per la presenza o assenza del velo, per ciò che le donne possono o non possono fare, oltre a molteplici supposizioni sulle loro richieste e desideri mentre molto poco viene detto su come esse si identificano". Come ha sottolineato l'artista, il lavoro è ispirato "al ruolo in evoluzione delle donne nella sfera pubblica in Arbia Saudita e al viaggio che hanno intrapreso per definire lo spazio fisico in cui abitano e le narrazioni che storicamente le hanno definite".

Le loro voci sono cadenzate dal rumore della sabbia nel deserto, suono in arrivo in cuffia nel momento della registrazione che risuona nel Padiglione nazionale all'Arsenale, fra sagome imponenti di seta stampata a rappresentare rose del deserto, con incisi disegni e scritti delle partecipanti ai seminari o con testi di donne saudite estratti dai quotidiani locali e internazionali.

Attraverso i seminari, AlDowayan, "ha offerto alle donne e alle ragazze una piattaforma per far sentire la propria voce, sia individualmente che collettivamente", anche con il caratteristico "canto delle sabbie" del Rub al-Khali, il deserto in cui le dune mormorano e rombano allo spostarsi della sabbia", usato anche come metafora, con "il suono dei minuscoli granelli di sabbia che interagiscono fra loro che cresce fino a diventare un boato collettivo".

Scultura e suono quindi "raccontano una storia che trascende le culture e le geografie e rivendica una autonomia e una solidarietà fra le donne dell'Arabia Saudita che trova risonanza in tutto il mondo", sottolineano gli organizzatori della Mostra "Sussurra il deserto e si leva la voce" - questa è il titolo scelto n italiano - curata da Jessica Cerasi e Maya El Khalil, e l'assistente Shadin AlBulaihed.

L'Arabia Saudita partecipa alla Biennale Arte per la Quarta volta e per la terza volta il Padiglione nazionale espone opere di artiste donne.

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Israele-Iran, Tajani: “Obiettivo politico del G7 è...

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Il comunicato conclusivo dei ministri riuniti a Capri: "Teheran e Tel Aviv evitino ulteriore escalation, pronti ad adottare ulteriori sanzioni contro l'Iran"

Antonio Tajani - Afp

Sulla questione Israele-Iran "ho voluto subito che ci fosse un messaggio chiaro da parte del G7: l'obiettivo politico del G7 si chiama de-escalation, abbiamo lavorato, lavoriamo e continueremo a lavorare per una de-escalation in tutta l'area del Medio Oriente. Per quanto mi riguarda è da stanotte che sono in contatto con le ambasciate italiane a Teheran e Tel Aviv. Non c'è alcun problema per nostri connazionali". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso della conferenza stampa finale del G7 Esteri a Capri.

I ministri del G7: "Iran e Israele evitino ulteriore escalation"

I ministri degli Esteri del G7 riuniti a Capri hanno invitato Iran e Israele a ''lavorare per prevenire un'ulteriore escalation'' ''alla luce delle notizie sui raid del 19 aprile''. Come si legge nel comunicato conclusivo della riunione, ''il G7 continuerà a lavorare a tal fine'' e rivolge un appello ''a tutte le parti, sia nella regione che oltre, a offrire il loro contributo positivo a questo sforzo collettivo''.

I ministri degli Esteridi Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d'America, insieme all'Alto Rappresentante dell'Unione Europea, hanno ''chiesto che l'Iran e i gruppi alleati cessino i loro attacchi''. Nel comunicato al termine della riunione i ministri hanno sottolineato che ''il governo iraniano verrà considerato responsabile delle sue azioni destabilizzanti''. I ministri degli Esteri del G7 si sono poi detti ''pronti ad adottare ulteriori sanzioni o altre misure, ora e in risposta a diverse iniziative destabilizzanti''.

I ministri hanno quindi condannato ''con la massima fermezza l'attacco diretto e senza precedenti dell'Iran contro Israele nell'aprile scorso''. In un comunicato al termine della riunione a Capri i ministri hanno sottolineato che ''si è trattato di un'escalation pericolosa, poiché l’Iran ha lanciato centinaia di missili balistici, missili da crociera e droni''. Viene quindi espresso la condanna per ''il sequestro iraniano, in violazione del diritto internazionale, della nave mercantile battente bandiera portoghese Msc Aries vicino allo Stretto di Hormuz. Chiediamo il rilascio immediato della nave, del suo equipaggio e del carico''.

I ministri riuniti a Capri hanno quindi chiesto ''all'Iran di astenersi dal fornire sostegno ad Hamas'' così come a Hezbollah e agli Houthi, e ''dall'intraprendere ulteriori azioni che destabilizzino il Medio Oriente''. Nella nota si legge che ''la continua fornitura di armi e materiale correlato da parte dell’'ran agli Houthi e ad altri attori non statali nella regione sta aumentando pericolosamente le tensioni''.

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