Esteri
Ucraina, Russia avanza ma perde 1000 soldati al giorno
Record di militari caduti a febbraio, 983 vittime ogni giorno
La Russia ha perso quasi 1000 soldati al giorno a febbraio nella guerra in Ucraina. Mosca ha conquistato la città di Avdiivka, nell'est del paese, e ha spostato la linea del fronte costringendo le truppe di Kiev a ripiegare. Lo ha fatto, però, ad un prezzo altissimo, secondo i dati forniti dall'intelligence del ministero della Difesa britannico che monitora quotidianamente il conflitto. Il numero medio di vittime russe stimate a febbraio è stato di circa 983 al giorno, segnando il massimo storico dall'inizio della guerra, si legge nell'ultimo bollettino.
Secondo Londra, l'aumento delle vittime "quasi certamente" riflette "l'impegno della Russia nella guerra di massa e di logoramento. Sebbene costoso in termini di vite umane, l'effetto risultante ha aumentato la pressione sulle posizioni dell'Ucraina in prima linea".
I dati del ministero della Difesa britannico relativo alle perdite medie giornaliere per l'esercito russo indicano che il numero delle vittime è aumentato costantemente nel 2023, con il numero più alto di perdite medie giornaliere pari a 967 a dicembre. L'offensiva russa su Avdiivka è iniziata nell'ottobre 2023: questa è probabilmente la causa dell'aumento del numero dei militari uccisi alla fine del 2023.
Il ministero della Difesa britannico stima che oltre 355.000 militari russi siano stati uccisi o feriti dall'inizio dell'invasione su vasta scala. Mentre il governo di Mosca non ha rilasciato alcun dato sulle perdite dei suoi militari.
La Russia e le intercettazioni dei militari tedeschi
A Mosca e non solo tiene banco il caso delle intercettazioni delle converazioni di alti ufficiali tedeschi che si sono confrontati su temi sensibili come l'invio dei missili Taurus all'Ucraina su una linea non criptata. La video conferenza, rilanciata venerdì dall'emittente della propaganda del Cremlino Rt, si era svolta sulla piattaforma americana Webex ed era stata inviata agli ufficiali sui telefonini da una linea fissa della Bundeswehr.
"Ci sono indicazioni che era stato usato un mezzo non sufficientemente sicuro alla luce dei contenuti discussi. E' una delle questioni sotto esame", ha affermato una portavoce delle forze militari. Aveva preso parte alla conferenza anche il comandante dell'aeronautica, Ingo Gerhartz.
La videoconferenza fra gli altri ufficial, secondo il numero due del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, dimostra ll'intenzione della Germania di entrare in guerra contro la Russia. "Tutti i tentativi di presentare la conversazione degli ufficiali del Bundeswehr come un semplice gioco di missili e carri armati sono menzogne. La Germania si prepara a una guerra con la Russia", ha scritto Medvedev sul suo canale Telegram.
Esteri
Israele-Iran, l’esperto Litvak: “Da Tel Aviv...
Se ci sarà la rappresaglia di Teheran? La Repubblica islamica "non è uno Stato monolitico, le opzioni sono diverse"
Con l'attacco 'limitato' della scorsa notte contro l'Iran, Israele ha mandato il messaggio di "non essere interessato all'escalation", quanto ad una possibile rappresaglia di Teheran, le opzioni "sono diverse", perché diverse sono le voci nella Repubblica islamica, che "non è uno stato monolitico". E' l'interpretazione che Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente all'Università di Tel Aviv, dà dell'operazione della scorsa notte, scattata in risposta all'attacco iraniano del 13 aprile contro Israele.
"Credo che Israele abbia voluto inviare a Teheran il messaggio che non è scoraggiato dal recente attacco iraniano, che l'Iran è vulnerabile e che Israele dispone di una buona intelligence, e che quindi continuerà a impegnarsi per cercare di interrompere le forniture di armi avanzate a Hezbollah", spiega Litvak all'Adnkronos. Per il quale poi è "altrettanto importante la portata e il modo con cui è stato condotto l'attacco", perché così Israele "ha anche inviato il messaggio di non essere interessato a un'escalation, dando all'Iran il modo di minimizzare l'attacco e il suo significato, in modo che Teheran non debba rispondere di nuovo", sostiene l'esperto.
Litvak dice poi di "non avere idea se ci sarà o meno un'escalation: molto dipende da quale sarà la reazione iraniana". "L'Iran non è uno Stato monolitico - sottolinea il professore dell'Università di Tel Aviv - Una fonte potrebbe negare la necessità di rispondere, mentre i Pasdaran potrebbero cercare di spingere la Guida Suprema Khamenei a vendicarsi in qualche modo".
"Non so come reagirà l'Iran se Israele dovesse attaccare in Siria un altro convoglio di armi consegnate a Hezbollah", l'affermazione di una fonte anonima di Teheran secondo cui "non ci saranno ritorsioni potrebbe essere autentica, ma potrebbe anche essere una disinformazione deliberata - conclude Litvak - Non lo so davvero, e ci sono molte opzioni diverse".
Esteri
Israele Iran, Blinken: “Usa non coinvolti in...
L'attacco attribuito a Israele nella zona a Isfahan, in Iran, è stato al centro dei lavori dell'ultima giornata del G7 degli Esteri a Capri. I ministri hanno invitato alla prudenza e convenuto sulla necessità di evitare una escalation nell'area dove va avanti il conflitto tra Israele e Hamas. Le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken:"Non siamo coinvolti in alcuna operazione offensiva".
Esteri
Mo, gen. Tricarico, attacco Israele?: “Non escluso...
'Forse un ruolo dei dissidenti nella risposta israeliana'
"La risposta di Israele è il minimo, e forse sotto il minimo, per poter raccontare di aver risposto all'attacco dell'Iran". Lo afferma all'Adnkronos il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica e attuale presidente della fondazione Icsa, riguardo all'attacco di Israele contro l'Iran.
Riguardo all'attacco alla base Isfahan, il generale Tricarico osserva: "Credo che, se si è trattato di un drone, sia un drone che non è partito da Israele, ipotesi questa assolutamente inconcepibile dal punto di vista militare considerata la velocità molto limitata dei droni, la loro vulnerabilità, la distanza così importante e il fatto che non avesse bisogno dei sensori elettro-ottici per individuare un obiettivo sicuramente già nella lista degli obiettivi dell'esercito israeliano". Secondo l'ex capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica "se di drone si trattava potrebbe essere partito dal territorio iraniano ad opera di gruppi della dissidenza, in questo momento, a sostegno dell'azione di Israele".
Per il gen. Tricarico "auspicabilmente e verosimilmente la questione con l'Iran dovrebbe essere chiusa mentre non ci sono elementi per ritenere che sia esaurita la bellicosità dei gruppi riconducibili all'Iran disseminati in Siria, Libano, Yemen e Iraq. Particolarmente delicata pare la condizione del Libano perché vi sono dislocate le forze, espressione dell'Iran, più consistenti e militarmente capaci che però ormai la popolazione non tollera e la cui presenza viene guardata con insofferenza dalla popolazione libanese". "Il riacutizzarsi del confronto militare in quell'area - osserva il gen. Tricarico - potrebbe destabilizzare l'intero Libano anche se, dal punto di vista israeliano, neutralizzare Hezbollah in Libano significherebbe far rientrare, nel proprio luogo di residenza, decine di migliaia di israeliani perché in una zona ritenuta pericolosa".
Il generale Tricarico osserva che "un'evoluzione che comporti una guerra tradizionale tra Iran e Israele è quasi impossibile", ma "se le tensioni dovessero sfociare in un confronto armato" sarebbe caratterizzato da "numerose anomalie prima tra tutte l'intensificazione di gruppi armati riconducibili all'Iran e dislocati nell'area".
"Un'altra ipotesi è quella del terrorismo, che potrebbe essere scatenato con una chiamata alle armi e potrebbero essere un obiettivo non solo Israele ma tutte le società occidentali considerate ostili all'Iran e al mondo sciita - conclude il gen. Tricarico - Senza considerare i Paesi vicini geograficamente all'Iran e con o quali si sta materializzando, per ora a livello solo concettuale, un'alleanza che comprende Israele ed è ostile all'Iran".