

Salute e Benessere
Tumori. ‘I was only sixteen’, Tony Hadley canta l’inno dei pazienti teenager
I ragazzi di Progetto Giovani Int Milano lanciano una nuova canzone nata dalla collaborazione con artisti come Faso (Elio e le Storie Tese)

“I was only sixteen”. “Avevo solo sedici anni quando dissero che dovevo andare, e non sei mai, mai pronto per un viaggio del genere”. Si sentono così i ragazzi che vivono l’esperienza di un tumore. Catapultati in “una strana realtà, come un gioco per PlayStation, senza vite di riserva”. E invece un adolescente a 16 anni vorrebbe solo “amare ed essere libero”, “andare in bicicletta sotto la pioggia e arrivare ovunque in ritardo”, “cantare fino a diventare rauco” e “ballare fino all’alba”. Per far volare queste emozioni sulle ali delle note di una ballata poetica e struggente, una star internazionale ha prestato la sua voce ai ragazzi del Progetto Giovani dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano (Int). Teenager in cura nell’Irccs di via Venezian e autori della nuova canzone, scritta questa volta in inglese: Tony Hadley, ex frontman degli Spandau Ballet, icona del pop, la sorpresa che ha reso unico il progetto presentato oggi nel capoluogo lombardo.
“I was only sixteen è fantastica”, ha detto Hadley in un videomessaggio in cui ha ricordato tutte le persone e le realtà coinvolte nell’iniziativa. “I ragazzi l’hanno scritta, vogliamo accrescere la consapevolezza, speriamo che vi piaccia”. Il progetto musicale è frutto anche della collaborazione con nomi di spicco del panorama musicale italiano, tra cui Faso, bassista del gruppo Elio e le Storie Tese. La canzone vuole diventare un inno per tutti gli adolescenti che affrontano una malattia oncologica. In Italia sono circa 900, tra i 15 e i 19 anni, che si ammalano ogni anno. Di questi l’80% ha buone probabilità di guarigione, ma è indispensabile che i pazienti riescano a ricevere le cure giuste, nei tempi e nei luoghi corretti. Progetto Giovani punta a sensibilizzare su questo.
Con I was only sixteen i ragazzi tornano a raccontare la loro storia: da un giorno all’altro ognuno di loro ha dovuto stravolgere la propria vita e si è trovato ad affrontare un percorso difficile. “Ero seduto su una sedia di fronte ai dottori mentre parlavano della mia malattia. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era che volevo uscire e scappare”, sono le parole della canzone. Una canzone che celebra anche il coraggio e l’amicizia (“i veri amici sono come le stelle”), e comunica positività. “Ho preso tutti i vestiti dalla mia valigia”, e “l’ho riempita di forza e speranza”, raccontano i ragazzi. “Mi sono guardato allo specchio e mi sono detto: Ora tocca a te”.
“Una canzone scritta in inglese per portare i sogni di questi ragazzi ancora più lontano, a livello internazionale – spiega Andrea Ferrari, ideatore e coordinatore del Progetto Giovani – Le parole dei nostri ragazzi sono davvero un inno alla vita: I was only sixteen è la canzone di tutti gli adolescenti con tumore nel mondo”. Una canzone da oggi disponibile su tutte le piattaforme di streaming (https://bfan.link/i-was-only-sixteen), con la quale i giovani dell’Int tornano a stupire dopo il successo di ‘Palle di Natale’, hit natalizia lanciata nel 2016 e diventata virale nel giro di poco tempo.
“Gli adolescenti del Progetto Giovani sono quotidianamente fonte di ispirazione ed esempio per tutti noi – sottolinea Marco Votta, presidente dell’Int di Milano – L’Istituto dimostra ancora una volta di essere un centro di eccellenza non solo per la ricerca e le cure, ma anche per l’attenzione dedicata al malato con l’obiettivo di mantenere la loro individualità anche durante questo percorso”. Il testo della canzone deriva dal progetto ‘Tratto da una storia vera’, il podcast realizzato dai ragazzi del Progetto Giovani nel 2021, con il coordinamento di Gianfelice Facchetti e tuttora disponibile su Spotify. Una selezione di frasi scritte dai ragazzi è stata adattata da loro stessi e trasformata in una vera e propria ballata che racconta la storia di ogni ragazzo malato. Faso, Stefano Signoroni, Giacomo Ruggeri e Tommaso Ruggeri hanno composto e suonato la musica.
“La melodia è scaturita spontaneamente dalle parole, hanno una forza incredibile che ti tocca l’anima – racconta Faso – Poi, con l’aiuto di Luca Mezzadra, il fonico dello studio degli EelST, e i contributi canori di Miriam Conte, abbiamo inciso la canzone. E’ stato un privilegio partecipare a questo progetto”. E’ nato così un brano non facilissimo da cantare per i ragazzi, precisano i promotori dell’iniziativa, con le parti da solista per le quali sarebbe stato bello trovare un vero cantante che potesse interpretare nel modo migliore le loro parole. E come per molte altre storie un po’ magiche di Progetto Giovani, ecco la svolta: Tony Hadley ha prestato la sua incredibile voce, che si fonde insieme a quella dei ragazzi in coro. “Ho accettato immediatamente la proposta. Le parole di questi ragazzi – dice Hadley – mi hanno colpito nel profondo. Questo progetto è davvero unico”.
“Il nostro principale obiettivo è riuscire a curare gli adolescenti, offrendo loro infrastrutture e servizi adeguati – spiega Maura Massimino, direttore della Struttura complessa di Pediatria oncologica dell’Int – Purtroppo questo non sempre accade. Dal punto di vista clinico, infatti, gli adolescenti sono in un certo senso in una terra di mezzo, con difficoltà di accesso alle cure di eccellenza e di arruolamento negli studi clinici”. “Raccontare le storie dei nostri ragazzi – aggiunge Ferrari – è anche fondamentale per portare all’attenzione gli aspetti più complessi della cura. A parità di malattia, un adolescente ha meno probabilità di guarire di un bambino. Per migliorare questa situazione occorrono progetti dedicati, come il nostro Progetto Giovani, ma anche progettualità nazionali e internazionali che definiscano approcci condivisi e istituzionali”.
I was only sixteen è stata realizzata grazie al contributo dell’Associazione Bianca Garavaglia (Abg), che dal 1987 sostiene l’attività clinica e la ricerca del reparto. Tutto il ricavato dei download della canzone dalle piattaforme musicali digitali sarà devoluto in favore di Abg e del Progetto Giovani. E’ inoltre disponibile il video lyrics della canzone sul canale YouTube del Progetto Giovani. “Con i nostri pazienti adolescenti – dice ancora Ferrari – volevamo raccontare il loro viaggio, da quando si prepara la valigia, svuotandola dei vestiti per andare a ballare e riempiendola di speranza, coraggio, determinazione e tanti pigiami, a quando ci si trova seduti su una sedia davanti ai medici e non si riesce a pensare ad altro se non alla voglia di scappare. Senza dimenticare le notti in compagnia del ‘bip bip’ della pompa della chemioterapia”.
“C’è molta malinconia e c’è molto ospedale nel testo – osserva – ma poi c’è anche la scoperta di amici che danno un grandissimo aiuto e sanno indicare la strada giusta, come i compagni di corsia, gli amici trovati qui nel Progetto Giovani. Alla fine, ecco la voglia di andare in bici sotto la pioggia, cantare fino a non avere più voce e ballare fino all’alba”. Sono molti i progetti che sono stati sviluppati in questi anni nell’ambito del Progetto Giovani. Tra questi le canzoni ‘Palle di Natale’ e ‘Sei tu l’estate’, il progetto fotografico ‘La ricerca della felicità’, il fumetto ‘Loop, indietro non si torna’ e i video di ‘Tumorial’.
Salute e Benessere
Salute, Amd: “Per diabete tipo 2 in Italia aumenta ricorso a farmaci innovativi”

"Migliorano anche la qualità dell’assistenza e l’outcome di salute delle persone con la patologia"

Migliorano la qualità dell’assistenza e gli outcome di salute delle persone con diabete tipo 2 assistite nei centri diabetologici italiani: degli oltre 500mila pazienti monitorati ogni anno attraverso l’iniziativa Annali Amd, l’analisi dell’andamento dei fattori di rischio ha evidenziato che più della metà (54,6%) ha valori di emoglobina glicata a target, il 23% ha buoni valori di pressione arteriosa (
È questa la fotografia scattata dagli Annali Amd 2022, l’estrazione periodica realizzata dall’Associazione medici diabetologi (Amd) che dal 2006 consente di monitorare l’andamento dell’assistenza erogata alla popolazione con diabete in Italia. Quest’anno la rilevazione ha coinvolto 295 centri di diabetologia – pari a un terzo del totale nazionale – e complessivamente più di 500mila persone con diabete di tipo 2, 37mila con diabete di tipo 1 e, per la prima volta, 11mila donne con diabete gestazionale.
I risultati sul diabete tipo 2 – riporta una nota – sono stati oggetto di una pubblicazione su ‘Diabetes Research & Clinical Practice’. In generale, si evidenzia un progressivo e continuo miglioramento della qualità delle cure erogate nel nostro Paese. “Di particolare rilevanza il dato sull’accesso ai farmaci innovativi, gli Sglt2i e Glp1-Ra, dalla comprovata efficacia in termini di riduzione del rischio cardiovascolare e renale. Si riduce inoltre la prescrizione e l’utilizzo di sulfaniluree e secretagoghi; mentre il farmaco più prescritto resta la metformina (72%) – dice Giuseppina Russo, coordinatrice del Gruppo Annali Amd – Possiamo quindi affermare che la comunità diabetologica italiana ha intrapreso un percorso sempre più diretto a contrastare l’inerzia terapeutica. I medici prescrivono con maggiore favore i cosiddetti farmaci innovativi che supportano medici e pazienti a ridurre l’impatto delle complicanze cardio-renali nelle persone con diabete non controllato, a beneficio della loro salute e qualità di vita”.
Il progressivo miglioramento delle cure e trattamenti erogati nei centri diabetologici monitorati dagli Annali Amd emerge anche guardando i risultati del Q-score, l’indice che misura la qualità dell’assistenza. Infatti, più del 60% delle persone con diabete tipo 2 ha un Q-score >25 che corrisponde ad un adeguato livello di assistenza con benefici diretti sulla salute complessiva e sulla riduzione delle complicanze per i fattori di rischio.
“Siamo davvero molto orgogliosi che il lavoro degli Annali abbia ricevuto il giusto riconoscimento con la pubblicazione su ‘Diabetes Research & Clinical Practice’ – afferma Graziano Di Cianni, presidente nazionale dell’Amd – Dal 2006 gli Annali ci danno la possibilità di toccare con mano i risultati delle attività che quotidianamente svolgiamo sul territorio e anche di orientare le strategie terapeutiche grazie all’implementazione dei dati con l’intelligenza artificiale e il machine learning. Il lento, ma progressivo miglioramento dei parametri, l’incremento dell’utilizzo dei farmaci innovativi e la migliore qualità di vita sono elementi che ci rendono particolarmente soddisfatti”. Allo stesso tempo “è necessario fare un ulteriore sforzo – conclude – per migliorare l’aderenza alle terapie e ridurre ancora di più il rischio cardiovascolare, che rappresenta la prima causa di morte nelle persone con diabete”.
Salute e Benessere
Alimenti: richiamo salsa tonno e radicchio Cucina Nostrana, presenza Listeria

Richiamo dal mercato della salsa di tonno e radicchio, prodotta da Cucina Nostrana, per la presenza del batterio Listeria monocytogenes. Il lotto ritirato dall’azienda è il numero 23214 23215, le confezioni sono da circa 250 grammi, con marchio dello stabilimento di produzione CE IT 2340 e data di scadenza 24 o 25 giugno 2023. L’azienda Cucina Nostrana Srl, con sede a Maerne (Ve), invita dunque – come segnalato sul sito del ministero della Salute – a “non consumare il prodotto e riportarlo nel punto vendita”.
Salute e Benessere
Aisla, ‘giugno mese della consapevolezza della Sla’

Il 21 Giornata mondiale, anche in Italia iniziative di solidarietà a sostegno di pazienti e caregiver

Unire le forze per un futuro senza Sla nel mese della consapevolezza. È questo il messaggio lanciato da Aisla – Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica per promuovere le tante iniziative di solidarietà in Italia volte all’approfondimento, alla ricerca e al sostegno alla Comunità Sla in programma per giugno. Tra i molteplici appuntamenti, la Giornata mondiale sulla Sla, o Global Day, promossa dalla federazione internazionale delle associazioni dei pazienti, l’international alliance of Als/Mnd Associations di cui Aisla fa parte come membro italiano – si legge in una nota -. Il Global Day sin dal 1997 si celebra ogni 21 giugno, data non casuale, perché il solstizio d’estate porta con sé un profondo sentimento di rinascita e, soprattutto, di speranza in un punto di svolta per ciò che riguarda la ricerca delle cause, dei trattamenti e delle cure efficaci per sconfiggere la Sla.
Nell’anno in cui si celebrano i 40 anni di vita associativa per Aisla “celebriamo insieme questa giornata con gli occhi della speranza ma anche con la consapevolezza – afferma Fulvia Massimelli, presidente Aisla – due sentimenti che possono essere rigenerativi. Insieme, infatti, possono porre l’attenzione sulla ricerca scientifica, faro per il nostro lavoro, e alle risposte ai bisogni della nostra gente, al sostegno, necessari per migliorare la qualità di vita della nostra comunità”. Numerose le iniziative promosse da Aisla in occasione di questa celebrazione che, anche quest’anno, “mette al centro le persone e le loro storie. Un programma denso di eventi, su tutto il territorio italiano, dagli approfondimenti a carattere informativo e scientifico, alle iniziative sul territorio”.
La Sla è una malattia progressiva che colpisce i motoneuroni, portando alla perdita progressiva della capacità di muoversi, parlare e respirare. Una malattia ad alta complessità assistenziale che ha un impatto significativo non solo sulla salute fisica, ma anche su quella emotiva, psicologica e sociale dei pazienti e delle loro famiglie. “Mentre celebriamo i primi 40 anni di attività associativa – prosegue la nota – continueremo a intraprendere iniziative che ci ricordino che solo la paura può renderci prigionieri, perché la nostra speranza non conosce confini. Il 21 giugno rappresenta, quindi, una meta comune che ci ricorda quanto sia il ‘noi’ a fare la differenza”.
Con la consapevolezza si infrangono le barriere dell’ignoranza e della disinformazione sulla malattia. In quest’ottica – conclude la nota – Aisla pone attenzione alla figura del caregiver, la persona che assiste un proprio congiunto non in grado di essere autonomo nella vita quotidiana. L’International Alliance of Als/Mnd che sostiene i diritti fondamentali delle persone affette da Sla e dei loro caregiver ha chiesto a tutti i membri del mondo, tra cui Aisla, di partecipare al sondaggio volto a comprendere il lavoro che la comunità svolge per le persone con Sla ed i loro caregiver. Un tema caro all’associazione, quello del ruolo di caregiver familiare e dei loro diritti. In tutte le regioni d’Italia, sono programmate numerose iniziative solidali che mettono a frutto il lavoro di tanti volontari, famiglie e realtà territoriali, simbolo di solidarietà, amore e gratitudine nei confronti della vita.
“Voglio riconoscere l’enorme lavoro svolto dalla Als Society of Canada e incoraggiarvi a prendere il tempo per saperne di più sulla Sla e su come poter fare la differenza nella vita delle persone che vivono con questa malattia – sostiene Jean-Yves Duclos, ministro della Sanità canadese, sede dell’International Alliance – Il simbolo del Global Day è il fiordaliso, un fiore raro come ognuno di noi. L’hashtag ufficiale di questa giornata, #ALSMNDWithoutBorders, incarna l’idea di una Sla senza confini. Per ricordare che solo unendo le forze e lavorando insieme, possiamo pensare per un futuro senza Sla”.
Salute e Benessere
#EUChooseSafeFood, al via campagna Efsa-ministero Salute


Informare e sensibilizzare i cittadini italiani a prendere nel quotidiano decisioni informate relative alle scelte alimentari, in ogni fase della catena alimentare, ed evidenziare il ruolo fondamentale della scienza e le direttive formulate dagli esperti dell’Efsa, grazie a cui il cibo sulle nostre tavole è controllato e sicuro. Questi gli obiettivi della terza edizione della campagna di comunicazione #EUChooseSafeFoodIn, lanciata in occasione della Giornata mondiale della sicurezza alimentare, dall’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare con il ministero della Salute, nell’ambito del convegno organizzato dal dicastero della Salute.
La campagna, che quest’anno vede coinvolti ben 16 Paesi dell’Ue (erano 9 nel 2021 e 12 nel 2022), fornisce informazioni pratiche e facilmente accessibili ai consumatori e, in Italia, quest’anno verte su tre temi: la salute delle api e la stretta correlazione con le colture che dipendono dall’impollinazione, le malattie di origine alimentare provocate da batteri provenienti da alimenti crudi, in particolare l’echinococcosi cistica, e i contaminanti nei prodotti alimentari, quali nello specifico il mercurio e il metilmercurio. La campagna, che durerà fino a settembre, si rivolge in particolare ai cittadini tra i 25 e i 45 anni, alle donne e ai giovani genitori, con un linguaggio semplice, intuitivo e accattivante. Hub della comunicazione è il sito web disponibile nelle varie lingue, da cui è possibile scaricare il toolkit #EUChooseSafeFood che include immagini, brevi video e contenuti per post sui social media. Le attività previste per la promozione della campagna includono ufficio stampa, media partnership, influencer marketing, relazioni pubbliche e partecipazione a eventi.
“L’intento della campagna è quello di far comprendere ai cittadini quanto importante sia il lavoro degli esperti scientifici, per rendere sicuro il cibo sulle nostre tavole e al tempo stesso di aiutarli a sviluppare consapevolezza e senso critico rispetto alle scelte che compiono quotidianamente in materia di alimentazione”, dichiara Alberto Spagnolli, Senior policy advisor dell’Efsa. “I consumatori europei sono tra i meglio protetti e informati al mondo in fatto di rischio alimentare – sottolinea – grazie al lavoro sinergico tra l’Efsa e le istituzioni nazionali di riferimento, in primis, par quanto riguarda l’Italia, il ninistero della Salute, nostro partner in questa campagna”.
Salute e Benessere
Estate, appello pediatra: ‘no a compiti vacanze, tempo libero serve quanto libri’


Ultimi giorni di scuola per gli studenti italiani. Milioni di ragazzi, salvo chi dovrà affrontare ancora la prova degli esami, dalla prossima settimana cominceranno la pausa estiva. Ma non sedersi fra i banchi per un paio di mesi per molti di loro potrebbe non equivalere a staccare totalmente dai libri. Perché, puntuali come ogni anno, dietro l’angolo ci sono i compiti per le vacanze, un prolungamento dell’attività di studio che li traghetterà fino al prossimo anno scolastico. E puntuale scatta anche il dilemma: è giusto sì o no dare libri da compilare e consegne da assolvere durante l’estate? Per il pediatra Italo Farnetani la risposta è “no, senza ombra di dubbio”. Il suo messaggio è: il tempo libero serve quanto i libri.
L’esperto ne ha fatto una vera ‘crociata’: “Sono ormai vent’anni che mi batto contro i compiti per le vacanze. Sono inutili e dannosi”, spiega all’Adnkronos Salute. “Devo dire che i progressi ci sono stati perché si è alimentato un notevole dibattito al riguardo e negli anni molti hanno preso posizioni meno favorevoli allo studio estivo. Ricordo per esempio il messaggio lanciato nel 2013 dall’allora ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza”, che suggerì meno compiti per le vacanze e più letture e visite nelle città d’arte.
Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta, approfondisce “i motivi validi” per bandire i compiti per le vacanze. “Prima di tutto, va chiarito che un lungo periodo di interruzione della normale attività non è dettato dal fatto che i docenti hanno necessità di ‘ferie lunghe’, ma è stato un modo per far sì che gli alunni, cioè bambini e adolescenti, potessero contare su un periodo di riposo utile non solo per spezzare lo stress dell’apprendimento (attività che richiede un impegno notevole dal punto di vista del ragionamento), ma anche per conoscere meglio l’ambiente esterno. Durante l’anno scolastico, infatti, gli impegni posti dall’istruzione lasciano pochi spazi di pausa. Un periodo di tempo libero in estate permette di esplorare maggiormente l’ambiente, conoscerlo – e quindi imparare cose nuove – e dedicarsi anche a qualche attività extra scolastica”.
Altro punto evidenziato da Farnetani: “Alcuni docenti sostengono che un’interruzione di alcuni mesi possa far dimenticare le cose apprese. Ma – obietta il pediatra – le nozioni scolastiche vengono acquisite attraverso il meccanismo della ‘memoria a lungo termine’ e già il nome indica la durata dei concetti incamerati. Tra l’altro, le ‘lezioni’ imparate durante l’infanzia e l’adolescenza sono le più durature, restano per tutta la vita”. C’è anche un fattore economico che gioca a sfavore dei compiti per le vacanze, fa presente l’esperto. “Ricordiamo che l’acquisto dei libri delle vacanze è un notevole impegno per le famiglie e, specie in questo periodo di aumenti vertiginosi di tutti i costi, con molti nuclei a più basso reddito in difficoltà, non è proprio il caso di caricare altre spese”.
C’è infine un problema di approccio sbagliato ai compiti delle vacanze. “Nella maggioranza dei casi – avverte – vengono svolti subito, appena finita la scuola per archiviarli al massimo entro giugno, così genitori e alunni si sono ‘tolti il pensiero’. Oppure c’è all’altro estremo chi li continua a fare per tutta l’estate, portandoseli dietro anche in vacanza e svolgendoli svogliatamente. Un modo, quest’ultimo, che rischia di essere diseducativo perché abitua a una scarsa concentrazione e incisività dello svolgimento. Anziché dedicarsi dunque ai compiti per le vacanze – conclude il pediatra – consiglio ai genitori di far frequentare ai figli lezioni di nuoto, possibilmente in spiaggia, per chi va al mare, con personale autorizzato. E in generale il mio suggerimento è: fate fare ai vostri figli più attività fisica possibile, anche portandoli semplicemente in bicicletta. In estate è la scelta migliore per combattere la vita sedentaria, che determina sovrappeso, obesità e malattie metaboliche”.
Salute e Benessere
Vaccini, Bonanni (UniFi): “L’85% di efficacia anti-Rsv in anziani e fragili, meglio di antinfluenzale”

"Si farà in autunno, ma non sappiamo ancora se servirà ogni anno, sono in corso studi"

“Il vaccino autorizzato ieri per il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è efficace all’85% in anziani e fragili: meglio dell’antinfluenzale. Si farà in autunno, ma non sappiamo ancora se servirà ogni anno, sono in corso studi: il virus respiratorio sinciziale infatti non ha una grande variabilità. Ne beneficeranno sicuramente gli over 60, soprattutto i fragili per patologie polmonari, cardiache, immunodepressione e insufficienza renale”. Lo ha detto Paolo Bonanni, ordinario di Igiene generale e applicata, Università di Firenze, commentando all’Adnkronos Salute la notizia dell’approvazione in Europa di Arexvy, primo vaccino per proteggere gli over 60 anni da questa infezione del tratto respiratorio inferiore.
La malattia da Rsv “è conosciuta molto più per i danni pediatrici che non nell’anziano – spiega l’esperto – E’ il virus che causa bronchioliti nel bambino, nei primi mesi di vita, e che cerchiamo di prevenire in vari modi, ma c’è anche nelle persone anziane. Nei paesi occidentali si calcolano oltre 470mila casi di malattia all’anno, in particolare polmonite, e almeno 33mila morti”. Si tratta di “una patologia poco conosciuta – aggiunge Bonanni – In assenza di strumenti efficaci di prevenzione e cura di una malattia, tendiamo a dimenticarcela. Certo, ha un nome un po’ particolare questo virus – riflette – così definito per il fatto che crea dei sincizi, cioè causa la fusione delle cellule che infetta. Durante la stagione influenzale, vediamo dei casi che clinicamente si assomigliano, ma non sono tali. Finora, in assenza di strumenti preventivi, gli esperti di malattie respiratorie si sono limitati a fare quello che potevano”. Ora, con il vaccino, è possibile prevenire questa patologia negli anziani e nei soggetti fragili.
Tornando ai bambini “la cosa importante è proteggerli nei primi mesi di vita – sottolinea Bonanni – Abbiamo in questo momento 2 approcci: anticorpi monolocali da somministrare direttamente all’ospedale nel bambino che nasce d’inverno e che potrebbero essere somministrati ad ottobre se nasce in estate, ovvero prima dell’inizio della stagione dell’Rsv, che è quella invernale. Dobbiamo proteggere i piccoli – ribadisce – vorremmo somministrarlo a tutti: i neonati sono tutti a rischio. Poi ci sono anche le vaccinazioni in gravidanza, ma vale soprattutto per i bambini che nascono in inverno”, conclude l’esperto.
Coronavirus
Papi (UniFe), ‘prevenire virus sinciziale in over 60 riduce ricoveri’

‘Atteso da 60 anni, l’anti-Rsv ha efficacia tra 80 e 90% proprio nei più fragili’

“Nei pazienti a rischio, fragili per età o presenza di altre malattie croniche come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), il diabete o il rischio cardiovascolare, è più facile avere una infezione che porti a ospedalizzazione. Prevenire l’infezione da virus respiratorio sinciziale (Rsv) significa prevenire le forme più gravi della malattia e il peggioramento del quadro clinico generale”. Così Alberto Papi, professore ordinario di Malattie apparato respiratorio, università di Ferrara, commenta l’autorizzazione, da parte della Commissione europea, di Arexvy*, primo vaccino per proteggere gli adulti, dai 60 anni d’età in su, dalla malattia del tratto respiratorio inferiore.
“Lo abbiamo atteso per 60 anni. Oggi abbiamo un vaccino per l’Rsv che previene l’infezione con un’efficacia superiore all’80% e fino al 90%, soprattutto nelle persone fragili e più a rischio di malattia grave”, aggiunge Papi, primo autore dello studio registrativo che ha portato all’approvazione dell’anti-Rsv negli over 60. “Il 70% dei soggetti considerati, aveva almeno una comorbidità, quindi una malattia come la Bpco o il diabete, e proprio su questa popolazione la risposta è stata addirittura del 90%”.
Le persone che hanno un’immunità compromessa, come “gli anziani con Bpco, diabete o malattia cardiovascolare – spiega il professore – in seguito all’infezione da virus respiratorio sinciziale, hanno un rischio più alto di sviluppare forme gravi di questa patologia, tanto da richiedere l’ospedalizzazione che, in questi pazienti, è dalle 3 alle 10 volte più frequente.” Avere uno strumento, come il vaccino, che riduce il rischio di ricovero è molto importane. “In pazienti con già una patologia cronica come la Bpco, per esempio – continua Papi – un’infezione come la Rsv può scatenare una riacutizzazione dei sintomi, nonostante un buon controllo farmacologico. Tale condizione può richiedere l’ospedalizzazione e peggiorare il quadro clinico generale: ogni riacutizzazione, infatti, aggrava la progressione della malattia cronica. Dobbiamo prevenire quello che possiamo”.
Tornando allo studio registrativo “già i dati della prima stagione – sottolinea il primo autore – mostravano una significativa differenza di incidenza dell’infezione, parliamo di 7 mesi di vaccinazione: significa che è molto efficace. Arriveranno i dati della seconda stagione e poi ne attendiamo una terza: step necessari per capire con che frequenza vaccinare – aggiunge Papi – Nella formulazione c’è un adiuvante che favorisce la risposta immunitaria anche nell’anziano, tanto che è simile a quella dei giovani e quindi efficace”.
Un aspetto che ha particolarmente colpito Papi è la sensibilità dimostrata dai pazienti fragili nei riguardi di questa forma di prevenzione. “Su questo – osserva – il Covid ha fatto la differenza. Ho visto pazienti bussare alla porta chiedendo di essere arruolati nello studio clinico, non era mai accaduto. C’è un cambiamento nella percezione di una prevenzione attiva – conclude lo pneumologo – le misure per la prevenzione che si possono mettere in atto, vanno messe in atto”.
Coronavirus
Andreoni (Simit), ‘anti-Rsv era atteso, virus causa polmoniti anche in adulti’

‘Autorizzazione europea premessa per ok Aifa entro prossima stagione’

“L’autorizzazione europea era molto attesa e risolve un grande problema di sanità pubblica perché il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è molto importante per le polmonite virali non solo nel bambino ma anche nel soggetto adulto”. Lo ha detto Massimo Andreoni, professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commentando all’Adnkronos Salute l’autorizzazione in Ue di Arexvy*, primo vaccino per proteggere gli adulti, dai 60 anni d’età in su, da questa infezione del tratto respiratorio inferiore.
Il via libera della Commissione europea “è la premessa – continua – perché il vaccino venga presto riconosciuto dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e possa essere disponibile anche in Italia. Tecnicamente potrebbe essere già disponibile per la prossima stagione. I tempi sono stretti e sempre imprevedibili, ma auspichiamo che per l’arrivo dell’autunno possiamo anche a noi averlo a disposizione”.
Nella prevenzione “possiamo fare la differenza – continua Andreoni – L’Rsv è uno dei virus responsabili di polmoniti estremamente gravi non solo nel bambino ma anche nel soggetto adulto. E’ un virus respiratorio che si trasmette facilmente per via aerea ed è la causa, insieme a quello influenzale, della metà delle polmoniti virali”. La gravità “è dovuta alle scarse armi farmacologiche a disposizione per queste forme estremamente severe che comportano l’ospedalizzazione e anche un rischio di morte – aggiunge – soprattutto nei soggetti più fragili che non sono solo cardiopatici, neuropatici e diabetici, ma anche gli immunodepressi”.
L’infezione da Rsv, è “un malattia seria che abbiamo imparato a conoscere nei bambini – riflette l’esperto Simit – ma che stiamo vedendo anche negli anziani. È una cosa nuova in questa popolazione, ma causa 15mila decessi solo negli Usa e, in circa l’80% dei casi, sono soggetti con più di 65 anni. L’età – ribadisce Andreoni – è un fattore di rischio. Ce ne stiamo accorgendo adesso perché abbiamo tecnologie diagnostiche più accurate, la diagnosi di polmonite virale era poco rilevabile perché non avevamo test diagnostici adeguati al di là dell’influenzale e del coronavirus. Avendo tecnologie che ci permettono la diagnosi eziologica abbiamo visto che il virus sinciziale ha un impatto importante, tra tutte le polmonite virali”.
Questa è una vaccinazione in più che si potrà fare, insieme all’antinfluenzale e all’anti-Covid. “C’è il timore delle troppe vaccinazioni – riflette Andreoni -. Dobbiamo partire da un altro concetto. Nei bambini facciamo 5-6 vaccini contemporaneamente. Il nostro organismo è abituato a venire a contato con tanti antigeni. Ci dobbiamo preoccupare di prevenire malattie che si possono evitare. In questo momento – aggiunge l’esperto – non ci sarà l’indicazione della somministrazione contemporanea, si procede a piccoli passi. Per influenza e Covid abbiamo già questa indicazione, per quello contro l’Rsv molto presto avremo i dati. In questo momento, averlo a disposizione – conclude – è già un traguardo importante, si avvicina il tempo in cui potremo avere un’arma contro un’infezione che non è rara”, anche nell’anziano.
Salute e Benessere
Vaccini: Vitale (UniPa), ‘entusiasta di avere nuovo strumento contro Rsv’


“Come operatore di sanità pubblica sono entusiasta di avere a disposizione questo nuovo strumento”. L’infezione da virus respiratorio sinciziale (Rsv) è “una patologia poco conosciuta e invece prevalente, soprattutto durante il periodo invernale, e che si può confondere con l’influenza perché fa parte delle Ili (Influenza Like Illness). E’ una patologia che può avere serie conseguenze, soprattutto per la fascia di popolazione più anziana e più fragile con immunocompromissione, contro la quale non abbiamo avuto finora né una terapia specifica né una possibilità di prevenzione”. Così Francesco Vitale, docente di Igiene e Medicina preventiva e direttore di Epidemiologia clinica all’ospedale Policlinico di Palermo, all’Adnkronos Salute, commentando l’autorizzazione, da parte della Commissione europea, del primo vaccino per proteggere gli adulti, dai 60 anni d’età in su, dall’Rsv.
“Oggi, finalmente – aggiunge Vitale – abbiamo un vaccino che è adeguato dal punto di vista dei dati tecnici e delle valutazioni scientifiche: nei trial autorizzativi ha dato prova di grande efficacia. Spero che possa essere disponibile già per la prossima stagione invernale quando sarà importante cominciare a vaccinare le persone”.
Riflettendo sull’impatto che la patologia ha sulla popolazione anziana rispetto a quella infantile, Vitale osserva che “la popolazione dei bambini, nei primi due anni di vita, è una popolazione che, in Italia, è inferiore a 1 milione mentre la popolazione italiana con più di 65 anni è composta da circa 14 milioni di persone. Pertanto – continua – se è vero che l’incidenza dell’infezione della malattia da Rsv è più alta nei bambini molto piccoli, è anche vero che pure una minore incidenza nella popolazione over 65 anni significa un numero di casi molto superiore, anche perché interessa persone anziane con comorbosità. Questo significa che se noi usassimo bene questo vaccino – sottolinea – così come anche gli altri ovviamente, potremmo risparmiare davvero migliaia di casi, di ospedalizzazioni ma anche di morti”.
“In occasione dell’ultimo congresso mondiale di sanità pubblica che si è svolto a Roma lo scorso maggio – prosegue il professore – abbiamo presentato una stima ottenuta con un modello matematico sulla base di dati americani, che sono in grado di conteggiare i casi di Rsv in maniera molto più precisa. Ebbene, se noi avessimo le stesse incidenze che si osservano negli Stati Uniti – spiega – in Italia dovremmo aspettarci di avere, negli adulti over 65 anni, circa 420mila casi di infezione da Rsv, circa 21mila ospedalizzazioni e circa 3.500 morti per anno. Questo è il carico di malattia che potremmo evitare o per lo meno limitare utilizzando bene uno strumento come quello vaccinale”.
“La mia maggiore preoccupazione – osserva Vitale – sta nel fatto che ancora non abbiamo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025 che è pronto dalla fine del 2021, ha già passato il vaglio degli organi tecnico-scientifici, ma è bloccato in Conferenza Stato-Regioni a causa dell’aumentato costo della prevenzione vaccinale. In questo piano ancora non c’è questo vaccino, che costerà quindi qualcosa in più, ma quando il Piano già viene bloccato perché si discute di un aumento di costi di circa 200 milioni di euro all’anno per tutta Italia, per tutti i vaccini – che è una cifra veramente minima rispetto a quanto costano alcuni farmaci – ebbene sono preoccupato perché abbiamo uno strumento importante per una prevenzione importante ma se poi non potremo utilizzare questo vaccino sarà un fallimento”, conclude l’esperto.
Salute e Benessere
Alimenti, controlli Nas in grossisti e distributori cibi etnici, irregolarità nel 50%


Controlli mirati, nelle ultime settimane, da parte del Comando dei carabinieri per la Tutela della Salute contro forme illecite di commercializzazione di prodotti etnici importati e distribuiti su ampie aree del territorio nazionale. I carabinieri Nas hanno effettuato circa 700 ispezioni dalle quali sono emerse irregolarità in 329 strutture, pari al 50% circa degli obiettivi controllati. Sono state segnalati all’autorità giudiziaria e sanitaria oltre 300 operatori di settore e contestate 540 sanzioni amministrative, per un valore complessivo di oltre 500mila euro.
Come fa sapere il Nas, sono stati trovati alimenti con la data di scadenza superata, cancellata e successivamente modificata in modo da procrastinarne la validità. Scoperte anche 25 tonnellate di carni in pessimo stato di conservazione e in presenza di escrementi di roditori, altri prodotti di origine extra comunitaria completamente ricoperti da liquido congelato, percolato dal soffitto a causa del malfunzionamento dell’impianto di refrigerazione.
Nel complesso, sono state sequestrate 2000 tonnellate di prodotti alimentari non idonei al consumo in quanto privi di tracciabilità, in cattivo stato di conservazione e o detenuti in locali interessati da carenze igieniche e/o con etichettatura irregolare, per un valore commerciale di circa 4 milioni di euro. E’ emerso anche l’uso di magazzini abusivi di stoccaggio dei prodotti, depositi in pessime condizioni igienico-sanitarie, ambienti mancanti dei minimi requisiti sanitari, strutturali e di sicurezza per i lavoratori, che hanno comportato l’applicazione di provvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività a carico di 15 imprese commerciali.
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