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Trump contro Biden, parte la sfida al presidente: “Voglio un dibattito”
Con il ritiro di Nikki Haley, per l'ex presidente strada spianata verso la nomination
Joe Biden contro Donald Trump, atto II. Il Super Tuesday spiana la strada alla rivincita tra l'attuale presidente degli Stati Uniti e l'ex inquilino della Casa Bianca nelle elezioni Usa in programma a novembre. Trump vola verso la nomination repubblicana dopo il ritiro di Nikki Haley, ultima avversaria ad alzare bandiera bianca nelle primarie. Il copione pare già scritto fino al duello finale e adesso inizia un'altra partita.
Trump fischia l'inizio del lungo periodo di avvicinamento al voto cercando subito il confronto diretto con Biden. "E' importante, per il bene del nostro paese, che Joe Biden e io discutiamo questioni vitali per l'America e per il popolo americano", dice l'ex presidente sul suo social Truth.
"Per questo sto invocando dibattiti in qualsiasi momento, ovunque, in ogni luogo. I dibattiti possono essere condotti dal corrotto comitato democratico o dalla sua controllata, la Commissione sui dibattiti presidenziali (CPD). Aspetto di ricevere una risposta. Grazie per la vostra attenzione su questa questione!", scrive Trump.
La risposta arriva e non è quella auspicata: "So che Donald Trump è assetato di attenzione e fatica a far presa al di là della base" del suo movimento "MAGA. Ne parleremo a tempo debito", dice Michael Tyler, direttore della comunicazione della campagna di Biden, congelando il tema.
Trump per ora si prepara a marcare a uomo il presidente, che nella serata americana terrà il discorso sullo Stato dell'Unione davanti al Congresso. "Sono lieto di informarvi che domani sera faremo una live, momento per momento, del discorso sullo stato dell'Unione del corrotto Joe Biden", annuncia Trump. "Correggerò qualsiasi dichiarazione inaccurata, in particolare relativa al confine" con il Messico "e alla trasformazione in strumenti d'attacco del Dipartimento di Giustizia, dell'Fbi, del procuratore generale e dei procuratori distrettuali, per perseguitare il suo avversario politico, ME (qualcosa mai fatto prima in questo Paese!). L'abbiamo già fatto una volta con un enorme successo battendo tutti i record. È importante per il paese che si mostri la verità", aggiunge.
Biden non cambia idea: niente file di intelligence a Trump
La prima mossa di Biden dopo il Super Tuesday è di altro tipo. Il presidente non vuole ancora che Trump riceva briefing riservati dell'intelligence, anche se è destinato a diventare il candidato repubblicano alle presidenziali di novembre. Lo ha fatto intendere nel corso di un briefing la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. "Penso che le parole del presidente siano valide anche oggi - afferma - Non credo che abbia cambiato idea a riguardo''.
E' tradizione che agli ex presidenti sia consentito richiedere e ricevere briefing dell'intelligence. Nel 2021 Biden ha affermato di non credere che Trump dovesse ricevere i briefing a causa del suo "comportamento irregolare".
"Preferisco non speculare ad alta voce", aveva detto Biden quando gli era stato chiesto cosa temesse potrebbe accadere se Trump continuasse a ricevere i briefing. ''Penso solo che non ci sia bisogno che lui abbia i briefing dell'intelligence. Che valore gli sta dando un briefing dell'intelligence? Che impatto ha, a parte il fatto che potrebbe scivolare e dire qualcosa?'', aveva detto Biden.
Caccia agli elettori di Haley
In assenza di un endorsement esplicito per Trump, è lecito ritenere che gli elettori di Haley siano decisamente contendibili. Al bacino di voti punta non solo The Donald, ma anche Biden. "Nikki Haley è stata battuta in un modo record, nonostante il fatto che ai democratici, per ragioni ignote, è stato permesso di votare nel Vermont ed altre primarie repubblicane. La maggior parte dei suoi fondi venivano dall'estrema sinistra dem, e così molti dei suoi elettori, quasi il 50% secondo i sondaggi", l'affondo di Trump, che si rivolge ai sostenitori dell'ormai ex candidata invitandoli "ad unirsi al più grande movimento della storia della nazione", riferendosi al Maga, Make America Great Again.
"Donald Trump ha mostrato chiaramente che non vuole i sostenitori di Nikki Haley, io voglio essere chiaro: nella mia campagna c'è spazio per loro", l'appello di Biden. "Ci vuole molto coraggio a candidarsi alla presidenza", aggiunge notando che Haley ha messo in luce "il caos che sempre segue Trump, la sua incapacità di distinguere il giusto dallo sbagliato e il suo inchinarsi davanti a Putin".
Rivolgendosi ancora ai repubblicani 'moderati' che hanno votato per Haley, il presidente afferma: "So che su molte cose non siamo d'accordo, ma sulle questioni fondamentali della difesa della democrazia americana, dello stato di diritto, del trattarci l'un l'altro con decenza, dignità e rispetto, nel preservare la Nato e ergersi contro i nemici dell'America, spero e credo che possiamo trovare un terreno comune".
Hillary Clinton: "Trump dittatore per un giorno"
Attorno ai due pesi massimi, intanto, si registrano movimenti. Hillary Clinton si fa sentire con un messaggio su X. "Quando ha la fortuna di vivere nei tuoi settanta o ottanta anni, la differenza di pochi anno non conta così tanto. Joe Biden e Donald Trump hanno praticamente la stessa età", scrive in un post su X in cui sottolinea che "così questa settimana è diventato chiaro che la scelta a novembre sarà tra uno dei presidenti più efficaci degli ultimi tempi, Joe Biden, e qualcuno che ha cercato di rovesciare la nostra democrazia, che è stato incriminato 91 volte e dice che vuole essere dittatore per un giorno se rieletto". "Io scelgo Biden, voi che fate?", conclude l'ex first lady.
Trump, dall'altra parte, riceve l'endorsement di Mitch McConnel, leader della minoranza repubblicala al Senato. "E' abbondantemente chiaro che l'ex presidente Donald Trump ha conquistato il sostegno necessario degli elettori repubblicani per essere il nostro candidato alla Casa Bianca. Non è una sopresa che come candidato avrà il mio sostegno", dice McConnell in una nota.
"Durante la sua presidenza, abbiamo lavorato insieme a grandi cose per il popolo americano compresa la riforma fiscale che rilanciato la nostra economia e un ricambio generazionale tra i giudici federali, e così più importante la Corte Suprema", aggiunge riferendosi al fatto che Trump ha nominato in 4 anni 3 giudici della Corte Suprema, dando così la netta maggioranza ai conservatori.
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Ucraina, Biden: “Invio armi a Kiev inizierà nelle...
Il presidente Usa firma la legge da 95 miliardi di dollari per aiuti all'estero: "Per la sicurezza di Israele, ma anche per interventi umanitari a Gaza"
"Ora ci dobbiamo muovere velocemente, e lo faremo". E' quanto ha detto il presidente americano Joe Biden oggi alla Casa Bianca dopo aver firmato la legge da 95 miliardi di dollari per gli aiuti e le armi all'Ucraina, ad Israele e Taiwan, affermando che ora "gli Stati Uniti manderanno a Kiev gli aiuti di cui ha bisogno per continuare a combattere".
In realtà l'Ucraina ha già ricevuto i missili a lungo raggio Atacms. Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha confermato la notizia diffusa da Politico secondo cui gli Stati Uniti hanno inviato in segreto all'Ucraina i missili a lungo raggio Atacms.
"Posso confermare, come avete sentito da altri, che il presidente ha ordinato al suo team di fornire all'Ucraina un numero significativo di missili Atacms da utilizzare all'interno del territorio sovrano dell'Ucraina", ha dichiarato Sullivan, aggiungendo che "ne invieremo altri, ora che abbiamo ulteriore autorità e denaro".
Cosa ha detto Biden
"Mi assicurerò che gli invii inizino subito - ha detto Biden alla Casa Bianca - nelle prossime ore cominceremo ad inviare munizioni per la difesa aerea, per artiglieria, sistemi missilistici e veicoli blindati". "Questo pacchetto è un investimento non solo per la sicurezza dell'Ucraina, ma anche dell'Europa e anche della nostra sicurezza", ha aggiunto.
Biden ha fatto riferimento al fatto che questa legge arriva dopo molti mesi dalla sua richiesta di fondi, lo scorso autunno. "Il cammino verso la mia scrivania è stato difficile, sarebbe dovuto arrivare prima, ma alla fine ha fatto quello che sempre fa l'America, è all'altezza del momento", ha sottolineato, non mancando però di fare un affondo ai repubblicani che hanno tenuto bloccati gli aiuti per Kiev.
"Mentre per mesi i repubblicani hanno bloccato gli aiuti, e agli ucraini venivano meno artiglieria e munizioni, gli amici di Putin lo mantenevano ben rifornito - ha scandito - gli iraniani mandavano droni, Corea del Nord mandava missili balistici, Cina componenti per rafforzare la produzione bellica. Con tutto questo sostegno, la Russia ha ripreso gli attacchi sulle città e le infrastrutture ucraine".
Il messaggio a Putin: "Se Russia attacca la Nato..."
Quanto a Mosca, "se Putin attacca un alleato Nato come sta attaccando l'Ucraina, non avremmo altra scelta che andare in loro aiuto, come hanno fatto con noi l'11 settembre", ha affermato Biden, riferendosi all'articolo 5 della difesa collettiva dell'Alleanza Atlantica, finora invocato solo dopo gli attacchi del 2001 a New York e Washington da parte di Al Qaeda. Il presidente americano ha infatti espresso la sua convinzione che se "Putin riuscirà ad averla vinta in Ucraina, la sua prossima mossa sarebbe un attacco diretto ad un alleato Nato".
"Il pacchetto odierno di aiuti militari americani per l'Ucraina è vitale", ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ringraziando sui social tutti gli americani che lavorano nelle imprese della difesa. "È fondamentale che gli accordi raggiunti tra me e il presidente Biden siano pienamente attuati. Grazie, America!", ha aggiunto il leader ucraino, annunciando "ogni sforzo" per compensare i mesi "trascorsi tra dibattiti e dubbi".
Aiuti per Israele e Gaza
Il pacchetto firmato da Biden contiene anche nuovi aiuti militari ad Israele. "Il mio impegno per Israele, voglio ribadirlo, è ferreo: voglio essere sicuro che abbia quello di cui ha bisogno per difendersi contro l'Iran e i terroristi che sostiene, e con questi aiuti gli Stati Uniti sostengono la difesa aerea e sistemi cruciali in modo che l'Iran non possa portare a termine la distruzione a cui puntava 10 giorni fa", ha detto il presidente Usa, aggiungendo che la legge però "allo stesso tempo, in modo molto significativo, aumenta l'assistenza umanitaria che stiamo mandando alla popolazione innocente di Gaza che sta lottando con le conseguenze di questa guerra iniziata da Hamas".
Il presidente americano ha parlato di un miliardo di dollari di aiuti aggiuntivi per Gaza per "assicurare immediatamente un aumento degli aiuti, che comprendono cibo e forniture mediche". "Israele deve garantire che gli aiuti raggiungano i palestinesi e Gaza senza ritardi", ha poi aggiunto Biden, ribadendo che "tutto quello che facciamo è teso a portare gli ostaggi a casa, assicurare il cessate il fuoco e fissare le condizioni per una pace duratura".
Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti. "La nostra alleanza è di ferro", ha scritto Katz in un breve post sul social X.
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Ilaria Salis candidata alle Europee, il padre: “Non...
Roberto Salis a Strasburgo: "Mia figlia è imputata non criminale, candidatura non è aggravante"
Ilaria Salis "è in questa situazione dal settembre 2023. Ha deciso di candidarsi alle elezioni europee con Avs non per scappare dal processo. Lo fa perché ritiene di avere diritto ad un processo giusto". Lo dice Roberto Salis, il padre dell'insegnante lombarda in carcere a Budapest da oltre un anno con l'accusa di aver preso parte all'aggressione di un gruppo di neonazisti, a margine della plenaria a Strasburgo.
"Mia figlia - insiste Salis - sta cercando di avere un processo giusto: la candidatura consente, tramite l'immunità, di ottenerla. Nel momento in cui stata ottenuta, poi, se si attiva la procedura per un processo giusto, ovviamente mia figlia non scappa dal processo e vuole dimostrare la propria innocenza come ha sempre detto".
"Mia figlia è imputata non criminale"
Quindi replica alle parole dell'eurodeputata ungherese di Fidesz Eniko Gyori, che parlando dell'ipotesi di un'elezione di Salis ha osservato che ci sono altri "criminali" già eletti nel Parlamento Europeo.
"Non ho sentito l'intervento dell'esponente di Fidesz. Bisogna che ci si metta bene in testa che mia figlia è imputata. Se qualcuno definisce mia figlia una criminale, non fa altro che comprovare che le motivazioni che sono addotte nella mozione che sarà presentata tra poco sono assolutamente veritiere e doverose". Ilaria Salis, aggiunge il padre, "si sta candidando: il fatto che qualcuno si candidi alle elezioni europee non può costituire in alcun modo un'aggravante per la sua situazione giudiziaria. Mia figlia - ricorda - è sottoposta al carcere duro da 14 mesi. Ha la possibilità di parlare 70 minuti alla settimana, soltanto con tre numeri abilitati. E' estremamente difficoltoso dialogare con lei. Soltanto prendere la decisione di candidarsi alle elezioni è stato quasi impossibile: sono decisioni importanti e mia figlia non ha piena contezza di quello che succede nella politica italiana. Non la considero una campagna elettorale: io sono il papà di Ilaria e sono qui per difendere i diritti di mia figlia", afferma.
"Ho visto mia figlia a Budapest mercoledì scorso - fa sapere - per il colloquio mensile di un'ora che ci è consentito ogni mese. Era abbastanza motivata e contenta di aver fatto la scelta di candidarsi alle elezioni. E' determinata, anche troppo", assicura.