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Cultura

“Salva la tua lingua locale”, tra opere...

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“Salva la tua lingua locale”, tra opere premiate versioni in dialetto del “Piccolo principe”

Dizionari, composizioni musicali, testi teatrali, tesi di laurea, racconti, poesie: è ampia e variegata, come da tradizione, la vetrina sull’universo dei dialetti offerta dal premio letterario nazionale “Salva la tua lingua locale”. Fra le opere premiate stamattina, nell’undicesima edizione del concorso: composizioni che raccontano leggende, spaccati di vita quotidiana, storie d’amore, temi della solitudine e della vecchiaia e anche due classici: “Il piccolo principe” in dialetto maceratese e “Le avventure di Pinocchio” in vernacolo brindisino; menzioni speciali per i telegiornali in lingua sarda trasmessi da Tg Sardegna 1 e Super Tv Aristanis; premio speciale della Giuria, inoltre, a Nando Citarella, polistrumentista e studioso di tradizioni popolari. La cerimonia si è tenuta nella sala della Protomoteca del Campidoglio.

Sono complessivamente 354 gli autori ad aver preso parte a questa edizione del premio istituito dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia e da Autonomie Locali Italiane-Lazio (ALI), con la collaborazione del Centro Internazionale Eugenio Montale e, per la sezione scuola, dell’ong Eip – Scuola Strumento di Pace. Otto le sezioni, tutte a tema libero, di cui sono stati assegnati i riconoscimenti: “Poesia” (edita ed inedita), “Prosa” (edita ed inedita), “Teatro inedito” e “Fumetto edito”, “Musica” e il premio ”Tullio De Mauro” intitolato all’illustre e compianto linguista (già presidente onorario di “Salva la tua lingua locale”) e dedicato a lavori scientifici editi o inediti (saggi, tesi di laurea, studi su dialetti e/o lingue locali e dizionari).

I VINCITORI. Tullio De Mauro. Primo posto: Gelsomino Molent e Ugo Perissinotto con il “Dizionario Concordiese seconda edizione” (Tipografia Sagittaria, Concordia Sagittaria ( Venezia) 2021) e Giancarlo Porcu con il saggio “Un ribelle nell’ombra. Vita e opera di Pasquale Dessanai” (Il Maestrale, Nuoro, 2023). Poesia Edita: Ombretta Ciurnelli, “Lippe lappe. Cento quartine in lingua perugina” Edizioni Era Nuova APS, Perugia, 2023. Prosa edita: Vito Domenico Bergamo, “Li Cunti de lu Barone”, Autoproduzione. Poesia inedita: Giacomo Vit (friulano occidentale). Prosa inedita: Pierina Gallina, “Il cocal e la çore” (Friulano) Teatro inedito: Basilio Antonio Arona (dialetto di Troina – EN), “I ziti sinni fuiru”. Musica: Claudio Mazzer (friulano), “Vosarìes”. Fumetto edito: Aldo Mereu, La Crôs di Vuardi, Edito da Proloco Forgaria nel Friuli.

Per il presidente dell’Unpli, Antonino La Spina: “Le lingue locali e i dialetti, tesori preziosi custoditi nei cuori delle comunità, rappresentano un ricco patrimonio culturale da valorizzare e salvaguardare. Ogni parola, ogni espressione tramandata di generazione in generazione, contribuisce a creare l’identità di un territorio, a intrecciare le storie di chi vi abita, a trasmettere emozioni che solo attraverso quelle sfumature linguistiche possono essere appieno comprese. Con l’undicesima edizione del premio letterario nazionale, dedicato ai dialetti, “Salva la tua lingua locale”, l’Unpli rilancia l’azione di salvaguardia e valorizzazione di questi patrimoni culturali”. Luca Abbruzzetti, presidente di ALI Lazio, evidenzia che: “leggere e ascoltare le opere in dialetto e in lingua locale ci fa riflettere sull’unicità dei nostri territori, con le proprie tradizioni e il proprio bagaglio culturale. Impegno delle istituzioni locali è di non disperdere questa ricchezza in un mondo che vive continui processi di trasformazione sociale, ma preservarla per far sì che questa specificità sia patrimonio comune”.

Alla cerimonia sono intervenuti, fra gli altri, Miguel Gotor (assessore alla Cultura del Comune di Roma), Maurizio Varriano (presidente Parco Letterario e del Paesaggio Francesco Jovine) Vincenzo Santoro (responsabile dipartimento Cultura e Turismo dell’Anci) e Bruno Manzi, capo di gabinetto Città metropolitana di Roma Capitale. Nel corso della mattinata, inoltre, è stato dedicato un commosso ricordo a Luigi Manzi, tra gli ideatori del premio, recentemente scomparso. L’evento è stato condotto da Adriana Volpe con l’intervento dell’attore e conduttore di “Uno Mattina in Famiglia” (Rai 1), Beppe Convertini. “Salva la tua lingua locale” ha ricevuto i patrocini del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.

Nel corso delle edizioni sono, complessivamente, oltre 3500 gli autori ad aver partecipato e oltre 4600 le opere esaminate dalle varie giurie; il premio nasce con l’obiettivo di valorizzare scrittori, poeti e autori che si esprimono in dialetto ed in piena armonia con le direttive dell’UNESCO presso cui Unpli è accreditata dal 2012, nell’ambito della Convenzione per la salvaguardia dei patrimoni culturali immateriali. Presidente onorario di “Salva la tua lingua locale” è Giovanni Solimine, già professore ordinario di “Biblioteconomia” e di “Libro, Editoria, Lettura” presso l‘Università degli studi di Roma La Sapienza, e anche presidente della Fondazione Bellonci che organizza il Premio Strega. Come ogni anno, gli elaborati dei vincitori e dei finalisti delle singole categorie sono raccolti in un’apposita antologia disponibile in formato cartaceo e digitale nel portale salvalatualingualocale.it

L’archivio digitale. Sin dalla prima edizione, i contributi di “Salva la tua lingua locale” sono registrati ed entrano a far parte del canale “Memoria Immateriale”, il canale YouTube che rappresenta l’inventario on line delle tradizioni italiane: un archivio prezioso, unico nel suo genere, fortemente voluto e continuamente implementato dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia. Nel corso dei dieci anni dall’attivazione “Memoria immateriale” ha raccolto quasi duemila video e interviste sui temi della Convenzione UNESCO del 2003 (saperi, tradizioni, artigianato, oralità, riti, conoscenze, pratiche sociali, ecc.), con oltre 3 milioni di visualizzazioni, registrate in Italia e all’estero. Disponibile anchel’archivio sonoro del Premio che accoglie le registrazioni audio inviate dai concorrenti delle sezioni di Poesia Inedita e Prosa Inedita, oltre 200 i contributi disponibili.

Le giurie. Giuria Generale: Salvatore Trovato (Presidente), Luigi Manzi, Giovanni Tesio, Plinio Perilli, Patrizia Del Puente, Tonino Tosto, Gianna Marcato, Rita Caprini. Premio “Tullio De Mauro”: Salvatore Trovato (Presidente), Mari D’Agostino, Cristina Lavinio, Luca Lorenzetti, Giovanni Ruffino. Sezione Musica: Toni Cosenza (Presidente), Andrea Carpi, Elisa Tonelli, Pasquale Menchise, Luciano Francisci, Marco Rho, Rosario di Bella, Matteo Persica.

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Cultura

Jorit e il murale di Mariupol: “Lo distruggono? Era...

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"Sono orgoglioso, ha acceso i riflettori sui bambini del Donbass"

Il murales rimosso

"La distruzione del mio murales a Mariupol era una cosa programmata, quindi non mi ha sorpreso. Già mentre lo facevo sapevo che avrebbe avuto una durata limitata. Anzi, semmai è durato molto più di quanto era programmato, perché mi avevano detto che sarebbe andato via quasi subito. Forse, a questo punto, l'hanno fatto durare appositamente di più". A dirlo in un'intervista all'Adnkronos è lo street artist Jorit, che commenta i video e le immagini che circolano sui social e raffigurano l'inizio della 'distruzione' del murales che l'artista napoletano ha realizzato nella città di Mariupol. L'opera, che occupa l'intera facciata di un palazzo della città del sud - est dell'Ucraina, è stata al centro di molte polemiche: rappresenta il volto di una bimba del Donbass, con i colori della bandiera russa dipinti nelle iridi e circondata da due missili con la scritta Nato.

"Anche se ora verrà distrutto, il murale è sicuramente servito per accendere i riflettori e sollevare la questione - spiega l'artista, al secolo Ciro Cerullo -. Sono orgoglioso che si sia parlato dei bambini del Donbass e dei suoi cittadini, che sono esclusi da qualsiasi decisione politica, non vengono considerati proprio come entità, il loro volere è completamente escluso, come se non esistessero. Loro non vogliono stare con Kiev. Le opere d'arte a volte sono come degli incendi, il vento li diffonde e anche se vengono spenti sono comunque serviti a qualcosa". Ora che il murale non ci sarà più, "mi piacerebbe farne un altro, se ci saranno le condizioni. Ma è già stato molto difficile fare quello, l'abbiamo fatto in condizioni veramente precarie, abbiamo dormito in un rifugio con degli sfollati, in mezzo agli scarafaggi. Una cosa pesante, non so se sarebbe possibile farne un altro, ma se fosse possibile lo rifarei".

Infine, Jorit fa una riflessione più generale: "Colgo l'occasione per sottolineare che tutti i bambini nelle guerre dovrebbero essere sempre considerati -scandisce-. In questi ultimi anni di guerra leggevo che sono morti 220 bambini ucraini, e a Gaza nel giro di pochi mesi ne sono morti quasi 11mila. C'è come sempre un doppio standard: alcuni bambini sono più importanti di altri, alcuni vengono utilizzati per degli interessi geopolitici, altri non fanno testo ed è come se non esistessero. Questo non dovrebbe più accadere", è il monito di Jorit.

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Cultura

Biennale Arte, Fürstenberg Fassio: “Banca Ifis...

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Il presidente di Banca Ifis alla presentazione del progetto Ifis Art: "Il Parco Internazionale di Scultura, composto da 22 ettari di sculture iconiche del panorama internazionale"

Biennale Arte, Fürstenberg Fassio:

"Ifis è entrata nel mondo dell'arte con la scultura contemporanea, in particolare con la nostra collezione Parco Internazionale di Scultura, che vi invito a visitare, composto da 22 ettari di sculture iconiche del panorama internazionale. Siamo presenti a Venezia con ‘Casa Banksy', come la chiamo io, con il bambino migrante di Banksy. Il messaggio che questo artista vuole veicolare con quest'opera è la tutela dei diritti universali dell'uomo e dei bambini, quindi, partendo dalla Carta dell'Onu del 1948, Banksy chiede alla società contemporanea, in questo caso all'Europa, di essere il veicolo per sollevare e parlare di questo tema”. Così Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis, a margine della presentazione di 'Ifis Art', alla Biennale Arte di Venezia.

Il progetto voluto e ideato proprio dal presidente, raccoglie tutte le iniziative realizzate dalla Banca per la valorizzazione dell’arte, della cultura, della creatività contemporanea e dei loro valori: dalla collezione d’arte al Parco Internazionale di Scultura, dal progetto di recupero dell’opera di Banksy e di restauro del Palazzo San Pantalon che la ospita, da Economia della Bellezza al sostegno di manifestazioni artistiche e culturali, da programmi di education a prodotti editoriali. “Su questo interverremo in un progetto congiunto con Genesi, un progetto d'arte molto importante per la tutela dei diritti umani, guidato da Letizia Moratti. Porteremo un'interazione fra quest'opera e i temi che Genesi vuole tutelare - spiega il presidente di Banca Ifis - E’ un messaggio importante: non è un caso che Banksy abbia scelto Venezia per lasciare questo messaggio su questo palazzo. Venezia è una città internazionale, è una città che ha un'economia molto virtuosa, ha una serie di problemi dovuti anche all'urbanistica, alla gestione della città, ma Ifis è con Venezia e sosterremo tante iniziative qui”.

Ifis art si articola in una serie di iniziative, a partire dall’importante collezione d’arte che la Banca ha acquisito nel tempo, costituita da oltre 100 opere di 50 artisti, che spazia dall’arte classica a quella contemporanea. Alcune tra le più importanti opere della collezione hanno trovato la loro casa naturale nel Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis, un progetto curato da Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi, all’interno dei 22 ettari di giardino di Villa Fürstenberg, a Mestre. A partire dal prossimo 28 aprile 2024, quindi, il parco sarà aperto al pubblico e visitabile gratuitamente ogni domenica (escluse le festività), previa prenotazione tramite l'app dedicata “Ifis art”. Il Parco sarà ricco di iniziative, inaugurando il Public Program del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2024 di Venezia.

Il presidente ripercorre, poi, il valore della sinergia tra pubblico e privato: “Il pubblico fa tanto. L’Italia è un Paese che ha nella sanità, nell'istruzione e nella giustizia, un rispetto dei diritti per tutti. Spesso guardiamo alla spesa pubblica e pensiamo che sia eccessiva, ma dobbiamo guardare anche alla tutela dei diritti che il nostro Paese è in grado di dare. Mario Draghi, quando chiamò la collaborazione privato-pubblico, in cui ricordò che la sinergia parte dal pubblico e con essa anche i progetti, ma non tutti i progetti possono essere finanziati dal pubblico. In questo caso - prosegue - noi come banca privata per il 51%, ma anche del mercato per il restante 49%, abbiamo aderito a questo tipo di metodologia e cerchiamo di sostenere il pubblico attraverso il ministero della Cultura, del Turismo, con il Coni e anche attraverso le iniziative col presidente Malagò per le borse sportive degli atleti juniores - ha illustrato il presidente -. Il nostro intento è quello di redistribuire una parte del nostro profitto anche in progetti che possano sostenere il Paese e la sua economia”.

Fürstenberg Fassio, poi, fa un accenno anche a ‘Venezia Bond’: “Questo tipo di strumento finanziario che stiamo studiando potrà intervenire sull'economia e sull'artigianato veneziano e sostenere piccole aziende e artigiani che dopo la pandemia, con l'inflazione ai tassi di interesse, hanno avuto una contrazione delle loro economie. C'è una competizione spesso sleale all’interno di questi mercati, perché il Made in Italy è un prodotto eccellente che compete a livello internazionale, mantenendo un prezzo superiore rispetto ai prezzi internazionali. Ma ricordiamo che il Made in Italy è copiato, quindi bisogna tutelarlo affinché possa essere messo sul mercato e venduto con gli strumenti giusti. A tal proposito, Ifis, come banca, che ha sede legale nel Comune di Venezia, ha anche una responsabilità rispetto all'economia veneziana. Quindi, da un lato sosteniamo la cultura e dall'altro dobbiamo sostenere le aziende attraverso il credito e gli strumenti finanziari che possono portare a Venezia investitori e quindi denari da investire”, ha concluso.

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Biennale Arte: al Padiglione dell’Ucraina le...

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Biennale Arte: al Padiglione dell'Ucraina le tradizioni restituite dalla guerra

Gli ucraini che non sono al fronte si ritrovano insieme per cucire le reti mimetiche o divise per i soldati. La pratica, tradizionale del ricamo e della tessitura collettiva, che era stata abbandonata con l'urbanizzazione, è tornata al centro della vita di molte persone. Così come quella, altrettanto sociale, dell'augurio e del saluto, che comprende ora, dopo l'inizio dei bombardamenti russi nel febbraio del 2022, "passa una notte tranquilla". Il Padiglione dell'Ucraina alla Mostra Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia "Net Making", in uno spazio limitato da pannelli composti da decine di lenzuola tessute nelle case negli anni Cinquanta e Sessanta in diverse regioni del Paese e ancora conservati da molte famiglie, l'opera "Work" di Oleksandr Burlaka, si propone come metafora di azioni comuni, unione e resistenza.

Fra gli autori presentati ci sono anche 15 artisti fra i 16 e i 35 anni, con neurodiversità, riuniti a Kiev in un progetto di arte inclusiva già prima della guerra. Pochi giorni dopo l'inizio dell'invasione, hanno deciso di vedersi ogni giorno. "Per rispondere alla domanda, 'cosa posso augurare a una persona in un rifugio?' è possibile guardare alle forme linguistiche meno strutturate delle persone con neurodisabilità. E' possibile che auguri astratti, ripetitivi, poetici e assurdi siano il linguaggio che meglio cattura la nuova realtà", si chiede Katya Buchatska, l'artista che ha collaborato al progetto "Best Wishes".

"L'Ucraina è parte dell'Europa, siamo qui nonostante la guerra per dimostrarlo. Dagli artisti c'è un incredibile sostegno all'Ucraina nella nostra battaglia per la libertà", ha commentato il Vice ministro Taras Shevchenko, intervenuto all'apertura del Padiglione, ringraziando l'Italia per il suo sostegno, dopo un video messaggio della moglie del Presidente, Olena Zelenska.

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