Salute e Benessere
Fumo: Richter (Esc), ‘per chi non smette necessaria...
Fumo: Richter (Esc), ‘per chi non smette necessaria riduzione del danno’
Al XV Congresso 'Nel cuore di Santa', medici di base e cardiologi su utilità sostituzione sigaretta con device alternativi
Ridurre i rischi per il fumatore adulto, anche ricorrendo a device alternativi alla sigaretta. Ne hanno discusso cardiologi e medici di medicina generale, attraverso tavole rotonde interattive alla XV edizione del Congresso 'Nel Cuore di Santa' a Santa Margherita Ligure (Genova), nell'ambito del panel 'What really matters for adult smokers: an evidence-based opinion form cardiology experts', moderato dal presidente del congresso, Roberto Pescatori, e con protagonisti due cardiologi di fama internazionale: Dimitri Richter, president of the Council of Cardiology practice at European Society of Cardiology (Esc), e Silvio Festinese, cardiologo dell'Asl Roma 1 e responsabile della cattedra di Farmacologia dell'Università UniCamillus di Roma.
"Il problema clinico è che tanti fumatori con un'età e un rischio particolarmente alti non vogliono o non riescono a smettere di fumare - afferma Richter - Se un medico, come è doveroso che sia, ha già provato a far smettere loro di fumare, ma non ha ottenuto alcun risultato, allora i prodotti a rischio ridotto rappresentato una buona soluzione. Dalle evidenze scientifiche che abbiamo ad oggi, device come ad esempio le e-cigarette provocano minore assunzione di sostanze nocive. Non è ancora dimostrato che ciò riduca effettivamente le malattie, però, se assumere cancerogeni è inevitabile, è preferibile assumerne il 95% in meno, come con i prodotti a rischio ridotto, invece di quel 100% della sigaretta".
"Questo tipo di approccio, secondo me, è applicabile a tutti - prosegue Richter - Ovviamente esistono momenti in cui non bisogna dare al fumatore questa via d'uscita. Per esempio, se si ha un infarto, questo è il momento migliore per smettere di fumare. Se però da 6 a 12 mesi dopo si riprende a fumare, che è quel che accade a livello europeo al 50-60% dei fumatori, allora la cosa migliore che il medico possa dire al paziente è 'se non ce la fai, fai un'altra cosa, non ricadere nello stesso errore'. Quello che è importante - aggiunge - specialmente per prodotti che non possono essere pubblicizzati, non possono presentare i loro dati scientifici, è andare oltre l'opinione personale di ogni medico, è poter avere l'opinione dello Stato, delle commissioni indipendenti le quali possono affermare se veramente tutti questi claim siano veri o no. Fda, per esempio, dà l'approvazione o no a questi prodotti". A tale proposito, "la Grecia è stata la prima nazione in Europa in cui queste sostanze, 'heat not burn' (riscaldate non bruciate, ndr) hanno dimostrato il claim secondo cui producono meno sostanze nocive. Ritengo importante che ogni Paese abbia delle commissioni indipendenti che possano esprimere un parere, perché - conclude Richter - solo tramite un'informazione istituzionale ufficiale le persone possono informarsi veramente su quale sia la verità e quale no".
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Covid Italia, Rt sotto soglia epidemica: dati ultima...
Il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità: Basilicata, Calabria e Bolzano non segnalano casi
L'Rt, l’indice di trasmissibilità Covid calcolato con dati aggiornati al 17 aprile, in Italia "risulta sotto la soglia epidemica, pari a 0,96 (0,79–1,15), in leggera diminuzione rispetto alla settimana precedente (Rt 1,01); l’incidenza di casi diagnosticati e segnalati (8-14 aprile) è pari a 0,82 casi per 100.000 abitanti, sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente; l’incidenza settimanale ha un andamento eterogeneo nelle diverse regioni e province rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata riportata in Lombardia (1,6 casi per 100.000 abitanti), non sono stati segnalati casi dalle regioni Basilicata, Calabria e provincia autonoma di Bolzano. I dati delle ultime due settimane possono variare in quanto soggette a consolidamento". Lo evidenziano i dati del monitoraggio settimanale Covid dell'Istituto superiore di sanità (Iss).
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Malattie rare, Uniamo: “Con diario fari accesi su...
Scopinaro, "Vademecum per pazienti e specialisti che vogliono conoscere patologia misconosciuta"
“L’anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi (Cad) è una malattia ultra-rara e di conseguenza molto poco conosciuta. Il fatto della rarità comporta anche che non ci sia una diagnosi appropriata e di conseguenza i pazienti devono attraversare un iter diagnostico che passa dal momento della comparsa dei primi sintomi a un'effettiva diagnosi che può tardare anche anni con una situazione di incertezza, di non comprensione, di frustrazione, a volte anche di rabbia”. Lo ha detto Annalisa Scopinaro, presidente Uniamo Federazione italiana malattie rare in occasione della presentazione del Diario “Una vita senza inverno” con storie di pazienti e caregiver nato da una iniziativa di Sanofi in collaborazione FB&Associati, e con il contributo di Cittadinanzattiva e Uniamo Federazione italiana malattie rare.
Il diario “è una sorta di vademecum - sottolinea Scopinaro - un libro a disposizione dei clinici che vogliono approfondire la patologia ma anche di altri pazienti che possono trovare una similitudine nelle storie che leggono e quindi avere poi il desiderio di unirsi in comunità perché sarebbe anche molto importante che queste persone potessero trovare una comunità di riferimento proprio per tutte le nuove diagnosi". Davvero, "mi auguro che questo diario, dedicato ad una patologia misconosciuta possa essere fonte di informazione per gli specialisti, di sensibilizzazione per tutti e di stimolo per le istituzioni per cercare, anche per queste persone, i migliori percorsi per rendere la loro vita meno difficile” conclude.
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Malattie rare, ematologa Sau: “Per anemia emolitica...
‘Diagnosi tardiva tra i 50 e i 70 anni ma esordio patologia avviene prima. Aspettativa vita pazienti ridotta per mancanza terapie’
“L'età in cui viene diagnosticata per la prima volta” l’anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi (Cad) è in genere “tra i 50 e 70 anni, ma probabilmente l'esordio” della malattia ultra-rara del sangue “avviene in età più giovanile”. La difficoltà nella diagnosi “ritarda la stessa e quindi abbiamo un'incidenza della malattia nella popolazione più anziana. L'aspettativa di vita dei pazienti con Cad è chiaramente ridotta soprattutto perché ancora oggi mancano terapie specifiche approvate”. Lo ha detto Antonella Sau del Dipartimento di Ematologia Ausl Pescara, intervenendo oggi a Roma alla presentazione di 'Una vita senza inverno', il diario che racconta il desiderio dei pazienti con Cad.
È una malattia “invalidante perché presenta sintomi che difficilmente possono essere curati – spiega l’ematologa – ovvero, astenia, debolezza, malessere generale. Inoltre, questi pazienti risultano essere molto più a rischio di eventi tromboembolici che mettono in pericolo la loro stessa vita”. Caratteristica della Cad è soprattutto “la fatica cronica che non è solo correlata al grado di anemia ma anche alla patogenesi della Cad, un’astenia profonda che rende difficile fare le normali attività quotidiane, compreso lavorare”. I paziente con Cad sono “stanchi, anemici, se si espongono al freddo hanno dei dolori anche lancinanti alle estremità di mani e piedi”, una condizione “che li costringe spesso anche a non uscire più di casa, se non nelle ore più calde” conclude.