Politica
Riforme, Nicola Drago, l’imprenditore in campo per...
Riforme, Nicola Drago, l’imprenditore in campo per traghettare il Paese a un premierato ai 2/3
L'AD di De Agostini editore attraverso il suo ioCambio (in rete bipartisan con Libertà Eguale e Magna Carta) a servizio della politica con la "vitamina" "pop" per "aggiustare l'Italia". Lunedì la presentazione a Palazzo Madama
C'è un imprenditore di non poco conto che partecipa alla cordata bipartisan di costituzionalisti facenti capo a Libertà Eguale, Magna Carta e ioCambio, in campo e sottotraccia per traghettare il Paese al premierato, che lunedì prossimo presenteranno a Palazzo Madama la loro iniziativa e martedì 27 daranno vita ad una maratona oratoria per evitare il referendum confermativo. Si chiama Nicola Drago, "aggiustatore" di natura e mestiere, come si definisce, per aver rimesso in sesto in 8 anni la storica De Agostini Editore, azienda di famiglia di cui è amministratore delegato, e che oggi ambisce ad aggiustare il modello di governo del Paese, offrendo alla politica "la vitamina" per le riforme. "Dopo un percorso di apprendimento con primari costituzionalisti come Sabino Cassese e Giovanni Guzzetta, ho capito che nella seconda parte della Costituzione si annidava l'origine di parte dei nostri problemi. Visto che nella vita se c'è qualcosa di rotto mi viene da aggiustarla o da aggiornarla - racconta scherzando con l'Adnkronos - mi sono detto perché non provare a farlo come organizzazione civica, attivando le risorse che conosco e utilizzando gli strumenti che impiego quotidianamente". "Mi piace restituire alla collettività parte delle fortune che ho avuto".
Così Drago, insieme ad altri imprenditori, costituzionalisti ed esperti di comunicazione fonda ioCambio, movimento che vuole unire tutti coloro che pensano che il tempo per cambiare l'Italia sia ora e che la politica non ce la farà da sola. In prima linea con l'Ad De Agostini, per scongiurare il rischio 'naufragio riforme' dopo almeno sei tentativi falliti in quarant’anni, oltre a tecnici e giuristi, c'è un folto parterre di imprenditori di primo piano: spiccano i nomi di Alessandro Garrone, Vice Presidente di Erg; Giuseppe Lavazza, Presidente di Lavazza; Vito Pertosa, Presidente di Mermec; Daniele Ferrero, fondatore di Venchi; Davide Dattoli, fondatore di Talent Garden. "Offrono aiuto operativo e supporto al nostro fronte riformista. Poi sostengono con libere donazioni, chi vuole partecipa. Ma non abbiamo un budget che fa notizia - precisa anticipando la domanda - Più importante la mano sulla spalla che sento da ciascuno di loro".
Una mano sulla spalla che arriva anche dal terzo settore, ad esempio da Maurizia Iachino, Presidente di Azione contro la Fame, già nella task force Colao; e pure dall'imprenditoria sociale dei giovani, dai “buoni lobbisti” di Federico Anghelé a Lorenzo Pavanello, Presidente di 20e30; da Luigi Secondo, Presidente di Visionary a Paolo De Nadai, fondatore di Scuola zoo e We road... "Tutte persone che hanno capito la portata di questa iniziativa per le generazioni che rappresentano. Questa è una riforma di lunga gittata - parla con convinzione Drago - Non coinvolgere i giovani sarebbe una contraddizione". E in effetti, detto fatto: spiega che partendo dai social e puntando alla rottura di certi meccanismi di comunicazione tra gli obiettivi del movimento c'è quello di attrarre i giovani rendendo "pop” le riforme istituzionali; "coinvolgeremo influencer", racconta alludendo al video di ieri di Roberto Parodi, detto “il parods”, con i suoi quasi 300mila follower. Informare in maniera indipendente e contemporanea è infatti l'altra anima di ioCambio, incardinata in una ambiziosa attività divulgativa di massa. Anche se i numeri ancora appaiono piccoli, "diciamo che tra chi parla di riforme istituzionali, e noi parliamo solo ed esclusivamente di quello, abbiamo il seguito tra i più ampi e trasversali al mondo... – scherza Drago - E siamo appena al 5% del lavoro ancora da fare".
Quali sono le intenzioni di ioCambio? "Sono quelle dichiarate. Dobbiamo dare una mano visto che i partiti da soli non ce la fanno. Sulla scorta della collaborazione con Libertà Eguale e Magna Carta, uniamo tutti i riformisti per puntare il dito contro i conservatori che non vogliono fare i conti con chi dà le carte, cioè il Governo, e che pretendono di rifare da capo la ricetta invece magari di aggiungere condimenti alla pietanza che lo chef ha cucinato. Io sono un uomo di azione – rimarca Drago- La nostra ambizione non è essere un centro studi, ma dare una mano esecutiva e determinante affinché si superino gli ostacoli del passato e si aggiorni il nostro modello di governo", afferma con positiva determinazione. La campagna per le riforme prelude alla costituzione di un nuovo centro? "No - risponde - Oggi cambiare le regole del gioco è 10 volte più importante che pensare a chi saranno i contendenti tra cinque anni. Se riuscissimo a dare una mano a cambiare le regole sarebbe di per sé un successo che vale enormemente più di un estemporaneo trionfo elettorale". "E comunque, destra - sinistra - centro sono visioni superate e che lasciano il tempo che trovano. Secondo me questo Paese oggi si divide tra riformisti e conservatori, tra chi è a favore del cambiamento e chi è contrario, e che in maniera palese o subdola lo osteggia. Questo è il valore di ioCambio".
E se non funziona il tentativo di compromesso portato avanti insieme a Libertà Eguale e Magna Carta, ioCambio che fa e con chi si schiera? "Ci sono due scenari: se non sarà raggiunta la maggioranza dei due terzi e si andrà a colpi di maggioranza al referendum, allora valuteremo il quesito referendario. Lo appoggeremo se il nuovo modello di governo sarà giusto, democratico ed equilibrato. Al momento riteniamo ad esempio che la norma che regola il subentro del secondo premier sia un pasticcio. Poi abbiamo chiesto l’introduzione del ballottaggio, il limite a due mandati per il premier, maggioranza rafforzata per l’elezione del Presidente della Repubblica e lo statuto delle minoranze... Se invece, come speriamo, il parlamento approverà la riforma con i 2/3 - conclude - vivremo in un paese trasformato in cui a tutti sarà finalmente possibile fare programmi e agire per il bene comune di medio/lungo termine. Sarà una svolta pari a quella del 1946 (dopo il referendum Monarchia-Repubblica, ndr). Nel frattempo, io continuo a lavorare, a impegnami sia nella mia attività professionale che per ioCambio, e a cercare di fare bene entrambe le cose, ma mi guardo bene dall'idea di una discesa in campo". (di Roberta Lanzara)
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Scuola, Occhiuto (Fi): “Proposta Valditara delicata,...
"Guardare al modello adottato dalle scuole francesi all'estero"
"Io credo che qualsiasi soluzione debba basarsi su un approccio che promuova l'inclusione attiva di tutti gli studenti, valorizzando la diversità come risorsa piuttosto che come barriera. È essenziale implementare strategie didattiche inclusive che supportino gli studenti stranieri nel migliorare le loro competenze linguistiche e accademiche, senza separarli dai loro compagni italiani". Così il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto, membro della settima Commissione Cultura ed Istruzione a palazzo Madama, risponde all'Adnkronos su quanto affermato dal ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara secondo cui nelle Aule la maggioranza dei bambini deve essere italiana e che si deve lavorare in questa direzione.
"Diciamo che sono consapevole della delicatezza della proposta avanzata dal ministro Valditara riguardante l'introduzione di classi separate per gli studenti stranieri, con l'intento dichiarato di migliorare l'integrazione di questi studenti nel sistema scolastico italiano, specialmente per coloro che presentano carenze in italiano e matematica - precisa - Riconosco l'importanza di affrontare le sfide legate all'integrazione scolastica in modo che ogni studente possa avere le stesse opportunità di apprendimento, ma è fondamentale che ciò avvenga senza generare discriminazioni o creare situazioni di isolamento".
Ritiene che potrebbe essere interessante studiare ed eventualmente adottare il modello delle scuole francesi all'estero, gestite da Aefe, Agenzia in capo al ministero degli Affari esteri e dello sviluppo Internazionale francesi, caratterizzate da multilinguismo e esigenza di integrazione linguistica? "Sì sono d’accordo. Mi sembra un’ottima idea, ma ci potrebbero essere anche altre soluzioni ad esempio, il potenziamento dell'offerta formativa con programmi di tutoraggio, l'uso di mediatori culturali, e la promozione di attività extracurriculari che favoriscano l'incontro e lo scambio culturale tra studenti di diverse origini. È cruciale - conclude Occhiuto - che queste misure siano progettate e implementate in modo da non pregiudicare la coesione sociale e l'integrazione. Sarà importante continuare il dialogo tra il ministero, le istituzioni scolastiche, gli studenti e le loro famiglie per trovare soluzioni equilibrate che rispondano alle esigenze di tutti". (di Roberta Lanzara)
Politica
Reddito cittadinanza, per la Consulta “non può...
La sentenza della Corte Costituzionale depositata oggi
Il reddito di cittadinanza (Rdc) "risulta strutturato in modo da non poter venire in aiuto alle persone che, in forza delle vincite lorde da gioco conseguite nel periodo precedente alla richiesta, superino le soglie reddituali di accesso, anche se, a causa delle perdite subite, sono rimaste comunque povere»; non è però «irragionevole che il legislatore abbia escluso che sia compito della Repubblica quello di assegnare il Rdc a chi, poco prima, si è rovinato con il gioco». Ciò perché "non è la povertà da ludopatia, ma è piuttosto la ludopatia stessa a rappresentare uno di quegli ostacoli di fatto che è compito della Repubblica rimuovere". È quanto si legge nella sentenza n.54 del 2024, depositata oggi, con cui la Corte costituzionale ha dichiarato infondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate in riferimento agli artt. 3, secondo comma, e 25 della Costituzione sulle disposizioni del decreto-legge n. 4 del 2019, come convertito, che sanzionano penalmente l’omessa dichiarazione delle vincite lorde al fine di accedere al Rdc o di mantenerlo.
Le questioni, sollevate dal Tribunale di Foggia, riguardano una persona che aveva chiesto il reddito di cittadinanza pur omettendo di dichiarare precedenti vincite al gioco e che non aveva poi comunicato le ulteriori vincite conseguite nel periodo in cui ha percepito il Rdc. Poiché la disciplina del Rdc vieta espressamente di utilizzarne gli introiti per il gioco, «[i]l principio di eguaglianza sostanziale, alla cui attuazione il Rdc è peraltro riconducibile, non può certo essere invocato a sostegno di una questione di legittimità costituzionale nell’interesse di chi ha travolto le regole fondamentali dell’istituto, alterandone così la natura».
La sentenza ha poi precisato che "la giocata on line assume il carattere di una qualunque spesa, in questo caso voluttuaria, che la persona ha effettuato con un reddito di cui ha la disponibilità, coincidente con l’accreditamento delle vincite sul suo conto gioco; non si può, quindi, pretendere che la solidarietà pubblica si faccia carico di una spesa di tal genere». Poiché devono essere dichiarate le vincite al gioco, senza che sia possibile considerare le relative perdite, la situazione di povertà «in cui la persona si sia venuta a trovare nonostante le vincite è, insomma, comunque quella di chi, avendo una disponibilità economica, l’ha dissipata giocando». A ragionare altrimenti, del resto, non solo si rischierebbe «di alimentare la ludopatia in chi ancora ne soffre, ma anche di creare, in ogni caso, una rete di salvataggio che si risolverebbe in un deresponsabilizzante incentivo al gioco d’azzardo, i cui rischi risulterebbero comunque coperti dal beneficio statale del Rdc».
La sentenza ha anche escluso la violazione del principio di determinatezza della legge penale di cui all’art. 25 Cost., perché, nonostante un complesso insieme di rimandi, dalla normativa è possibile evincere l’obbligo di dichiarare e comunicare le vincite lorde; del resto, sul piano pratico, a fronte della suddetta complessità, «va considerata anche la possibilità, riconosciuta dall’art. 5, comma 1, del suddetto decreto, di presentare le richieste del Rdc presso i centri di assistenza fiscale».
Politica
Meloni in Libano, visita al contingente italiano a Shama
La premier ai militari: "La pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona"
Giorgia Meloni in Libano ha fato visita al contingente italiano a Shama per esprimere, in vista delle festività pasquali, la vicinanza e gratitudine del governo. "l'Italia vi è grata, la pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona", ha detto Meloni che ha sottolineato con la visita al confine sud con Israele l'impegno dell'Italia per evitare una escalation del conflitto".