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Cronaca

Benedizioni ai gay, apertura del Vaticano: “Sì a...

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Benedizioni ai gay, apertura del Vaticano: “Sì a preghiera fuori dai riti”

L'indicazione sulle benedizioni alle coppie dello stesso sesso nel documento 'Fiducia supplicans' approvato dal Papa. Ma la dottrina sul matrimonio non cambia

Messa in chiesa - Fotogramma /Ipa

Il dicastero della Dottrina della Fede, con il documento 'Fiducia supplicans' approvato dal Papa, apre in buona sostanza alla benedizione delle coppie dello stesso sesso ma al di fuori di qualsiasi ritualizzazione. La dottrina sul matrimonio quindi non cambia con questa apertura perché la benedizione non intende equiparare l’unione ad un matrimonio che per la Chiesa è fondato sull’unione di un uomo e una donna.

Cosa dice il Vaticano

"Non si deve né promuovere né prevedere un rituale per le benedizioni di coppie in una situazione irregolare, ma non si deve neppure impedire o proibire la vicinanza della Chiesa ad ogni situazione in cui si chieda l’aiuto di Dio attraverso una semplice benedizione”, sottolinea il dicastero della Dottrina della Fede in una Dichiarazione che prende in considerazione diversi quesiti giunti all’ex sant’Uffizio sia negli anni scorsi che in tempi più recenti.

“Per la sua stesura, - scrive il prefetto card. Fernandez - come è prassi, sono stati consultati degli esperti, si è avviato un congruo processo di elaborazione e se ne è discussa la bozza al Congresso della Sezione Dottrinale del Dicastero. Durante questo tempo di elaborazione del documento, non è mancato il confronto con il Santo Padre. La Dichiarazione è stata, infine, sottoposta all’esame del Santo Padre, che l’ha approvata con la sua firma”. "

Nella breve preghiera che può precedere questa benedizione spontanea, - si legge nel documento - il ministro ordinato potrebbe chiedere per costoro la pace, la salute, uno spirito di pazienza, dialogo ed aiuto vicendevole, ma anche la luce e la forza di Dio per poter compiere pienamente la sua volontà. Ad ogni modo, proprio per evitare qualsiasi forma di confusione o di scandalo, quando la preghiera di benedizione, benché espressa al di fuori dei riti previsti dai libri liturgici, sia chiesta da una coppia in una situazione irregolare, questa benedizione mai verrà svolta contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi. Neanche con degli abiti, gesti o parole propri di un matrimonio. Lo stesso vale quando la benedizione è richiesta da una coppia dello stesso sesso”.

“Tale benedizione - si legge nel documento - può invece trovare la sua collocazione in altri contesti, quali la visita a un santuario, l’incontro con un sacerdote, la preghiera recitata in un gruppo o durante un pellegrinaggio. Infatti, attraverso queste benedizioni che vengono impartite non attraverso le forme rituali proprie della liturgia, bensì come espressione del cuore materno della Chiesa, analoghe a quelle che promanano in fondo dalle viscere della pietà popolare, non si intende legittimare nulla ma soltanto aprire la propria vita a Dio, chiedere il suo aiuto per vivere meglio, ed anche invocare lo Spirito Santo perché i valori del Vangelo possano essere vissuti con maggiore fedeltà. Quanto detto nella presente Dichiarazione a proposito delle benedizioni di coppie dello stesso sesso, è sufficiente ad orientare il prudente e paterno discernimento dei ministri ordinati a tal proposito. Oltre alle indicazioni di cui sopra, non si debbono dunque aspettare altre risposte su eventuali modalità per normare dettagli o aspetti pratici riguardo a benedizioni di questo tipo”.

In particolare, il prefetto del dicastero della Dottrina della Fede Victor Manuel Fernandez precisa che la Dichiarazione “Fiducia supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede resa nota oggi “resta ferma sulla dottrina tradizionale della Chiesa circa il matrimonio, non ammettendo nessun tipo di rito liturgico o benedizioni simili a un rito liturgico che possano creare confusione”. “Il valore di questo documento, tuttavia, - scrive Fernandez -è quello di offrire un contributo specifico e innovativo al significato pastorale delle benedizioni, che permette di ampliarne e arricchirne la comprensione classica strettamente legata a una prospettiva liturgica. Tale riflessione teologica, basata sulla visione pastorale di Papa Francesco, implica un vero sviluppo rispetto a quanto è stato detto sulle benedizioni nel Magistero e nei testi ufficiali della Chiesa. Questo rende ragione del fatto che il testo abbia assunto la tipologia di “Dichiarazione”.

Ed è proprio in tale contesto che si può comprendere la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso, senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio. La presente Dichiarazione vuole essere anche un omaggio al Popolo fedele di Dio, che adora il Signore con tanti gesti di profonda fiducia nella sua misericordia e che con questo atteggiamento viene costantemente a chiedere alla madre Chiesa una benedizione”.

Padre Maggi: "Benedizioni ai gay? Lo facciamo da una vita"

“Noi preti benediciamo le coppie omosessuali da una vita”. L’apertura del Vaticano alla benedizione delle coppie gay in chiesa non viene accolta in termini trionfalistici da padre Alberto Maggi, il teologo e biblista che da sempre ha spalancato le braccia a gay e lesbiche e che non dimentica la sofferenza di tanti omosessuali cattolici che si sono sentiti esclusi , “Noi preti - dice il teologo all’Adnkronos- e’ una vita che facciamo queste cose senza aspettare timbri o documenti. Il bene delle persone vale più di un documento. La Chiesa è sempre indietro, manca di coraggio. Intanto fa soffrire le persone. Io quando faccio queste benedizioni, dico: ‘Guarda che la persona che hai incontrato è un regalo del Signore che ha pensato a come farti felice’. Che sguardi. Che felicità trapela davanti a queste parole”.

Il nuovo documento, pur ribadendo che non cambia la dottrina della Chiesa sul matrimonio, supera il precedente divieto. “E’ un passetto alla volta ma la Chiesa manca di coraggio e ha fatto soffrire tante persone . La dottrina della Chiesa ha rovinato tante persone. Ripeto: è un piccolo passo avanti ma è ancora lungo il cammino. Quando si arriverà a capire che nessuno nasce sbagliato ma siamo tutti espressione del creatore?. La Chiesa dovrà fare un mea culpa: quante persone si sono ammalate psichicamente; quanti suicidi, persone che si sono sentite sbagliate. Questo è intollerabile”.

“Noi preti le facciamo da una vita queste benedizioni, come quando 40 anni fa davamo la comunione ai divorziati risposati. Per fortuna le persone vedono che c’è una chiesa diversa da quella ufficiale. Credo che mettere il bene delle persone prima dei documenti sia giusto. Non sono sbagliate le coppie omosessuali e non lo eravamo nemmeno noi che li benedivamo senza timbri . Forse di sbagliato c’era la chiesa ufficiale”., sottolinea padre Alberto Maggi.

Segretario generale Arcigay: "Cessi politica discriminatoria"

"Papa Francesco ci ha abituato, nel corso del suo pontificato, a dichiarazioni che da una prima lettura vengono sempre interpretate come un grande slancio in avanti ma che poi, a livello fattuale, burocratico e di dottrina, non portano a grandi cambiamenti". Così all'Adnkronos Gabriele Piazzoni, Segretario Generale di Arcigay, commentando il documento 'Fiducia supplicans'.

"La speranza da parte di tante persone Lgbt credenti - spiega ancora Piazzoni - è che prima o poi la Chiesa possa andare oltre le semplici dichiarazioni e mettere nero su bianco quella che è un'apertura, la decisione di rendere più inclusivo possibile l'accesso ai sacramenti per i tanti credenti Lgbt, facendolo nel rispetto della persona".

Per Piazzoni è positivo il fatto che la Chiesa "provi a cambiare qualcosa. Speriamo si continui in questa direzione. Tuttavia, la lentezza con cui si sono fatti passi avanti e indietro negli ultimi anni non ci fa pensare che ciò avvenga in tempi celeri. Ci sono tantissimi gay, lesbiche, trans credenti, ed è giusto che vengano riconosciuti. E' importante che cessi una politica di discriminazione, anche nell'accesso alla stessa religione cattolica. Un discorso valido anche per chi non è credente", conclude il Segretario Generale di Arcigay.

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Cronaca

TAR Lazio, non è valido il TFA sostegno in Romania

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in collaborazione con Titolispagna

Pessime notizie per il riconoscimento del TFA sostegno in Romania: per il Tribunale Amministrativo del Lazio con sentenza pubblicata il 18 Dicembre 2023, non è valido per le incolmabili differenze formative con il percorso italiano.

La sentenza n.19084 emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio il 17 ottobre 2023 e pubblicata il 18 Dicembre dello stesso anno, ha messo nero su bianco la netta disparità tra il percorso di specializzazione per il sostegno svolto in Romania e l’iter ufficiale previsto dalla normativa italiana (inserita nel DM 30-9-2011).

Esprimendosi in materia di validità delle abilitazioni professionali, infatti, il TAR ha delegittimato la regolarità in Italia del TFA svolto in Romania, che non può essere considerato abilitante all’esercizio della professione di docente di sostegno.

La sentenza n. 19084 del TAR Lazio, nello specifico, ha respinto il ricorso presentato da un’aspirante docente contro il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in seguito al mancato riconoscimento del sostegno in Romania.

Disparità tra TFA in Romania e percorso italiano

La decisione del MIM di non validare in Italia il titolo conseguito fuori dal territorio nazionale, precisamente, si riferisce al titolo ottenuto dalla docente presso l’Università “Dimitrie Cantemir” di Tirgu Mures in data 25 giugno 2018.

Con il provvedimento n. 261 del 24 febbraio 2023, il Ministero ha respinto la richiesta di validazione del TFA svolto in terra rumena facendo riferimento alla direttiva 2005/36/CE modificata dalla direttiva 2013/55/UE. Dopo una meticolosa valutazione dei due percorsi, infatti, il MIM ha evidenziato numerose differenze dal punto di vista quantitativo e qualitativo, tanto da affermare che dalle:

“verifiche eseguite è emerso che le conoscenze complessivamente possedute dall’istante, risultanti dal complesso di diplomi e di attestazioni da esso posseduti, nonché dal complesso di esperienza professionale maturata sia in Italia che in Romania, non soddisfano, nemmeno parzialmente, le condizioni per accedere all’insegnamento, in Italia, in qualità di insegnante specializzato sul SOSTEGNO”.

La decisione del TAR del Lazio

A confermare la decisione del Ministero dell’Istruzione e del Merito relativamente al riconoscimento del TFA in Romania è stato anche il TAR del Lazio, nonostante la docente avesse impugnato la decisione ministeriale in virtù dell’assenza di misure compensative finalizzate a perfezionare in Italia il conseguimento del titolo estero.

La delibera del MIM, come ribadisce il TAR, è pienamente conforme a quanto stabilito dal Consiglio di Stato in merito al confronto tra le competenze attestate da tali titoli e le qualifiche e le conoscenze richieste dalla legislazione italiana, in modo da evidenziare i requisiti di accesso alla professione regolamentata di insegnante. Evidenziando anche notevoli carenze del percorso rumeno per quanto concerne il tirocinio e lo svolgimento di attività di laboratorio, il TAR ha dato ragione al MIM motivando la delibera con queste parole:

“Il Ministero è giunto alla decisione finale di negare il riconoscimento solo dopo aver effettuato la suddetta comparazione, all’esito della quale ha riscontrato incolmabili differenze sotto vari profili tra la formazione sul sostegno conseguita all’estero e quella prevista dalla normativa italiana per l’accesso all’insegnamento in qualità di insegnante specializzato sul sostegno".

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Tumori, Morosini (AstraZeneca): “Obiettivo pipeline...

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"Area d'interesse con grandissime opportunità di ricerca e sviluppo"

Tumori, Morosini (AstraZeneca):

"L'oncoematologia è una branca davvero interessante, che ultimamente ha dato grandissime opportunità di ricerca e di sviluppo di nuove molecole. Siamo impegnati in quest'area, dove siamo già entrati con un primo farmaco, con una prima indicazione, e vogliamo sviluppare una pipeline che permetta di coprire le tante necessità di questi pazienti e di unire a queste necessità i risultati di una ricerca scientifica importante". Così Paola Morosini, Medical Affairs Head Oncology AstraZeneca, oggi a Milano a margine della conferenza stampa con cui la biofarmaceutica anglo-svedese ha annunciato il via libera dell'Aifa alla rimborsabilità di acalabrutinib in compresse per il trattamento della leucemia linfatica cronica.

Rimborsabile dal 2021 nella formulazione in capsule, acalabrutinib in compresse presenta un volume ridotto del 50% ed è quindi più facile da deglutire. Inoltre può essere somministrato con gli inibitori della pompa protonica, che riducono l'acidità gastrica, e può essere assunto con o senza cibo. La gestione e l'adesione alla terapia diventa così più semplice, a vantaggio dei pazienti trattati che di solito hanno più di 70 anni e più facilmente comorbidità. Pari efficacia e sicurezza delle due formulazioni sono state dimostrate con uno studio clinico. Grazie a questa approvazione, un maggior numero di pazienti potrà beneficiare della cura con acalabrutinib.

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Tumori, Barbieri (Ail): “Dopo diagnosi leucemia...

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"Importante divulgare le novità con seminari e incontri, il sogno del paziente è una migliore qualità di vita"

Tumori, Barbieri (Ail):

"La diagnosi di leucemia crea uno sconvolgimento nella vita del paziente fin dal momento della scoperta della malattia. Sapere che la ricerca fa dei progressi, grazie ai quali per la sua malattia c'è una speranza e una qualità di vita maggiore, è il sogno del paziente. Lo scopo di Ail è proprio quello di divulgare ai pazienti tutte quelle che sono le nuove terapie, attraverso i seminari che organizza in giro per l'Italia per incontrare i pazienti". E' il commento di Rosalba Barbieri, vice presidente Associazione italiana contro leucemie linfomi e mieloma, alla notizia dell'ottenuta rimborsabilità di acalabrutinib in compresse per il trattamento della leucemia linfatica cronica, annunciata da AstraZeneca con una conferenza stampa a Milano.

Rispetto alla formulazione in capsule, acalabrutinib in compresse presenta un volume dimezzato ed è quindi più facile da deglutire. La gestione e l'adesione alla terapia diventa così più semplice, a vantaggio dei pazienti trattati, di solito over 70, anche perché il farmaco può essere somministrato con agenti che riducono l'acidità gastrica e può essere assunto con o senza cibo.

"La sinergia tra la sezione Ail e il centro di ematologia è un altro aspetto importante - aggiunge la vice presidente Ail - perché quando Ail ha la possibilità di venire a conoscenza delle innovazioni in campo terapeutico può trasferire questa conoscenza ai pazienti con una certa credibilità. Ail rappresenta infatti un riferimento per il paziente". Al di là delle cure, è particolarmente importante, per la qualità della vita dei pazienti, il sostegno psicologico, che dovrebbe essere disponibile "fin dai primi giorni perché - spiega Barbieri - è quello il momento peggiore, quello della diagnosi. E parlo non solo del paziente, ma anche dei familiari, perché in famiglia ci sarà qualcuno che si dovrà far carico di accompagnare il paziente e aiutarlo nelle terapie. Ail, infatti - evidenzia - porta avanti progetti anche per il supporto psicologico, affinché tutti i centri di ematologia possano avere uno o più psicologi".

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